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Autore: tixit    16/07/2017    6 recensioni
Dopo Teoricamente Theoric, una storia brevissima su inganni, baci sotto la luna, cose che non si dicono e cose che non serve dire.
[Pre-Thor]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cose che si chiedono perché le si vuole sapere

“Lo puoi slacciare” la voce di Sigyn era roca, la fronte affondata nella spalla di Theoric. “Basta tirarlo.”

Si inarcò con la schiena, flessuosa, e cercò il nastro con le mani.
Loki le bloccò i polsi, trovandola incredibilmente sensuale, con la gola esposta, tutta da baciare, inarcata tra le sue braccia. Affondò la bocca nella sua scollatura, attirandola a sé, poi presa a baciarla, lentamente, una serie di piccoli sfioramenti di labbra e di lingua, lungo il bordo del vestito, partendo dalle spalle e scendendo senza fretta lungo la curva del seno.

La sentì gemere e cercare di sistemarsi meglio contro di lui, offrendosi alla sua bocca, più istinto che calcolo, mentre le gambe gli si annodavano attorno alla vita, e Loki pensò che era deliziosa.

E così quello era un sì. Era decisamente un si. Il tasso acconsentiva a farsi prendere nei giardini di Gladstein, nel freddo dell’inverno che stava arrivando.
Le lasciò liberi i polsi e con una mano giocherellò con quel nastro, sarebbe bastato un unico gesto e l’avrebbe tirata fuori da quel vestito, lasciando che la stoffa scorresse lungo la pelle, baciando ogni pollice che avesse scoperto.

Conosceva abbastanza incantesimi da renderli invisibili a tutti, ed altrettanti per non farle sentire il freddo.

Ma non ce ne era nemmeno uno che rendesse tutto quanto giusto; quel sì non era per lui, ma per Theoric, un uomo che non esisteva e che se anche fosse esistito non l’avrebbe mai conosciuta come la conosceva Loki.

La sistemò in modo da guardarla negli occhi e lei si lasciò guidare da lui, fluida tra le sue braccia. Le accarezzò il volto con il pollice. I suoi occhi erano azzurri, come due laghetti, belli e così pieni di fiducia che Loki sentì una strana sensazione di calore, più o meno intorno al cuore.

Le accarezzò i capelli e la attirò sul petto stringendola a sé.

“E poi Sigyn? Cosa facciamo noi due?” sentì che la voce gli usciva stanca.

“Quello che di volta in volta vogliamo.” Oh se era testarda.

“Devo venire da chi è responsabile per te e dire il mio nome?”

“No! Assolutamente no!”

“No?”

“Questo è quello che piacerebbe a Thor! E forse, dico forse, lo pensa anche Loki. Di sicuro è quello che sembrerebbe appropriato a Lord Thorvald per cui le donne del Campo erano tutte puttane.”

Il tono scontroso non gli piacque affatto, ma Loki non perse tempo a chiederle del Campo - non aveva tempo di essere Theoric. Si alzò in piedi bruscamente e la mise a terra accanto a sé. Tra le puttane - se poi erano state davvero puttane, perché nessuno sapeva un cazzo di come erano vissuti quegli Aesir traditi da tutti - c’era stata anche sua madre, lo capiva. Lord Thorvald non sapeva di Sigyn e non l’aveva fatto apposta, ma doveva averle fatto molto male con i suoi discorsi. “E tu cosa pensi?”

"Che mi sono stufata di pensare, perché qui è pieno di gente che non pensa affatto e campa benissimo lo stesso."

Loki la strinse, venendola così scontrosa, anche se onestamente la capiva "Mi sembrava che le altre volte tu preferissi che ci conoscessimo meglio prima di passare ai... fatti." la prese in giro, ma con gentilezza.

“Perché una volta lo pensavo anche io, che ci fosse un comportamento che era quello giusto e che fosse una questione di rispetto. Prima. Ma il rispetto non c'entra niente, è solo un modo per tenerti in riga, in ginocchio davanti agli uomini con gli occhi spalancati davanti alle loro verità, mentre loro non ti vedono, non ti ascoltano e non gli interessa nemmeno sapere che cosa pensi. E allora non serve a niente e non mi interessa!"

