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Autore: kamy    17/07/2017    3 recensioni
Takao ritrova Kei parecchi anni dopo la loro separazione come giocatori di bey, in aeroporto, nella notte di Tanabata.
★Autore: Kamy
★Fandom: Beyblade
★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1107
★ Prompt: 15. A e B si incontrano per caso in aeroporto dopo molto tempo mentre aspettano notizie dei rispettivi voli. È la notte di Tanabata.
★ Bonus: 15. Sfortuna; 50. Amaro in bocca.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=tJH9Bu1ZvR4.
Leggermente Hurt/Comfort.



Autore: Kamy

Fandom: Beyblade

Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!

Numero Parole: 1124

Prompt: 15. A e B si incontrano per caso in aeroporto dopo molto tempo mentre aspettano notizie dei rispettivi voli. È la notte di Tanabata.
Bonus: 15. Sfortuna; 50. Amaro in bocca.



Nel bagno dell'aeroporto

 

Takao sgranò gli occhi, le sue iridi nere brillarono di riflessi blu notte.

“Kei!” gridò.

Hiwatari si voltò lentamente, teneva una ventiquattrore con una mano e una valigia con l’altra.

“Takao?” domandò.

L’altro uomo chiuse gli occhi e gli sorrise, annuendo con il capo. La sua coda di cavallo ticchettò sullo zainetto da viaggio che indossava.

“Anche tu qui? Dove devi andare?” chiese.

Kei gli dava le spalle.

“A quanto pare da nessuna parte. Ero in attesa per sapere il mio volo, quando ci hanno detto che sono stati tutti cancellati. Questa notte sarò costretto a dormire in albergo” rispose gelido.

Takao avvertì una fitta al petto e si sporse in avanti.

< I suoi occhi sono più freddi di un pezzo di ghiaccio > pensò.

“Fortunato, io dormirò direttamente qui. Anche il mio volo è stato cancellato. Dovevo andare in Egitto. Tu?” lo incalzò.

“Ginevra. E la sfortuna si è accanita su entrambi, a quanto pare” rispose gelido Kei.

Takao si mise le mani in tasca e lo seguì, l’altro avanzava con passo cadenzato.

“Era da una vita che non vedevo nessuno della vecchia squadra. Ogni tanto ci sentiamo, ma sporadicamente” spiegò.

Kei superò un negozietto di souvenir che stavano chiudendo abbassando la saracinesca. Raggiunse la porta di un bagno pubblico e l’aprì.

“Io non sento nessuno” rispose. Entrò e Takao lo seguì, Kei appoggiò la valigia contro una parete e vi adagiò sopra la ventiquattrore.

Takao fischiò e si guardò intorno.

“Questo bagno è abbastanza pulito, non trovi?” chiese.

Kei si aprì i pantaloni e raggiunse un orinatoio, le sue gote divennero rosee.

“Sono stato in aeroporti anche peggiori di questo” ribatté secco.

“Mi stai ignorando, vero? Dannazione, sei sempre il solito. Non ci vediamo da una vita e nemmeno mi rispondi, parlare con il muro sarebbe più esaltante” si lamentò Takao.

Kei finì di urinare, utilizzò un fazzolettino per pulirsi e si rialzò boxer e pantaloni, gettò il fazzolettino in una spazzatura e chiuse la zip.

“Non ho niente da dirti, sono semplicemente in bagno” disse secco.

Takao strinse un pugno, i suoi occhi erano liquidi.

“Pensavo fossimo amici” si lamentò.

Kei aprì il rubinetto e si lavò le mani.

“Non ci vediamo da quando eravamo poco più che bambini” rispose roco.

“Ragazzini” lo corresse Takao.

Kei sospirò e guardò il proprio riflesso nello specchio, i suoi occhi erano cerchiati da occhiaie.

“Beh, in ogni caso adesso siamo uomini adulti” disse con tono gelido.

Takao si conficcò le unghie nel palmo della mano.

“Che non giocano più con le trottole. Avrei dovuto aspettarmelo da uno come te” ringhiò.

Kei scrollò le spalle.

“Takao, io invidiavo la tua bravura ad un gioco. Ho rischiato più volte di fare del male a delle persone per inseguire dei sogni sterili. Ora sono un uomo d’affari, ho un’azienda sulle spalle, non posso lasciarmi andare a vecchi sentimenti di rivalità” rispose. Si asciugò le mani sotto il getto d’aria di un phon.

“Ed io per te ero solo un rivale?” chiese Takao, la voce gli tremava.

