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Autore: _ Arya _    18/07/2017    3 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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A good, a strange and a delicate news





EMMA POV

-Forse è meglio chiamare l'ambulanza...
-No, non ancora. Meglio di no. È solo... svenuta. Aspettiamo qualche minuto...
-Se provi a svegliarla?
-No, non lo so... non dovrei, credo. No?
-Potresti provare piano...
-Ma cos'ha fatto ieri? Magari ha bevuto troppo e sta ancora male?
-Sì, è probabile sia quello.
-Ed è calda... la febbre non dev'essere d'aiuto. Le hai dato qualcosa stamattina?
Pian piano le voci divennero sempre più chiare, fino a che non tornai a riuscire a distinguerle completamente.
-Sto bene...- cercai di dire, senza troppo successo. La voce mi uscì spaventosamente roca e bassa, tanto che ebbi la necessità di schiarire la gola. Cosa diavolo era successo? Ero svenuta? Ricordavo di aver sentito la testa molto pesante, e di essere stata pervasa da una sensazione d'ansia spiacevole.
-Swan! Vuoi che chiami aiuto?
-Non dire sciocchezze...
La voce mi stava tornando e anche le forze per tirarmi su a sedere. A quanto pare mi avevano fatta sdraiare sul divano e mi scrutavano tutti e tre preoccupatissimi: ovviamente non avevo proprio potuto evitare quell'ennesima figura di merda.
-Scusatemi. Ieri sera non ho proprio dato il meglio di me, e... sono ancora provata, a quanto pare.
-Ti riaccompagno in camera, puoi dormire ancora un paio d'ore. Chiamo io Regina e i tuoi per rassicurarli, che dici?- propose Killian, sedendosi più vicino a me e cingendomi dolcemente le spalle. Mi sarebbe bastato rimanere in quell'abbraccio, non avevo bisogno di nient'altro. Il calore che emanava mi faceva sentire così bene...
-No, sto meglio. Ma un'aspirina la prendo, magari... mi dispiace per tutto il casino.
-Non dirlo neanche, piccola. Adesso di porto l'aspirina... e una coperta.
-Grazie- sorrisi, per poi stringermi tra le braccia di Killian. Ormai era inutile cercare di tenere le distanze; ero abbastanza convinta che, alla fine, avremmo trovato una soluzione. Era pressoché impossibile che trovassi di nuovo le forze per lasciarlo.
Rimasi in quel caldo abbraccio fino a che non fui costretta a prendere il bicchiere per scolarmi la medicina, sciolta in acqua fresca. Alla mia espressione disgustata Killian rise e io mi vendicai con una leggera gomitata tra le costole.
-Pensi di riuscire a mangiare un paio di biscotti? Non dovresti rimanere a stomaco vuoto...- fece Cynthia, mentre mi aiutava a sistemare una copertina sulle ginocchia. Il calore mi fece sentire ulteriormente meglio, così annuii. Era un buon segno che l'appetito mi stesse tornando. Speravo solo che la febbre non sarebbe stata un problema per la visita pomeridiana, perché avevo seriamente bisogno di risposte una volta per tutte. Sia in caso positivo che negativo.
-Vieni con me oggi pomeriggio?- domandai d'un tratto, dopo aver ingoiato il terzo biscotto alle gocce di cioccolato.
-Davvero?
-Sì. Scusami per le scenate di stamattina, ero nervosa e... arrabbiata con me stessa. Non che ora non lo sia, ma va un po' meglio.
-Non ti preoccupare, tesoro. Non mi mica offeso... e ovviamente verrò con te.
-Grazie.