Loki sospirò e provò a cullarla, tenendola stretta.

"Anche se con Loki, non so se lo puoi capire," la ragazza continuava a parlare, agitata, "ma una volta cresciuta lui mi portò in uno dei laboratori e mi fece preparare una pozione per non restare incinta ed io mi sentii morire dalla vergogna. Se lo avesse saputo la Prima Cameriera si sarebbe scandalizzata in modo pazzesco, lei bada alla nostra moralità, sai?” Lo guardò timidamente, arrossendo. “e se sospetta comportamenti… beh, lei corregge la depravazione a frustate con rami di nocciolo. Figurati cosa avrebbe detto di un Principe che da ad una ancella la chiave per fare sesso senza bambini da abbandonare e matrimoni riparatori. Senza tutte le preoccupazioni, intendo.”

A Loki veniva da ridere, ma rimase serio. Lui allora aveva voluto solo che lei non finisse in nessun guaio - lui aveva altro da fare e non sarebbe stato disponibile lì a Fensalir, per tirarla fuori nel caso. Quanto alla depravazione, non trovava proprio niente di male nella mutua soddisfazione sessuale, accidenti.

“Però poi alcune di noi vengono chieste per una notte, o usate da gente della Corte che ha preferenze per l’una o per l’altra, e allora tutti zitti. Perfino Thor, scherza e gioca con delle ancelle e non capisce che per molte è eccitante, perché lui è davvero bello ed è il figlio di Odino ed è buono, ma che se una davvero non volesse, non potrebbe dire di no e basta. Dovrebbe saper giocare bene le proprie parole e poi guardarsi le spalle.
E guarda che la maggior parte delle ancelle appartiene ad una Casa, potrebbero andare dal loro Capo per chiedere protezione, ma sanno che non vale la pena. La protezione è per i membri della famiglia, man mano che scendi lungo la scala è sempre più formale e vale per le piccole cose.”   

“Pensi che il Principe Loki abbia sbagliato?”

“Io penso che sbaglino tutti gli altri." si staccò da lui irritata. "Specialmente se credono che io mi debba vergognare se scelgo io il mio compagno e che invece dovrei starmene zitta se non posso scegliere proprio niente! Quanto al Principe, ci ho riflettuto tante volte, forse ha pensato che non avrei mai dovuto sposare un jarl ed essere tenuta sotto controllo come si fa con una Lady, e che allora tanto valeva, o forse pensava che non dovevo mettermi nei guai stupidamente perché ero sola, o forse questo è il modo in cui vive lui e gli sembra normale, io non lo so, ma è stato il solo che ha cercato di spiegarmi come avrebbe dovuto essere, grosso modo, anche se non ci fosse stato... affetto... e mentre me lo spiegava non mi ha mai fatto sentire come probabilmente mi avrebbe fatto sentire Lord Thorvald se fosse stato al suo posto, ecco!”

Loki annuì - Thorvald era figlio della sua epoca, pensava che avrebbe fatto un piacere a sua figlia uccidendola se per caso fosse tornata viva a casa, figuriamoci se si sarebbe messo a spiegare... e poi, senza sapere la storia di Sigyn, partendo solo dal presupposto che era una semplice ancella, gliela aveva in pratica proposta come amante da sistemare nella casa che gli aveva appena venduto. Pensando forse anche di farle un favore: Loki avrebbe dato una vita migliore alla deliziosa ancella dalla lingua lunga.
C’erano donne che non si potevano toccare e c’erano donne per cui questo dipendeva da chi le voleva.

La prese per le spalle e l’attirò in un abbraccio.

“Ma il sesso, onestamente, è solo una piccola parte. E non mi interessa poi così tanto." proseguì Sigyn, "C’è che io vorrei di più. Vorrei una casa mia che non fosse Fensalir, va bene anche una capanna nei boschi, c'è che vorrei poterci tenere il lupo senza che nessuno ci trovasse qualcosa da ridire e coltivare delle erbe, e vorrei una occupazione mia. C'è che sono fortunata ad avere il dono dei seidhr perché questo mi dà dello spazio in più. E vorrei una famiglia, è vero, ma dove il mio uomo mi rispettasse, per come sono, anche se non sono la migliore in qualche cosa. Non solo che non mi picchiasse, ma che mi vedesse come la sua socia.”

