Fanfic su artisti musicali > Cinema Bizarre
Segui la storia  |       
Autore: QueenyMoss_    14/07/2017    1 recensioni
Dal testo:
"Dammi un' altra possibilità, te ne prego, se son venuto fin qui è perché voglio farmi perdonare, ci voglio almeno provare..."
"Scordatelo, buona serata!"
"Domani all' Init, alle nove comincia il concerto"
Mi guardò con un sorriso compiaciuto e si voltò, uscendo poco dopo dal negozio.
Come poteva essere sicuro che io mi sarei presentata nel locale in cui avrebbe tenuto il concerto?
Chi gli avrebbe detto che ci sarei andata?
Questa è la storia di un amore finito male.
Potrà avere, secondo voi, una seconda possibilità?
Per scoprirlo non vi resta che leggere.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Strify
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Da quando ebbi il coraggio di spostarmi dalla mia terra natale, le cose non potevano che essere andate per il meglio, tranne una: essermi innamorata di una persona che mi aveva promesso di tutto, ma che vidi scomparire alla prima occasione che gli si presentò, di poter sfondare.
Provavo ancora rabbia nei suoi confronti e non avevo la benchè minima idea di come mi sarei potuta comportare se solo me lo sarei potuta trovar davanti.
Avevo finalmente realizzato uno dei più grandi "sogni", aprire un negozio di prodotti cosmetici in pieno centro a Roma.
Mentre stavo incartando alcuni prodotti ad una cliente, passavano per la radio una delle SUE ultime canzoni.
Sapevo che lui era in città.
Sapevo che comunque avevo la minima possibilità di poterlo incontrare, ci voleva proprio che la sfiga si potesse mettere di mezzo.
Sapevo che quella non era la mia giornata che qualcosa mi sarebbe andata sicuramente per il verso sbagliato.


"Tutto bene?"



La mia collega, nonchè l'unica persona che mi ero potuta permettere di assumere per poter avere una mano d'aiuto, si avvicinò non appena capì che qualcosa non andava.
Aveva imparato a capirmi più lei in poco tempo, che  tutte le altre persone messe insieme, le stesse che dicevano di "Capire tutto di me".


"Si, diciamo di si..."


Accennai un sorriso ed annuì poco convinta, sperando di poter sviare il discorso, ma non servì a molto.
La ragazza era molto perseverante e se qualcosa non andava, cercava di poter approfondire il discorso con "delicatezza", trovando un modo per poterti aiutare.
Era rassisurante verso le persone delle quali le importava ed io ero stata molto fortunata nel poterla avere nella mia vita.


"Sicura? Ti ho vista cambiare espressione, o meglio umore, quando stavi servendo l'ultima riccona che è entrata..."


Come potevo spiegarle quello che mi passava per la testa? 
Come potevo raccontarle quello che mi era successo qualche anno prima?
Come potevo raccontarle che, per colpa di qualcuno, avevo perso la fiducia nel genere umano, soprattutto verso il sesso maschile?
Come potevo raccontarle che, nonostante tutto il male che LUI mi aveva fatto, al sol sentire la sua voce mi si capovolgeva lo stomaco?
In quel lasso di tempo, che parvero minuti infiti mi ricordai di come tutto ebbe inizio.


"E' difficile spiegarti cosa mi passa per la testa in questo momento..." 
"Tu provaci, è vero io non ho il potere di poter mettere le cose al loro posto, ma posso comunque cercare di aiutarti a stare meglio"



La disponibilità che quella ragazza mi dimostrava, era spiazzante.
Allora, dopo diversi mesi da quando la conobbi, decisi di raccontarle QUEL periodo della mia vita, facendola rimanere apparentemente senza parole e sentendomi, al contempo, il cuore in gola e gli occhi che cominciavano a pizzicare.

Ma no, non avrei dovuto cedere, non se lo meritava.
Non dopo che mi aveva trattata come un giocattolo, lasciandomi soffrire.



"Wow, non sapevo fossi l'ex di un personaggio famoso"


Già, brutto a dirsi, mi feceva quasi strano pensarmi come l' "ex" di qualcuno come lui.