 

***


KILLIAN POV

Riuscii a separarmi da Emma soltanto perché l'avrei rivista tra un paio d'ore. Non avevamo parlato molto, eravamo rimasti sul divano a guardare la tv, alcune repliche di Desperate Housewives. Gli altri ci avevano lasciati in pace e ne ero stato davvero lieto. C'era tanto di cui discutere, ma nulla che non potesse attendere quella sera, dopo la visita, nella speranza che tutto sarebbe andato per il meglio. Più tardi avevamo pranzato tutti insieme con una calda zuppa di pollo preparata da mia madre e qualche fettina panata. Avevo insistito io, sapendo che dopo oltre 12 ore di quasi digiuno a Emma non sarebbe bastata la minestra.
Quando Regina era venuta a recuperarla l'aveva trovata in condizioni notevolmente migliori: la febbre era scesa a 37 e mezzo e il suo volto aveva ripreso un bel colorito roseo.
Ci eravamo lasciati con un piccolo bacio a stampo, ma il suo dolce sorriso stanco era valso più di mille parole. Era così bello riaverla di nuovo con me che non mi importava dell'esito degli esami, qualunque cosa fosse successa l'avremmo affrontata insieme.
-Mi piace Emma. È molto dolce...- esordì mia madre quando rientrai in salotto, gettandomi direttamente sul divano. La coperta con cui la ragazza si era scaldata era ancora lì.
-Già. E non è solo questo, Emma è... è una forza. Credo ti piacerà ancora di più quando avrai modo di conoscerla meglio. Mi spiace debba già ripartire domani...
-Beh, in realtà posso permettermi di prendere ancora una settimana. Sono due anni che non chiedo ferie extra... date le circostanze vorrei restare a darvi una mano.
-Sul serio?
-Ma certo. Potrò conoscere meglio le mie future nuore! E posso dare una mano col trasloco...
-Grazie, sarebbe fantastico!- esclamai, ignorando appositamente l'insinuazione.
Riguardo al trasloco, con Liam ed Elsa avevamo discusso di una soluzione temporanea che per un po' avrebbe funzionato benissimo. La ragazza si sarebbe trasferita nel nostro appartamento, anche se aveva cercato di convincerci che non ce ne fosse bisogno: ma anch'io avrei voluto avere Emma accanto, se fosse stata lei quella incinta. Era la cosa più giusta da fare e, nonostante ci fosse una stanza in più, avevo pensato che i due meritassero un po' di privacy. Io avrei occupato il monolocale di Elsa, il cui affitto era già stato pagato per i prossimi sei mesi, e nel frattempo avrei iniziato a cercare una nuova casa. Era da un bel po' che io e mio fratello progettavamo di separarci, dopotutto eravamo uomini adulti, e ora si era presentata l'occasione ideale. Negli ultimi anni avevo messo da parte abbastanza soldi per potermi permettere una bella casetta, magari come quella dei genitori di Emma. Avrei potuto cercarne una nella stessa zona, oppure un po' più a nord... amavo la calma della periferia. E forse, un giorno, non sarei stato il solo occupante... proprio per questo avrei chiesto consiglio alla mia ragazza. Senza fare pressioni o insinuazioni, avrei solamente voluto il suo parere in modo da scegliere qualcosa che piacesse a entrambi.
-Facciamo così, domani mattina chiamerò il preside... tornerò domenica prossima.
-Va bene... è fantastico!
-Davvero? Voglio dire, sarete stufi di avermi in mezzo...- rise la donna, ed io con lei.
-No, tranquilla. Tutto il contrario. Siamo trentenni, non più ragazzini ribelli! Siamo felici di averti!
-Allora d'accordo, facciamolo. E quando Emma starà meglio, riorganizziamo una cena tutti insieme... anche coi suoi genitori, magari.
-Se lei è d'accordo ok, assolutamente! Soprattutto ora che suo padre non mi odia più...
-Odiare, che parola grossa... piuttosto inizia a pensare a cosa le dirai. Voglio dire, se davvero è malata avrà bisogno di tutto il sostegno necessario... è una cosa molto delicata.
-Lo so...- annuii cupo. Non volevo neanche pensare a quell'eventualità, in realtà, però dovevo. Per il mio e soprattutto il suo bene era il caso che mi preparassi al peggio, dovevo essere pronto a confortarla e rassicurarla. Già il fatto che la sua malattia non potesse essere ad uno stadio avanzato mi faceva sentire meglio, ma la perdita della fertilità l'avrebbe fatta soffrire molto. Avrei fatto tutto il possibile per alleviare quel dolore, se fosse stato necessario.
-L'unico consiglio che ti posso dare è di non contraddirla. Molto meglio un “ci sono qui io” oppure “lo affronteremo insieme”, piuttosto che un “andrà tutto bene”. Perché è chiaro che non andrà tutto bene se sta male, e questo lei lo sa. Falle solo capire che non hai paura di rimanerle accanto...
Annuii ancora una volta, pensieroso. Aveva ragione, ad un “andrà tutto bene”, una come Emma avrebbe potuto rispondermi con un bel pugno in faccia. Inoltre non avevo dubbi sul volerle rimanere accanto, e questo gliel'avrei fatto capire a tutti i costi.
E poi, c'era anche la possibilità che si fosse trattato di un falso positivo. Forse non aveva proprio nulla che non andasse, e avremmo potuto continuare a vivere le nostre vite tranquillamente.
-Ok. Grazie. Adesso vado a farmi una doccia, poi voglio riposare un'oretta prima di andare...
-Va bene, penso riposerò anch'io. Cerca solo di stare tranquillo, va bene?
-Va bene. Grazie davvero, sono felice che tu sia qui proprio adesso...- sussurrai, abbracciandola stretta. Era davvero la mamma migliore del mondo e speravo tanto che fosse riuscita a perdonarsi, ormai, per gli errori commessi in passato.