“Sono tante cose, quelle che vuoi, ti sei accorta?” cercò di essere dolce nella sua obiezione.

“Lo so. Non le pretendo tutte.” Sigyn lo guardò con gli occhi rossi. “E poi ad un certo punto arriva Lord Thorvald ed è chiaro che ci sono delle regole per cui io dovrei stimare delle persone solo per un dettaglio, se sono uomini, e per un altro se sono donne. E disprezzarli per ragioni decise dagli altri. Ma questa non sono io, io non faccio così, non ci credo. E poi salta fuori che dovrei vergognarmi di me stessa per dove sono nata, cosa di cui nessuno sa niente, tra parentesi, perché nessuno ci ha mai chiesto niente, ci avete tagliato i capelli come animali e gettate in uno stanzone, eppure eravamo così piccole. Io ricordo solo un viso amico quel giorno, sai?" Loki chiuse gli occhi e non disse niente. "E poi è qualcosa che io non ho scelto, ma voi tutti avete scelto un nome apposta per me. E subito dopo arriva Thor e mi dice che sono solo un corpo che ha un valore solo se, attaccata, c’è questa stupida verginità intatta. Che lui sa meglio di me cosa è bene per me. E che io offendo lui, Lady Frigga, Loki… E’ carino, eh! Dolce, anche. Si preoccupa per me, ma solo per quell’aspetto. Ma io non sono solo quello. Non sono una cosa sola. Non giudico in quel modo e non voglio essere giudicata!”

“Gli devi dare del tempo… forse ci mette un po’ a realizzare...”

“No. Lui proprio non capisce.” Loki alzò gli occhi al cielo - come darle torto? "ha assistito ad una discussione su delle donne giovani, che dovrebbero essere restituite a degli estranei e si è annoiato! E guarda io prima stavo cercando di spiegargli delle cose che però avrebbe dovuto spiegargli sua madre, secondo me, o suo padre, o un precettore e che lui dovrebbe spiegare a me, e invece non ascolta!"

“Dai vieni, passiamo dalla Prima Cameriera e ti porto fuori a bere qualcosa.”

“Non voglio!”

“Cosa non vuoi?”

“Che tu faccia certe cose perché è così che fanno tutti.”

“Ah questa poi! E io non voglio un incontro furtivo.” E non voglio scoparti nei giardini di mio padre e ci mancano solo le frustate coi rami di nocciolo, una cosa da bestie. “Ho voglia di bere una birra e chiacchierare con te.”
 



Trovarono un angolo appartato nella taverna - una saletta accogliente in un localino elegante dove Loki aveva accompagnato per una tisana qualche anziana Lady, amica di sua madre.
L’interno era ricoperto di legno chiaro di betulla, con dei fregi verdi, due finestre davano su un giardino interno ed il pavimento era di pietra di fiume lucidata.
I tavoli erano piccoli e rotondi ricoperti da tovaglie ricamate piatti e tazzine erano in ceramica verde, terribilmente leziosi.
Un locale molto femminile e decisamente molto perbene - Thor non ci avrebbe trovato nulla da ridire, pensò Loki con un sogghigno, ed avevano pure la benedizione della Prima Cameriera.

Optò per una tisana - la birra, intuì, sarebbe stata fuori luogo - e dei dolci per lei, che era notoriamente golosa. Sigyn prese un infuso alla menta e Loki sorrise, sentendone il profumo.

Con quel vestito era davvero carina, decise, non c’erano ricami a millantare ricchezze che non c’erano, solo la sua pelle ed i suoi capelli - era bella nel suo.

“Allora Sigyn?”

Lei lo guardò diffidente.

“Questo è un brutto periodo, vero?”

Sigyn affondò lo sguardo nella tazza e non rispose.

“L’esame di Freja, quello di cui mi hai parlato, non è solo l’opportunità per studiare in un posto nuovo, vero?”

Lei annuì.

“Preferiresti questo ad essere portata via da me?”

Lei annuì arrossendo e Loki tirò, dentro di sé, un sospiro di sollievo.

“Perché mi hai dato quella rosa?”

