Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: Switch    17/07/2017    2 recensioni
TMNT.
Teenage Mutant Ninja Turtles
Non importa di quale universo si parli, queste quattro lettere sono le stesse. Fumetto, cartone o film, la costante sono loro quattro: TMNT.
Ma se, per una volta, in un universo, non avessero avuto la guida del loro amato sensei? Se togliessimo un dettaglio così piccolo, eppure così importante, come si svilupperebbe la loro storia?
Una storia "what if" alla sliding doors, una direzione mai esplorata prima.
E se Splinter non esistesse?
Preparatevi all'oscurità.
MT: Mutant Turtles
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era buio, lì dentro.
Talmente tanto che gli altri sensi si erano acuiti, affinati, e quasi poteva vedere con essi.

Sentiva l'odore pungente del cuoio, dei paracolpi che ricoprivano il suo corpo, logori dopo anni di utilizzo; era così spesso che lo poteva quasi assaporare, assieme al puzzo della crema analgesica per lenire il dolore della contusione che aveva ricevuto nell'ultimo combattimento, alla gamba sinistra, al quadricipite.
Persino camminare gli faceva male e lui doveva fare ben altro, doveva stringere i denti e continuare, fino alla fine.
Doveva essere pronto a tutto.

Passò una mano distratta sulle cinghie delle armi per assicurarsi che fossero ben tese e ne sentì i solchi e le lacerazioni accumulate con gli anni, col passare del tempo, con l'usura ammucchiata incontro dopo incontro; nel controllare quella sulla spalla sinistra sfiorò senza accorgersene le punte acuminate sul suo petto, il bordo del piastrone frastagliato e scheggiato, graffiandosi.

All'inizio scostò la mano, sorpreso dal dolore, seguì poi col dito il contorno delle punte affilate, assorto, ogni sbeccatura un ricordo doloroso, -inciso come una cicatrice,- della sua giovane vita. Alcuni erano più profondi di altri; alcuni erano più dolorosi di altri e non solo fisicamente.
Non aveva voluto che Mister Bowman gli sistemasse il piastrone, che gli ricostruisse il bordo liscio con resine speciali, perché lui doveva ricordare, e ogni scheggia che era caduta da esso, -creando la seghettatura naturale, che a volte feriva anche lui, che a volte sfiorava facendosi male,- era un momento in cui aveva fallito, in cui aveva fatto una scelta sbagliata, in cui aveva sofferto fino a desiderare quasi di morire.
E non erano cose che potesse concedersi il lusso di scordare.

Respirò a fondo per calmare il battito impazzito del cuore, che nel buio si amplificava, riempiendo ogni cosa.
L'eccitazione minacciava di prenderlo, ma lui doveva restare calmo, come Gustav il lanciatore di coltelli gli aveva insegnato; era sbagliato cedere all'ansia, poteva far tremare la mano e mandare tutto in rovina. Bastava un solo istante di disattenzione e tutto era perduto.
E nessuno più di lui lo sapeva.
Lui che aveva perso tutto. Tutti coloro che amava.

Ora che il suo cuore era tornato ad un ritmo normale, solo allora lo sentì, il lieve ronzio che si faceva strada dal di là delle mura: voci concitate ed emozionate, che urlavano ed esortavano, che incitavano e premevano, per avere la loro eccitazione, per vederlo all'opera.
Per l'ultima volta.
L'ultima battaglia.
Vincere o morire. Oblio o libertà.
E per lui libertà era sinonimo di vendetta. Perciò la bramava, la voleva più di ogni altra cosa, intossicante come il veleno, necessaria come l'aria.

Inghiottì a vuoto il groppo in gola, mentre il brusio cresceva, secondo dopo secondo, infilandosi da sotto alla porta insieme al flebile spiraglio di luce, così fioco da non illuminare nulla, riempiendo ogni spazio vuoto che trovava, anche quello dentro il suo cuore.
Non c'era più il battito ad animarlo, ma il coro a tempo che ormai scandiva il suo nome, con una voce sola, che lo chiamava nell'arena.
Sentì lo statico del microfono che si azionava e poi la voce amplificata dello speaker, che faceva la sua solita apertura ad effetto, suscitando un boato di approvazione tra il pubblico.