 

***


Non appena vidi Emma sbucare dall'uscita della metro le andai incontro, circondandola con una forte stretta per cercare di infonderle tutto il coraggio possibile. Ricambiò anche lei, poi si alzò sulle punte dei piedi per darmi un tenero bacio sulle labbra, al quale risposi senza esitare.
-Wow, almeno con te ha qualche reazione. A casa non ha fatto altro che starsene rannicchiata a letto.
Solo in quel momento mi accorsi di Regina, che giustamente aveva accompagnato la sua amica. E meno male, perché nonostante la bionda sembrasse stare un po' meglio, era ancora molto tesa.
-Non siete voi quelli a cui stanno per diagnosticare il cancro.- ribatté acida lei.
-Oh, non hai perso la lingua allora.
-No, credimi, ce l'ha... ho appena controllato- sorrisi, ottenendo proprio l'effetto desiderato. Emma mi diede una bella botta, ma per la sua bellissima risata ne valse la pena.
-Non siete divertenti.
-A me sembra di sì! Volete fare merenda prima che andiamo? Offro io.
-No. Puoi offrirci qualcosa quando avremo finito. Sento che vomiterei qualsiasi cosa metta in bocca, adesso. Andiamo e basta.
-I tuoi non vengono?
-Sono già lì. Mia madre è di turno.
Annuii e, capendo che al momento non ci fosse nulla da dire per tirarla su, mi limitai a prenderla per mano. Ci incamminammo quindi verso il St Mary's Hospital, che avremmo raggiunto con una breve passeggiata di una decina di minuti. L'ultima volta che ero stato lì era stato più di un mese prima, quando avevo saputo dell'incidente della giovane. Ero corso aspettandomi il peggio, invece avevo finito per trovare la ragazza in perfetta forma... poi avevamo finalmente deciso di darci un'opportunità. Volevo credere che anche questa volta si sarebbe risolta allo stesso modo: nel migliore dei modi. Non era escluso che ciò che avevano trovato potesse essere una piccola cisti benigna o qualcosa del genere.
Quando sentii la ragazza stringermi più forte la mano, man mano che ci avvicinavamo, feci lo stesso. Le cose erano ancora un po' strane ed incerte tra noi perché non avevamo avuto modo di fare una conversazione seria... tuttavia la capivo bene, col suo umore sotto i piedi avremmo probabilmente finito per litigare. E nessuno dei due lo voleva.
-Tua madre crede che sia... strana, pazza o qualcosa del genere... vero?
-Cosa?- feci sorpreso, voltandomi a guardarla -No, certo che no. A dire il vero le sei piaciuta molto.
-In quello stato pietoso? Ti avrà detto una cazzata per farti sentire meglio.
-No, Swan. Pensa che tu sia dolce... e ha capito benissimo che se stai così è perché qualcosa non va.
-Se lo dici tu...- sospirò incerta -Comunque anche a me è piaciuta molto. È molto simpatica, tenera... e anche molto bella. Le somigli molto...
-Era un modo per farmi un complimento?- inarcai un sopracciglio guardandola, e quella sorrise lievemente scuotendo la testa. Avrei fatto di tutto per continuare a farla ridere e sorridere.
Peccato che quel barlume di buon umore si spense nel momento in cui svoltammo l'angolo per ritrovarci di fronte all'ospedale. La sentii deglutire sonoramente, e si bloccò stringendomi la mano così forte che mi fece male. Avevo quasi dimenticato quanta forza avesse!
-Mi viene da vomitare.
-Basta che non lo fai addosso a me- ironizzò Regina, spostandosi di un passo verso destra. Io invece speravo sarebbe riuscita a trattenersi, aveva già rimesso troppo quella notte. Probabilmente aveva espulso tutto ciò che aveva in corpo e, adesso che era riuscita a recuperare un po' di energie, non era il caso che si sentisse male nuovamente.
-Emma, ci sono io con te...- cercai di confortarla, circondandole le spalle e stringendola delicatamente. -Ricordati che qualunque cosa succeda, non sei sola.
-Lo dici ora... ma se...
