Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: July_love12    18/07/2017    0 recensioni
Sempre precisa e preparata per ogni cosa; Rebecca affronta la sua adolescenza senza troppe paranoie. Gestisce la sua vita tra la scuola, amici e danza ed sembrando agli occhi della sorella maggiore un alieno; quando alla sua età era immersa dall'agitazione e da problemi da risolve. Alla disperata ricerca della tranquillità in un mondo di persone frettolose e stressate dalla loro quotidianità.
Mentre cerca viene coinvolta in diverse feste e durante l'ennesima, passata in un angolo del Pub ad annoiarsi, conoscere meglio un componente del suo gruppo di amici.
*ogni riferimento a cose, fatti e/o persone è puramente casuale.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Era tutto pronto. Lo zaino appoggiato dalla sera precedente vicino la porta ingresso, il nuovo orario scolastico attaccato all'armadio con dei piccoli pezzettini di nastro adesivo e il letto sistemato con sopra il solito peluche grigio a forma di elefantino. Rebecca guardava il suo riflesso in cima alle scale che portavano al piano terra. Nello specchio c'era una ragazza dalla carnagione chiara e dal viso espressivo incorniciato da una lunga treccia castana scura. Le sue dita ossute giocherellavano fra di loro mentre erano osservate dai piccoli occhi neri. Separo le labbra sottili per inspirare aria per poi espellerla. Era pronta al nuovo anno scolastico e non si sarebbe ritirata indietro a qualsiasi novità gli avrebbe proposto; però dentro di lei sentiva che qualcosa sarebbe andato come previsto ma non se ne curo più di tento. Era solamente un po' d'ansia per il grande momento o almeno sperava fosse solo quello.

Quella meno pronta ai cambiamenti di settembre era sua sorella Sara, da poco maggiorenne, che apparve nello specchio sbadigliando e con ancora addosso il pigiama grigio dove allegre teste di unicorno fluttuavano nelle sue gambe. Le rivolse il suo sguardo assonnato per lasciare sul il suo viso un espressione sorpresa.

«Sei già vestita? Sono a malapena le sei!»

«Voglio essere puntuale il primo giorno di scuola» Si giustifico Rebecca seguendola giù per le scale. Ai piedi di quest'ultime il piccolo ingresso divideva lo studio dei genitori dal salotto. Oltrepassarono il grande arco, che sostituiva la solita parente di mattoni, per entrare in sala e la posseditrice della treccia si diresse verso il cammino, rigorosamente fatto in mattoni, con tutte le foto di famiglia appoggiate sull'architrave. Prese in mano il portafoto più grande e che stava in bella mostra in mezzo a tutti gli altri. La cornice bianca era decorata da vecchie caselline per i mosaici che davano colore alla coppia appena uscita dalla chiesa. Lei sorrideva tenendo in mano il bouquet con fiori bianchi e rosa legati insieme da un nastrino avorio come il vestito. Lui sorrideva in modo impacciato probabilmente perché non era abituato a stare davanti all'obiettivo. In basso a destra c'era una piccola frase in corsivo e probabilmente con una penna nera.

"21/02/1995 Chiara Agati e Andrea Fanini sposi"

«Prendi il tè, giusto?» Rebecca posso la foto e si volto verso la sorella adoperata a prendere tazze e tazzine. «Sì, come sempre!» Diede un ultimo sguardo alla foto e si diresse verso gli sportelli della cucina per prendere un pentolino. Fin da bambina aveva immaginato una storia d'amore come quella dei suoi genitori. Si erano conosciuti durante il loro periodo della maturità e dopo cinque anni di fidanzamento arrivo il grande domanda insieme ai problemi. Però nonostante tutte le difficoltà dopo due anni arrivo la prima figlia della coppia. Sperava un giorno di trovare il famoso "principe azzurro" anche se sapeva che l'unico che poteva aggiudicarsi quella nomina era Sam Worthington sul set cinematografico con una coroncina in testa. Comincio a giocare con i suoi capelli mentre faceva bollire l'acqua. Solitamente le sue colazioni erano occupate da tè verde, zucchero di canna e primi biscotti che riemergevano dalla dispensa, ma quel giorno sentiva il bisogno di scacciare quella strana sensazione che sentiva e provarla a ignorala sembrava non aver funzionato.

Afferro la confezione la camomilla e ne tiro fuori una bustina per poi posizionarla al interno della sua tazza. Sara, seduta alla tavola , aveva seguito tutto con uno sguardo perplesso.

«Va tutto bene?»

«Certo!» Rispose con una sicurezza inaspettata rivolgendo la guardo alla sorella maggiore.

«Sicura? Non hai bevuto camomilla. La hai sempre definita una bevanda per gli ansiosi cosa che tu non sei.» Disse appoggiando la tazzina di caffè vuota per poi far aderire la propria schiena alla superficie della sedia, dove si era seduta in precedenza, e fece intreccia le proprie dita e ci appoggio sopra il suo mento per studiare meglio la persona davanti a se.

