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Autore: Eilan21    15/07/2017    6 recensioni
Marissa è la giovane novizia di un monastero, destinata ad una vita tra quelle quattro mura, quando una donna misteriosa e bellissima giunge a portarla via, riconoscendo in lei il raro e potente dono della magia. A molte miglia di distanza Damien, ricco e viziato figlio di un mercante, appartenente all'altro capo della scala sociale, si prepara ad affrontare lo stesso viaggio e lo stesso noviziato, con poca convinzione e spinto dalla smisurata ambizione paterna. I due ragazzi, tanto diversi tra loro da essere quasi all'opposto, si ritrovano fianco a fianco per il loro addestramento. Ma qualcuno li osserva da vicino, qualcuno che vuole impedire a tutti i costi che il loro potere si manifesti e possa intralciare i suoi piani... perché Marissa nasconde in sé un segreto, qualcosa che può cambiare il destino del mondo.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il palazzo dell'Alleanza era immerso nel silenzio e nella penombra, rischiarata solo dai bracieri che correvano per tutta il perimetro interno dell'edificio, alimentati da olio di bacche di cernot.

Siobhan si sentiva nervosa, e questo non le dava alcuna confidenza in se stessa. Il nervosismo era talmente lontano dal proprio carattere, che a stento lo aveva riconosciuto come tale. Yseult invece era apparentemente calma, lo sguardo assorto mentre si infilava i guanti bianchi, aggiustandoseli sulle dita.

Brithdara lanciava uno sguardo preoccupato prima all'una e poi all'altra, e sembrava voler dire qualcosa, ma senza trovare il coraggio per farlo.

Siobhan lo aveva notato, ma siccome l'insicurezza di Brithdara le dava sui nervi, evitò di chiederle di confidarsi. Infilò la lunga veste bianca, che si adattava al suo corpo snello come un guanto. Strinse i lacci che aveva dietro la schiena e passò le mani sulle maniche per lisciarle. Poi si osservò allo specchio: l'abito dei Delegati era immacolato, fatta eccezione per le otto stelle dorate impresse sul petto. Allacciò l'ultimo bottoncino bianco che chiudeva il collo alto e rigido, indossò la mantellina pure bianca e infilò i guanti. I capelli biondi erano raccolti in una rigida crocchia, e gli occhi azzurri di solito brillanti sembravano spenti.

Andiamo?” disse infine Yseult, portandosi alle sue spalle. “Sei pronta?”

Siobhan sospirò, raddrizzando le spalle. “Andiamo.”


Due servitori spalancarono le porte della Sala Maggiore all'arrivo delle tre delegate, con Siobhan in testa. Le donne, con le mani infilate nelle ampie soprammaniche della veste, entrarono con passo misurato e presero posto nei seggi che gli spettavano. Il tavolo ovale era ghiacciato al tatto, e completamente trasparente: sotto di esso erano perfettamente visibili le piastrelle colorate del pavimento. Era stato fabbricato con marmo di ghiaccio, un materiale che si trovava solo nelle cave di Valchir. Era stato un dono del re degli elfi, e risaliva a diversi secoli prima. Per quanto Siobhan ne sapesse era sempre stato in quella sala, e aveva ospitato ogni singola riunione dell'alleanza. Vi passò le dita assorta, provando un brivido di freddo lungo la spina dorsale. Per l'ennesima volta si chiese se non fosse stato un errore, se i suoi predecessori non avessero agito precipitosamente nell'esiliare per sempre gli elfi dagli Otto Regni e dal resto del mondo conosciuto. Quelle creature erano sempre state geniali, potenti... e non era un caso che una loro discendente fosse altrettanto straordinaria. Era evidente da quanti problemi e quanti enigmi Marissa portava con sé.

Quando tutti i membri furono seduti Lord Arnulf prese la parola, esponendo brevemente i punti all'ordine del giorno. Un'assegnazione di terre contese tra due nobili; l'approvvigionamento di grano a Flanshire, i cui magazzini contenevano più ragnatele e polvere che provviste; l'addestramento e il collocamento delle truppe dell'Alleanza. Siobhan lo ascoltò distrattamente, presa dai propri pensieri. L'uomo che le stava di fronte non aveva la sua simpatia, e questo non era un mistero per nessuno, neppure forse per lo stesso Arnulf. Aveva un modo di fare mellifluo, untuoso... borioso. Si riteneva una spanna sopra a tutti solo perché portava il cognome Fielding. La sua discendenza altolocata gli aveva aperto molte porte, ma Siobhan si chiedeva spesso se una goccia di talento del Grande Mago Kendell scorresse di fatto nelle vene del suo pronipote.

