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Autore: fiphina    17/07/2017    2 recensioni
(In revisione)
L'affascinante ed iconico Capitano Jack Sparrow stavolta è alle prese con il disperato tentativo di riportare la sua amata Perla Nera alle sue dimensioni originali, dopo che Barbanera l'aveva rinchiusa in una bottiglia. Come di consueto in tutte le sue avventure, ormai, questa impresa per il vecchio zio Jack non si rivelerà affatto " tutta rose e fiori", o se vogliamo dirlo in termini pirateschi: "tutta rum e donnicciole"! E se per Jack i guai non sono mai pochi, cosa accadrebbe se arrivasse anche a perdere la testa per la bella figlia di un certo celebre pirata di sua conoscenza?
Una sottospecie di seguito del quarto capitolo, in occasione dell'uscita del quinto film che sto aspettando come l'acqua! Non mi uccidete, è la mia prima fanfic su questo fandom!!
"Beviamoci su!!"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Nuovo Personaggio, Pintel, Raghetti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sedici: 

Un passato che riemerge 

 

 

Una nuova alba si fece strada nell'immensa distesa del mare blu.

Rain osservava la lontana striatura del sole emergere in superficie, trapuntando ogni cosa di un rosso vivo in tutte le sue sfumature.

Jack la raggiunse camminando al suo solito modo e tutto tranquillo.

-Se ti serve la bussola non hai che da chiederlo, gioia.- le disse, sorridendo, continuando a guardare davanti a sé.
 
Chissà perché, nella testa dell'affascinante capitano, un'improvvisa vocina gli ricordava sempre alcune parole che non accingevano ad andare via.

-Per trovare la mappa... intendo.- specificò, portandosi un dito alle labbra e concedendole una veloce occhiata.

Tuttavia la ragazza non gli dette peso, continuando a fissare dritto all'orizzonte.

Dopodiché si allontanò senza dire nulla, lasciando Jack stupito.

"Uhm... donne" rifletté tra sé e sé.

-Jack-

Sentendosi chiamare, il pirata si voltò: era Gibbs.

-Jack, devi venire un secondo, la questione è abbastanza urgente e se posso osare, alquanto strana.- affermò ansioso.

Pur avendone poca voglia, Jack lo seguì.

Arrivati in un luogo alquanto appartato, vi erano anche Pintel, Ragetti e Scrum.

-Sentiamo, cosa vi porta a chiedere il mio aiuto, signori miei?- chiese, leggermente annoiato.

Quelli gli porsero il fazzoletto che avevano trovato i due piccoli pirati.

Jack lo osservò attentamente, rigirandolo tra le mani; ad un lato notò due lettere "L. B."

-L. B... L e B... - ripeté più volte a bassa voce, riflettendo e riducendo gli occhi a due fessure.

-Uhm... non mi dice niente...- azzardò, -Comunque, parlando esteticamente, chi razza ha questi gusti da femminuccia? Dico sul serio, è imbarazzante...- chiese, infine, esponendo il fazzoletto quasi come fosse carta straccia ed osservandolo con espressione schifata.

-Non ci crederete mai se vi dico che è di quel tipo... come si chiama?- domandò Scrum, dubbioso.

-John, credo...- intervenne Gibbs.

-Ecco si, lo sapevo, infatti lo stavo per dire!-

Il mozzo si beccò una rapida occhiataccia.

-Che c'è?- ribatté in sua difesa.

-Tornando a cose più serie, capitano, sempre se ci sia rimasto qualcosa di serio in questo mondo... cosa c'è di strano in due misere letterine scritte su uno stupido pezzo di stoffa da femminuccia?- proferì Pintel.

-Di strano c'è il fatto che il caro ospite è diventato più nervoso del solito. Forse ecco perché quella sera non aveva tanta voglia di raccontare di sé; e non sarebbe logico che poi si sia subito ritirato per un qualcosa che riteneva urgente di dover fare?- intervenne ancora mastro Gibbs.

-Si, andare in bagno, però si è messo a piangere perché non trovava il fazzolettino, ahahah!- risero zio e nipote.

-Trovare il fazzoletto!- concluse a sua volta Sparrow, esibendo un lieve sorriso.

-Anche se, questo non vuol dire che abbia cattive intenzioni, siamo chiari... magari, ci è solo affezionato, chi può dirlo.- gesticolò con la mano.

