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Autore: cin75    14/07/2017    4 recensioni
I J2. Quelli veri ( almeno nel mio AU), quelli attori di Supernatural.
Questa storia si collega direttamente alla storia "Ormai è tutto finito". Dove finisce quella storia , inizia questa.
Tutto va a ricollegarsi alla serie "Preghiere". Per chi ha letto la prima di questa serie e ne ha apprezzato anche i seguiti, spero di fare piacere con questa anticipando che alla fine del racconto ci sarà anche un prequel conclusivo. Per tutti gli altri, spero che vi piaccia lo stesso.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Preghiere'
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Ancora abbandonato tra le braccia del maggiore, Jared tracciava piccoli segni sul torace dell’altro.

“Che c’è?!” fece Jensen.

“Niente!”

“Ti conosco. Che c’è?!” insistette dolcemente.

“E’ che pensavo che Jay tra qualche anno andrà al College e noi avremo molto tempo libero e…”

“Non ti sei mai lamentato del tempo libero da passare con me!” lo provocò Jensen.

“Scemo. Sai a che cosa mi riferisco.” replicò, sistemandosi meglio accanto a Jensen.

“Ti prego, dimmi che non vuoi un altro cane?!” si esasperò Jensen, temendo che quella fosse la prossima richiesta del suo amore.

“No!”

“E allora?!” fece curioso.


“Voglio un altro figlio!” rispose senza mezze parole.


Jensen strabuzzò gli occhi a quella richiesta. Si issò appena sul corpo del compagno che lo guardava con l’aria di chi aveva semplicemente chiesto l’ora e quindi si mise seduto.

“Cosa?!”

“Un altro figlio.” ripetè innocente. “Non ti piacerebbe un altro erede che possa raccontare la nostra più che avventurosa e romantica storia d’amore?!”

“Non scherzare, Jared. Stai dicendo sul serio?!” domandò perplesso il maggiore , tenendo gli occhi fissi sul compagno che piano si era messo seduto di fronte a lui.

Jared si sistemò al centro del letto, coprendosi alla meglio con il lenzuolo che copriva anche Jensen. “Sì, Jens. Sono serio. Molto serio!”

E a quella serietà Jensen si trovò del tutto spaesato e impreparato.

Avevano avuto la fortuna di poter adottare Jay dopo aver vissuto il periodo più brutto della loro vita. Il suo rapimento, lo stupro di Jared.

E ora che tutto davvero sembrava essere finito dato che McCoy era morto, Jared sembrava voler vivere un dejavu.

Crisi finita. Figlio nuovo.

“Jared , ascolta. Abbiamo avuto una vita bellissima, piena di splendide persone che ci sono ancora accanto e di questo non smetterò mai di ringraziare Dio. Dopo aver visto l’Inferno per colpa di McCoy, abbiamo avuto l’immensa fortuna di conoscere anche il Paradiso grazie all’adozione di Jay.”

“Cosa vuoi dire con...”

“Abbiamo adottato Jay dopo che McCoy era dietro le sbarre e ci avevano detto che l’incubo era finito. Ci siamo buttati quell’orrore alle spalle e da quel buio è arrivata la luce di Jay. Forse ...forse tu , ora….”

“Stai dicendo che voglio un altro figlio perché siamo appena usciti dall’ennesimo incubo?!” e in questa sua domanda c’era una sorta di delusione.

“Io non sto dicendo che...”

“Credi che adottare un figlio per me sia come comprare una spugna che mi serva a cancellare le cose brutte della vita!?” e questa volta Jared sembrava davvero offeso e contrariato.

Jensen capì di aver usato le parole sbagliate o di essersi spiegato male e quando vide Jared uscire velocemente e con gesti decisamente seccati dal loro letto, ne ebbe la conferma.

Il giovane si rivestì velocemente, ignorando il richiamo calmo di Jensen che lo seguiva fuori dal letto.

“Lasciamo stare. Fa’ finta che io non ti abbia detto niente!” gli disse senza guardarlo nemmeno in faccia e mentre si apprestava a lasciare la loro camera.

“Jared...Jared, no!” lo fermò con decisione Jensen, appena dietro di lui, che con una mano teneva il polso del marito e l’altra , difficoltosamente, si sistemava anche lui i pantaloni della tuta. “Non andare via! Parliamo. Ne abbiamo passate troppe per non riuscire ad affrontare questo argomento come merita di essere affrontato.”

“Tu hai detto che ….”

“Ho detto una stronzata , ok!?” lo fermò Jensen. “Ma lo sai che in alcune occasioni le parole che mi vengono fuori sono decisamente delle stronzate.”

“Mmh!” sembrò acconsentire il più giovane.

“Ti amo.” disse poi Jensen stringendo tra le sue, entrambe le mani di Jared, che non si ritraeva più dal tocco del marito. “Lo sai questo? Io ti amo e non c’è niente e nessuno al mondo che io ami quanto amo te.”

“ A parte Jay!” replicò dolcemente Jared.

“A parte Jay!” convenne sorridendo Jensen. “E per te è lo stesso. E io questo lo so.”

“E’ vero!” affermò con altrettanta dolcezza Jared. “Allora perché hai detto che….”