Discussero per circa un'ora sulle decisioni da prendere, mentre ogni parola veniva doverosamente verbalizzata dai maghi di Arnulf. Dorea della Terza Stella, una delegata di Kianares, nel nord, chiese se di nuovo non si potesse tentare di persuadere le Zarall ad unirsi al consiglio, di inviare una loro delegata.

Abbiamo affrontato questo argomento innumerevoli volte, Dorea”, le rammentò Siobhan. “Abbiamo tentato a più riprese, ma le Zarall preferiscono non assumere incarichi ufficiali. Ci tengono alla loro indipendenza.”

Devo rammentarvi che gli avvistamenti di Basorham continuano? Dobbiamo seguitare ad ignorarli?”

Fandonie!” tuonò Lord Arnulf. “Dovremmo prendere sul serio ogni avvistamento di fatine e unicorni che i marinai ubriachi avvistano di continuo?”

A questo proposito milord”, intervenne Siobhan, “la pensavo anch'io come voi, ma devo riportare a questa assemblea un episodio a cui ho potuto assistere con i miei occhi.”

La donna raccontò ciò che era capitato a lei e Marissa a Waford, e notò le espressioni dei delegati mutare da scettiche ad attente.

E voi dite di essere sicura della natura di questo... essere? Era davvero un Basorham?” chiese Dorea di Kianares.

Non posso giurarlo. Ma considerando gli avvistamenti recenti è una possibilità da non escludere.”

E sia”, disse infine Lord Arnulf, più annoiato che preoccupato. “Ordinerò delle indagini.”

Dunque...” continuò tamburellando le lunghe dita sul tavolo. “Non ci resta che la relazione dall'Accademia da affrontare. Come procedono i nuovi allievi, Lady Siobhan?”

Yseult lanciò un'occhiata preoccupata alla sua amica, improvvisamente vigile.

Bene, Lord Arnulf. I cadetti danno del loro meglio. E di recente è giunta tra noi anche un'allieva con il dono.”

Una buona notizia! Avete altro da segnalarmi o tutto procede come al solito?”

Siobhan deglutì. “Tutto come al solito, milord.”

Bene”, disse l'uomo inforcando un paio di lenti da vista montate in oro e studiando una pergamena ricoperta di nomi e date. “Vedo che gli allievi sono attualmente quindici-”

In verità Lord Arnulf”, lo interruppe Brithdara, quasi strillando, “ci sarebbe un'altra cosa...”

Siobhan si voltò di scatto, fulminando la maga con lo sguardo. Mosse le labbra per dirle di tacere, ma Brithdara, rossa fino alla radice dei capelli, fece finta di non vederla. Gli occhi di Siobhan mandavano scintille. Se avesse potuto incenerire Brithdara sul posto lo avrebbe senz'altro fatto.

Di cosa parlate, Lady Brithdara?” chiese Arnulf poco convinto, guardandola in tralice da sopra le lenti.

Con voce tremante, ed ignorando lo sguardo duro di Siobhan, Brithdara raccontò di ciò che era capitato a Marissa e alla pietra.


* * *

Piccole gocce di pioggia inumidivano il terreno, amplificando i profumi della foresta, incollando tra loro foglie ed aghi di pino e facendo affondare i rami caduti in una poltiglia di fango.

Eppure Dorelynn pensava che non ci fosse mai stato un giorno più bello di quello. Dopo un anno di duro addestramento, di esercitazioni nel combattimento, sia a piedi che a cavallo, di nottate passate all'addiaccio nel tentativo di ritrovare un sentiero o una traccia, di giorni in cui era rientrata al campo talmente stanca e sfatta da pensare che sarebbe crollata a terra, lei e le sue compagne stavano per diventare delle Zarall, membri della sorellanza a tutti gli effetti.

Al centro dell'accampamento era stato acceso un grande fuoco che gettava una grande luce sui volti della guerriere e delle iniziate. Le ragazze erano disposte a cerchio tutto intorno al falò e le Zarall le guardavano dall'esterno di esso. Regina aveva un'espressione fiera sul volto: quelle erano le sue allieve, era lei che le aveva addestrate per tutto quel tempo e non poteva restare indifferente.

Le iniziate se ne stavano in piedi in trepidante attesa, osservando una delle Zarall passare tra loro e distribuire la collana simbolo del nuovo status, che ognuna di loro avrebbe indossato da quel momento in avanti.

