Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=4AqjqOqNrjw.
THUNDER GOD!
Thor lanciò il
martello in aria e lo afferrò di nuovo al
volo, mettendo una mano sul fianco.
“È
stato gentile da parte tua invitarmi a una festa simile!”
gridò.
Banner arrossì,
chinò il capo e si tolse gli occhiali, li
pulì sulla stoffa della propria camicia.
“E-era per
ringraziarti. Tu mi hai mostrato le meraviglie
dello spazio, io voglio farti vedere quelle della Terra. Certo, sono un
ricercato e ora Ross piantona Stark, quindi mi verrà
difficile, ma iniziamo da
questa. Nessuno mi cercherà qui” disse.
Thor osservò
una bambina prendere un pesciolino vermiglio da
una vasca, un giovane cinese era intento a mangiare dello zucchero
filato. Ci
furono dei fuochi d’artificio di vari colori che solcarono il
cielo, esplodendo
in una serie di scintille.
“Oh, che
maestosità. Sono semplici e mortali, ma ricordano i
dettagli dei magnifici palazzi di Asgard” disse Thor. Si
avvicinò a una
bancarella in cui erano esposti dei cigni e dei fiori di carta.
“Sono origami e
sì, possono essere molto complessi.
P-però…
potresti dimostrare meno che sei un essere sovrannaturale incuriosito
dalle
usanze umane?” gli domandò Banner a bassa voce.
Thor si tolse una
fiaschetta da sotto la cotta di maglia, la
aprì e bevve un sorso del contenuto.
“È
quello che avrebbe detto Strange. Voi ‘dottori’
siete
tutti uguali, ma in fondo anche mia madre, che era una guaritrice,
sarebbe
stata d’accordo. L’attenzione ai feriti vi porta a
essere più cauti anche nel
resto della vita” rifletté.
“Tornando alla
festa, questa è la notte di Tanabata. Tu che
ami le stelle, l’apprezzerai.
Vedi, oltre le divinità nordiche, ci sono stati altri culti
per gli uomini. Ad
esempio, si pensava che quelle due stelle, Vega e Altair, separate
dalla via
lattea, in realtà fossero due sposi separati dal
destino” spiegò Banner.
Thor annuì e
seguì il punto che il dottore gli indicava,
passarono oltre un gruppetto di uomini intenti a giocare a carte. Il
brusio di
voci copriva in parte la voce di Bruce.
“Io e mio
fratello siamo stati spesso divisi, così come i
nostri popoli. Anche mio padre auspicava a un nostro sposalizio, ma
Loki mi ha
rifiutato” spiegò Thor.
Banner si
grattò la testa, deglutendo rumorosamente.
“E tu lo amavi
anche se era un altro ragazzo?” domandò.
“Loki
può assumere qualsiasi sembianza, anche femminile. E
più di una volta ha reso me, una donna, con tratti
conosciuti o totalmente
inventati. Però sì, per secoli l’ho
amato, finché non mi sono reso conto che
era perso tra i fumi della follia. Il suo unico scopo è
annientarmi, come un
serpente insidioso. Gli vorrò sempre bene, come fratello, ma
ha spezzato
qualsiasi altro sentimento che mi legasse a lui”
spiegò Thor.
Banner annuì.
Thor alzò il
capo e sorrise, mentre alcune gocce di pioggia
gli colpivano il viso.
“Pioggia
improvvisa!” festeggiò. Chiuse gli occhi e
dimenò
la testa, facendo ondeggiare le ciocche di capelli che stavano
ricrescendo.
Banner lo
osservò, le gocce di pioggia che, sempre più
numerose, sferzavano il viso abbronzato del dio del tuono.
Avvertì le gote in
fiamme e abbassò lo sguardo, le lenti dei suoi occhiali si
bagnarono
rendendogli sfocata la visuale. Avanzò con le mani in tasca,
i piedi gli
affondarono in una pozzanghera e le sue scarpe s’inumidirono.
C’erano
parecchie persone che lanciavano gridolini striduli,
i possessori delle bancarelle iniziarono a smontare, mentre in cielo si
sentiva
il rumore di tuoni.
“I mortali
stanno tutti fuggendo. C’è forse qualche
minaccia, mio amico?” domandò Thor.