"O dio, non esageriamo ora, ai tempi in cui noi due stavamo insieme non era ancora una persona famosissima, il gruppo aveva appena fatto le sue prime apparizioni ma comunque per questioni di privacy, avevano fatto in modo che nessuno sapeva nulla di me"
"E come hai fatto a sapere che lui adesso si trova qui, a Roma?"
"Cris, io seguo ancora la sua pagina e mi è capitato di leggere settimane fa che sarebbe stato ospite di un locale romano in cui avrebbe comunque tenuto una specie di spettacolo per promuovere il suo album e poi ho anche un amico che lavora nel campo delle organizzazioni di questo tipo, l'avrei saputo a prescindere"
"Come suo? Non faceva parte di una band?"
"Ora non più, il gruppo si sciolse solo dopo cinque anni di attività, ovvero cinque anni fa, e dopo qualche anno ognuno dei componenti cominciò ad intrapendere un proprio progetto solista"
"Ora capisco. Per quanto credi possa stare in città? Cioè, ricordi quanto soggiornava nelle città in cui si esibiva?"
"Dipende. Dipende da quanti spettacoli ha ancora da fare, da quanto tempo c'è fra uno show e l'altro, dalla lontanza fra un posto e l'altro"
"Dai, vedrai che non avrai il modo di poterlo incrociare, passeranno veloci questi giorni"




Cristina sembrava fiduciosa, ma qualcosa dentro di me diceva che quei giorni sarebbero passati tutt'altro che veloci.
Dopo avermi rivolto uno sguardo "amorevole" ed avermi dato una pacca incoraggiante sulla spalla , ci rimettemmo a lavoro per le altre due ore che ci rimanevano prima di arrivare all'orario della nostra pausa-pranzo.



***

"E così, all'epoca dei fatti, quel cretino non ebbe il lampo di genio nel chiederti di seguirlo?"


Eravamo sedute ad un tavolino fuori al locale dove di solito passavamo la pausa pranzo e, non so come, ricominciammo a parlare di lui.
Con la sola differenza che in quel momento sentivo meno il nervosismo della mattinata appena trascorsa, che mi faceva provare quasi un senso di nausea.


"Cris dai, non ci pensare...ormai è andata così"


Parlai quasi in un sussurro, intenta a raccogliere con un cucchiaino, quello che rimaneva della mia granita al limone.


"Non ci pensare? Non ci devo pensare? Ma tu lo sai cosa potrebbe succedere se solo la sfiga vi facesse incrociare gli sguardi in questi giorni?"
"Roma è immensa, Cris, non credo di avere così tanta sfortuna da arrivare ad incrociare lo sguardo del mio ex.."
"E se lui cercasse informazioni su di te e qualcuno gli dicesse che al centro della città tu hai un negozio in cui lavori?"


In quel momento mi ricordai che lui era amante del make up, avevamo condiviso anche una passione del genere, oltre a tutto il resto. Sarebbe stata una scusa perfetta per lui, per venirmi a trovare.

"Sono del parere che, anche se lui cercasse informazioni su di me, non verrebbe mai sul mio posto di lavoro"
"Io non ne sarei così tanto sicura, Giù"


Sospirai quasi con fatica e presi il cellulare, mentre aspettavamo il conto chiesto al giovane cameriere che ci aveva servite il pranzo circa un'ora prima.
Diedi un'occhiata ai vari social ai quali ero iscritta e non potevo credere a quello che stavo vedendo.
C'erano delle foto che ritraevano lui, davanti ai maggiori monumenti della capitale.
Foto da solo, foto con i fan, foto con gruppi di fans, foto con gruppi di fans giapponesi.

Stava diventando un'ossessione, ovunque guardavo mi compariva una sua foto.


"O dio, o mio dio, non ci posso credere"
"Cos'è successo?"



Voltai lo schermo del mio smartphone verso il viso della mia amica, facendole vedere ciò che avevano appena visto i miei occhi, portando le mani sul viso, non appena quest'ultima se lo prese per guardare meglio ogni foto.


"Diciamo che dieci minuti fa ha pubblicato una foto che lo ritraeva davanti ad uno dei monumenti qui vicino, se siamo fortunate lo dovremmo anche incontrare, coglione."


Cris ancora non lo conosceva e per quello che le avevo raccontato già non lo sopportava.
Ma lei non sapeva che lui, quando voleva davvero qualcosa, la otteneva.
Sebbene io in cuor mio speravo che, quello di cui avevamo il dubbio dalla mattina stessa, non si avverasse, cercando anche di autoconvincermene.