Quando venne il suo turno Dorelynn chinò il capo emozionata, e lasciò che la Zarall Dionaea le mettesse al collo quello spesso laccio di cuoio con appesi un pezzo di metallo, uno di corteccia di legno e uno di pelle di cervo essiccata. Ciò a cui le Zarall dovevano dimostrarsi devote: la guerra, la Foresta di Smeraldo e la carne, che rappresentava la loro volontà di dare la vita per la sorelle.

Infine si fece avanti Fedora, la Grande Combattente, il capo della sorellanza, una donna sulla sessantina, con il volto temprato dal sole e i capelli grigi, ma che teneva la schiena dritta come un fuso ed emanava un'aura di autorevolezza assoluta.

Ora siete delle Zarall, delle sorelle, sangue del nostro sangue. Il vostro dovere sarà prima di tutto verso le vostre sorelle, ricordatelo. Siamo fiere di voi, dell ascleta che avete fatto e del lungo percorso che avete affrontato per giungere a questo momento. Quarantuno estati sono trascorse dalla mia iniziazione, eppure rivedo me stessa in ognuna di voi. Ed ora come la nostra tradizione impone sceglierete il vostro fiore.”

Dionaea si fece avanti con un cestino dentro il quale c'erano otto coppie di fiori diversi. A turno le iniziate ne avrebbero pescato uno. Coloro a cui in sorte fossero toccati i due fiori identici sarebbero divenute ciò che le Zarall chiamavano Tanet – gemelle. Ogni Zarall aveva il compito speciale di prendersi cura di una delle altre sorelle, e l'impegno era reciproco. Doveva sempre guardarle le spalle, evitare ad ogni costo che qualcosa di male le accadesse. Sarebbero state quasi un unico essere.

Ogni ragazza estrasse un fiore. Quando toccò a Dorelynn pescò un'Azaria, un fiore rosso dalle sfumature arancioni. Dopo di lei c'erano altre tre ragazze, e l'ultima a dover scegliere era Galinthia.

Le due iniziate dopo Dorelynn estrassero una un Lomoth – un fiore dai grandi petali blu -, e l'altra un Oniafer – un fiorellino violaceo. Dorleynn trattenne il fiato, mentre Galinthia estraeva l'ultimo fiore rimasto. Il risultato era scontato, ma Dorelynn sentì la frustrazione serrarle lo stomaco quando vide la sua rivale pescare dalla cesta l'altro esemplare di Azaria.


-Ti rendi conto? Di tutte le ragazze doveva capitarmi proprio lei? Dorelynn provava una grande rabbia e un senso di sconfitta. E ciò che la indispettiva di più era il fatto che l'essere diventata la Tanet di Galinthia aveva rovinato la giornata che tanto aveva atteso, quell'iniziazione tanto sognata e desiderata che arrivava a coronare gli sforzi compiuti nell'anno passato.

-Mi dispiace, Dorelynn, rispose Damien intristito dal duro sfogo della sorella. Non sapeva come consolarla, cosa dire per rendere meno amara la sua delusione.

-Quella ragazza mi odia! Pensi davvero che se fossi in pericolo sacrificherebbe la vita per me?

-Beh...

-E anche se lo facesse, continuò Dorelynn, troppo presa dal suo sfogo per badare al fratello, penso che preferirei venire trapassata da cento frecce piuttosto che svolgere ogni missione, ogni turno di guardia, ogni pattugliamento in sua compagnia!

-Potrebbe arrivare a piacerti, azzardò Damien.

-E' stata lei a prendermi di mira fin dal primo giorno, non io. Se ci sarà qualcuna che dovrà adattarsi quella sarà lei!

-Visto che non sono in grado di alleviare la tua frustrazione, preferisci che cambi argomento?

-Sì, forse è meglio, sospirò Dorelynn, è inutile rimuginare su ciò che non posso cambiare. Quella mocciosa insopportabile sarà la mia Tanet per il resto della vita, quindi dovrò solo rassegnarmi. Raccontami come sta andando il tuo addestramento, almeno mi distrarrò...

-Bene! Ci crederesti se ti dicessi che, per la prima volta nella vita, mi sto davvero appassionando a quello che faccio? Anche la mia insegnante dice che sono molto migliorato. Ho evitato l'espulsione e il vergognoso ritorno a casa, dove mio padre avrebbe pianto ancora una volta per il suo figlio tanto scapestrato.

-Non dirmi che è tutto merito della tua nuova amica?