“Cos’altro dovevi essere?” domandò Kei gelido.

< Perfetto, veramente perfetto. Mi sento come se la mia intera vita fosse andata in pezzi. Grazie Kei, non ero mai morto nel bagno di un aeroporto > pensò Takao.

Chinò il capo e le lacrime gli rigarono il viso, si calò la visiera del cappellino che indossava davanti al viso in ombra.

“Per me eri come un fratello” ammise.

Kei tirò un pugno contro il lavandino, arrossandosi la mano e Takao alzò il capo di scatto.

“Non potevo aspettarmi risposta diversa” disse acido.

Takao chiuse la porta del bagno a chiave.

“Cosa fai adesso?” domandò Kei, con tono esasperato.

Takao lo raggiunse e lo sbatté contro la parete del bagno, Kei si lasciò sfuggire un gemito.

“Mi tratti così e per giunta hai il coraggio di lamentarti? La tua maschera di freddezza non è durata molto. Non è vero che non ti ricordi di noi!” gridò.

“No, non è vero! Semplicemente sto cercando di dimenticarti!” sbraitò Kei.

“E COSA DEVI DIMENTICARE?!” ululò Takao.

Kei gli strinse le spalle e digrignò i denti.

“Hai idea di cosa significhi innamorarsi di qualcuno che ti vede solo come uno dei suoi tanti amici? Quando la squadra si è sciolta, mi è rimasto solo l’amaro in bocca.

Sì, il cuore spezzato e l’amaro in bocca. Perché tu mi piacevi, maledetto!

E il dannato destino si accanisce contro di me.

Quale sfortuna peggiore potrebbe capitare del rimanere bloccato durante il festival di Tanabata, in un aeroporto, con te? Invece di essere con mio figlio e la sua ragazza a festeggiare, sono qui, con la persona che mi ha spezzato il cuore.

Tu non vorresti essere con tuo figlio? Invece di aspettare un volo che non si sa quando arriverà” gemette Kei. Le sue iridi color ametista divennero liquide.

“Mio figlio è in gita, con la scuola. E io non chiamerei sfortuna l’esserci ritrovati. I draghi e le fenici sono destinati a stare insieme, si ritrovano sempre. E lo stesso fanno Orihime e Hikoboshi. Dobbiamo solo capire di amarci, come loro” rispose Takao.

< Avrei dovuto ammetterlo da anni > pensò.

“Questo vuol dire che saremo costretti a vederci una volta l’anno?” chiese Kei.

Takao si asciugò le lacrime con il dorso della mano.

“No, ora che ti ho ritrovato, ho intenzione di non lasciarti” disse. Strinse Kei con entrambe le braccia.

“Non eri sposato?” domandò quest’ultimo, rabbrividendo al contatto.

“Vedovo. E tu?” chiese Takao, i suoi occhi erano arrossati.

“Divorziato” rispose Kei. Sospirò.

Takao si sporse in avanti e appoggiò le sue labbra umide su quelle fredde dell’altro.

“Lo vogliamo fare qui, in bagno in aeroporto?” domandò.

Kei sciolse l’abbraccio.

“No, ti offro l’albergo… e sappi che anche da adulto sei rimasto petulante, ma in compenso sei anche diventato bipolare” si lamentò. Superò Takao, che lo afferrò per un polso.

“Stiamo insieme?” domandò Takao.

“Sì, ma scordati di poter fare il mantenuto” ribatté Hiwatari.

“Io ho un lavoro, sono un archeologo” lo rassicurò Takao, lasciandogli il polso.

Kei si voltò e lo guardò in viso, le loro figure si riflettevano nello specchio del bagno.

“Beh, da domani lavori per me” ordinò Hiwatari.

“E cosa dovrei fare?” domandò Takao, impallidendo.

Kei deglutì.

“Non ti ho detto tutta la verità. Vendo beyblade” ammise, grattandosi la spalla.

Takao gli sorrise.

“Lo sapevo, sei il solito bugiardo dalla maschera di ghiaccio” sussurrò.

“Da domani sarai il mio collaudatore” ordinò Kei, indicandolo.

Takao allargò le braccia.

“Con piacere, ma una condizione” ribatté.

“Quale?” domandò Kei, con voce leggermente spezzata.

“Torneremo a sfidarci, rivale” rispose Takao. Gli fece l’occhiolino e il segno dell’ok.

“Vediamo, intanto, se mi batti tra le lenzuola” ringhiò Kei. Recuperò la valigia e la borsa, Takao ridacchiò e aprì la porta del bagno.

 

  
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