-No, smettila. Emma so a cosa andresti incontro, ok? David me l'ha detto e poi ho fatto qualche ricerca e io... non mi importa. So che non ne abbiamo ancora parlato seriamente, ma dico davvero...
Lei non disse niente, ma feci in tempo a vedere una piccola lacrima rigarle il bel viso, prima che si stringesse a me. La strinsi anch'io, ancora più forte, poi andammo avanti cercando di non inciampare uno nei piedi dell'altro. Mia madre aveva ragione... la prima cosa che si coglieva di questa splendida ragazza era la sua dolcezza.
-Ehi, voi due. Siete teneri e coccolosi, ma potreste scollarvi? C'è un semaforo... vi ammazzerete.
Alzai gli occhi al cielo, Regina sapeva proprio come rovinare i momenti romantici... ma aveva ragione, quindi cercammo di ricomporci un po' prima di attraversare.
Continuammo a camminare in silenzio finché non giungemmo all'ingresso e, una volta dentro, riconoscemmo subito i genitori di Emma. Non appena ci videro arrivare si accesero in larghi sorrisi e corsero subito ad abbracciare la figlia.
Fu una scenetta davvero molto tenera, ed io e Regina ci scambiammo un sorriso. Quei due dovevano essere stati davvero molto in pensiero negli ultimi giorni.
Quando sciolsero la stretta David si voltò verso di me, e il cenno che mi fece con un sorriso appena accennato valse più di mille grazie. Avremmo parlato, ma non davanti a sua figlia.
-D'accordo, Ashley ti aspetta tra una decina di minuti al terzo piano- intervenne Mary Margaret -Vuoi che venga dentro con te? Sai per... farti forza. Qualunque cosa succeda.
-Mamma, ti ringrazio davvero. È solo che io... io vorrei lui...- borbottò, voltandosi a guardarmi. Non fu una sorpresa, dato che mi aveva già fatto capire di volermi vicino, quindi annuii. Speravo che sua madre avrebbe capito e non ci sarebbe rimasta male, quella era l'ultima cosa che desideravo. Se Emma avesse preferito entrare con lei non sarebbe assolutamente stato un problema.
-Tesoro- intervenne suo padre, schiarendo la voce -Io non ho assolutamente niente contro Killian, lo sa anche lui. È solo che penso sia meglio ci sia tua madre. È una visita, uhm...
-So che tipo di visita è- lo interruppe Emma, un po' rossa in viso -Ma papà, è il mio... ragazzo. Non farmi dire altro, cogli al volo.
Fu ben chiaro ciò che intendeva ed io ebbi l'improvvisa voglia di sotterrarmi o fuggire via, prima che suo padre decidesse di uccidermi. Aveva sepolto l'ascia di guerra, certo, e forse avevo anche iniziato ad essergli simpatico... ma questo prima di sapere che andassi a letto con sua figlia.
Quando ebbi il coraggio di guardarlo lo trovai con le labbra serrate a fissarmi. Poi si voltò verso sua moglie, che sembrava molto meno sorpresa... e poi di nuovo verso Emma.
-Sono adulta. Non fare scenate.
-Lo so. È solo che pensavo... volessi aspettare fino al...
-Matrimonio?- domandò, spalancando gli occhi incredula -Papà, oddio, siamo il 2017! Te l'avevo detto per farti stare zitto, non immaginavo mi avresti creduto! Anzi, sai cosa? Finiamola qui, non voglio parlare di queste cose con te.
Io li guardavo incerto, lo stesso faceva Mary Margaret. Regina invece se la rideva dietro di noi e non potei proprio biasimarla. Da fuori doveva apparire come uno spettacolo estremamente comico.
-Nemmeno io. Solo... state attenti- concluse piuttosto imbarazzato, prima di dirigersi verso le scale.
Emma mi guardò come per dire “poteva andare peggio”, poi lo seguimmo tutti e quattro. Sì, sarebbe potuta andare molto peggio... ma a mio parere il pericolo non era ancora passato. Per i prossimi giorni sarebbe stato un po' rischioso ritrovarmi da solo con David, ma potevo capirlo. Dopotutto Emma era la sua bambina... e in fondo, non era poi così adulta.
Salimmo sei rampe di scale fino ad arrivare al terzo piano, dove seguimmo Mary Margaret che conosceva l'ospedale meglio di noi.
