Libri > Orgoglio e Pregiudizio
Segui la storia  |       
Autore: Tota22    12/07/2017    0 recensioni
L'estate di Georgiana Darcy si rivela ricca di sorprese: non solo il suo adorato fratello Fitzwilliam e Lizzie passeranno le vacanze nel Derbyshire, ma anche le sorelle nubili Bennet si uniranno alla combriccola. Tuttavia, oltre ai graditi ospiti, un'altra presenza si aggira tra le stanze di Pemberley: un pallido fantasma senza volto suona delicate melodie allo scoccare della mezzanotte. Riusciranno Georgiana, Kitty e Mary a risolvere il mistero?
Genere: Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Catherine Bennet, Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy, Georgiana Darcy, Mary Bennet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giugno - parte II



 

Ricorderò la gita nel Derbyshire come il momento più bello di tutta l'estate: una giornata cristallina che conserverò nella memoria per sempre.

Quel dì il tempo fu indulgente e ci regalò un sole splendente e raggi caldi, ma non così insolenti da scottare la pelle. La passeggiata nei boschi poi, è rimasta impressa nella mia mente come un'avventura in un luogo incantato.
 

Non potrò mai dimenticare tutte le sfumature di verde, da quella più scura delle conifere a quella tenera e brillante dell'erba; poi le piccole macchioline di luce gialla che filtravano attraverso le fronde per dipingersi sui nostri visi, sulle nostre vesti e ovunque intorno a noi; ancora il profumo di terra bagnata, satura di odori sconosciuti e la melodia dei suoni della foresta, gli squittii, i ronzii e i versi degli uccelli nascosti tra i rami.

Inizialmente non tutti erano estasiati quanto me. Kitty si lamentò quasi subito di avere male ai piedi, degli insetti e di aver sporcato l'orlo del suo vestito nuovo. In effetti aveva scelto un abbigliamento poco adatto alla gita. In particolare le scarpe, che con il piccolo tacco affondavano nel terreno soffice inzaccherandosi tutte, le rendevano impossibile camminare agevolmente.

Mary d'altro canto camminava impettita, assorta nei suoi pensieri come se fosse completamente distaccata rispetto al luogo in cui era, persa in un altro mondo della propria fantasia.

Elizabeth invece era rapita dall'incantevole passeggiata. I suoi occhi scuri brillavano di curiosità e meraviglia. Quando per la prima volta dopo l'ingresso nella foresta incrociarono i miei ci mettemmo a ridere, perché sapevamo che stavamo pensando alla stessa cosa. Anche se la signora Darcy aveva visitato parte della regione con i signori Gardiner qualche tempo prima, era emozionata come se fosse stata la sua prima passeggiata in quei luoghi.
 

Mio fratello poi era il ritratto della gioia, nonostante la esprimesse sempre in modo sobrio e posato. Ci guidò per tutto il percorso, scegliendo i sentieri più adatti al nostro passo, riempiendo il silenzio con aneddoti e racconti legati ai luoghi che attraversavamo. Ogni radura aveva una storia, come anche il ruscello e il vecchio albero che sbarrava il sentiero. I racconti di Fitzwilliam mi colmarono di felicità e ammirazione, ma anche una punta di gelosia. Mi sarebbe piaciuto condividere quelle conoscenze con lui, nel momento esatto in cui le aveva vissute e sentite per la prima volta.
 

Una volta giunti in una radura spaziosa e ombreggiata, tagliata dalle fresche acque di un ruscello, approntammo il pranzo sull'erba.

Il cocchiere, che aveva portato fino a quel momento sulle spalle una cesta di vimini con il nostro pranzo, fu ben felice di scaricare il peso e tirare fuori deliziosi sandwich e altri manicaretti da picnic; intanto il giovane domestico che ci aveva accompagnati stese un telo sull'erba asciutta per poi appoggiarvi comodi cuscini.

Davanti a quel pasto delizioso, l'attenzione di tutti fu catturata dalle leccornie che dopo la scarpinata risultavano ancora più invitanti. Il pranzo, però, fu arricchito anche da chiacchiere e giochi di società, cosicché anche Mary e Kitty si lasciarono andare all'allegria.
 

