Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: Jinny82    18/07/2017    1 recensioni
Un altro passettino in avanti in una situazione che potrebbe sembrare senza uscita
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa volta è un po' più corta (solo 5 pagine invece delle sette dell'altra volta XD Shhh) e ci sono anche dei momenti dal pov variegato (?? beh, che cambia, ok? Diiiio quando non mi vengono le parole!), forse perché per la prima volta mi sono rsa conto di quanto sia difficile da usare questo affarino ... (e tanti auguri a me per gli ultimi due ...)
Ecco, con questa ultima parentesi mi sono un po' sbilanciata, ma ormai è chiaro che ne tocca una a ciascuno, e quindi saranno 5 oneshot, anche se dubito che si possano leggere separatamente (magari l'idea c'era anche, ma sono troppo pigra per ripetere cose e quindi mi sa di no XD)
Comunque la oneshot precedente è qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3652326&i=1
E niente, eccoci. 

 
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“Aiutatemi ...”
Il mormorio aleggiava ancora nell’aria. Shin si girò a guardare Touma, che aveva ancora le dita intrecciate con quelle di Seiji, la mano del samurai della Luce ancora posata sulla guancia in un tentativo ti nenerlo il più vicino possibile. Shin glie ne fu grato, perché aveva la sensazione orrenda che se uno dei due si fosse spostato di un solo millimetro dalla propria posizione al fianco di Seiji, quello sarebbe andato in pezzi troppo piccoli da rimettere insieme ...
“Dorme ...” mormorò Touma, strusciando leggermente la guancia contro il palmo di Seiji. Shin, dal canto suo, strinse un po’ più forte le braccia attorno alle spalle inaspettatamente esili del Nakama. Uno spadaccino avrebbe forse dovuto essere un po’ più robusto, ma ora che le battaglie erano finite, quelle contro i nemici quantomeno, forse andava bene anche essere giovani quanto lo erano, con le forme ancora acerbe tipiche della loro età. Dopotutto le Yoroi davano loro forza abbastanza da poter affrontare praticamente chiunque, quindi ... ma perché si stava perdendo in pensieri simili poi? Seiji era distrutto, in quel momento. La sua famiglia l’aveva allontanato, e tutto per loro ... sospirò e gli affondò il viso nei capelli
“Non piangere Shin, sennò riattacco pure io e ti allaghiamo casa ...”
“Basta dire ‘allaghiamo’, sai? È anche casa vostra.” borbottò Shin in risposta, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Seiji sospirò nel sonno e cambiò leggermente posizione, senza però staccarsi minimamente dai propri Nakama. A Shin sembrò che si rannicchiasse meglio tra le sue braccia e che stringesse più forte la mano di Touma. Quasi inconsiamente iniziò ad accarezzargli i capelli
“Oh, si infurierà quando gli farò notare che l’hai spettinato ...” ridacchiò Touma, strappandogli un sorriso
“Ma io negherò.” Rispose, convinto
“Piccola peste.” Si imbronciò leggermente Touma
“Guarda che sei più piccolo di me.” Gli fece notare Shin, sentendosi sollevato da quello scambio di battute così normale, nonostante la situazione di normale non avesse nulla. Tutti loro avevano parlato alle loro famiglie di quello che li legava. Non che lo avessero deciso, era successo e basta, a tutti era sembrato naturale. Dopotutto, lo aveva fatto anche Seiji, pur sapendo quanto sarebbe stato difficile.
Per loro non era stata altrettanto dura. Ryo era arrivato a Tokyo dopo aver parlato con il padre, presentandosi a casa con un sorriso enorme e una battuta sul fatto che se volevano un fotografo per un eventuale matrimonio non avrebbero dovuto pagare nulla. Il padre di Shu era rimasto leggermente sorpreso, ma non aveva trovato nulla da ridire, mentre la madre lo aveva mandato all’appartamento di Ueno carico di cibo per un esercito, dicendo che ora doveva prendersi le sue responsabilità e nutrire quei poveri ragazzi tanto sciupati. Shin aveva ricevuto un abbraccio dalla madre ed un sonoro bacio sulla guancia dalla sorella che se n’era uscita con un “lo sapevo, io!” piuttosto malizioso. In quanto a Touma, nemmeno lui sapeva bene se i suoi avessero davvero capito o se fossero persi ognuno nei propri pensieri e lavori come loro solito, ma in ogni caso non c’erano state reazioni quindi apparentemente l’avevano accettato, quantomeno a livello inconscio.