“Ascolta! Io non ho detto che non voglio un altro figlio. Sarei pazzo a non volere un altro figlio con te, piccolo!”

“Ma allora..”

“Il fatto è che siamo appena venuti fuori dall’ennesimo casino marchiato McCoy e tu, e non negarlo, sei ancora sottosopra per il mio ferimento!”

“Io non sono...”

“Non negarlo!” insistette Jensen, accarezzandogli il viso sempre meno teso.

“Credo di essere morto quando ti ho visto a terra!” ammise e sul suo volto, in un istante ricomparve tutto il terrore di quella sera assurda, ma l’ennesima carezza di Jensen, lo riportò ad una realtà del tutto diversa. Quella realtà fatta solo di loro due.

“Se deve essere, se deve accadere di nuovo, se un'altra bellissima vita deve entrare a far parte delle nostre vite, voglio che sia perché deve essere così e non solo perché vogliamo voltare pagina da qualcosa che vogliamo dimenticare. Quello che ti chiedo, Jared, è di darti del tempo per mettere in un cassetto quello che è successo qualche settimana fa. Io ho promesso , lo sai, a Rob che avrei fatto qualche tappa con i suoi Loudan Swain, starò via per qualche settimana e chissà , magari, questo tempo servirà ad entrambi per mettere le idee a posto e capire bene quello che dobbiamo fare. Che ne dici?!” provò a mediare senza cercare di essere autoritario o oppressivo in alcuna maniera. Non era così che loro risolvevano le loro cose.

“La settimana è diventata “due settimane”?!” si ritrovò a chiedere con un leggero broncio Jared.

“Sì, lo so. Ma quando Rob mi ha detto che sarebbero passati per Dallas non ho saputo resistere. Anzi, sai una cosa?!” fece improvvisamente elettrizzato.

“Cosa?!”

“Vieni con me. Parti con me. Ci penseremo insieme a se aumentare o meno la famiglia!”

Jared gli sorrise e in quell'invito improvviso, comprese, che il compagno non aveva messo uno stop al suo desiderio, ma gli aveva semplicemente chiesto di fare le cose per bene e di valutarle con lucidità.

“Hai ragione. Ci serve tempo e dobbiamo rimettere le nostre vite davvero nella loro carreggiata. Infondo dopo McCoy, ci sono stati tutti gli impicci delle indagini e i rapporti, e le dichiarazioni giurate e tutto quel casino giudiziario. E poi gli ultimi preparativi della festa e non è che abbiamo davvero avuto modo di resettare tutto e rimetterci in sesto.”

“E di questo che sto parlando, piccolo. Proprio di questo!” convenne Jensen, felice che Jared avesse compreso la sua titubanza. “ E poi...”

“E poi?” chiese curioso, Jared, mentre piano, con movenze lente ma decisamente chiare, riportava Jensen verso il loro letto.

“E poi dobbiamo parlarne con Jay. Le abbiamo promesso di raccontarle tutto prima o poi e se ci decidessimo ad adottare un altro marmocchietto, voglio che lei sappia tutto e che ci dia una sua opinione!”

“Ti ho mai detto quanto ti amo quando sei così saggio?!”

“In realtà no, perché sei tu quello saggio tra i due. Io mi accontento dei miei sporadici momenti di lucidità!” ironizzò Jensen, mentre, intuendo le intenzioni del marito, si lasciò cadere sul materasso , tirandoselo addosso.

“Allora , ti ho mai detto di quanto io ami questi tuoi sporadici momenti di lucidità?!” si corresse , l’altro, mentre si sistemava sul corpo del compagno e iniziava ad infilargli lentamente le mani sotto la cinta della tuta.

“La risposta è sempre no, ma credo, anzi spero che tu, adesso, abbia voglia di mostrarmelo!” maliziò Jensen.

“Ne ho voglia. Ne ho molta voglia!” convenne con altrettanta malizia il marito più giovane, sfilandogli lentamente la tuta e l’intimo e non lasciando alcun dubbio a quali erano le sue appassionate intenzioni.

I movimenti dei loro corpi, tra i loro corpi, si fecero sensuali e ritmici, fin quando, ad un certo punto Jensen sembrò stranirsi, rimanendo comunque con lo sguardo fisso su colui che era e sempre sarebbe stato , l’amore della sua vita.

Jared si rese conto di quella sorta di assenza. Gli carezzò il viso come a riportarlo da lui. “Jensen...”

Il biondo lo guardò. “Ti amo come non ho mai amato in vita mia!” disse solo.

Jared, trasalì dall’emozione. La loro preghiera d’amore era sempre un colpo al cuore.

“Come mai avrei potuto sperare di amare ed essere amato!” fu la semplice e ormai consueta risposta a quel giuramento.

Poi , fu solo amore.




N.d.A.: Ed ecco che un altro pezzo del puzzle di Preghiere è stato trovato. Sarà una storia di pochi capitoli. Una mini long, insomma.
Per chi ha amato Preghiere , spero , che anche questa piaccia e come dico nell'introduzione, vi avviso, che quando questa saraà finita, ci sarà il solito intramezzo con i bros e poi il prequel che metterà fine alla serie di Preghiere.

Come al solito, se volte, se vi piace o meno, fatemi sapere!!

Baci, Cin!

   
 
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