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Autore: Alexia Kudo_Hattori    14/07/2017    1 recensioni
Pare sia solo questione di tempo prima che la Società venga completamente sgominata, ridotta sul lastrico da quegli avvoltoi ignoranti che stanno cercando di privarla delle sue risorse monetarie per poter finalmente mettere le mani sul suo operato scientifico.
Il Sovraintendente Leamj non ha intenzione di permettere che i suoi duecento anni di servizio fedele presso la Società vengano resi vani da politici corrotti al punto da aver dimenticato il debito di riconoscenza che dovrebbero avere nei suoi confronti: d'altronde lui è Faretth Leamj, il prodigioso scienziato che ha sconfitto la morte, creando il Siero di Lunga Vita di cui anche la Classe Suprema ha fatto uso senza alcun tipo di rimorso.
Ma così come ha dato la vita eterna al miglior acquirente può anche toglierla e questo gli uomini, nella loro stolta ingordigia, sembrano averlo dimenticato.
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il momento della resa dei conti era vicino, pensò il Sovraintendente, mentre percorreva a passi misurati e nervosi l'immenso corridoio della Struttura Governativa Secondaria.
Era solo questione di tempo ormai prima che la Società venisse completamente sgominata, ridotta sul lastrico da quegli avvoltoi che non desideravano altro che appropriarsi del suo operato sul piano scientifico.
Era umiliante vedere come bastasse una coalizione di ignoranti per piegare definitivamente l'emblema assoluto del progresso, l'organizzazione che soltanto un paio di secoli prima era stata osannata a salvatrice dell'umanità. Stolti, benedetti soltanto dal possesso del denaro, spadroneggiavano sopra le speranze che aveva riposto nella sua scienza e si facevano beffe dei suoi sacrifici.
Il Sovraintendente lo riteneva imperdonabile: era stato proprio lui, d'altronde a salvare il mondo dal declino neppure duecento anni prima eppure tutti sembravano essersene già dimenticati, spinti da quella loro smodata smania di potere che ormai non riusciva a vedere nella scienza null'altro che una minaccia per la solidità della loro posizione.

Il Sovraintendente sospirò, fermo davanti alla porta della Sala Congressi. Ciò che sarebbe stato deciso in quella sede, in quella mattina afosa del 7° Gercolas 4xx19, avrebbe cambiato le sorti del mondo. Di nuovo.

Entrò con decisione e si sedette alla postazione prestabilita, senza proferire una sola parola di saluto nei confronti dei Sette Riuniti e dei tre Governatori, che al suo arrivo si erano zittiti dimostrando di aver ingannato il tempo dell'attesa soltanto spettegolando su di lui.
Ai loro occhi poter assistere dal vivo alla caduta di un eroe doveva essere una prospettiva davvero interessante.

La voce baritona e frettolosa del Governatore Gercolas risuonò nella Sala. "Sovraintendente Teratth Leamj, come ben sapete siamo qui per discutere la chiusura definitiva della Vostra Società, in accordo alle leggi vigenti sul Fondo Necessario della Costituzione del 4xy30, le quali vietano ad una qualsiasi cooperativa con un numero di soci tanto ampio di operare se non supportati da un altrettanto vasto patrimonio monetario."
Il Sovraintendente annuì, sapeva perfettamente che un simile provvedimento era stato legiferato dopo la Grande Irruzione, quella rivolta che duecentotrentasei anni prima era quasi riuscita a sovvertire il mondo intero, nonostante fosse stata capitanata e supportata soltanto dal ceto più basso della popolazione.
Visto che tutta la ricchezza mondiale era gestita dalla Classe Suprema con le Leggi sul Fondo Necessario si poteva permettere che non sussistessero organizzazioni, movimenti o cooperative non supportate dal governo.
Era uno stratagemma decisamente astuto e sicuramente non era stato elaborato da quei tre individui stupidi e insulsi che si erano ritrovati a ricoprire le posizioni di Governatori per puro caso, riuscendo alla perfezione nell'intento di farsi manipolare da dietro le quinte da chiunque sapesse operare anche un minimo di abilità persuasiva; e non c'era da preoccuparsi: su questo fronte Leamj era decisamente sicuro delle proprie capacità.