-In parte sì. Dobbiamo anche capire perché la Pietra abbia quell'effetto su di lei. Siobhan non sa più dove sbattere la testa. In più è furiosa per il comportamento di Brithdara, che ha spifferato tutto ad Arnulf nonostante lei avesse chiaramente deciso di non farlo. Ma ci sono altre voci che preoccupano tutti qui a Letha, tanto che Lord Arnulf ha ordinato un'indagine approfondita. Ci sono stati degli avvistamenti di Bashoram.

-Non qui nella Foresta, commentò Dorelynn pacata. Era chiaro che non prendeva molto sul serio la cosa. Erano talmente tanti secoli che i Bashoram non mostravano il loro volto che per le nuove generazioni non erano diventati niente di più che personaggi delle favole che le loro madri gli raccontavano per spaventarli quando da bambini non facevano i bravi.

-Mi prometti che mi terrai al corrente di come vanno le cose tra te e Galinthia?

-Lo farò senz'altro, fratellino, ma non aspettarti nulla di positivo a breve termine.


* * *

Siobhan aveva avuto una seria discussione con Brithdara una volta tornate all'Accademia. A dir la verità non sapeva neppure lei come aveva fatto a evitare di prendere a schiaffi quella faccia di bronzo. Brithdara l'aveva sfidata apertamente, ma non sembrava pentita.

Era nostro dovere riferire un'informazione così importante al nostro superiore”, fu l'unica ostinata spiegazione che diede di fronte alla furia di Siobhan.

L'insignificante e spaventata donnetta che Siobhan aveva sempre conosciuto sembrava uscita dal suo guscio, seppure ancora un po' tremante di fronte al suo sguardo duro.

So che sei di grado superiore a me, Siobhan. Ma non sono una delle tue allieve... sono una maga per mio diritto e non sono tenuta ad obbedirti! Anche se tu evidentemente ne sei convinta...”

Così Siobhan aveva dovuto mandare giù la sua rabbia, e per farlo aveva cercato di convogliare l'energia nell'insegnamento e nello scoprire il mistero che aleggiava intorno a Marissa. La ragazza era un'allieva diligente e volenterosa e il suo potere cresceva ad un ritmo impressionante. Grazie al suo esempio anche Damien era migliorato notevolmente, e Siobhan era arrivata a credere che un giorno sarebbe diventato un grande mago.

Aveva inviato una missiva alla Prioria Adeliz, al monastero della Beata Laodamia. Nella lettera domandava se la religiosa potesse rievocare per lei un episodio di cui Marissa doveva essere stata la protagonista ad un'età di circa tre o quattro anni. Non aveva altro su cui lavorare, per cui sperò che la memoria della Priora fosse ostinata come il suo carattere.



* * *

Dorelynn si era ormai abituata al movimento ritmico del cavallo, ed al rumore attutito dei suoi zoccoli. Cercò di concentrarsi su questo per non dover prestare attenzione alla ragazza che cavalcava al suo fianco.

Smettila di far finta di non vedermi, principessina”, gli disse ad un certo punto Galinthia, “siamo unite indissolubilmente io e te, che ci piaccia o no. Siamo Tanet ora, e questo ci rende più unite che se fossimo state partorite dalla stessa madre, nello stesso momento.”

Ho già un gemello”, borbottò Dorelynn in risposta, “non me ne serve un'altra.”

Hai un gemello? Non lo sapevo. E tu ti sei mai preoccupata di sapere se io ne avessi uno, o una famiglia, o da dove venissi?”

Non me ne hai mai dato l'occasione. Ti sei scagliata su di me non appena mi hai vista”, rispose secca Dorelynn, portando il cavallo al passo. La treccia alta che tradizionalmente tutte le Zarall portavano le batteva sulla schiena al ritmo della cavalcata, e la spada ricurva che le era stata consegnata il giorno dell'iniziazione le pendeva al fianco.

Galinthia sorrise tra sé. “E non ne vedi il motivo, mia ingenua ragazza? Invidia, pura e semplice. Sono nata in un piccolo villaggio di pescatori non lontano da Conne, e non ho mai posseduto niente. Ed ecco apparire te, sfolgorante nella tua tunica ricamata, con i tuoi servitori e i tuoi beni di lusso. Non capisci come ci siamo sentite io e le altre allieve?”

Non era un motivo per escludermi ed emarginarmi”, le fece notare Dorelynn, ma con voce meno dura.