Ma vedere Seiji in quello stato, sapere come i suoi avevano reagito, aveva fatto capire agli altri quanto fossero stati fortunati. Aveva instillato il dubbio che se non fossero stati tanto uniti in quel momento sarebbero stati ai quattro angoli del mondo cercando di reprimere qualcosa che per loro era nato in maniera completamente spontanea, e pensare così faceva paura. E Shin aveva il terrore che alla fine Seiji scegliesse la sua famiglia, doveva ammetterlo. Non che non avesse fiducia in lui, ma sentiva tutto il suo dolore e non sapeva per quanto avrebbe potuto sopportarlo. Erano guerrieri, ma le Yoroi non proteggevano i loro cuori dal dolore. Nemmeno il loro legame ci riusciva fino in fondo, e c’erano stati momenti nella loro vita in cui il legame stesso era stato causa di dolore a sua volta ... Il rumore delle chiavi nella serratura riscosse Shin dai propri pensieri. Shu e Ryo entrarono di ritorno dal supermercato dove erano stati spediti senza tante cerimonie, carichi di sacchetti dal contenuto ignoto. Shin sospettò che non dare istruzioni precise ai due li avrebbe portati sull’orlo dell’obesità. Si sarebbe alzato per controllare, se non avesse avuto Seiji completamente abbandonato tra le braccia
“Sono cresciuto n una famiglia di ristoratori, malfidente.” Borbottò Shu, cogliendo il suo sguardo. Lui e Ryo scomparvero in cucina a sistemare le provviste, poi tornarono in soggiorno, dove Shin raccontò cosa Seiji si fosse lasciato sfuggire subito prima di addormentarsi. Touma sembrava essersi improvvisamente spento. Teneva la mano di Seiji sulla propria guancia senza muoversi. Byakuen aveva evidentemente deciso che quel momento era solo per loro e li aveva lasciati per andare ad acciambellarsi probabilmente su uno dei letti.
Ryo spostò il tavolino e si sedette di fronte agli altri ragazzi, mentre Shu si posizionava accanto a Shin, protettivo e forse anche un po’ geloso, nonostante non ci fossero mai gelosie tra di loro. Non ne avevano bisogno. Ma in quel momento Seiji stava monopolizzando Shin, e la cosa non sembrava andargli proprio a genio ...
“Non mi piace vederlo così. Non mi piace per niente. Non è ... normale! È come se io non avessi fame ...” sospirò guardando Seiji, rendendo così nota la vera ragione per cui si era avvicinato. Istintivamente allungò una mano a scostare alcune ciocche bionde dal viso addormentato di Seiji. Ryo si chiese se anche lui sembrasse così dannatamente giovane e indifeso quando dormiva, ma si disse che in una situazione come quella di Seiji lo sarebbero sembrati tutti probabilmente ... si allungò a sua volta prendendo la mano di Seiji che non era stretta da Touma tra le proprie. Seiji continuò a dormire, ma strinse istintivamente le sue dita
“Ha le mani fredde ...” mormorò Touma, alzando lo sguardo
“A quello posso rimediare.” Replicò Ryo, con un mezzo sorriso, sentendosi finalmente un po’ meno inutile. Shin e Shu gli sorrisero di rimando, ma Touma si morse il labbro inferiore, mentre gli si formava un velo di lacrime sugli occhi
“Tou-chan ...” mormorò Shin, preoccupato.
“Prima che vi raggiungessimo, in stazione, ho avuto davvero paura ... si è voluto fermare un momento sul binario, si è seduto, sembrava ... calmo. Triste, ma calmo. Ma io ho avuto paura lo stesso ... una paura mai provata prima ... temevo si sarebbe lanciato sotto un treno ...” la voce gli si spense ed abbassò il viso. Ryo gli si avvicinò, lasciando andare la mano di Seiji, e lo abbracciò stretto
“Non l’ha fatto.” Disse “Siete qui tutti e due e tutti interi ... beh, più o meno ...”
Touma ridacchiò, abbandonandosi all’abbraccio
“Già ... più o meno.” Mormorò in risposta
Shin strinse la presa sulle spalle di Seiji e gli affondò il viso nei capelli, cercando di soffocare i singhiozzi che lo scossero all’improvviso. Seiji si svegliò a quel suono e, scostato un poco Shin, si guardò attorno leggermente spaesato. Poi fece una smorfia ed asciugò gli occhi del Nakama
“Non serve.” Gli disse semplicemente. Shin si morse le labbra, sentendosi il viso in fiamme, ma non di certo per l’imbarazzo
“Baka!” esplose all’improvviso. Quattro paia di occhi si sgranarrono all’unisono, fissandolo “Credi forse che possa fare finta di niente?! Lo sento come stai! Lo sentiamo tutti!”