Saltellò appena sul posto per sciogliere la tensione dai muscoli e provare il dolore alla gamba; avrebbe retto, doveva solo stringere i denti e tenersi alla larga da calci che potevano colpire dove era già ferito.
Poteva farcela.
Il fragore crebbe, ora che era arrivato il momento.

Lo stomaco si strinse in una veloce morsa, nel secondo che precedeva la sua chiamata: “Ecco a voi l'indiscusso, imbattuto, fenomenale campione” disse l'uomo al microfono con enfasi, mentre la saracinesca metallica che lo separava dall'arena iniziava a sollevarsi lentamente facendo entrare la luce nella sua oscurità come un fiume in piena, gialla, forte, calda. Eppure per niente rassicurante.
D'un tratto anche quella fonte di luce si spense e fu il buio totale, ovunque. Sentì qualcuno trattenere il fiato. E poi un bagliore ancora più intenso si accese alle sue spalle, gettando fuori la sua ombra, enorme, nera come l'oblio, frastagliata, oscura e spaventosa.

Leonardo, il magnifico!” strillò lo speaker, con un urlo poderoso.
Un paio di passi furono necessari, per uscire nella gabbia di metallo che era l'arena. Al suo passaggio decine di faretti si accendevano coreograficamente, alimentando l'emozione negli spettatori.

Non riuscì a vedere da subito, la differenza era troppa dal nulla nero a tutta quella luminosità, ma non fu necessario: udì perfettamente i boati entusiasti di chi lo conosceva già e aveva scommesso su di lui e gli strilli inorriditi di chi invece non lo aveva mai visto prima.
Non sapeva cosa fosse, né lui né i suoi fratelli avevano mai capito cosa fossero per davvero: uno strano ibrido umano-tartaruga, una evoluzione spontanea, una mutazione; di teorie se n'erano fatte a milioni, negli anni, ma non lo avevano mai scoperto.
Di certo, finché erano stati tutti assieme, si erano considerati una famiglia.
Tanto, troppo tempo prima.

Camminò fino al centro dell'arena, indifferente agli sguardi, sulla sua persona, sulle cicatrici più chiare che solcavano la sua pelle verde foresta su tutto il corpo, sul piastrone e il guscio scheggiati e dentellati dai colpi e dalla cattiva sorte.
Chiuse gli occhi e attese, assorbendo il calore dei fari e le voci come una spugna, ma distante anni luce con la mente.

Forse, si disse mentre lo speaker seguitava la sua pappardella per annunciare il suo sfidante, -l'ultimo finalmente,- forse sarebbe stato tutto diverso se avessero avuto qualcuno che si fosse preso cura di loro fin da subito, se avessero avuto dei genitori, qualcuno che li avesse accuditi e gli avesse mostrato amore e come funzionava il mondo.
Forse sarebbero stati più fortunati.
Forse sarebbero stati ancora tutti e quattro assieme.
Forse sarebbero stati ancora tutti vivi.
Forse sarebbero stati felici.

Se solo quel maledetto giorno in cui avevano aperto gli occhi nelle fogne non fossero stati soli.




Note:
Salve.

Ho deciso di pubblicare questa storia, e un'altra, anche se sono ancora impegnata con la serie Heart's Mutation. Perché sono nella mia testa da troppo tempo e vogliono uscire fuori e now or never è diventato il mio nuovo motto.
Ripeto: non hanno nulla a che fare con la serie heart's mutation.

Questa è una storia molto dark che parte da un solo presupposto, un what if grande come una casa: e se non ci fosse stato Splinter quel giorno in cui il mutageno li ha trasformati? Se il topo non li avesse visti e seguiti nelle fogne e quindi solo loro fossero mutati, come sarebbe stata la loro storia?
Ovviamente non potranno più essere ninja e li seguiremo per un po' prima dell'adolescenza, quindi rimangono solo tartarughe mutanti.

Fatevi portare in questa storia dark, molto dark, così scura che non si riesce a vederne la fine.

Abbraccio

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: Switch