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Autore: Fabb5000    16/07/2017    0 recensioni
Sono passati dieci mesi da quando Herobrine ha clamorosamente fallito nel suo tentativo di conquistare l'Aether e di vendicarsi del fratello Notch, e dopo tanto tempo, il re del Nether riesce finalmente ad uscire dalla Sabbia delle Anime nella quale Steve lo ha imprigionato. Tuttavia i propositi di vendetta dovranno attendere : una nuova minaccia, profetizzata da Null, si palesa all'orrizonte, unità a un gran poco buono auspicio per Herobrine. Un nuovo nemico sta per risorgere, più potente che mai, e Notch, Steve e persino Herobrine avranno il loro bel da fare per evitare una catastrofe di scala universale, e stavolta dovranno confrontarsi con un nemico molto pericoloso, qualcuno che non si vedeva in giro da parecchio tempo, e che brucia dalla voglia di rivalsa ... buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Minecraft : l'ultima guerra'
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Herobrine continuava a sfregarsi le mani, nel tentativo di calmare la tensione, ma non gli riusciva affatto.

Da quando il suo potere aveva iniziato ad affievolirsi le cose erano andate di male in peggio. Aveva inviato i suoi generali a tenere a bada le anime infuriate che tentavano di fuggire, e nonostante la situazione si fosse momentaneamente calmata, gli spiriti irrequieti sembravano prepararsi a un altro assalto.

Senza contare che la volta del Nether stava lentamente crollando su se stessa, tirando giù grossi pezzi dell'Overworld. Una volta aveva rischiato grosso quando era caduto un pezzo di mare, rischiando di allagare il Nether, ma era fortunatamente riuscito a chiudere il tappo in tempo.

Era terribile come la perdita di una parte del suo potere lo avesse stravolto. Non voleva ammetterlo e non lo avrebbe mai fatto, ma si sentiva vecchio, come se il peso dei suoi innumerevoli secoli gli fosse piombato improvvisamente sulle spalle.

E non era affatto un fardello facile da portare. Ogni volta che un pezzo del Nether andava in pezzi, sentiva una parte di sé frantumarsi. Più di una volta aveva ringraziato di avere un trono su cui sedersi, perché le fitte alla schiena si erano fatte così forti che riusciva a malapena a stare in piedi. Certe volte gli pareva che una forza invisibile cercasse di spaccargli la colonna vertebrale.

Kinghast e Witherboss non erano affatto contenti della cosa. -Ma guardalo!- aveva esclamato una volta lo scheletro. -Il suo regno sta andando in pezzi e lui se ne sta lì seduto su quel trono tutto il giorno! Ma perché non fa qualcosa?-

-Zitto!- aveva esclamato Kinghast. -Sta meditando per trovare una soluzione!-

-Sarà, ma preferirei avere fatti, non dicerie!- aveva risposto Witherboss. -O almeno mi basterebbe non dovere andare ogni volta a raccogliere i cocci che cadono dal soffitto! Questo posto sta cadendo in frantumi!-

Herobrine li ascoltava a malapena, ma anche se avesse voluto punirli non sarebbe stato in grado di farlo. Era troppo debole persino per evocare una scintilla.

Infatti stando sul trono Herobrine controllava l'intero Nether, facendo del suo meglio per tenerlo in piedi. Distrarsi un attimo significava un altro pezzo crollato dal soffitto o un'altra anima che si ribellava. Era un lavoro a tempo pieno, e il dio ringraziò di non avere necessariamente bisogno di mangiare o dormire.

E Null non si faceva vedere! Quella era la parte che Herobrine detestava di più. Il dio della preveggenza sembrava sparito. Aveva provato più di una volta a chiamarlo, quando ancora era in pieno delle forze, ma poi si era indebolito così tanto che non aveva più potuto pensarci.

Ovviamente, la colpa di tutto era solo di Steve. Se c'era una cosa a cui Herobrine non riusciva a rinunciare era maledire il nipote con tutte le sue forze, nonostante ciò gli costasse ogni volta una fatica in più. Ma che gli aveva fatto di male per meritarsi quello, oltre, naturalmente, aver tentato di conquistare il mondo? Era pur sempre suo zio, dopotutto!

Per non parlare di suo fratello, Notch. Non ricordava più l'ultima volta che si erano rivolti una parola di affetto. Detestava l'idea che lui fosse ancora libero e nel pieno delle forze mentre lui stava per essere schiacciato dal suo stesso regno. E pensare che solo poco tempo prima lui era sul trono dell'Aether, con i Draghi Titani come servi, mentre Notch era incatenato sotto i suoi piedi!

Quando ci pensava non riusciva a trattenere un urlo di rabbia, guadagnandosi le occhiate perplesse di Kinghast e Witherboss.

A peggiorare il tutto, oltre alla fatica doveva sentire anche il caldo. A dir poco orribile. Nonostante ci fosse abituato per via di tutti quegli anni nel sottosuolo, improvvisamente sentiva un terribile calore invaderlo dalla testa ai piedi, facendolo sudare copiosamente. Sapeva che era dovuto allo sforzo che il suo corpo subiva.

Non osava immaginare cosa fosse rimasto del dio bello, forte e temibile di un tempo. Aveva probabilmente un aspetto orribile. Persino Kinghast e Witherboss, che approfittavano della sua immobilità per rivolgergli frasi di scherno, più di una volta si erano impietositi e avevano tentato di rinfrescarlo con dell'acqua o con dei ventagli.

Malgrado non glielo avrebbe mai detto, Herobrine era grato per quei gesti di misericordia, ma allo stesso tempo odiava essere costretto ad accettarli. Era umiliante pensare che il dio che un tempo era il più temuto del cosmo ora era nient'altro che un relitto dipendente dalla pietà dei suoi sottoposti.

Improvvisamente udì un rumore molto simile ad un cigolio, e tirò un sospiro di sollievo nel riconoscere il rumore della porta, perché significava che qualcuno era venuto a fargli visita. In quel momento non gli importava chi fosse : gli sarebbe andato bene anche Notch in persona.

Invece si ritrovò di fronte Null.

-Cugino!- esclamò, sentendo i polmoni bruciare ad ogni sillaba. -Finalmente ti sei fatto vivo. Ho bisogno del tuo aiuto-

Null non rispose. Si limitò a fissarli con i suoi occhi rossi.

-Mi serve che tu mi dica come riacquisire i miei poteri- disse Herobrine.

Null continuò a stare zitto.

Herobrine lo vide alzare una mano con il palmo aperto verso di lui. Poi più nulla.
   
 
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