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Autore: paxerella    17/07/2017    1 recensioni
Dopo tanto tempo riprendo a riscrivere un mio piccolo esprimento che avrà lo stesso titolo, ma riguarderà varie opere: DB, Buffy, Heros, e La leggenda di Korra, One upon a time
Questo riguarda il mondo di DB dove tutto è ambientato in uno spazio temporale ipotetico in un giorno ipotetico... buona lettura.
Vi prego siate clementi perché è da tanto che nn scrivo più.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capsule Corporation anno 755(su per giù) giorno …

La festa per la vittoria di Goku al torneo di arti marziali, era già pronta, Chichi era tutta in tiro, aveva sciolto i capelli e messo il vestito più bello per l’occasione.
Vegeta come al solito era ad un angolo che sbuffava guardando la strana ragazza dai capelli azzurri che saltellava qua e là per la stanza.
Odiava quella razza umana, sempre felice e senza pensieri per la testa, ma ormai era entrato a far parte di quella pazza comitiva e doveva abituarsi a tutte quelle strane forme d’affetto che gli umani si scambiavano.
Tipo il quel momento quando Goku felice per la bella sorpresa che le aveva preparato la sua ragazza, stava baciando e abbracciando la donna mora che nascondeva il rosso della vergogna.
Qualche minuto dopo la ragazza dai capelli color blu le si avvicinò: “Vegeta, se non eri festaiolo quando ti ho invitato avevi potuto semplicemente dirmi di no!”
V: “senti donna, perché non te la prendi anche con Junior, anche lui è seduto!”
Bulma arrabbiata rispose: “te lo ripeto per l’ennesima volta io ho un nome! Mi chiamo Bulma! Bulma! Bulma! Mettitelo in testa sayan!”
Janko poco distante prese la giovane e con una mossa la portò sulla pista da ballo: “lascialo stare, sai com’è fatto!”
Ma Bulma non poteva fare a meno di notare lo sguardo perso nel vuoto del principe, il suo sforzo di accettare quel mondo che non gli apparteneva e soprattutto il fatto che lei e i suoi genitori lo teneva a casa loro come se fosse stato uno di famiglia.
La festa ormai era arrivata alla fine e quasi tutti erano tornati nelle proprie case, Chichi stava ultimando di aiutare a mettere via tutti gli addobbi sparsi per il soggiorno…
C:” Goku per favore, puoi venire ad aiutarmi non riesco a prendere quello striscione è troppo in alto!”
Vegeta fu più lesto e con un balzo staccò lo striscione e disse alla donna del suo nemico: “tu e Karot potete andare, aiuto io Bulma a finire di mettere a posto!”
Goku non se lo fece ripetere due volte e con il suo solito sorriso stampato sul volto salutò gli amici.
Bulma guardò perplessa il sayan e andando in cucina disse: “bè se finisci qua te io comincerei a sistemare i piatti in cucina”
Il principe non poteva fare a meno di osservare che la donna lo guardava con quei occhioni seri e severi e senza dire nulla accenno un sì col capo.
Aveva ormai finito di tirare giù tutte le decorazioni e gli striscioni, in  cucina sentiva la donna che finiva di rassettare cantando un motivetto allegro. Non sapeva perché ma cominciò a fischiettare lo stesso motivetto nel soggiorno…
Qualche minuto dopo la donna stanca si stese sul divano appena messo a posto e non curante del principe, mise i suoi piedi proprio sulle sue ginocchia.
B: “mamma mia che stanchezza! Devo proprio dire a mio padre di mettere a posto quella maledetta lavastoviglie!”
V: “forse era meglio che non facevi nulla per festeggiare Karot!”
B: “è perché no scusa? Ogni tanto è bello passare una giornata con gli amici”  
V: “Si certo Crili, Janko, Junior e il Genio sono proprio bravi amici ci hanno lasciato qui a fare tutte le faccende di casa!”
B: “oh dai Vegeta, non ti sarai mica stancato a mettere a posto 4 cose! Che sayan sei? Eppure fai anche esercizi molto più faticosi!”
Vegeta non rispose alle provocazione della ragazza, anche perché ormai l’aveva capito doveva essere lei ad avere sempre l’ultima parola.
Poi qualche minuto dopo vide che la giovane s’era beatamente addormentata. Con delicatezza la prese in braccio, quel divano non era molto comodo e conoscendola, si sarebbe svegliata il giorno dopo ancora lì. La portò nella sua stanza da letto e la chinò su esso delicatamente.
Senza accorgersi la donna appoggiò le labbra rosse sulle sue chiudendole in un bacio soffuso. Si toccò le labbra come se non capisse cosa fosse successo, socchiuse la porta e se andò.
Era questo che l’uomo bramava? Era questo, un bacio? Non lo sapeva, ma di una cosa ne era certo gli era piaciuto.
  
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