Il Governatore continuò "Avevate chiesto e ottenuto un rinvio di tre riunioni, siete dunque riuscito a raccogliere i fondi necessari ad evitare la bancarotta?
Il Sovraintendente strinse le labbra, cercando di nascondere la furia che gli stava montando dentro. Ovviamente non ci era riuscito, come avrebbe potuto visto che i Governatori stessi avevano messo al bando le ultime teorie scientifiche della Società? Trovare acquirenti era diventato impossibile:  nessuno avrebbe rischiato di inimicarsi la Classe Suprema. I brevetti erano rimasti a marcire, gli scienziati si erano disperati al pensiero di veder sprecato il lavoro di tutta la vita e lui... si aspettavano davvero che avrebbe assistito al tramonto del suo grande sogno in un modo tanto ridicolo? Ovviamente no.
Si schiarì la voce e prese parola "No, non è stato possibile radunare i fondi necessari."
Il Governatore stava già sorridendo, ma Leamj continuò prima che lui potesse intervenire. "Però la Società e tutti i suoi membri all'unanimità rifiutano di piegarsi alle leggi e si mostrano disposti a lottare fino allo stremo per la difesa dei propri diritti."

Gercolas inarcò un sopracciglio e dalla tribuna dei Sette provenne un tossicchiare convulso. "Spero che vi rendiate conto di ciò che state dicendo."
"Nulla di cui possa pentirmi, in qualità di Sovraintendente sto semplicemente riferendo la volontà della mia Società, ciò che ho letto negli occhi dei miei scienziati e ciò che ho deciso nel mio intimo."
I Sette Riuniti risero, dimostrando di trovare estremamente divertente la sua affermazione, ma Leamj non si lasciò turbare. "Signori, potete dire ciò che più vi aggrada al riguardo ma se voi oggi siete ancora vivi, è merito della Società. Se duecento anni fa l'umanità non si è estinta, è merito della società. Se ora voi vi vantate dei vostri ruoli, sappiate che è soltanto grazie alla Società se li avete ottenuti."

Il Sovraintendente si stupì della facilità con cui stava peronando la sua causa, ma d'altronde i suoi duecentoquaranta anni di esperienza non erano qualcosa di facilmente trascurabile. Un tempo aveva intrapreso la professione scientifica per timdezza, incapace com'era di gettarsi in un mestiere in cui fosse necessario rapportarsi con gli altri; ma gli anni e le passioni lo avevano cambiato, dandogli ora la forza di difendere ciò che aveva costruito con tanta fatica.
"Avete preso i valori in cui credevamo e li avete rovesciati, vi abbiamo concesso assistenza e voi avete avuto la presunzione di credere che sareste stati in grado di sfruttarci e di sostituirvi a noi. Deve essere il Governo a piegarsi alla scienza, non viceversa!"

Il Governatore Gercolas replicò, stizzito dalle sue elucubrazioni. "Smettetela di dire follie! Non avete il diritto di opporvi ad un provvedimento legale consolidato da pià di due secoli."
Leamj sorrise, evitando di far notare cha a conti fatti la Legge sul Fondo Necessario poteva essere definita persino più giovane di lui. "Da questo momento in poi la Società rifiuta di seguire la legge e si proclama antigovernativa, ogni attacco ad un Socio verrà punito in modo degno."
"Ovvero?" intervenne il Governatore Delors, con il solito tono pregno di sarcasmo e presa in giro che lo caratterizzava.

Leamj era perfettamente preparato ad una domanda del genere: con naturalezza si cacciò una mano nel taschino interno del camice grigio e ne tirò fuori una piccola fiala sigillata, apparentemente vuota. "Questa, eccellentissimi signori, è l'AntiA-xyA: un farmaco in miscela gassosa di cui io soltanto conosco il procedimento di preparazione. Duecento anni fa fui io stesso, vostre signorie, ad offrirvi il privilegio di questa vita estremamente lunga in cui pare vi siate crogiolati fin troppo" asserì, rimirando la fiala controluce. "Una mossa falsa e mi riprenderò ciò che vi ho dato."

Tutti i presenti inorridirono. "Scherzate?" biascicò Delors, e Leamj poté aggiungere alla lista dei suoi successi quello di essere riuscito a terrorizzare quell'omaccione strafottente.
"Perché dovrei? Se vorrete davvero insistermi nel togliermi la Società, mia ragione di vita, non mi resterà che togliere a voi la vita. Chi attacca per primo vince, signori" rispose, imperturbabile.