Banner negò con
il capo.
“Scappano dalla
pioggia, non vogliono rovinare le loro
mercanzie” spiegò.
Thor sporse il labbro in
fuori, alzò il martello e attirò un
paio di fulmini, la luce azzurrina lo avvolse, illuminandolo.
“Io, dio del
tuono, mi trovo profondamente offeso dal fatto
che, ora che finalmente potevo conoscere una vostra usanza, mi ritrovi
a dover
a perdere l’occasione per una pioggia estiva”
ringhiò.
Banner inarcò
un sopracciglio.
“Sai, hai
proprio l’ego di un dio, eppure continua a non
essere paragonabile a quello di Stark” lo
punzecchiò.
Thor rinfoderò
il martello nella sua cintura dorata, mise le
mani sui fianchi, gettò indietro la testa e
scoppiò rumorosamente a ridere.
“Uomo di Metallo
avrebbe trovato il modo per far proseguire
la festa. E io avrei potuto conoscere queste antiche usanze”
disse.
Banner gli
sfiorò il braccio muscoloso e le sue iridi
divennero verde fosforescente. Ritirò la mano ed
indicò un porticato.
“Andiamo a
ripararci” propose. Ci fu un altro tuono e Banner
rabbrividì, la camicia umida gocciolava e gli ricadeva larga
sul corpo
smagrito.
“Hai paura dei
tuoni?” domandò Thor.
“L’altro
ne ha, per questo vuole tanto picchiarti” ammise
Banner. Raggiunse il porticato e vi si riparò, Thor si
sfilò il mantello
vermiglio e ci avvolse l’altro Avengers.
“Ora capisco il
suo odio. Un vero peccato, Hulk è il miglior
compagno di battaglie che potessi avere. Lo so che tu lo temi, ma io
sono stato
lieto di avervi al mio fianco nella riconquista di Asgard e forse della
mia
vita” disse Thor.
Banner si sedette per
terra e si nascose nel mantello.
“Sono qui, con
un dio norreno, che si stupisce degli
origami, sotto una pioggia improvvisa, terrorizzato da dei
tuoni” gemette con
voce inudibile. Alzò lo sguardo e osservò
l’altro, vide il proprio riflesso
nelle iridi azzurro-blu dell’altro.
“Sai Thor, per
quasi tutta la mia vita, io sono stato una
persona semplice. Credevo solo nella scienza, non volevo amici strani
ed ero
perfettamente etero. Poi è arrivato l’Altro e ho
capito che il mondo è pieno di
regole assurde. Con gli Avengers, ho capito che voi siete i miei amici
e sono
io quello ‘strano’ perché sono
aggressivo, sembro un traditore perché non vi
appoggio mai e non mi prendo le mie responsabilità. Con Tony
ho capito che
iniziavano a piacermi fisicamente i ragazzi ed è per questo
che mi sono messo
con Natasha. Lei è la donna più bella e sensuale
che io avessi mai visto,
pensavo di rinsavire grazie alla sua gentilezza. Però ho
capito che lei si
stava innamorando davvero e stavo giocando con i suoi sentimenti e,
invece di
lasciarla, ho preferito scappare” enumerò.
Thor corrugò la
fronte e gli appoggiò una mano sulla testa.
“Ho commesso
innumerevoli errori e, nella mia vita, ho
allontanato sempre tutti adulando la guerra e me stesso”.
Guardò dei lampi
illuminare il cielo e si udì il rombo di un ennesimo tuono.
“Mi sei stato
accanto, Banner. E in questa notte in cui
altri dei suggellano il loro amore, voglio essere sincero. Credo di
essermi
innamorato di te, hai lenito la mancanza di Jane e quando ti ho visto,
sono
stato veramente lieto. Tu sei una forza della natura, in ogni sua forma
e mi
permetti di superare persino i dolori che mi causa mio fratello.
Visto che questa notte
è già stata così piena di sorprese
insolite per te, che ne dici di concederti un’ultima
pazzia?” domandò Thor.
Banner si piegò
in avanti, si sporse mentre Thor si chinava
e gli posò un bacio sulle labbra. Sentiva il principio di
barba del semidio
pizzicargli il viso.