Sigyn alzò lo sguardo “Tu sei un sogno e non lo sai. Io non ho mai incontrato una persona come te, a volte mi sembra di conoscerti da tanto tempo…”

“Quelli che conosci sul serio da tanto tempo non vanno più bene?”

“Vanno benissimo, ma tu sei… tu non hai mai fatto del male a nessuno, non sei feroce, e non vuoi cose… enormi. E sei… un sogno possibile.”

Sigyn lo guardò ansiosa - non era proprio un discorso entusiasmante da fare ad un uomo con cui solo poco prima si stava allegramente rotolando nell'erba - Loki chiuse gli occhi nascondendo il divertimento: lei stava in pratica dicendo che Theoric era un mediocre.
Sogghignò: non era solo perché era ancora così ingenua da apprezzare gli unicorni, c’era che un ragazzo semplice, venuto da qualche villaggio di montagna, non sarebbe stato troppo fuori dalla sua portata, e magari non si sarebbe preoccupato di una suocera che non c’era e di come questa aveva concepito sua figlia.
Lo capiva perfettamente.
Averla ingannata era una porcata proprio per quello e, se fosse saltato fuori, il prezzo da pagare sarebbe stato alto.

Quello che le sfuggiva era che un ragazzo semplice di un villaggio isolato, prima, se la sarebbe scopata sull’erba, senza capire se le stava dando piacere, senza nemmeno porsi il problema, dando per scontato che a lei non sarebbe comunque piaciuto le prime volte. E poi si sarebbe fatto domande degne di Lord Thorvald da giovane.

“Ci sono anche sogni impossibili?” A lui non interessava, pensò irritato, ma Theoric l’avrebbe voluto sapere.

Sigyn sembro strangolarsi da sola con la sua menta e poi disse, scarlatta nel viso, la voce rauca: “Ci sono stati.”

“E quindi?”

“E quindi… La via più facile per ottenere qualcosa è mentire. Agli altri e a se stessi.”

Loki la guardò e pensò che Sigyn sbagliava a vergognarsi - era umana, dopo tutto - così completò per lei “Così un fiore che dice la verità perché è uno specchio.”

Con delicatezza incrociò le dita con quelle della ragazza.

“E perché quel sì, a parte il fatto che ti piaccio e che mi piaci moltissimo? Non voglio essere lo strumento per una ribellione.” Aveva fatto anche lui le sue belle cazzate solo per far irritare Odino, anche se alcune, come quella dei Guerrieri della Nebbia, o come diventare prestatore - con molta riservatezza - erano state scelte per lo più solo sue che non rimpiangeva e non avrebbe rimpianto mai.

“Non mi sto ribellando contro nessuno. Solo che non voglio adescare un uomo con il sesso che farei solo dopo un matrimonio. Se ti piaccio non deve essere solo perché sono… faccio quella difficile. Perché poi, passata la novità, una volta che mi hai avuto, resto solo io.”

“Ma prima vuoi fare altre cose… come trovare un posto per quel tuo lupo. Fenrir nella tua lista viene prima di una capanna con Theoric.”

“E’ così orribile?”

Loki trattenne un sorriso e poi la rassicurò: non era orribile per niente.


"Un’ultima cosa, perché adesso tu non li sopporti più?”

Fu la domanda sbagliata, il visetto di Sigyn si accartocciò letteralmente davanti a lui, come una foglia d’autunno e lui ebbe l’opportunità rara di vedere le persone che amava con gli occhi di una ancella - non ci facevano una gran figura, soprattutto lui che, effettivamente aveva usato con Thor la parola poveraccia ma in un altro contesto, accidenti!  Suo fratello era proprio un cazzone!

Quanto alla faccenda delle Dimenticate, a quel che capiva, l’idea generale era che lei lo vedeva come una specie di sopruso, bello e buono - povero Lord Thorvald, pensò, che voleva mettere a tacere la sua coscienza dopo un viaggio faticoso tra le vergogne non così segrete degli Aesir.

Poi le disse “Molte sono cose su cui non ci puoi fare nulla, stare a pensarci sono solo capricci.”