"Se fosse vero m-morireste anche voi svitando quella boccetta!" ribatté il Governatore Leblae, con la sua solita voce stridula. Leamj fu quasi sul punto di rinfacciargli la differenza tra boccette e fiale, ma sarebbe significato andare fuori tema più di quanto potesse concedersi.
"Pensate davvero che non mi sia somministrato un antidoto prima di venire qui? Tra i presenti, signori, il genio sono io e voi state decisamente cercando di spingere in un angolo la persona sbagliata. Ho in pugno le vostre vite dal giorno in cui vi siete affidati a me per sconfiggere la morte."

Nessuno osava fiatare: ai Sette Riuniti era vietato intervenire finché non fossero stati autorizzati a parlare da uno dei tre Governatori, ma le occhiate cariche di panico che si rivolgevano tra loro mostravano chiaramente quale dovesse essere il loro punto di vista su quella situazione. Sapevano che Teratth Leamj era un uomo pericoloso, lo avevano sempre saputo: per questo i  Governatori avevano deciso di provare a sbarazzarsi di lui e delle sue pericolose ricerche dopo avergli spillato tutto ciò che poteva essere loro utile in qualche modo.

Lo avevano sottovalutato.

Teratth Leamj era l'uomo che aveva sconfitto la morte creando il siero della Lunga Vita, colui che aveva chiarito l'origine dell'inspiegabile Caduta del Cielo senza affidarsi alle castronerie della fede e riuscendo con la sua impareggiabile tenacia a razionalizzare anche l'impensabile in termini di formule matematiche e algoritmi.
Pensare che un individuo del genere si sarebbe semplicemente arreso all'evidenza della legge era stato un chiaro errore.

Gercolas si torturava le mani freneticamente mentre cercava le parole giuste per ammettere la sconfitta, spinto dalla codarda paura della morte che neppure dopo duecento anni di vita si era acquietata. "E sia: la Società verrà adeguatamente finanziata dal Governo."

"Sono felice di sapere che il nostro mondo è ancora governato da persone aperte ad un pacifico dialogo, Vostra signoria" rispose Leamj, accennando un inchino squallido e senza neppure provare a nascondere il sorriso vergognosamente saccente che gli si era dipinto sulle labbra. "Ma in futuro la vostra compassione potrebbe uno svantaggioso precendente per molte cooperative, Cosa ne dite di chiudere questa questione con un'equa compravendita che mi permetta di rinfoltire i bilanci della Società?"
"Una compravendita?"
"Sì, vostra signoria." Il Sovraintendente agitò la fiala in aria sorridendo "Vi venderò questa in cambio di diciassette miliardi di Leblae!"
I presenti rimasero allibiti. "Perché dovreste vendercela? In che modo andrebbe a vostro vantaggio?" balbettò il Governatore Leblae, stupefatto.
"Beh, per me non ci sarebbe alcuna perdita: conosco a memoria la formula per produrne altre fiale e ho la certezza che non potrete usarla contro me e i Soci poiché mi sono già prodigato nel somministrare loro adeguatamente l'antidoto preventivo."
Delors e Leblae si accostarono all'orecchio di Gercolas e si bisgigliarono qualcosa, vagliando quell'opportunità fin troppo conveniente e quella motivazione che non faceva una piega.
"Accettiamo" esordì alla fine il Governatore Gercolas, in vece di tutti.

"Ottimo, apprezzo le persone ragionevoli. Gradirei un documento firmato da voi, in duplice copia che attesti che alla Società è stato fatto inderogabilmente dono di diciassette miliardi. Sta voi se volete menzionare o meno il Siero come merce di scambio."
I Governatori dopo una nuova consultazione decisero che meno persone fossero venute a conoscenza dell'esistenza del Siero e meglio sarebbe stato per tutti, quindi evitare di citarlo in un documento ufficiale sarebbe stata la scelta migliore sotto ogni punto di vista.
Il Sovraintendente accennò un sorriso e finse di assecondare la loro decisione finché non ebbe tra le mani la cessione redatta e firmata secondo le sue indicazioni.


La riunione fu sciolta e Gercolas scacciò Leamj in malo modo, sperando di non ritrovarselo mai più tra i piedi. Non poteva sapere che la fiala che il Sovraintendente aveva loro rifilato non conteneva null'altro che elio ma la circostanza in cui lo avrebbe scoperto non sarebbe stata delle più felici e sarebbe stata a tutti gli effetti la causa della sua decapitazione.

Teratth Leamj conosceva modi molto più subdoli di un semplice siero per portare alla morte.
 

  
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