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Autore: Roylove    13/07/2017    1 recensioni
[Tom Holland]
Maddy va a vivere a Londra con i suoi genitori, non è entusiasta ma qualcuno, gli farà cambiare idea. Con Tom Holland come nuovo vicino non ci si annoia mai.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Salve, è la mia prima storia su Tom Holland, quindi spero vi piaccia. Buona lettura. E
 
 
Pov Maddy
 
 
Era il grande giorno... il giorno del trasloco. Quella mattina sarei partita insieme ai miei alla volta di Londra, esattamente per Kingston upon Thames  , e la mia voglia di andare a vivere lì era pari a zero. Per 23 anni avevo vissuto a Roma in Italia ed ora di punto in bianco venivo trascinata di forza in una città a me sconosciuta e per di più sempre l'uovo, io amavo il sole, il mare , i miei amici!
-Maddy sei pronta?- Mia madre mi stava chiamando da buoni dieci minuti , io ero ancora in camera a sistemarmi i miei lunghi capelli-spaghetto in un modo decente ma alla fine li lasciai sciolti come ogni giorno della mia monotona vita.
Scesi giù per quella casa ormai vuota e trovai mio fratello e sua moglie alla porta.
-Hey inglesina! Pronta per questa nuova avventura?-
Mio fratello era più grande di me di 5 anni lui era sposato e lavorava per un'hotel rinomato a Roma. 
Era uguale a me , o meglio di capelli, li avevamo entrambi color miele, la carnagione era leggermente scura, sará anche il sole che avevamo preso per tutta l'estate, e gli occhi verdi. Per il resto lui era muscoloso mentre io gracile e magra, forse troppo magra.
-Se dici un'altra parola ti uccido.- Presi la mia valigia e la misi in macchina.
Inutile dire che quel viaggio lo passai tutto tra le chiacchiere dei miei che mi dicevano che la nuova casa mi sarebbe piaciuta, che avrei fatto subito amicizia, tutte stupidaggini per convincermi ad essere felice lì. 
Ma come potevo essere felice se stavo lasciando la mia intera vita alle spalle?
Dopo aver salutato mio fratello Riccardo e sua moglie Elena prendemmo finalmente questo maledettissimo aereo, dormii per due ore filate finché l'hostess mi disse di allacciare la cintura per l'atterraggio. 
 Da stansted al mio quartiere era un viaggio di più di un'ora e mi annoiai a morte, anche perché Londra era molto caotica, anche più di Roma. 
Quando finalmente arrivammo al nostro quartiere rimasi stupita dalla bellezza, era uno dei bei quartieri e la nostra casa era di mattoni bianchi e dal tetto grigio scuro, ma aveva un giardino meraviglioso. Si ma questo non cambiava il mio umore, ero comunque demoralizzata dal trasloco.
Nel quartiere non si vedeva un'anima anche se era ora di pranzo , il che mi fece aumentare ancora di più la mia tristezza.
-Tesoro entriamo? La tua stanza ti aspetta.-
Mia madre era sulla soglia di casa con un grosso sorriso.
Alla fine era per lei e mio padre che ci eravamo trasferiti lì, eh già! Mia madre lavorava per una ditta di moda con sede a Londra e mio padre era un avvocato nativo proprio di Londra, parlavano entrambi benissimo l'inglese ma io non ho mai voluto le loro lezioni private. Comunque ad entrambi i miei genitori era stato offerto un posto di alto rango nella capitale britannica e loro non si fecero scappare l'opportunità, che coincidenze vero? Io però avevo il mio lavoretto in una cioccolateria a Roma che purtroppo dovetti lasciare per colpa del trasferimento.
Di certo la casa era molto più grande di quella che avevamo a Roma, ma l'arredamento era alquanto pesante con la carta da parati verde che neanche mia nonna metterebbe mai in casa, meno male che il parquet era chiaro e ancora nuovo.
La mia camera si trovava nella parte sinistra della casa, mentre quella dei miei a destra e molto lontano dalla mia per fortuna.
Era spaziosa, un letto ad una piazza e mezzo, un armadio decente e una scrivania. Erano mobili di colore bianco tipo vecchio stile ma gradevole alla vista. L'unica cosa era la carta da parati con i fiori rosa che doveva sparire .
-Allora ti piace?-Chiese mio padre dalla porta di camera mia.
-Direi che è superabile. Ma la carta da parati sparisce!-
Mio padre dopo una sonora risata disse che andava bene e che presto avrebbe chiamato una ditta di imbianchini per farla come preferivo. 
Scesi per prendere le mie cose in salone e trovai un uomo ed una donna parlare con i miei genitori.
