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Autore: Chiaroscura69    12/07/2017    0 recensioni
''Non puoi fare così ogni volta... tu non vuoi che ti ami, ma non mi dai nemmeno la possibilità di non amarti'' dissi senza guardarlo negli occhi.
''Tori dimmi cosa potrei fare e lo farò''rispose quasi divertito.
''Lasciami andare e sparisci dalla mia vita una volta per tutte''.
Alessandro mi guardò il polso alla ricerca del braccialetto. Me lo coprii con una mano ma lui me la afferrò e la spinse via.
''Perchè lo hai tenuto?'' disse fissandomi attentamente negli occhi.
''E' un motivo stupido, lascia stare... Senti ho un'idea: frequentiamoci assiduamente per dieci giorni e in questi giorni mi devi mostrare i tuoi dieci peggiori difetti. In questi giorni però non dovrai mai provarci con me.
Solo facendo in questo modo forse smetterò di amarti''.
''Se questo è il tuo modo di risolvere la faccenda per me va bene. Inizia a tremare Melanzana!''
'Ecco come mi sono cacciata nel peggior guaio della mia vita' pensai.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A volte mi viene chiesto: 'perchè ci racconti questa storia?' e io credo che i motivi siano più di uno. Una parte di me ha bisogno di superare emotivamente questi eventi e scriverli mi aiuta tantissimo, ma il motivo più grande credo che sia il fatto di voler sbugiardare tutte quelle insulse commedie americane. Ci hanno sempre fatto credere che trovarsi in una situazione in cui dover scegliere fra due amori fosse qualcosa di auspicabile per ciascuno di noi, ci hanno sempre mostrato dei protagonisti che ne acquisivano solo benefici, aumento di autostima e felicità fino al momento della scelta finale. Io vi voglio mostrare una storia vera, perciò non vi nasconderò nulla delle mie reazioni ed emozioni, anche se dovesse voler dire perdere la dignità. Perchè, diciamocelo, se soffri davvero non ti preoccupi troppo della tua dignità.
Dunque, la mattina seguente alla mia scenata da ubriaca mi risvegliai con la bavetta alla bocca e un mal di testa che mi faceva vedere le stelle. Rimasi immobile nel letto per svariati minuti prima di prendere consapevolezza di tutto ciò che avevo combinato il giorno prima.
Mi voltai subito alla ricerca di Matteo ma non lo trovai nel letto. Controllai l'orario e lessi: 15:30. Strabuzzai gli occhi e mi alzai di scatto causandomi una fitta violenta di dolore nella fronte.
Mi mantenni la testa fra le mani e cercai di tirarmi sù in maniera delicata.
Ci sono poche cose peggiori nella vita della mattinata post- sbornia. 
''Oh, si è svegliata la bionda'' esclamò mia madre guardandomi con aria di rimprovero.
''Ciao''biascicai con difficoltà.
''Matteo mi ha detto di dirti che doveva tornare a casa perchè questo pomeriggio ha l'esame di geografia''continuò mia madre con tono seccato.
Me ne aveva anche parlato e io stupidamente me n'ero completamente dimenticata costringendolo a passare una nottata orribile con me. Ancora una volta il senso di colpa mi stava schiacciando.
''Adesso perchè fai quella faccia? Mi spieghi perchè ti sei ridotta in queste condizioni?'' sbottò mia madre al culmie della sopportazione.
''Tanto non capiresti anche se te lo dicessi''risposi innervosita.
''Sei ingiusta. Sono tua madre e con me non parli mai. Non puoi pretendere che non me la prenda se torni a casa ubriaca fradicia dopo aver vomitato e non mi vuoi spiegare il motivo''.
''Come sai che ho vomitato?''
''Chiunque si trovi a due metri da te lo capirebbe. Matteo è proprio innamorato per averti dormito vicino tutta la notte''commentò con una faccia disgustata.
Sospirai.