Nel primo pomeriggio il caldo iniziò a farsi sentire, e non basto più spostare le nostre attività sotto le fronde degli alberi per trovare refrigerio. Fu così che Kitty, Mary ed io ci dirigemmo verso il ruscello per affondare le dita nell'acqua e rinfrescarci il viso. Mi accovacciai sull'argine pietroso e allungai la mano per toccare i flutti cristallini. Tuttavia quando Jhon il domestico mi vide, mi si rivolse con tono allarmato. Ricordo perfettamente le parole che ci scambiammo e che tornarono a perseguitarmi per parecchi giorni.
 

- Io non toccherei l'acqua se fossi in voi, Signorina Darcy, quel ruscello è maledetto! -
 

Kitty che già aveva affondato il polso nell'acqua, si ritrasse emettendo un gridolino impaurito. Mary invece continuò a fissare l'acqua come nulla fosse, anche se il monito di John sembrò aver stuzzicato la sua curiosità.

Intanto Jhon guadagnò un sonoro scappellotto sulla nuca dal cocchiere, che lo riprese duramente.
 

- Non dire scemenze ragazzo! Dove l'hai sentita questa panzana? Scommetto dalle cuoche di Pemberley. Non temete signorine quel ruscello è buono come un altro. -
 

Questo scambio chiuse l'argomento e tutti ripresero le loro attività precedenti. Quando però il cocchiere si addormentò con il cappello sul viso per ripararsi dal sole e anche Elizabeth e Fitzwilliam si concessero un pisolino tra i cuscini, Mary mi si avvicinò rivolgendomi uno sguardo complice. Intuite le sue intenzioni, ci avvicinammo, seguite a ruota da Kitty, a Jhon che stava sistemando le stoviglie sporche nella cesta di vimini.
 

- Jhon, puoi dirci perché il torrente sarebbe maledetto?-
 

Il ragazzo ci squadrò, come per capire se lo stessimo prendendo in giro, e dapprima si rifiutò di parlare. Dopo un po' di insistenze e la promessa di non dire nulla al cocchiere, il ragazzo iniziò a raccontare quello che sapeva.
 

- Dicono che il torrente sia stregato... ci sono stati degli avvistamenti di una presenza nelle notti d'estate.

Gli abitanti dei villaggi attraversati dal ruscello hanno detto di aver visto una figura passeggiare sulla riva: una giovane donna vestita di bianco, dai lunghi capelli neri, gira con una lanterna in mano. Ma se cerchi di guardarla in faccia vedi solo il nero della notte, è senza volto.

Dicono che sia il fantasma di una ragazza morta. Un fatto strano è successo qualche anno fa...in un palazzo di ricchi a mezzo miglio a nord da qui. La tenuta è attraversata proprio da questo ruscello ed è lì che l'hanno ritrovata... una ragazza annegata nel fiume, con il volto sfigurato. -
 

Eravamo tutte e tre rapite dalle parole di Jhon, il quale diventò rosso per l'imbarazzo e prosegui a voce bassissima, quasi bisbigliando.
 

- Dicono che la sua anima è intrappolata sulla terra. Non può andare in paradiso finché non ritrova la sua faccia. Lei cerca, cerca ogni estate, ma non la trova mai; così ritorna l'anno successivo sempre negli stessi luoghi sempre a mezzanotte e passeggia lungo il fiume dal lago fino su ad Heatherfield. -

Kitty aveva gli occhi sbarrati per la paura e le mani sulla bocca come a soffocare un mugolio. La storia di Jhon era talmente incredibile che stentai a crederci. Cercai di interpretare le informazioni lucidamente, poteva essere tutto un malinteso?

- Credi davvero che esistano i fantasmi? Potrebbero essere delle fantasie di qualche burlone o semplicemente dei riflessi dell'acqua che fanno pensare a una figura che si muove sull'argine...-

A quel punto Mary interloquì con tono sprezzante.
 

- È chiaro che questa storia è un'invenzione di qualche sciocco. I fantasmi non esistono. Sono solo una proiezione delle paure dell'uomo in situazioni che non sa spiegarsi razionalmente.-
 

- Non so rispondervi, signorine. Esiste, oppure no... ma a me non va di rischiare. Preferisco lo stesso non toccare l'acqua, non si sa mai come possono reagire gli spiriti quando entri nel loro territorio. -
 

Nel cuore di ciascuna di noi la storia di Jhon instillò sentimenti diversi: curiosità, terrore, incredulità ed anche se non volevamo ammetterlo tutte e tre ne eravamo affascinate.

Il resto del pomeriggio trascorse tranquillo e gioioso. Quando fu tempo di tornare indietro tutti erano stanchi e molto contenti che la gita stesse volgendo al termine.
 