Seiji si accigliò, poi sospirò, passandosi le mani sul viso, in un gesto di stanchezza. Touma si affrettò a riprendergli la mano e Seiji si girò a guardarlo, ma il samurai del Cielo fissava un punto imprecisato davanti a sé
“Vi sto facendo star male, scusate ...” mormorò allora Seiji, abbassando il viso a sua volta, aggrappandosi alla mano di Touma
“Non tu.” Borbottò Shu, interpretando i mugugni indistinti di Shin, che in preda alle emozioni era diventato improvvisamente incapace di comunicare. Seiji piegò una gamba, il ginocchio all’alteza del petto, e vi posò il braccio, iniziando poi a massaggiarsi la fronte con la mano libera dalla stretta di Touma
“Ti allontanerai per riconciliarti con la tua famiglia?” chiese Ryo, dando voce al terrore di tutti. Seiji smise di massaggiarsi la fronte e, più veloce di un fulmine, lo schiaffeggiò forte, lasciando tutti pietrificati dallo stupore. Poi, tremando, si alzò e si allontanò, uscendo sul balcone. Shin fece per seguirlo, in preda all’ansia, ma Shu lo fermò posandogli una mano sul braccio. Seiji era fermo e dava loro le spalle, tenendosi indietro i capelli. Dopo un momento si girò di scatto, rientrò nel soggiorno a grandi passi e tirò in piedi Ryo
“Non ti azzardare nemmeno a pensarlo!” gli gridò contro. Touma si alzò, pronto ad intervenire qualunque piega avessero preso le cose
“Non ce la potrei fare senza di voi!” gridò ancora Seiji, lasciando però il davanti della maglia di Ryo. Anche Shin si avvicinò, sentendo tutta l’angoscia nella voce del Nakama. Sentendo l’ennesima richiesta di aiuto in quella voce di solito ferma. Sentendo quanto ogni frase gli fosse costata. Seiji posò la fronte alla spalla di Ryo
“Non ce la potrei fare senza di voi” ripeté, e questa volta era un gemito tremante. Ryo sospirò, stringendolo a sé
“Scusa.” Mormorò, mentre le lacrime gli rigavano il volto. Seiji si staccò e gli asciugò malamente gli occhi, mantenendo un’espressione severa
“Lo so che siete preoccupati.” Sospirò guardandoli uno a uno “E ... beh, in questo momento mi fa anche piacere ...” borbottò, arrossendo ed abbassando il viso. Era appena stato allontanato da chi avrebbe dovuto effettivamente preoccuparsi per lui, si trovò a pensare Shin, era naturale che si sentisse a quel modo ...
“Vorrei solo riuscire a non farvi piangere ogni due minuti ...” riprese “Perché se piangete voi ... beh, vuol dire che è proprio una brutta situazione ...” la voce gli si incrinò in una nota acuta appena udibile. Accettò senza muoversi l’abbraccio di Touma. Non alzò il viso, tenendo i capelli a coprirglielo. Solo Shin vide le lacrime, nell’istante in cui alzò una mano add asciugarle, e si sentì straziare
“Vado ad occuparmi della cena.” Riuscì a balbettare, correndo letteralmente in cucina. E li, appoggiato con entrambe le mani al bancone, con la porta chiusa a nasconderlo agli altri, iniziò a piangere in silenzio. In genere il dolore dei suoi Nakama era qualcosa di praticamente insopportabile. Ma vedere Seiji, di solito controllato tanto da fargli a volte saltare i nervi, in quello stato lo sconvolgeva completamente. Non era preparato. Si asciugò in fretta gli occhi sentendo la porta aprirsi
“Sono io.” Disse una voce rassicurante. Shin si girò trovandosi a cadere tra le braccia di Shu, aggrappandoglisi e calmandosi. Non poteva piagnucolare se Seiji stava in quel modo, accidenti!
“Non ti lascio mangiare niente finché non è pronto, sappilo.” Borbottò, cercando di darsi un contegno
“Sei crudele!” si lamentò Shu, a voce forse un po’ troppo alta
“Non farcelo morire di fame, ci serve!” arrivò la risposta di Touma dal soggiorno, accompagnata dalle risatine di Ryo e da un “sei tremendo” borbottato a mezza voce da Seiji. Shin sorrise a Shu, che gli stava rivolgendo un ghigno trionfante, poi si mise all’opera per preparare la cena, non senza notare che le domeniche a Yokohama avevano migliorato notevolmente la cucina di Shu. Doveva chiedergli quali segreti i suoi genitori gli stessero insegnando, ovviamente per rubarglieli ...
 


 
  
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