-Esatto, capitano. Ma infondo sembra un po' esagerato... insomma, dai, è un pezzo di stoffa ricamato! Ammetto, però, che se si fosse trattato di una cassa di rum avrei fatto lo stesso... Ah! A proposito di rum, signori, ne ho una scorta piena!-

Il fedele amico di Jack Sparrow si diresse a prenderlo con aria tutta felice, accompagnato dall'esultanza di tutti i presenti.

-Noi ci potremmo addirittura fare il bagno nel rum!- esclamò Ragetti.

-Esatto!- rispose Pintel.

-Stai pensando che è meglio non perderlo d'occhio quello lì, vero?- disse Scrum a Jack, che, con sguardo accigliato ed osservando un punto fisso, stranamente annuì.

-Bravo ragazzo, vedo che hai cervello...- rispose, tirandogli una pacca sulla spalla e portandosi una bottiglia di rum alla bocca, inebriandosene.

***

È un pirata. Cosa ti aspettavi, Rain...

-Rain?- la chiamò John ad un certo punto.

La voce maschile la distolse dai suoi pensieri -John...- pronunciò, tornando a guardare davanti a sé, appoggiata sulle sarti della prua della nave -Finalmente una compagnia gradevole...-

-Compagnia gradevole? Qualcosa non va?- domandò il ragazzo, poggiandosi sul bordo di legno a braccia incrociate.

-No, è tutto apposto, non preoccuparti. Tu invece da un po' sembri piuttosto nervoso...- rispose lei, capovolgendo la domanda per cambiare discorso.

-No, nulla di importante. Ho solo perso un fazzoletto a cui ero molto legato... pazienza-

-Mi dispiace, se vuoi ti aiuto a ritrovarlo-

-Tranquilla, siamo su una nave, dove potrebbe andare? Non credo che da qui possa scappare!-

I due scoppiarono in un'allegra risata, che terminò dopo svariati minuti.

Fu Rain a rompere il silenzio.

-John, non vorrei essere indiscreta ma, posso chiederti cosa ti spinge a cercare l'isola fantasma?-

Lui sobbalzò impercettibilmente.

-Beh, diciamo che quando ho aiutato te e Jack, sono semplicemente rimasto coinvolto... tutto qui.-

Questa spiegazione non convinse per nulla la ragazza e la cosa fu evidente.

-Di belle scuse ne ho sentite, ma questa è addirittura patetica, scusami se te lo dico con poca moderatezza...- disse, infatti.

Il giovane abbassò la testa.

-Hai ragione, non avrei dovuto mentirti, perdonami. La verità è che voglio aiutare la mia famiglia, mio padre soprattutto... vedi... la mia famiglia un tempo godeva di una vita agiata, ma poi è crollato tutto. Così, un giorno, lui venne a conoscenza della leggenda dell'isola fantasma e si mise in testa di trovare questo famoso diamante per pagare i debiti contratti e garantirci di nuovo una vita migliore, ma non ci riuscì. Perciò voglio farlo io! Voglio tentare dove mio padre ha fallito! E... il fazzoletto è suo, per questo ci sono molto attaccato...-

Rain restò in silenzio, ascoltando tutta la storia.

-Mi dispiace davvero... loro sanno che sei partito?-

-No, non lo sanno. Sono convinti che mi sia trovato un lavoretto come mendicante presso Londra. Ecco perché quel giorno mi trovavo in biblioteca: mi servivano informazioni sulla mappa. Poi quando ho visto te e Jack ho capito che lui era un pirata e che sicuramente, salvandovi la vita, avrei potuto trovare una nave... è a me che dispiace, infondo mi sento di avervi solo usato...- ammise John.

La figlia di Barbossa scese dalle sarti e gli si mise di fronte.

-John, ehi, ascoltami... non hai fatto nulla di sbagliato, devi credermi!- lo tranquillizzò. 

-È nobile quello che vuoi fare! Questo dimostra che anche il tuo cuore è così e che sei disposto a tutto pur di non deludere la tua famiglia. Sono sicura che sarebbero fieri di te!-

Fisher sorrise -Grazie Rain!- disse, afferrandole una mano e stringendola nella propria.

-Sei una persona splendida! L'unica che abbia mai conosciuto!-

La ragazza parve scottarsi da quell'improvviso tocco e quelle parole. Si sforzò comunque di sorridere, ricambiando la stretta per provare a sentirsi a suo agio.

La cosa cominciò a precipitare quando notò un suo avvicinamento e fu allora che scostò la testa, puntandola verso il cielo.

-L'alba sul mare è uno spettacolo meraviglioso!-

-Già!- confermò lui. 

   
 
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