«Non posso cambiare la mia colazione? In questa famiglia bevono tutti camomilla è volevo provare anch'io.» La sicurezza la lasciava intuire la sua voce svaniva verso la fine della sua risposa. Con una mano si appoggio al tavolo mentre altra torturava i suoi capelli raccolti e i suoi denti cominciarono a premere contro il labro inferiore.

«Sei agitata per inizio della scuola?» Chiese Sara assottigliando lo sguardo e togliendo il contatto con il legno dello schienale per avvicinarsi a suo interlocutore.

«I-io non ne sono s-sicura» Stavolta nel suo tono di voce si poteva vedere tutta insicurezza che lei provava.

«Andrà tutto bene. Infondo abbiamo solo tre ore oggi.» Sentirsi rassicurare da sua sorella maggiore le sembrava sempre così strano visto che di solito succedeva il contrario. Da quando aveva iniziato le medie sua sorella, ormai liceale, andava da lei per sfogarsi; nonostante le sue amiche sentiva il bisogno di parlare di quello che le succedeva con la più piccola della sua famiglia ossia sua sorella. Quest'ultima però non aveva mai sentito la necessita di fare lo stesso. Fortunatamente non aveva mai affrontato problemi che non superassero la gravita dei compiti a sorpresa o insegnati troppe severe.

«Comunque hai scaricato l'orario scolastico l'orario per questa settimana?» Domando la maggiore tralasciano almeno per ora l'argomento di prima.

«Sì. Ti aspettano tre ora di gioia con gli insegnati di Latino, Greco e Matematica.» Scherzo la minore ottenendo un verso di disapprovazione.

«Come cominciare male questo anno scolastico.» Sbuffo e usci dalla stanza superando il capo famiglia che invece stava entrando meta camicia ancora da abbottonare. Guardo l'altra figlia intenta a versare l'acqua nella propria tazza a forma del piccolo mostriciattolo verde con un occhio solo ovvero il suo compagno di avventure nella sua infanzia.

«Agitata per inizio delle scuole.» Disse lei mentre si avvicinava di nuovo ai sportelli alle sue spalle per prendere lo zucchero. Il padre si diresse verso la cucina per poi notare una tazzina bianca piena di liquido marrone appogiata sul bancone di marmo. Quando noto un altro elemento bianco sul tavolo uguale a quello che stava osservando prima sorrise intuendo che quel caffè fosse per lui infondo, a parte alla sua figlia maggiore era l'unico che ne beveva. Così se la porto alle labbra assaporando il contenuto freddo e amaro, come piaceva a lui. I suoi occhi castani si posarono sulla figliola più giovane seduta al tavolo che stava in mezzo alla stanza insieme al divano bianco, ricoperto di cuscino colorati, sistemato di fianco al cammino in modo verticale rispetto a quest'ultimo.

Tra i due componenti della famiglia di era creato un silenzio né piacevole né imbarazzante. Entrambi erano concentranti sulla propria colazione quando arrivo ultimo elemento femminile della piccola famigliola. I luchi capelli scuri scendevano fino a metà del busto, i piccoli occhi neri erano ancora coperti dalla palpebre e la vista delle sottili labbra che non sembravano smettere di sbadigliare erano disturbato dalla mano sinistra di lei. Saluto con un bacio sulla guancia il marito e la figlia per poi preparasi propria colazione.

Dopo un ora dal risveglio dei quattro abitanti della piccola villetta uguale a tutte le altre di quel quartiere i due più importanti erano già usciti di casa lasciando le due sorelle ancora intente a preparasi. Più precisamente Rebecca si era appena chiusa la porta d'ingresso alle spalle mentre Sara stava ancora cercando i compiti delle vacanze. Si incammino verso istituto nonostante il suo anticipo. La aspettava un secondo anno di una scuola a indirizzo tecnico con i solito compagni tra cui ormai inseparabile gruppo d'amici dove faceva parte, gli insegnati troppi veloci a programmare verifiche e troppo lenti a correggerle e amministrazione inesistente. Giro a destra e continuo a camminare sul marciapiede mentre i Bar sistemavano i tavolini e le persone uscivano di casa per lavorare. Saluto Gemma, la figlia del proprietario del Bar davanti l'edificio, che stava sistemando i tavolini e prendendo le ordinazioni dei clienti mattutini. Quando il suo saluto fu ricambiato, attraverso la strada ed entro nel cortile della scuola ancora vuoto e si sedette su un muretto aspettando che arrivasse qualcuno di sua conoscenza.