-Oh Maddy vieni! Loro sono i signori Holland.-
-Signori, è un piacere conoscervi.- Tutta quella educazione non era proprio da me, però se già mi facevo amici i vicini era meglio.
-Che bella ragazza! Molto piacere Maddy io sono Dominic e lei è mia moglie Nicola Elizabeth .-
Quell'uomo era molto simpatico.
-Quanti anni hai?- Anche la donna era molto simpatica e poi era anche bella.
-Ventitre signora.-
-Anche il nostro figlio maggiore è sulla ventina.- Quell'uomo lo stava dicendo come se fosse una vittoria. 
-Ventuno, noi abbiamo quattro figli.-
-Noi solo due, la nostra Maddy e un altro figlio Riccardo, ma è sposato e ha la sua vita in Italia.-
Mio padre sembrava essere in sintonia con quei due.
-Vi abbiamo portato una torta di mele, per darvi il benvenuto nel quartiere, qui non sono molto aperti, così quando abbiamo saputo che una nuova famiglia si trasferiva qui pensavamo di poter diventare amici.- Disse la signora Holland. 
-Oh che pensiero gentile, grazie. Ora casa è tutta sottosopra ma non appena finiamo di sistemare tutto siete invitati a cena con i vostri figli.- Mia madre amava avere gente a casa.
-Oh grazie. Almeno conoscerete i nostri figli e Maddy avrà qualcuno con cui passare il tempo. Ora purtroppo Tom è in America per lavoro ma tornerà tra qualche settimana.-
-Fantastico!-
Sentimmo un rumore dal piano di sopra e mio padre si congedó per andare a vedere cosa avessero combinato quelli della ditta di trasloco.
-Andiamo anche Noi, dobbiamo andare a prendere i piccoli a scuola.-
- si certo! Grazie ancora per tutto.-
Inutile dire che prima di sistemare le mie cose, mi avventati sulla torta di mele, era davvero ottima.
Quella sera mangiamo fuori causa spesa , dato che mia madre non era riuscita ad andare al minimarket .
La sera neanche a dirlo non chiusi occhio così mi misi a sistemare per bene la mia camera , così arrivarono alle 6 del mattino e sentii o meglio vidi il signor Holland uscire di casa con una ventiquattrore. Come famiglia era simpatica , chissà il loro figlio com'era? 
Da quel giorno prosegui tutto nella norma, per circa due settimane non successe  nulla ad eccezione delle pareti della mia stanza e del salone , le mie erano di un lilla talmente chiaro e delicato, mentre quelle del salone erano di un giallo chiaro e solare, la cucina era di un verde acqua davvero grazioso e man mano stavo sentendo più mia quella casa.
Di lavoro neanche a parlarne , nessuno cercava una ragazza giovane con poca esperienza.
Poi una sera quando tornai a casa vidi mia madre trafficare in cucina con un tacchino , una lasagna all'italiana e dei contorni.
-Oh Maddy eccoti qui! Stasera vengono i signori Holland con i loro figli, perciò datti una ripulita e vieni a darmi una mano.- 
Sbuffando corsi al piano di sopra dove mi feci una doccia e mi misi un paio di jeans con una camicetta blu.
Apparecchiai, giusto in tempo dato che quando misi l'ultimo piatto suonó il campanello. 
-Vado Io!-Esclamó mio padre andando ad aprire la porta.
Si sentii un chiacchiericcio all'entrata e poi vennero in cucina, erano i signori Holland con i loro tre figli... un momento... tre? Non erano Quattro?
-Ma Tom dov'è?-Chiese la madre.
-Eccomi, scusate, mi si era incastrata la zip che giacchetto. -
Un ragazzo alto, alquanto gracile , dai capelli ricci e chiari , mi sembrava di averlo già visto, ma proprio non ricordavo dove.
-Lui è Tom, i gemelli sono Sam ed Harry e lui è Paddy il più piccolo.-
Erano praticamente tutti uguali, cambiava solo l'età. 
-Benvenuti , Io sono Amanda e lei è Maddy, mia figlia. -
-Ciao a tutti.-Dissi con un sorriso .
-Maddy, perché non fai vedere casa ai ragazzi ?- 
-Va bene. Seguitemi.-
Iniziai il tour della casa, direi che era alquanto imbarazzante, i più piccoli mi facevano mille domande alla quale risposi , erano su dove ero stata prima di venire qui, quanti anni avevo , che cosa mi piaceva e cosa no, cose del genere.
Finalmente ci chiamó mia madre per dirci che la cena era pronta e i piccoli si cambiarono giù, mentre io con tutta calma scendevo con Tom il più grande.
