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Autore: perseus_jackson_x    13/07/2017    2 recensioni
Will Solace decide di voler chiedere la mano di Nico... a suo padre.
Chissà come andrà a finire.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico/Will
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Will faceva girare e rigirare il piccolo anello d’oro bianco tra le mani, sospirando al pensiero. Finalmente, dopo quasi dieci anni che stavano insieme, Will avrebbe chiesto a Nico di sposarlo. 
Will si era innamorato di lui sin dalla prima volta che lo aveva visto. Avevano combattuto contro Crono, il suo Nico era stato così coraggioso! Poi il tempo era passato, lui non aveva rivolto una singola parola al suo bel tenebroso, fino alla guerra contro Gea. Dopo ciò erano diventati una coppia ufficiale, tutti furono felici per loro, anche se tuttora Will sospetta che Percy inizialmente non fosse stato così felice. 
Tutto era stato preparato, l’anello comprato (ci aveva messo secoli per decidere quale fosse adatto per il proprio amore), suo padre Apollo e sua madre avvisati. Mancava solo un piccolo, insignificante dettaglio: avrebbe chiesto il consenso ad Ade.
Sapeva che Nico fosse un tipo all’antica, letteralmente, così avrebbe chiesto la mano a suo padre, che era il signore dei morti, e viveva negli Inferi. Impresa facile, no?
Era stato negli Inferi un paio di volte, assieme al fidanzato. Una volta per presentarlo ai suoi genitori, una seconda volta per il compleanno di Nico. La prima volta aveva quasi commesso lo stesso errore di Persefone, fortunatamente Nico gli aveva fatto sputare ogni singolo pezzettino di cibo che avesse ingurgitato.
Aveva chiesto il tragitto più sicuro a Percy Jackson, anche lui era andato lì giù un paio di volte. Di certo non avrebbe potuto chiedere a Nico di accompagnarlo, quindi si era dovuto arrangiare.
I R.I.P, si ripeteva in mente, devo trovare i R.I.P.
Ora, trovarli era stato facile, raggiungerli non così tanto. Prima di tutto aveva dovuto prendere tre, dico ben tre, bus - voi non sapete quanto puzzino quei cosi -  e un bambino, nell’ultimo bus, aveva preso di mira proprio il bel Solace, povero ragazzo. Stupido bambino mangia caccole, vedremo come ti piacerà cantare in rima per le prossime ore.
Entrato negli studi di registrazione, Will cercò un modo di arrivare là giù.  Le persone sembravano strane. Un attimo prima, se non le fissavi, sembravano reali, quello successivo, se le guardavi, erano trasparenti. Pazzeschi questi Inferi!
«Ehi, tu!» una voce lo portò alla realtà «tu non sei per niente morto. Quanto odio voi semidei curiosi, tornatene indietro prima che ti uccida con le mie stesse mani» l’uomo che parlava era vestito con un completo verde catrame, una camicia viola e degli occhiali gialli.
«Caronte?» lesse il cartellino, il citato sorrise malevolo.
«Conto fino a tre» iniziò il traghettatore infernale, mentre faceva passare i morti, appropriandosi dei loro soldi per accedere all’imbarcazione.
«Sono il fidanzato del figlio del tuo capo» l’uomo appariscente fermò la conta, storcendo il naso.
«Non posso comunque scortarti negli Inferi» Caronte sembrò calmarsi, mentre si osservava le cuticole della mano destra, aveva anche una chewing-gum in bocca… era blu?
Fortunatamente Percy lo aveva avvisato dell’antipatia di tale persona, se si può definire in questo modo, e aveva provveduto a portare con sé parecchie dracme d’oro.
«Andata e ritorno» il figlio di Apollo sorrise trionfante, mentre Caronte gli faceva strada borbottando qualcosa in greco antico.
Se il viaggio precedente era stato spiacevole, questo era stato anche peggio. Mai possibile che i morti dovessero essere così invadenti? Insomma, un po’ di contegno suvvia! Una vecchietta non aveva fatto che mostrargli foto della nipote, cercando di far piacere la ragazza al povero Solace. Purtroppo non aveva potuto tatuarsi ‘Proprietà di Nico Di Angelo’ in fronte, come aveva proposto quest’ultimo.
Prima di recarsi da suo suocero, decise di fare una sosta da Cerbero. Nonostante fosse un cane infernale a tre teste, pesante quanto due camion carichi, feroce quanto una tigre e odorasse di morte, Will adorava quel cagnone e la cosa era assolutissimamente reciproca.