Entrò in classe seguita d'Alessia con una faccia per niente felice del nuovo inizio. «Come mai tutta questa voglia di entrare in classe?» Chiese mentre guardava la lavagna con su scritto, in caratteri decisamente grandi, 2^C. «Non eri costretta a venire.» sussurrò mentre appoggiava lo zaino sul banco guardando quello dell'amica cadere per terra accompagnato dai strani borbotti che faceva mentre si accomodava sul banco. «Pronta per questo nuovo orribile anno scolastico?» Domando, non danno molto peso all affermazione sentita poco prima, alla sua migliore amica mentre giocava con la cover del telefono. «Sinceramente sono un po' in ansia.» Al pronunciare di quelle parole Alessia alzo un sopraciglio e fisso la figura magra, davanti a lei, come per studiarne i più piccoli particolari. «Strano. Non sei stata ansiosa neanche i momenti peggiori di questo». Rebecca sapeva che la castana di fronte a lei la conosceva come le sue tasche quindi sarebbe stato inutile mentirle. Si conoscevano dall'asilo ed erano sempre finite in classe insieme. La più grande produceva un sottile rumore di sottofondo con le unghie smaltate di rosso contro il legno. Il viso affilato rivolto verso circondato da capelli lisci fino a raggiungere la parte superiore del petto. I suoi occhi castani erano rivolti verso la più piccola anche se la loro differenza di età era di un mese. Quest'ultima, non volendo continuare il discorso, trovava interesse per le piccole mattonelle verdi sotto le sue scarpe. A rompere quel silenzio ci penso una ragazza con la sua entrata in classe.

«Ma ciao a tutti!» disse per poi fare un inchino prima d'entrare. Lancio il suo zaino facendo quasi cadere una sedia, saluto Alessia e si avvicino all'altra compagna per stritola in un abbraccio. Alice anche se era la più giovane del gruppo di amici fisicamente sembrava opposto con i capelli di un castano chiaro che finivano sempre davanti ai suoi occhi verdi e il piccolo neo vicino la parte sinistra del labro. Si stacco dall'abbraccio e si sistemo dietro a Rebecca. Cominciarono a entrare anche gli altri compagni e la stanza si riempi di abbracci e saluti; in fondo non ci vedevamo da tre mesi. La ragazza con gli occhi neri si guardo intorno e quando vide l'amica seduta dietro di lei salutare tutti con il dito medio alzato e le gambe distese sul banco di Lucia che urlava infastidita dal suo comportamento capi che quello sarebbe stato come l'anno precedente e non si sarebbe dovuta precupare. A distoglierla dai suoi pensieri ci pensarono due labbra posate sulla sua guancia sinistra.

«Giulietta, ti è mancato il tuo Romeo?.» Sentendo il sopranome che da bambini gli aveva appropriato il suo migliore amico rise. «No.» Disse per poi vedere David portare una mano sul cuore e guardarla con un sguardo dispiaciuto. «Giulietta cambierai idea. Molto presto cambierai idea.» Dichiaro prima di sedessi vicino ai banchi delle quattro ragazze e sue amiche.

Al suono della campanella si sedettero ai propri posti e alla vista dell'insegnante della prima ora si azzittirono tutti. Le ore passarono velocemente e tutti i professori facevano il solito discorso che ormai tutti sapevano a memoria. Alla terza ora e anche ultima della giornata, la Professoressa di Inglese si mise a parlare della sue vacanze estive in Irlanda, finche non chiese a Rebecca, seduta in prima fila, di fare le fotocopie per tutta la classe. Lei annui, prese i fogli e si diresse verso le scale. I corridoi della scuola erano ricoperti di fotografie degli studenti che avevano scelto quell'istituto. Prima di diventare un Istituto Tecnico la scuola era un liceo classico che era stato frequentato da entrambi in genitori di Rebecca. Tra tutte quelle foto, che coprivano orribile giallognolo delle pareti, c'erano anche loro mentre sorridevano senza immaginare quale potesse essere il loro destino. La ragazza stava scendendo le scale ma inciampo lasciando andare i fogli che teneva in mano che volarono in aria. Alzo leggermente la testa e apri gli occhi. Non era finita per terra con il viso attaccato al pavimento freddo anzi, la sua testa era adagiata sul petto di un ragazzo troppo alto per essere della sua età. I capelli castani coprivano leggermente gli occhi marroni tendenti al nero che cominciavano ad aprissi incocciando quelli color pece della ragazza. Quest'ultima per iniziasi a alzasi o per vedere meglio la persona sotto di lei aveva appoggiato le mani, al altezza del suo viso, sul pavimento per poi fare pressione e sollevarsi giusto lo spazio per separare il proprio a quello del ragazzo. Il rossore sulla guancia di lui la fece subito alzare. Si scuso mentre il ragazzo si stava alzando e mettersi al piedi davanti a lei. «Stupide scale.» Sussurro per poi muovere leggermente la testa facendo spostare la treccia da una spalla al altra, prendere il suoi fogli da terra e si diresse alla fotocopiatrice lasciando il ragazzo parecchio perplesso.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: July_love12