Il viaggio di ritorno in carrozza era di qualche ora e con l'imbrunire Fitzwilliam diede disposizioni al cocchiere di percorrere una strada leggermente diversa rispetto all'andata. Era meno panoramica e più rapida.

Non appena i cavalli iniziarono a trottare sulla via cosparsa di ciottoli, Mary e Kitty si addormentarono. Anche Elizabeth chiuse gli occhi appoggiando la testa sulla spalla di mio fratello. Gli unici a rimanere svegli fummo proprio io e Fitzwilliam, seduti uno di fronte all'altra bisbigliando per non svegliare le tre sorelle.
 

Ad un certo punto volsi lo sguardo verso il finestrino e davanti ai miei occhi si stagliò un panorama da togliere il fiato. Il sole era basso nel cielo, di un rosso infuocato che tingeva le nuvole con pennellate sgargianti e violente di arancio, rosa e cremisi. La luce aranciata illuminava la collina che la strada costeggiava. I campi erano completamente ricoperti di erica, la varietà che fiorisce d'estate, con fiori bianchi come il latte e rossi come il vino. Sulla cima della collina un meraviglioso palazzo bianco riluceva nella luce del sole morente. La struttura era maestosa, provvista di due torri dalla sommità a punta e tutt'intorno si scorgevano meravigliosi giardini. Ciò che mi colpì fu lo stato di abbandono del luogo; così bello, ma così privo di vita.

Le bianche mura del palazzo, a causa del riflesso, sembravano essere in fiamme; l'intero edificio era come una torcia brillante. Giù per la collina scorreva il ruscello, che già avevamo incontrato nel bosco più in basso, e mi parve fuoco liquido, lava che colava dalla cima.

Sembrava quasi una visione, una magia straordinaria ed inquietante. Anche se in cuor mio già conoscevo la risposta, dalle mie labbra sfuggì una domanda.
 

- Caro fratello, cos'è questo posto?-
 

- Questa è la tenuta di Heatherfield, come potrai intuire prende il nome dai bellissimi fiori d'erica che adornano la collina dove è stata costruita. Avrei voluto portarvi a visitarla, ma è da molti anni che è chiusa al pubblico. -
 

- Sembra abbandonata. -
 

-Putroppo lo è Georgiana. Da cinque anni nessuno ci abita più e l'accesso è impedito a chiunque non appartenga alla famiglia dei Parsley, i proprietari. -
 

- Cosa successe? -

Fitzwilliam si rabbuiò e passarono molti battiti del mio cuore prima che rispondesse.
 

- È una storia molto triste. Non credo sia un bene parlarne, potrebbe addolorarti.-
 

- Ti prego fratello, mi si spezza il cuore solo pensare che questo luogo meraviglioso sia chiuso per sempre. Vorrei capire almeno il perché... -
 

- Ho paura di spezzarti ancor più il cuore confessando ciò che è accaduto. -
 

Fitzwilliam sospirò e notato che non desistevo, decise di accontentarmi.

-Cinque anni fa i Parsley, proprietari del palazzo, hanno dovuto affrontare la morte prematura della loro unica figlia. Clara Parsley ha perso la vita annegando nel ruscello che attraversa la tenuta di Heatherfield.

Non sono mai state scoperte le dinamiche della tragedia; in seguito i signori Parsley, distrutti dal dolore, si sono trasferiti per sempre a Londra e non hanno più messo piede ad Heatherfield. -
 

-È davvero una storia molto triste, sono addolorata per i Parsley deve essere stato terribile... -
 

Mio fratello appoggiò una delle sue mani sulle mie confortandomi. Nessuno meglio di noi sapeva cosa voleva dire perdere i propri affetti più cari troppo presto. Gli sorrisi per tranquillizzarlo e dopo poco mi lasciai cullare dal movimento della carrozza finché non mi addormentai.

Al mio risveglio stavamo già percorrendo il viale di Pemberley e, nonostante fosse buio, scorsi i profili della mia casa e non fui mai così felice di tornarvi come quella sera.

Eravamo tutti piuttosto stanchi e dopo una cena molto leggera e rapida, ci congedammo per tornare nelle nostre camere. Anche Mary e Kitty, che di solito si intrattenevano insieme a me nella stanza della musica, si diressero subito a letto, salutandomi con una mano tra uno sbadiglio e l'altro.
 