"Dai, conviene che ce ne torniamo in negozio un pò prima visto che abbiamo anche della roba da sistemare"
"Hai ragione, porto i soldi alla cassa e ce ne andiamo subito"



***

Dopo circa un paio di ore da quando finimmo di pranzare, riaprimmo il negozio al pubblico.
Sistemammo la merce che ci arrivò quella stessa mattina e ci dedicammo completamente ad ogni cliente che si fermava, anche solo per guardare o chiedere, da noi.
Mi era sempre piaciuto essere disponibile con le persone e mi piaceva esserlo a maggior ragione se coniugavo il tutto con la mia passione per i cosmetici.
Fortunatamente quel pomeriggio ebbimo un grande afflusso, complice anche l'ondata di turisti che in quel periodo "invadeva" Roma.
Per tutto il pomeriggio continuammo a lavorare ininterrottamente, fermandoci solo quei pochi secondi quando la clientela voleva dare un' occhiata ai prodotti, soprattutto alle novità.


"Ci conviene aumentare il livello dell'aria condizionata, altrimenti arriveremo a fine giornata sciolte ,come burro, sul pavimento"

Cris prese il telecomando per alzare il livello dell'aria condizionata, ridendo e facendo ridere anche me.
Io nel frattempo sistemavo le banconote e le monete nella cassa, mettendo tutto al proprio posto, quando nella radio passarono un' altra delle sue canzoni.

Ma perchè?
Ce l'avevano anche loro con me? 
Volevano anche loro farmi soffrire?
 
"When we love
We lie
You're my favorite wast of time
When we love
We die
Yet I need you by my side
We're only lovers when it's cold"

Sembrava quasi che quel testo lo avesse scritto per me.
Io che per lui ero solo stata una perdita di tempo, la sua preferita.
Lui che diceva di amarmi e che allo stesso tempo mi mentiva.

Scossi leggermente la testa, cercando di non pensarci e vidi Cris che canticchiava la canzone, o meglio che ci provava.
Risi.
Come non aveva fatto a capire che anche quella canzone era del "coglione", come lo chiamava lei?


"Cris, vorrei informarti che anche questa è una delle sue canzoni.."
"Oddio, oddio...non la canterò più, che schifo..bleah"
"Ma dai non è poi male, anche se a me fa ricordare al periodo in cui stavamo insieme"
"Oh, ma come fai a capire che sono sue canzoni?"
"Semplice, certe voci non si possono dimenticare...a maggior ragione se si tratta della sua"



***

"Ecco fatto, ho messo in regola la cassa, ora vado in bagno e poi fra un quarto d'ora chiudiamo"

Mi rivolsi soddisfatta verso la mia collega che annui semplicemente, rimanendo per qualche minuto da sola.
La giornata stava per volgere al termine e , per fortuna, di lui nemmeno l'ombra.
Una volta finito, mi guardai allo specchio, rinfrescandomi il viso e dandomi una sistemata.
Somigliavo ad uno straccio fatto persona, ma ero comunque contenta.
Ero contenta del lavoro che facevo e di aver avuto la possibilià di potermi riscattare.
Di avere avuto la possibilità di ricostruire la mia vita.

Tornai da Cristina poco dopo, temendo di averla fatta aspettare molto, occupando poi di nuovo quello che era il mio posto, aspettando qualche ultimo possibile cliente.
Avevamo appena abbassato gli occhi su una specie di "registro" dove segnavamo i prodotti che vendevamo, quelli che rimanevano e quelli che avremmo voluto ordinare in un secondo momento, quando sentimmo la presenza di una persona che era appena entrata nel negozio.
Alzammo ,quindi, entrambe lo sguardo pronte ad essere disponibili verso la persona che aveva appena catturato la nostra attenzione.

Non  ci potevo credere, tutto quello che avevo sperato, stava andando a puttane.


"Quindi non sono stato informato male, a quanto vedo"

Io ero rimasta semiparalizzata dall'ansia e Cristina, solo dopo avermi guardata, si stava muovendo per andare contro di lui ed insultarlo.
La conoscevo fin troppo bene ma la fermai, ponendo un braccio di fronte a lei, come a volerle dire che me ne sarei occupata io.
Avevo tanta rabbia repressa che avrei voluto sfogare in quell'istante, ma quello che seppi fare era rimanere li, ascoltando quello che voleva dire.
Non dissi nulla, lasciai che fosse lui a parlare.