«Ehi, bello mio» Cerbero abbaiò e lasciò cadere un cadavere masticato dalla bocca, questo senza dire nulla si alzò e tornò al proprio posto in fila. Will si avvicinò e gli accarezzò una testa, poi si allontanò un pochino: «A chi va di giocare? A Cerbero! A Cerbero!»
Passò dieci minuti a giocare con il cane infernale, fino a quando notò che stavano bloccando le file dei morti.
«Ci vediamo al mio matrimonio, va bene?» un’ultima carezza e scappò al palazzo.
Mio signore Ade, ripeté nella propria coscienza facendo avanti dietro davanti alle porte del palazzo,  io sono completamente, totalmente e follemente innamorato di Nico. Sono qui, oggi, al suo cospetto, per chiederle la mano di suo figlio. L’ho amato dal principio, ho intenzione di amarlo fino alla fine; proteggerlo, anche se non ha per nulla bisogno di protezione; restare al suo fianco. Ho intenzione di renderlo felice, non mi fermerò mai. Sono sicuro che, sulla Terra, la mia missione sia quella di rendere Nico felice. Il discorso aveva senso nella propria mente, sperava lo avesse anche per Ade. Le porte si aprirono, ne uscì una figura molto nota: il suo fidanzato.
«Nico? Cosa ci fai qui?» Nico lo fissava stupito, portandosi le mani dietro la schiena. Nascondeva qualcosa.
«Will! Cosa ci fai tu qui?! Ci troviamo nell’Erebo, regno di mio padre» Will lo guardava spaventato, se gli avesse rovinato il piano lo avrebbe ammazzato. Poi probabilmente avrebbe ucciso anche se stesso, così da poterlo vedere anche lì.
«Ho una missione da portare a termine» rispose sbrigativo, entrando nel palazzo; le mani nelle tasche della felpa gialla, a controllare che l’anello fosse ancora lì. Fortunatamente si era ricordato di prenderlo!
«Devo andare, a dopo» Will gli lasciò un bacio su una guancia, poi scappò nella sala del trono.
Ade era lì, era febbraio, quindi la sua regine gli sedeva accanto.
«William Solace, a cosa devo questa sorpresa?» il signore degli Inferi sembrava essere divertito, quasi compiaciuto.
«Uhm, io… ecco. Voglio sposarlo» Ade lo guardava confuso «cioè… non lei, mio signore. Voglio sposare Nico, ecco» il dio rise, accompagnato da Persefone. Che avesse detto qualcosa di assurdo?
«Io amo Nico più della mia stessa vita, farei qualsiasi cosa per lui. E’ la luce dei miei occhi, cosa alquanto ironica se si pensa a come si veste, ma è così. Io voglio renderlo felice, per sempre. Vorrei chiederle il permesso, insomma. Ma voglia perdonarmi, lo sposerò anche se riceverò un no come risposta» il figlio di Apollo, affetto da una momentanea incontinenza verbale, non si accorse dell’arrivare di una quarta persona.
«Che cosa buffa» disse questi, portando un mano verso quella di Will, lasciando qualcosa nel suo palmo; il biondo sussultò «oggi ero venuto qui per mostrare l’anello che ho scelto a papà. L’ha adorato, a te piace?» Will abbassò il capo, osservando quel cerchietto d’oro. Nico gli stava accarezzando una guancia, poi l’aiutò a indossarlo.
«Vuoi sposarmi?» chiese il figlio di Ade, in cambio ricevette un bacio come risposta.
«Ora è il mio turno» Will prese la scatolina tra le mani. Era completamente nera, il tessuto di pelle; la cosa che contava, però, era l’anello. Le mani gli tremavano e, quando lo prese per porgerlo a Nico, quasi gli cadde di mano.
«Ti amo, guastafeste di un Di Angelo» il citato sorrise, poi lo baciò.

Il matrimonio sarebbe stato stupendo.

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DI QUELLA CHE PARLA TROPPO

ho questa os pronta da secoli e non ho avuto il tempo di revisionarla per bene. Mi è uscita di getto, ed è fin troppo romantica per i miei gusti.

Be’, spero vi piaccia.

Alla prossima,

Alessia.

   
 
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