Mi diressi allora nella mia stanza. Con l'aiuto di Beth, la mia domestica, mi liberai degli abiti che avevo indosso, mi rinfrescai prima di indossare la camicia da notte e infilarmi a letto. Nonostante fossi veramente spossata dalla giornata fuori e dalla lunga passeggiata, non riuscivo a dormire. Passai molte ore senza chiudere occhio, la mia mente continuava a tornare a Heatherfield. L'immagine di quella collina piena di fiori bianchi e vermigli e la misteriosa tenuta sulla cima si ripresentava davanti a me, vivida come se l'avessi davanti agli occhi in quel momento.
 

La pendola in fondo al corridoio segnò con i suoi rintocchi la mezzanotte. Insonne, mi alzai ed aprii la finestra lasciando che l'aria fresca della notte mi accarezzasse il viso.
 

Fu allora che lo sentii.
 

Un strano cigolio che proveniva dal piano di sotto. Come quello di una porta o di una finestra che viene aperta piano.

Poi silenzio. Mi ritrassi di scatto dalla finestra e mi rifugiai nel letto. Il cuore mi batteva così forte tanto che lo sentivo rimbombare nelle orecchie. In quei minuti di assoluta assenza di suoni, a parte lo stormire del vento, la mia razionalità ingaggiò una lotta spietata con i pensieri terrificanti che mi annebbiarono la mente.

Mi convinsi dapprima che era solo una porta, mossa dal vento una sciocchezza. Dissi a me stessa che mi ero lasciata condizionare dal racconto di Jhon e dalla storia che mio fratello mi aveva raccontato. Respirai profondamente e chiusi gli occhi, pregando che il sonno mi cogliesse.
 

Doooo.
 

Una singola semplice nota si propagò nell'aria, prolungata e oscura.
 

Dooo, dooo.
 

Ancora, la stessa nota ripetuta. Ormai ne ero sicura.

Non poteva essere un trucco della mia mente, una suggestione.

Qualcuno era entrato nella stanza della musica e stava suonando il pianoforte.

Trattenni il respiro, terrorizzata. Avrei voluto alzarmi e chiudere la finestra; attutire il suono di quella nota bassa, ripetuta che proveniva dal piano di sotto come un canto lugubre.
 

Ma le mie gambe erano pietrificate, non osai muovere un muscolo mentre le mani di uno sconosciuto toccavano i tasti avorio del mio strumento preferito, abbozzando una timida scala. Sentii il mi poi il fa, fu a quel punto che riuscii a comandare alle mie mani di tirare il lenzuolo sopra le testa e di tapparmi le orecchie.

Sapevo che un sottile strato di cotone non mi avrebbe protetta da chiunque si fosse insinuato nella stanza della musica. Quel qualcuno o quella cosa.. avrebbe potuto facilmente imboccare le scale e percorrere le poche rampe che la separavano dal piano superiore. Avrebbe potuto attraversare il corridoio fino alla mia stanza. Abbassare la maniglia ed entrare. Non avrei mai voluto vedere se le mie paure si fossero tramutate il realtà, non avrei mai voluto scorgere una figura vestita di bianco, dai lunghi capelli neri, immobile sulla soglia. Il panico ormai mi aveva assalito, così serrai le palpebre e rimasi sotto il lenzuolo, anche se avevo caldo, fino a che le note non si attenuarono nel silenzio della notte.
 

In quei momenti pensai: “Ti prego, ti prego, chiunque tu sia perdonami. Non volevo toccare la tua acqua, non volevo bere dal tuo ruscello, mi dispiace, mi dispiace.”

Non so quanto tempo dopo sentii di nuovo un cigolio e poi più nulla. Rimasi con gli occhi chiusi, ma vigile finché le prime luci del mattino inondarono la mia stanza attraverso la finestra aperta. Fu a quel punto che mi addormentai esausta.

Come ho già detto, la gita nel Derbyshire è un evento che rimarrà per sempre nella mia memoria: un momento felice.
 

La notte dello stesso giorno, invece, come il più terrificante di tutta la mia vita.


N/A
Ciao a tutti! Grazie per aver letto anche questo capitolo, spero non sia troppo inquietante... il mistero inizia a svelarsi. Se avete commenti e suggerimenti o critiche non esitate a scriverli, sarei felicissima di leggerli!
A presto
T
 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Orgoglio e Pregiudizio / Vai alla pagina dell'autore: Tota22