Proprio in quel momento, da dietro una porta apparve una giovane dottoressa bionda, dal viso molto rassicurante: era indubbiamente un gran dono per un medico!
-Ciao cara! Sono contenta sia venuta in compagnia, stavolta.
-Salve dottoressa- salutò la ragazza, accennando un sorriso -Sì, stavolta sì. Manca solo mio figlio, ma non era il caso...
-Vedrai che sarai da lui in men che non si dica. Te l'ho già detto, se anche dovessimo trovare qualcosa... non sarà nulla di irrisolvibile. Ok?
-Ok- fece, anche se non troppo convinta.
-Bene, possiamo andare. Mary vieni tu insieme a lei?
-No, entra col suo ragazzo. Noi aspetteremo fuori, Ashley...
-Oh, d'accordo. Ad ogni modo, non ci vorrà più di mezz'oretta.
Non sentii cos'altro si dissero, perché seguii subito Emma nella sala dalle pareti bianche, stringendole forte la mano, nonostante la mia fosse ormai intorpidita. Quando si sedette sul lettino posizionato accanto alla parete in fondo le presi entrambe le mani e ci guardammo a lungo negli occhi, senza dire niente. Nel suo sguardo leggevo ansia, preoccupazione, paura... ed era ovvio che fosse così. Proprio per questo tentai di nascondere al meglio le mie, di paure, sarei stato forte per lei. La sua roccia. Così, se qualcosa fosse andato storto, avrebbe potuto affidarsi a me senza timore.
-Allora!- ci interruppe la dottoressa, dopo essersi chiusa la porta alle spalle -Stenditi tesoro, mettiti comoda. Sai come funziona quest'ecografia, no? Dovrò inserire la sonda, ma non è molto grande... non essendo vergine non ti farà male. Potresti provare solo un piccolo fastidio.
La guardai annuire e, mentre assumeva una posizione comoda aiutata dalla dottoressa, continuai a stringerle le mani senza distogliere lo sguardo dal suo.
Per un attimo pensai di sdrammatizzare con una battuta sul fatto che non fosse vergine, ma infine decisi di tacere. La nostra vita sessuale era stata già stata troppo esposta, a mio parere: non c'era bisogno che ne venisse a conoscenza l'intero ospedale. Mi spostai solo un po' quando si mise in posizione supina e venne coperta da un leggero lenzuolo dalla vita in giù, poi entrambi i nostri sguardi si spostarono sullo schermo appena acceso.
-Adesso preparo la sonda- spiegò la dottoressa -Sarà molto più semplice vedere cosa c'è nell'utero ed intorno... e sapremo qual è il problema. Hai avvertito dolori in questi giorni, Emma? Di qualsiasi genere.
-No... nulla.- disse, dopo averci riflettuto un attimo -Fisicamente sono stata benissimo, a parte la febbre. Ma quella è stata colpa mia, mi sono affaticata un po' troppo.
-Ok, perfetto. È una buona cosa. Adesso preparati, sentirai un po' freddo.
Annuì, poi oltre a rafforzare la presa sulla mia mano e stringere le labbra, non emise neanche un piccolo gemito. Sullo schermo del computer iniziarono a comparire delle immagini, ed improvvisamente mi si seccò la gola. L'ultima volta che mi ero trovato in quella situazione, era stato per la visita di Milah... quando avevamo scoperto che avremmo avuto una femminuccia. Impiegai tutte le mie forze per reprimere quel pensiero, perché Emma avrebbe subito colto il mio nervosismo.
Non potevo dire di essere esperto di ginecologia, neanche un po'... ma quando la dottoressa arrivò al suo utero, non riuscii a vedere nulla che potesse somigliare ad una massa cancerogena.
-Mmh... ok...- fece la giovane donna pensierosa, studiando attentamente le immagini. Io ed Emma ci scambiammo un'occhiata veloce, poi tornammo a guardare.
-Posso spostare un po' la sonda tesoro? Solo se non ti faccio male...
-No, sto bene, faccia. Quindi non c'è nulla?
-Nulla di grande, questo posso affermarlo con certezza. Te l'avevo detto, no?
