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Autore: nikita82roma    13/07/2017    4 recensioni
Manca poco alla nascita di Lily. Rick è a Boston per lavoro, Kate a New York. Poi una telefonata e la corsa di Rick in ospedale...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Partner in Crime. Partner in Life'
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- Non vedo l'ora di tornare. Mi mancate troppo!

- Sì ci manchi decisamente tanto anche tu.

- A parte questo come stai?

- Al solito Castle. Stanca e impaziente che nostra figlia nasca.

- Tre settimane Beckett, manca poco. Ora ti devo lasciare, sta per cominciare la conferenza. Mi raccomando, non ti affaticare troppo in giro. Ti amo.

- Ti amo anche io Babe.

 

Era appena uscito dalla libreria, su quella via di Boston fatta con palazzi di mattoncini rossi dall'aria così tipicamente inglese, con i pub ad ogni angolo della strada. Se chiudeva per un attimo gli occhi e poi li riapriva poteva pensare di essere a Londra, in uno di quei viaggi estivi che aveva fatto da giovane, quando pensava solo a divertirsi ed alle ragazze. Ora ne aveva altre di ragazze che lo aspettavano. La sua vita era praticamente circondata di donne: Martha, Alexis ed ora soprattutto Kate e quella che sarebbe arrivata da lì a poco: Lily, avevano deciso di chiamarla così. Era piaciuto subito ad entrambi e Lily Castle suonava bene. Era semplice e dolce, così aveva detto Kate e lui lo aveva adorato, anche solo per come sua moglie lo aveva pronunciato. Sua figlia non si sarebbe potuta chiamare in nessun altro modo.

Quando squillò il telefono aveva appena adocchiato un negozio che vendeva tutti quegli oggetti bellissimi ed inutili che Kate gli aveva categoricamente vietato di comprare per la loro figlia ed ogni volta per lui era una tentazione troppo forte quella di entrare e prendere qualsiasi cosa. Poi però sentiva nelle orecchie le prediche infinite della moglie, quindi desisteva.

 

- Signor Richard Castle?

- Sì sono io.

- Buonasera, la chiamo dal Presbyterian Hospital. Sua moglie è stata ricoverata poco fa e dovrebbe raggiungerci il prima possibile.

- Io… io sono Boston… Posso parlare con lei?

- Mi dispiace, non è possibile.

- Mia moglie è incinta…

- Sì, proprio per questo dovrebbe venire il prima possibile.

- Va… va bene…

Prese una macchina a noleggio, la più veloce che trovò. Viaggiò ben oltre i limiti di velocità senza fermarsi mai, percorrendo quei quasi 400 chilometri tutti d’un fiato, senza respirare. Avrebbe voluto farli anche senza pensare se fosse stato capace, invece no. Provò inutilmente a chiamare Kate, una, due, dieci volte. Inutilmente. E così con sua madre ed Alexis. Nessuno gli rispondeva. Nemmeno Esposito e Ryan. Nemmeno Lanie. Nessuno. Era solo in quell’auto con il piede sull’acceleratore che pregava per andare sempre più veloce. Sempre più veloce.

 

- Castle, cioè Beckett. Kate Beckett. Mi avete chiamato qualche ora fa. È mia moglie…

Parlava concitato alla donna alla reception dell’ospedale, con il fiato corto, come se da Boston fosse arrivato a piedi ed invece aveva solo corso i pochi metri dal parcheggio a lì.

- Castle… - Rick si girò sentendosi chiamare. Esposito si stava avvicinando a lui molto lentamente, dandogli tutto il tempo di mettere a fuoco la sua espressione, il suo sguardo i suoi occhi. - … Vieni con me.

Lo seguì come un automa senza trovare il coraggio di dirgli nulla. In silenzio condivisero lo spazio in ascensore con altre persone che continuarono a salire, dopo che loro furono scesi.

Reparto maternità. Lo lesse subito Rick, appena uscito.

- È nata? - Chiese sbarrando gli occhi entusiasta. - Lily è nata?

- Sì, poco fa. Sta bene… Lei sta bene… - Disse Esposito facendo fatica a deglutire.

- Lei sta bene… Che vuoi dire Javier? Kate? - Guardò l’amico che si defilò mentre un dottore si staccò da un capannello di persone che solo in quel momento Rick si rese conto che erano i suoi familiari ed i suoi amici. E nessuno a parte lui stava sorridendo e non capiva, non voleva capire.