“Come nulla?” lo guardò con gli occhi spalancati “E invece qualcosa si può… Theoric, ma tu credi che gli uomini siano nati sudditi? No, la natura ha creato gli uomini liberi, soli e fragili, in balia di un mondo difficile. La società è quello che noi accettiamo per il bene di tutti, e per la protezione dei piccoli, ed un Re perché questo è la nostra tradizione, e perché è un sistema più efficiente. Ma la accettiamo in quanto uomini liberi che scelgono di obbedire. E come donne libere. Nessuno governa da solo. Nessuno. E se lo pensa si illude di grosso. Poi ci sono persone che si fanno corrompere dall’abitudine, che si sottomettono ed obbediscono perché è naturale, o che disobbediscono solo quando nessuno li vede e solo per il loro tornaconto, quelli sono schiavi nati per essere schiavi anche se magari vivono a Corte e li chiamano jarl, ma questo è un altro discorso.”

 

Poi parlò di una certa Grima, ma a Loki non interessava, era troppo occupato a pensare che era un po’ matta, e che adesso capiva i discorsi di Wili, perché le Dimenticate, anche le più tenere, erano schegge impazzite, che fosse per come erano vissute, o per come erano state accolte, o per come in qualche modo qualcuno le aveva educate, e che era molto dolce che lei avesse avuto dei sogni impossibili, augurandosi che suo fratello, quello così bello, buono e che scherzava con le ancelle, non c’entrasse affatto, e che il vestito le stava davvero bene, e che sarebbe stata una deliziosa compagna di letto per chiunque, lo aveva pensato in montagna e tornava a pensarlo ora, che quello sguardo fiducioso che aveva per Theoric non gli piaceva per niente perché Theoric non esisteva. E che quello che lei voleva non ce lo aveva nemmeno Frigga, anche se Frigga, come Asgerda e come Hervor - tutte donne a che a lui piacevano profondamente - probabilmente la pensavano, ognuna con le sue sfumature, proprio come la piccola

L’ultima cosa che Loki pensò fu che una conversazione tra Sigyn e Thor sul ruolo di un Re sarebbe stata molto interessante, ma che sarebbe finita malissimo - Sif l’avrebbe picchiata di nuovo, poco ma sicuro.


 

Qualche giorno dopo la cercò in biblioteca di mattina presto.

“Hai un appuntamento.” le disse. “Rifarai quell’esame.”
Le porse il foglio con la convocazione e se ne uscì senza nemmeno guardarla - non lo avrebbe passato, ci avrebbe scommesso sopra, aveva la testa altrove e si vedeva. La prossima volta, coi tempi che aveva in mente lui, forse ce l’avrebbe fatta, ma stavolta no.
Ma tutto questo non contava, come non contava il fatto che probabilmente la prossima volta se ne sarebbe andata dalla Biblioteca e da Fensalir per poter studiare meglio da Freja - un pensiero che gli dava un fastidio tremendo.


Contava che quello non era stato un bel periodo per la piccola, prima l'aveva trascurata per un po' come amica, l'esame che era andato male, e poi lui se l'era portata in montagna a caccia di lupi dopo averla quasi baciata - non le era piaciuto, uccidere il lupo, di loro due sotto la pioggia non lo sapeva, ma poi era arrivato Theoric con tutto il suo bagaglio di possibilità una più dolce dell'altra - e poi Asgerda e le sue illazioni, quella notte in montagna, se per lei non era stato solo desiderio, ma anche un sogno impossibile, la rottura con una educazione imposta e messa in discussione, e il ripetersi di cose che aveva già visto, situazioni in cui non si poteva dire di no, sotto una vernice di scherzi e di complimenti, capiva che non doveva essere stato facile, capiva che non avesse voluto, capiva il peso del giudizio e che ci fosse un costo per fare come si voleva che era diverso per lui e per lei, e poi c'erano cose che lui non poteva fare e lo sapeva, solo che non coincidevano con quelle di Sigyn. Capiva la sua rabbia per Snorre, la simpatia per le thrall e quando gli aveva chiesto se lei era libera o meno, se lui aveva visto suo padre spruzzarle l'acqua sul capo. E poi la faccenda delle Dimenticate, gli era chiaro, non era stato il massimo nemmeno quello - faceva paura anche a lui.

Era il suo modo per dirle che era… brava, per certi aspetti fantastica, per altri terribilmente irritante e che a lui andava benissimo così.
   
 
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