''Il motivo è che la nostra piccola è divisa fra due fuochi''esordì mio padre arrivando alle mie spalle.
Lo guardai di traverso.
''Come fai a saperlo?''
''Amore mio, siamo stati giovani ed innamorati anche noi, sai?''rispose mettendomi una mano sulla spalla.
''Babbo mamma ha iniziato a piacerti subito?''
Mio padre entrò in modalità romanzo d'amore e vidi nei suoi occhi brillare la solita scintilla che appariva quando parlava di mamma.
''La prima volta che vidi tua madre ero in stazione, lei entrò nell'ingresso mentre io ero affacciato dal finestrino di uno degli ultimi vagoni del treno. Aveva una folta chioma di capelli biondi e ricci e i suoi occhi azzurri brillavano. Ricordo che la prima cosa che pensai fu:'chissà se riuscirò mai a parlarle'''.
''Quanto sei sentimentale, Carlo''commentò mia madre alzando gli occhi al cielo ma con un sorriso che ne tradiva l'emozione.
''Invece a te, mamma?''
''Tuo padre è stato il mio migliore amico per cinque anni prima di iniziare a piacermi anche in un altro senso''rispose semplicemente.
Incarnavano cioè entrambi gli amori che stavo vivendo io; il primo era un colpo di fulmine, estremo, intenso e passionale, il secondo un amore maturato con gli anni, pieno di complicità, affidabilità, sicurezza.
''Come hai fatto ad essere il suo migliore amico per cinque anni se ti sei innamorato subito di lei?''chiesi a mio padre.
''Per alcune cose bisogna saper lottare, tesoro. Ricordi? Te ne ho parlato poco tempo fa. Vale la pena di rischiare se ti fa tremare anima e corpo. Tua madre era piena di spasimanti, ma nessuno di loro le voleva davvero bene. La maggior parte le mentiva ed usciva con più ragazze e lei mandava me ad indagare, pensa a quanto fosse doloroso. Però per lei lo avrei fatto tutta la vita''.
Con la coda dell'occhio vidi mia madre arrossire e mi scappò un sorriso. Avrei dato qualsiasi cosa per arrivre alla loro età e sentirmi ancora innamorata come il primo giorno.
''Tori, non ascoltare troppo quel romanticone di tuo padre. Non devi nemmeno essere masochista per amore, cerca di non farti troppo male. La maggior parte delle volte non ne vale la pena''.
''Infatti vale la pena davvero poche volte tesoro, sta a te capire quando. Ma ricorda sempre: carpe diem! Appena riconosci l'amore non lasciare che la paura dia un taglio netto al filo della tua lenza quando hai preso l'amo di quell'amore e stai cercando di trarlo a riva...restaci aggrappata con forza e afferra quello che hai preso all'amo. E se, dopo averlo preso, hai l'impressione che quel pesciolino voglia fuggire di nuovo dalla rete, corrigli dietro, buttati a nuoto anche a costo di annegare se ci sei costretta ma, non mollare mai l'Amore'' mi disse mio padre scompigliandomi i capelli con una mano.
Lo abbracciai e mi nascosi nel suo abbraccio come facevo quando ero piccola e lui era il mio eroe.
''Se poi ti dovesse trattare male, ci penso io'' concluse mia madre con un tono minaccioso nella voce. E io non mi sarei mai messa contro di lei.
''Adesso perchè non ci racconti tu dei primi incontri con i tuoi amori?''fece mio padre per sdrammatizzare.
''Al limite posso raccontarvi di quello con Matteo''ridacchiai.