La bionda sospirò, in apparenza un po' più sollevata, e lo stesso feci anch'io. Certo, la possibilità che si fosse formato un tumore grande era molto bassa, lo sapevamo già... ma averne conferma era ugualmente rassicurante. Le accarezzai i capelli profumati, che probabilmente aveva lavato una volta tornata a casa, e li trovai morbidi come sempre. Mi era mancato proprio tutto, di lei, anche i più piccoli dettagli.
Poi, le immagini iniziarono molto lentamente a cambiare, o almeno le angolazioni. Io rinunciai a cercare di capirci qualcosa e mi concentrai invece sui suoi occhi, che seguirono attentamente fino a che l'immagine non si fermò.
-Emma, posso chiederti se per caso hai avuto rapporti non protetti?
-No... prendo la pillola da quando ne ho. Prima di allora, negli ultimi due anni e mezzo niente...
-L'ultima volta quando è stata?
Avvampò all'istante, e anche io. Non erano passate neanche 24 ore, dall'ultima volta.
-Beh... mmh...- balbettò, schiarendosi leggermente la voce -Ieri.
Per fortuna la dottoressa si rivelò abbastanza professionale da rimanere impassibile, poi continuò a guardare lo schermo.
-La penultima?
-La... la penultima un paio di settimane fa. Ma perché? Questo cosa c'entra?
-Dammi solo un minuto e ti spiego tutto. Sta tranquilla, cara, voglio solo essere sicura prima di dirti cosa c'è... va bene? Tutto qui.
Quindi aveva capito cosa c'era che non andasse. C'era davvero qualcosa... però non sembrava preoccupata. Oppure non lo dava a vedere? Dopotutto era una professionista, era chiaro che non avrebbe mai voluto spaventare una paziente.
Aspettammo il più pazientemente possibile per un altro paio di minuti, fino a che non estrasse finalmente la sonda per posarla in un recipiente sul tavolino accanto.
-Allora- iniziò, togliendo i guanti -Ho un'ottima notizia, una... definiamola strana, e un'altra più delicata.
Io ed Emma ci guardammo ansiosi, poi tornammo a puntare gli sguardi sulla dottoressa, che era in attesa decidessimo dove iniziare.
-Ci dica in quest'ordine- fece Emma -Prima l'ottima.
-Non hai tumori! Sei perfettamente sana, Emma... davvero!
-Che... cosa? Ma allora?- domandò incredula, senza riuscire a nascondere un largo sorriso che le illuminò il volto. Erano due settimane che non avevo più visto quella luce, e se possibile fui ancora più felice di lei. Non era malata! Stava bene!
-Ecco, allora- iniziò l'altra, ma anche lei sorrideva -Questo ci porta alla notizia strana. Quelle cellule strane appartenevano effettivamente a qualcosa. Hai avuto tuo figlio due anni fa, vero?
-Sì...
-Ecco. Allora, sembra che inizialmente fossero due. Due gemelli, diciamo. È una cosa naturale, a volte capita... ci sono due embrioni, ma se ne sviluppa solo uno e così è stato. Il fatto è che probabilmente questo era posizionato dietro l'altro, quindi nessuno se n'è accorto... poi hai avuto un parto cesareo ed è stato estratto soltanto tuo figlio. Questo piccolo embrione, con ancora il sacco amniotico perforato, è rimasto lì. Non ha fatto alcun danno, è così piccolo che è normale non sia stato notato nelle successive analisi. Io ho avuto fortuna, diciamo.
-O... ok. Quindi?
-Sarà sufficiente rimuoverlo. Così da solo è innocuo, ma in gravidanza potrebbe creare problemi.
Scrutai bene Emma, la quale mi sembrò abbastanza tranquilla. Sì, era una notizia strana, come aveva anticipato la dottoressa... era pur sempre qualcosa che sarebbe potuto svilupparsi e diventare il gemello di Henry. Ma in fondo, non era stato così... non si era sviluppato per un semplice processo naturale, quindi non era come se avesse avuto un aborto. Non era grave.
-E a questo... si ricollega all'ultima notizia.- aggiunse l'altra, rompendo il silenzio. La guardammo entrambi, era tornata piuttosto seria... ma non poteva essere tanto terribile, no? Lei stessa aveva detto che la ragazza era perfettamente sana, che non aveva nulla. Non era malata.
-Cosa...
-Sei incinta di tre settimane, Emma.