Tra le due ragazze calò il silenzio, ed entrambe tennero gli occhi aperti scrutando i dintorni. D'altronde era per quello che pattugliavano i confini della Foresta di Smeraldo.

Dorelynn guardò in basso e l'occhio le cadde sul piccolo tatuaggio che le ornava il polso. Un'Azaria, identica a quella portata da Galinthia. Era stata fatta loro la mattina successiva all'iniziazione, e così alle altre ragazze i rispettivi fiori.

Continuarono la loro ronda lungo la costa che era stata loro assegnata: quella nord, che si affacciava sul Mare di Azure. Dorelynn alzò il capo: alle sue narici giunse distinto l'odore salmastro che tante volte aveva sentito a Conne. Il mare non poteva essere lontano.

Proseguirono ancora per qualche miglio, svoltando ad ovest. La foresta cominciò a diradarsi, lasciando il posto a verdi distese d'erba punteggiate di macchie colorate: i primi fiori dell'anno. Non ci volle molto perché giungessero sulla scogliera che sovrastava l'immensa distesa d'acqua salina.

Fermarono i cavalli a pochi passi del precipizio e rimasero ad osservare l'infrangersi delle onde sugli scogli, molti metri più in basso.

Quanto tempo è trascorso dall'ultima volta che ho visto il mare!” commentò Galinthia, rapita. La leggera brezza marina le colpiva in pieno volto, ma non era una sensazione spiacevole.

La tua era una famiglia di pescatori?” chiese Dorelynn.

Mio padre ha preso la sua barchetta ogni mattina per venticinque anni. Un giorno il mare l'ha inghiottito e non lo abbiamo più rivisto. È stato allora che ho scelto di unirmi alle Zarall piuttosto che morire di fame o essere costretta ad entrare in un bordello.”

Mi dispiace molto”, mormorò Dorelynn. E per la prima volta provò una sorta di simpatia verso gemella che le era stata imposta.


* * *

La lezione di quel giorno fu particolarmente impegnativa per Marissa. Il tema era il respiro: come controllarlo perché diventasse una leggera brezza o, all'occorrenza, un vento capace di spazzare via una casa. La ragazza si impegnò molto, ma quando pensava alle parole nella sua testa – parole che conosceva d'istinto, senza bisogno di impararle – e portava una mano sotto il mento per aiutarsi, il soffio che ne usciva era a volte troppo debole, a volte troppo forte. Rovesciò la scrivania di Siobhan, mandandola a sbattere contro il muro con un gran fracasso, prima di riuscire a fermarsi. Ma Siobhan sembrava distratta quel giorno, la mente assente, e mancò di rimproverarla come avrebbe fatto di solito.

Alla fine fece uscire tutti prima del termine della lezione, ma chiese a Marissa di restare ancora un po'. Lei non se ne stupì: era usuale che Siobhan le dedicasse del tempo esclusivo alla fine di ogni lezione, ma le parve strano che volesse farlo quel giorno, quando era così chiaramente persa nei propri pensieri.

Non voglio prolungare la lezione, Marissa”, si affrettò a chiarire l'insegnante una volta rimaste sole. “Non oggi.”

E allora perché sono qui?”

Siobhan le lanciò un'occhiata attenta. Nell'arco di quell'anno Marissa aveva compiuto notevoli progressi. Ed era anche più alta, meno timida e più sicura di sé. Una giovane donna in boccio.

Ti ho chiesto di restare perché ho finalmente avuto una risposta dal monastero.”

Dunque? Hai scoperto cosa mi accadde da bambina?”

Siobhan scosse il capo, desolata. “L'unica che avrebbe potuto far luce sull'accaduto era la priora. Ma mi è stato riferito che, dopo aver ricevuto la mia lettera, è morta improvvisamente. Il cuore, dicono.”

Ci credi?”

Che sia stato un incidente? No, non credo alle coincidenze. Qualcuno si sta dando molta pena perché il tuo passato non venga alla luce.”




Nota dell'Autrice: Con scandalosissimo ritardo, eccomi tornata! Ci ho messo una vita per scrivere questo capitolo, perché la storia mi era chiara in mente fino ad un certo punto (e sui fatti principali ovviamente lo è fino alla fine), e da adesso in poi devo lavorare molto per chiarirmi le idee e capire come andrà avanti. Ho ricevuto tante recensioni davvero fantastiche, e non posso che ringraziarvi per avermi dato il sostegno e la spinta necessarie per continuare.

E niente, spero che questo capitolo piaccia...

Alla prossima

Eilan


   
 
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