Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: hogvwartss    13/07/2017    1 recensioni
Harry Potter, una mattina, riceve una strana lettera dall'Ospedale di San Mugo che gli chiede di recarcisi subito perchè qualcuno ha richiesto la sua presenza.
Chi mai potrebbe essere? Cosa lo aspetterà in quella camera d'ospedale?
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Minerva McGranitt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Harry si svegliò dalle urla dei ragazzi al piano di sotto. Ginny – ovviamente – era già sveglia e probabilmente era di sotto a preparare la colazione. Lui, allora, si stropicciò gli occhi, prese gli occhiali dal comodino e si diresse di sotto. James e Albus stavano litigando per qualcosa riguardante la scuola, Lily era tranquillamente seduta sul suo posto a tavola e Ginny stava preparando la colazione. Harry si sedette nel suo posto vicino a Lily e Albus e diede il buongiorno, che solo le donne della casa ricambiarono.

“E' arrivata una lettera per te, tesoro.” disse Ginny voltandosi. “E' lì sul tavolo.”

Solo in quel momento Harry notò una busta al centro della tavola. Era chiusa con la cera lacca e il simbolo del San Mungo. Non conosceva nessuno che fosse ospedalizzato e la cosa lo preoccupò terribilmente ma cercò di non darlo a vedere. Aprì piano la busta mentre Lily lo osservava curiosa. Dentro c'era un foglio bianco di pergamena ripiegato in quattro con poche parole ma significative:

 

Caro signor Harry Potter,

le scrive la direzione del San Mungo per avvisarla che è stato richiesta la sua presenza per un nostro paziente. Le chiediamo cortesemente di venire il prima possibile.

 

Mathilda Gunnshut

 

Harry si alzò dalla sedia e si diresse verso la moglie, mostrandole velocemente la lettera. Chi poteva essere? Aveva parlato con Ron e Hermione proprio ieri ed entrambi sembravano stare bene, così come anche i loro figli. Chi lo stava aspettando – forse morente – al San Mungo? Non poteva aspettare, doveva andare subito.

“Se c'è bisogno anche di noi..” disse Ginny pensierosa mentre Harry prendeva il cappotto. “mandami un gufo e arriveremo subito.”

Harry annuì e diede un veloce bacio alla figlia, salutò i due ragazzi che ormai si erano calmati ed erano seduti a tavola, cercando di capire cosa si erano persi mentre stavano litigando. Harry fece un bel respiro e si smaterializzò davanti all'ospedale. C'era già stato una volta e molto non era cambiato. Rimase qualche minuto fuori dall'entrata, in preda al panico. Non riusciva a pensare chi potesse esserci dentro quell'ospedale. Se fosse stato qualcuno dei suoi amici, l'ospedale non gli avrebbe mandato una lettera così anonima, senza dire niente.
Quando finalmente si decise ad entrare, si diresse verso il banco informazioni dove c'era una ragazza con la pelle scura ma vivaci occhi azzurri che gli sorrise. “Cosa posso fare per lei?” chiese la donna che sul cartellino c'era scritto chiamarsi Jane Ashford.

“Salve Jane, il mio nome è Harry Potter e stamattina mi è arrivata questa lettera. C'è scritto di venire il prima possibile, perciò eccomi qui.”

“Oh, sì.” disse lei uscendo dal banco e chiedendo a Harry di seguirla. Percorsero un lungo corridoio bianco per poi svoltare a destra lungo un altro corridoio bianco finchè Jane si fermò nella porta numero 359. “Signor Potter, lei ha chiesto esplicitamente di vederla. Non le resta molto e.. continuava a chiedere di lei perciò abbiamo pensato di scriverle quella lettera.”

“Lei chi?” chiese Harry con la paura che continuava a salire sempre più velocemente.

Jane non rispose ma aprì la porta della stanza. C'era un solo letto e la finestre illuminava tutto. Nel letto c'era una donna, anziana, che leggeva la Gazzetta del Profeta. I suoi capelli erano totalmente grigi ma gli occhi erano ancora verdi come la prima volta che Harry gli aveva visti. Il suo cuore ebbe un balzo quando realizzò chi c'era su quel letto e che stava per morire. E che aveva chiesto di lui.

“Tutto okay stamattina, Minerva?” chiese Jane avvicinandosi a lei e controllando il battito cardiaco. Dopo di che, guardò Harry, che era ancora alla porta, e gli fece segno di avvicinarsi. Gli diede una pacca sulla spalla e se ne uscì dalla stanza.

Minerva McGonagall era sul quel letto d'ospedale. Sul suo viso, le rughe si erano fatte più presenti e si poteva percepire che fosse diventata molto più debole rispetto a quando Harry l'aveva conosciuta. Gli stava sorridendo, però. Harry cercò di sorridere di rimando ma era difficile. Non si sarebbe mai aspettato lei su quel letto. Quella donna per lui era stata terribilmente importante nei suoi anni scolastici. Per quanto potesse essere vista come ligia alle regole, lo aveva sempre e comunque aiutato e supportato.

“E' bello vederti, Potter.” disse lei dopo un silenzio di qualche minuto. “Ti puoi avvicinare, non mordo mica.”

Harry cercò la forza di avvicinarsi e si sedette in una sedia vicino al letto. Osservò la donna. Avrebbe voluto dirle tantissime cose che non era mai riuscito a far uscire. Anche adesso quelle parole sembravano troncate nella sua gola.

“Avevo bisogno di vederti, Harry.” era forse la prima volta che lo chiamava per nome. “So di star morendo anche se quelli lì credono che io non lo sappia. Sarò anche vecchia ma non sono stupida.” Lei si fermò e prese la mano di Harry tra le sue. “Quando ti abbiamo portato a casa dei tuoi zii, io sapevo che non era una buona idea. Avevo anche proposto che tu fossi affidato a me, ma con tutto il tempo che passavo a scuola non era sembrato ragionevole. Ma dal primo momento che ti ho visto, ho provato qualcosa per te, Harry. Ti ho visto crescere e più crescevi per diventare l'uomo che sei ora, più ero convinta che tu fossi il figlio che non ho mai avuto.”

Dagli occhi di entrambi cadevano delle leggere lacrime. La professoressa se le asciugò con il dorso di una mano, mentre Harry le lasciò cadere senza muoversi. Quelle parole stavano toccando delle corde che nemmeno credeva di avere. Lui l'aveva sempre vista come la sua professoressa, ma ripensandoci, aveva avuto un ruolo materno nella sua vita. Lo aveva sempre educato al meglio, lo aveva protetto quando ne aveva bisogno e gli aveva insegnato a vivere in modo giusto.

“Harry..” continuò lei. “Sono così fiera di ciò che sei diventato. Sono fiera di tutto ciò che hai fatto. Sono fiera di poter essere stata – anche in minima parte – una persona della tua vita. Anche lui era fiero di te. Tutti eravamo e siamo fieri di te.”

“Anche io sono felice che lei abbia fatto parte della mia vita, professoressa.” disse Harry quando finalmente le parole trovarono la loro strada.

“Penso che ora potresti anche iniziare a chiamarmi Minerva, non credi?” ribattè lei sorridendogli dolcemente. Harry annuì ma non ebbe il tempo di dire altro. Lei chiuse gli occhi e Harry sentì le mani di lei lasciare la stretta nelle sue. Sapeva cosa significativa, ma non poteva accettarlo. Un'altra persona importante della sua vita l'aveva lasciato. Questa volta, però, Harry era riuscito a dire addio.

Le diede un bacio in fronte e poi scoppiò a piangere.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: hogvwartss