 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Eccomi, ce l'ho fatta... in realtà il capitolo era più o meno pronto, ma era importante quindi c'era parecchio da migliorare. Sono arrivate parecchie risposte... Intanto lo svenimento di Emma non è stato nulla di grave. Era provata, e dopo una nottata come quella... era più che normale. Si è ripresa passando la mattinata a guardare la tv avvinghiata a Killian, e come darle torto? xD Cynthia l'ha trovata molto dolce, e non l'ha giudicata affatto per lo stato in cui era... anzi! Ha dato qualche piccolo ma utile suggerimento al figlio su come comportarsi... e spera di poterla conoscere meglio. Quindi rimarrà un'altra settimana a dare una mano ai suoi figli.
Poi è arrivato il momento della visita e lei è terrorizzata... ma il suo ragazzo e la sua amica sono comunque riusciti a strapparla una risata. Il momento imbarazzante è stato con David... che a quanto pare, aveva davvero creduto che Emma avrebbe aspettato il matrimonio xD un pochino tonto, ma in fondo la vede ancora come la sua bambina...
Alla fine non è malata. Ha solo quel piccolo problema dovuto alla precedente gravidanza, ma non è grave ed è facilmente risolvibile... il problema è l'altro. A quanto pare è incinta. E dato che mi diverte lasciare suspence, le reazioni e cosa succederà lo vedrete nel prossimo capitolo xD Dopo questo ne mancano 5 esatti, compreso l'epilogo... poi mi dedicherò alla nuova, al "crossover" con Harry Potter. Ho tante idee e temo anche quella diventerà lunga quanto un libro della Rowling xD
Un abbraccio e a presto :)

PS. Che ne pensate dei nuovi spoiler su OUAT? Io sono sempre più confusa. Però... se anche i nostri "soliti", pur avendo lo stesso aspetto, siano altre versioni dello stesso personaggio... potrebbe non dispiacermi. Boh. Almeno vorrebbe dire che gli originali sono stati lasciati in pace... anche se tutta questa roba della nuova Cenerentola e nuovi tutti, non mi convince. Vedremo!
 
   
 
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