"Ho sempre creduto che tu fossi così testarda da riuscire a realizzare qualsiasi cosa che ti poteva rendere felice"
"Cazzo vuoi, eh? Sei venuto a rompere le palle, a rovinarmi la vita? Me la sono appena ripresa in mano e non te lo permetterò"
"E sei ancora aggressiva a quanto vedo"



Rise.
Rise compiaciuto, come solo lui sapeva fare.
Ma lui non mi aveva mai temuto, perchè sapeva che in fondo io ero buona.
Ma quello che non sapeva era che ormai una parte di me era cambiata e non gli avrei permesso di farmi soffrire, di calpestare ancora una volta il mio cuore.


"Vattene, prima che possa chiamare qualcuno..."
"E perchè mai? Io posso essere un semplice cliente, posso comprare come tutti gli altri no?"
"Va beh, allora compra e levati dalle palle, abbiamo fretta di chiudere è stata una giornata pesante"



Abbassai lo sguardo, credendo che in quel modo avrei potuto fargli capire che da me non avrebbe ottenuto nulla.
Se volevo essere forte, se volevo non dargli la soddisfazione di vedermi crollare di nuovo, avrei dovuto sicuramente dargli meno confidenza.
Sentì che si allontanò dal bancone per andare a guardare sicuramente fra gli espositori dei prodotti, fu poi Cristina che mi venne a dire che stava davvero scegliendo qualcosa da comprare.


"Mi dispiace Giu, io però te lo avevo detto che non avresti dovuto cantare vittoria troppo presto..."
"Fa nulla, tanto adesso comprerà qualcosa e si leverà dalle palle, altrimenti lo caccerò io a suon di calci..."



Alzai di proposito la voce per far si che lui mi sentisse e in tutta risposta, quello che lui fece era sorridere fra se e se mentre sceglieva una delle matite che erano esposte dal lato delle novità.


"Allora chi me lo fa il conto? Posso affidarmi a te?"
"Certamente, basta che ti levi dalle palle una volta che hai finito l'acquisto.."
"Come siamo delicate, non sono qui nemmeno da un quarto d'ora e hai detto "levati dalle palle" non so quante volte"
"Cosa pretendi da me, che io sia carina nei tuoi confronti dopo tutto quello che tu hai fatto a me?"
"Assolutamente! So che sono passati anni dall'ultima volta che ci siamo sentiti, mi dispiace di come io ti abbia potuto lasciare"
"Fa niente, ormai è acqua passata..."



Avevo accumulato così tanta rabbia in quegli anni e in quel momento avrei voluto esplodere ma c'era qualcosa che mi tratteneva.
Abbassai lo sguardo, confezionai i prodotti che aveva appena acquistato e glieli porsi.


"Dammi un' altra possibilità, te ne prego, se son venuto fin qui è perchè voglio farmi perdonare, ci voglio almeno provare..."
"Scordatelo, buona serata!"
"Domani all' Init, alle nove comincia il concerto"


Mi guardò con un sorriso compiaciuto e si voltò, uscendo poco dopo dal negozio.

Come poteva essere sicuro che io mi sarei presentata nel locale in cui avrebbe tenuto il concerto?
Chi gli avrebbe detto che ci sarei andata?



Note: Questa storia si svolge praticamente ai "giorni nostri".
Ambientata a Roma nell'anno 2015, anno di uscita anche di uno dei suoi singoli "Lovers when it's cold", contenuta nell'album 'Illusion', di cui ho citato un pezzo in questo stesso capitolo.
Ho voluto creare per la prima volta una storia "originale" con la presenza di un personaggio famoso.
In questo caso, come ben avrete capito, si tratta di Strify (ora conosciuto come Jack Strify) ex cantante dei Cinema Bizarre e ora cantante solista.
Giu è il "diminuitivo" del mio vero norme, mentre Cristina è un nome di fantasia che ho voluto dare al secondo personaggio femminile.
Non ho inserito una descrizione particolare dei personaggi, anzi è proprio nulla, per cui sentitevi liberi di immedesimarvi se volete! ^^
I Cinema Bizarre, così come Strify, non mi appartengono e tutto quello su scritto non è stato fatto a scopo di lucro.
Ah! l' INIT è un locale che esiste davvero a Roma, si trova nella via Tuscolana.

Detto questo vi auguro una buona lettura e mi raccomando fatemi sapere quello che pensate! ^^
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Cinema Bizarre / Vai alla pagina dell'autore: QueenyMoss_