- Signor Castle… - Il dottore lo prese da parte, portandolo in fondo al corridoio, gli parlò per qualche istante e poi quello che gli altri sentirono fu solo il “NO” disperato, urlato, di Rick. Poi lo videro parlare più animatamente con il dottore che provava a farlo ragionare, ma sembrava qualcosa di impossibile ed alla fine acconsentì alla sua richiesta.

Voleva solo vedere sua moglie un’ultima volta.

 

Sembrava non voler più andar via. Non lasciare la sua mano fredda, non smettere di accarezzare la sua fronte, spostandole i capelli. Lei dormiva e lui la guardava, come tante volte aveva fatto, tante notti passate così, chiedendosi se fosse vero, se lo chiedeva sempre. Non era diverso, si ripeteva, Kate sta solo dormendo. Non poteva accettare nulla di diverso. Lui aveva ancora tante cose da dirle, gli sembrava che in tutti quegli anni non le avesse mai detto veramente le cose più importanti e poi dovevano fare ancora tante cose insieme, aveva un’elenco intero di cose che dovevano fare e poi c’era la più importante, c’era Lily, lei aveva bisogno di sua madre, non poteva lasciarla, non doveva farlo. Non doveva lasciare lui solo con la loro bambina. Non era giusto.

- Castle… dobbiamo andare adesso… - Lanie era vicino alla porta, non osava avvicinarsi di più, non ce la faceva a vedere la sua migliora amica lì.

- Non sono pronto Lanie. Non sono pronto a lasciarla. Non lo sarò mai. - Avevano entrambi il volto rigato dalle lacrime.

- Tua figlia ha bisogno di te Castle. Lo sai che Kate avrebbe voluto così…

Rick annuì. Certo che lo sapeva, sentiva nella sua mente le parole di Kate che gli diceva esattamente così. Ma lei doveva saperlo che lui non dava mai ascolto, perché avrebbe dovuto farlo adesso?

- Non ha sofferto. Però si è accorta di quello che stava accadendo e non so come, ha fatto in modo di proteggere Lily. Kate non ha mai ripreso conoscenza dall’impatto con quell’auto, è stato un miracolo che Lily sia nata senza complicazioni. È stato il miracolo di Kate… - Mentre Lanie parlava Rick si era chinato sul volto sua moglie, l’aveva accarezzata con struggente dolcezza e poi l’aveva baciata in quello che era il bacio più dolce e carico d’amore che Lanie avesse mai visto.

- Ciao amore mio. Aspettami e non ti innamorare di nessun altro, nel frattempo…

Lanie uscì da lì perché non riusciva più a vedere quella scena straziante. Aspettò che Rick arrivasse dopo poco e non fu in grado di dirgli nulla.

 

C’era una stanza con un letto vuoto, una culla ed un uomo su una poltrona che teneva in braccio una bambina che dormiva tranquilla tra le sue braccia mentre lui non riusciva a smettere di piangere. In quella stanza tutto andava al contrario, perché davanti a quella vita era difficile vedere volti sorridenti, volti che non avessero il viso scavato dal pianto. Piangevano tutti, tranne l’unica che doveva farlo. Lei no, lei sorrideva al suo papà, o almeno lui credeva così e più la guardava, più lui piangeva, perché in tutto vedeva sua madre. Negli occhi, nella bocca, nella forma del viso. Era uguale a lei e se lei fosse stata lì avrebbero scherzato sul fatto che non aveva gli occhi azzurri come i suoi, perché Kate era convinta che sarebbe stato così. Invece no, anche quelli erano uguali a quelli di Beckett, erano gli stessi occhi di cui si era innamorato e che amava ancora e non avrebbe nemmeno avuto bisogno di rivederli ogni istante in sua figlia per non dimenticarli mai.

Bussarono alla porta e lui asciugandosi le lacrime con il dorso della mano, disse di entrare ed uno alla volta entrarono tutti. Alexis, Martha, Lanie, Esposito, Ryan con la moglie ed i figli ed infine Jim. Non aveva nemmeno il coraggio di dirgli nulla. Non sapeva cosa dire.

Si alzò in piedi e mostrò la piccola a tutto il gruppo.

- Lei è Lily Katherine Castle. È mia figlia e di Kate…

   
 
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