''Ci accontenteremo''
''Era una fredda giornata di febbraio, precisamente il 14, ed ero nel cortile della facoltà tutta sola. Solo qualche mese prima avevo chiuso con Alessandro e avevo il cuore distrutto. Non mi piaceva la compagnia altrui in quel periodo, non riuscivo a stare con la gente per più di qualche ora. Per tirarmi sù il morale leggevo il mio libro di poesie preferito, ovvero i Fiori del Male, e mangiavo distrattamente una mela. Una ventata forte ha spazzato via la pagina da cui leggevo ed ho alzato lo sguardo per un istante. In quel momento ho incrociato lo sguardo di un ragazzo che fumava sotto il portico dell'entrata principale. Appena ha capito che mi ero accorta del suo sguardo lo ha subito abbassato e io non sono riuscita a reprimere un sorriso. Quello era il primo sorriso che facevo  da diversi mesi'' raccontai con un sorriso nella voce.
''E poi? Come avete parlato?''chiese mia madre curiosamente.
''Dopo quel giorno ho scoperto che prendevamo gli stessi mezzi di trasporto e abbiamo iniziato a vederci tutti i giorni. Durante le lezioni ha preso a sedersi sempre più vicino a me e durante le pause eravamo dei pochi che fumavano una sigaretta. Un giorno sono arrivata all'improvviso nell'aula e lui non aspettandoselo si è spaventato, io ci ho ridacchiato e da allora abbiamo iniziato a salutarci. Alla fine ogni volta che ci incontravamo in pullman ci facevamo una chiaccherata amichevole''.
''Come sono cambiate le cose dalla chiaccherata amichevole ad ora?''ridacchiò mio padre.
''Dopo un mesetto io stavo molto meglio e sono riuscita a legare anche con altri colleghi. Così un giorno abbiamo deciso di andare tutti insieme alla festa della birra e lì ho capito che dovevo piacergli parecchio. Peccato che ci fosse un problema: era fidanzato. O almeno così credevo. Perciò quando qualche giorno dopo mi ha chiesto di uscire ho rifiutato. Lui si è allontanato da me per un bel pezzo, nemmeno si fermava più a parlarmi in pullman. Io però sapevo di avere ragione, sapevo benissimo cosa volesse dire avere il cuore infranto perchè l'oggetto dell'amore non esce solo con te ma anche con altre. Non sarei mai stata la causa di una rottura del genere fra loro''
''E poi?''
''E poi una nostra collega che aveva capito la causa dell'allontanamento e che ci conosceva bene entrambi ha deciso di aiutarci. Lo ha convinto a parlarmi e ho scoperto che in realtà anche lui aveva rotto con la ragazza qualche mese prima. Quindi ci sono uscita e...eccoci quà!''esclamai con un sorriso.
''Sembra una storia da film'' commentò mia madre con aria sognante.
'Se ti raccontassi il primo incontro con Alessandro allora' pensai fra me e me.
''Perciò sono perdonata per la nottata loca?''risposi sbattendo gli occhi e sorridendo dolcemente in direzione dei miei.
''Certo, piccola''disse mio padre accarezzandomi la spalla.
Gli sorrisi.
Mia madre lo fulminò con lo sguardo.
''Carlo, per un attimo dimentica che hai a che fare con la tua cocca e comportati da genitore responsabile, per cortesia''.
Mio padre alzò gli occhi al cielo.
''Per questa volta sei perdonata ma non ti salti in testa di rifarlo''disse alzando esageratamente il tono di voce per prendere in giro mia madre.
''Fila a farti la doccia che puzzi da chilometri, figlia che mi porterà alla disperazione'' sbottò mia madre.

Vi siete mai chiesti quanto diamo per scontati i nostri genitori? Cosa saremmo senza di loro?
Io mi rendo conto che la maggior parte delle volte se non crollo è proprio perchè ci sono loro.
'I nostri genitori ci amano perché siamo i loro figli, e questo è un fatto inalterabile, di modo che noi ci sentiamo più sicuri con loro che con chiunque altro. Nei momenti felici ciò può sembrare poco importante, ma nei momenti tristi questo affetto offre una consolazione e una sicurezza che non si trovano altrove', questo lo diceva Bertrand Russel.
   
 
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