-Scusali, sono solo curiosi.- Aveva parlato! Finalmente mi aveva detto qualcosa.
-Oh, non importa. Però posso farti io una domanda?-
Ci fermammo sulla soglia delle scale a parlare.
-Chiedi pure...-
-Ecco non so come spiegarlo... ma è come se ti ho già visto . -
Non feci in tempo a finire la frase che lui fece una risatina.
-Ho detto qualcosa di stupido? Sai a volte me ne esco con cose senza senso quindi...-
-No no! È solo che mi stupisce che tu non mi riconosca, o meglio non rammenti dove mi hai già visto.-
-Scusa dovrei saperlo? -
Lui inizió a canticchiare una canzone, la canzone di Spiderman, solo allora rammenti, Capitan America civil war... Lui era Spiderman! Oh mio dio!
-Non posso crederci! -Trattenni una risata incredula.
-Eh già! Sono proprio io.-
-Ragazzi stiamo aspettando voi!-Disse mia madre.
-Arriviamo.-Dimmo insieme. 
A tavola mio padre chiese a Tom cosa facesse in America e io mi trattenni  dal dire "Spiderman! Lui fa Spiderman!" 
-Oh beh, recito per dei film Marvel...-
Disse mentre mangiava del tacchino.
Mio padre non sapeva neanche chi fosse Stan Lee figuriamoci la Marvel!
-Intendi, iron man, e Capitan America?-
Mio padre conosceva quei nomi? Come diavolo era possibile.
- Si, io sono Spiderman. -
-Ma è magnifico! Complimenti ragazzo.-
-Grazie signor Belardi.-
-Deve essere emozionante recitare in un film...ma così lontano da casa.-
-In effetti è abbastanza dura , ritrovarsi solo in una casa per mesi non è proprio bello. -
-Quando torna qui lava addirittura i piatti!-Scherza la madre.
-Beh vivere da soli aumenta la responsabilità di una persona.- Disse mio padre.
-E te Maddy, che cosa facevi prima di trasferiti?- Chiese il signor Holland. 
-Lavoravo in una cioccolateria a Roma. Ho fatto una scuola per diventare chef. -
-Che fico! Quindi fai tutti piatti raffinati? Come quelli che si vedono nei ristoranti?-Chiese Paddy il più piccolo.
-Beh diciamo che avrei bisogno di molta pratica per arrivare a quei livelli.- Risi.
In quella cena ci fu un momento dove mia madre inizió a parlare di vestiti e moda con la signora Holland mentre mio padre e il signor Holland erano andati in salone a vedere e bere la collezione di whisky di mio padre. Così io mi ritrovai in un angolo della cucina a sistemare per il dolce fatto da mia madre.
-Se mi dici dove sono i piatti ti do una mano.- Era Tom, e mi fece venire ansia alle mie spalle.
- Sono alla dispensa qui in alto, aspetta prendo lo sgabello.- Si ero bassa e non arrivavo all'altezza dei piatti se non sulle punte o sullo sgabello, mia madre poi metteva la roba essenziale in alto perciò...
-Ce la faccio!-Rise.
-Giusto sei molto più alto di me...- Cacciai le posate dal cassetto e la torta al cioccolato dal frigo.
- Dimmi... ti sei fatta già qualche amico qui?-
-Neanche l'ombra.  Alla fine forse perché non mi piace stare qui...- 
Iniziai a tagliare le fette mentre lui mi fissava.
-Perché non ti piace?- Sembrava un po' contrariato.
-Beh è sempre nuvoloso, io amo il sole...e poi li avevo un lavoro, i miei amici. È difficile.- Iniziavo a dividere le fette di torta.
- Lo capisco... domani mattina hai da fare?- 
-Perché?-
-Ti porto a far vedere un po' Londra... almeno ti ricredi.Tanto non ho niente di meglio da fare.-
-Sicuro di volerti portare dietro una come me?-
-Un modo per fare conoscenza. E poi qui ho pochi amico ormai.-
-Va bene... a che ora?- 
-Male 10 davanti casa tua.-
Servimmo la torta e poi Tom informó i miei genitori che il giorno dopo mi avrebbe portata tutto il giorno in giro per Londra, pranzo compreso. Inutile dire che i miei erano al settimo cielo, non so se per il fatto che uscivo con Tom attore famoso, o perché finalmente avevo trovato un amico che mi faceva uscire di casa... Ma credo più la prima.
La serata andò avanti fino alle 23 passate ormai crollavo dal sonno, e non ero l'unica così i signori Holland si congedarono insieme ai figli.
Io crollai nel letto senza neanche cambiarmi ero davvero distrutta, anche se 
 
  
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