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Autore: MalessereBlu    18/07/2017    5 recensioni
L'inverno è arrivato e Sansa governa il Nord insieme al nuovo Re, Jon.
Il Mastino giunge a Grande Inverno dopo mesi di solitudine.
Sandor e Sansa si rincontrano, più arrabbiati, più consapevoli. Più forti.
SanSan ambientata dopo la Sesta Stagione.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo I

Non si sarebbe mai aspettata di rivederlo.

Non lì, nella tenue sicurezza delle mura di Grande Inverno.
Il Mastino portava con sé un mondo intero, un mondo diverso e altrettanto orribile: le urla di Joffrey, gli scherni della Regina, l'indifferenza di Tywin Lannister, la testa di Ned. Sandor Clegane trascinava dietro di sé l'immagine di quell'universo che aveva mandato a farsi fottere ben prima di lei. Era coraggioso, era stato anche giusto, apprensivo, onorevole nei suoi modi rozzi.
Solo con lei, sempre e solo con lei.
“Che cosa credi che dovrei fare con lui?” Jon le parlò piano mentre poggiava con riguardo le spalle impellicciate al parapetto.
“Perché ora ti interessa tanto la mia opinione?” Non scongelò lo sguardo dalla sagoma lontana del Mastino.
“Lo conosci. Non posso giudicare il destino di un uomo di cui non so nulla.”
“Sei il Re del Nord, puoi fare tutto.” Rispose lapidaria.
Lo sguardo di Jon si fissò nel suo. “Sei mia sorella, Sansa, questo titolo non cambia le cose tra di noi. Ho bisogno del tuo consiglio.”
Un sorriso ruppe il ghiaccio di quell'espressione.
“Ho bisogno di parlare con lui.”
“Sai che non posso lasciarti da sola. Potrebbe essere qui per conto dei Lannister, potrebbe essere qui per vendicarsi per la mortedi Joffrey, oppure...”
“Jon” quei buchi di ghiaccio si posarono nei suoi “non mi farà del male.”
Fu Jon a lasciarsi scappare un ghigno divertito questa volta “Non avrei mai pensato di sentirlo dire proprio da te.” Fece per muoversi “Non posso permettere che ti accada nulla, rimarrò fuori dalla stanza.”
Sansa non rispose.

I bastioni di Grande Inverno non erano maestosi come quelli della Fortezza Rossa. No, quel luogo era di gran lunga più modesto. Anche più pratico, pensò mentre toccava con mano lo spessore della pietra e la rigidità del legno. Una fortezza tanto inespugnabile quanto antiestetica. Fanculo i ghirigori, fanculo l'oro, quella era una roccaforte costruita dal sudore dei guerrieri e per i guerrieri. Circondato dalle nevi candide di un inverno che nulla aveva di romantico, quello era il posto su cui regnava il nuovo Re. Il Re del Nord, il Re del Nord, una nenia che rimbombava in tutte le foreste al di là della Gola. Il bastardo degli Stark era arrivato dove nessuno avrebbe mai immaginato.
Erano cambiate tante cose da quando si era allontanato dalla vita di corte: Approdo del Re aveva visto il succedersi dei bastardi Lannister, una bambina Targaryen stava per tornare a riprendersi il trono, il Nord, liberato dalla tirannia dei Bolton, si era unito sotto il nuovo re.
Sandor non sperava nella clemenza, non sperava in nulla.
La logica era molto semplice: se nel Sud avrebbe trovato morte certa, forse nel Nord avrebbe potuto rifocillarsi e tornare a uccidere come avrebbe voluto. Forse l'Inverno avrebbe congelato quei sentimenti, la gratitudine e la rabbia, la fiducia e l'odio.
Era cambiato anche lui. Non era più il cane del re, non era più un assassino a sangue freddo. Il Mastino era un cane percosso e abbandonato. Un cane pronto a mordere per rancore, non per dovere. Mai più per dovere.

Ed eccolo lì, il Re del Nord in persona.
“Ser Clegane” Jon mantenne le distanza, affiancato dal sempre fedele Tormund.
“Non aspettarti un inchino, non sono qui per giurarti fedeltà” sputò in fretta.
Lo Stark non si scompose: non era la prima volta che si trovava ad affrontare tanto sgarbo.
“Non temete. Non chiederò la fedeltà di chi ha già voltato le spalle al proprio re una volta.”
“Fanculo il re, fanculo i Lannister e tutti i loro giochetti.” Sapeva dove voleva andare a parare e no, non era decisamente lì per essere manipolato dall'uno o dall'altro schieramento.
“Cosa vi porta qui?” La mano ferma sull'elsa.
“Il mio culo ghiacciato. L'inverno è cominciato e non posso tornare a Sud, non dopo aver disertato la battaglia delle Acque Nere.”
Sostenne lo sguardo indagatore del lupo con la fierezza di un cane inconsapevole.
“Se è un riparo che cercate, sarò felice di accogliervi. Ma...”
“Avanti Snow, vai dritto al punto.”
“ Non posso fidarmi di voi. Non posso permettere che facciate del male per conto di chi ne ha già arrecato troppo.”
Si avvicinò minaccioso, stringendo il pugno a discapito della spada.
“Non sono qui per ordine di nessuno. Non ho intenzione di uccidere nessuno di voi a meno che non perda la pazienza e, fidati Snow, la mia pazienza non ha un limite molto alto.”
Il volto di Jon era teso. Aveva avuto a che fare con teste ben più calde di quella del Mastino durante il servizio al Castello Nero, ma qui no, non poteva permettere all'irritazione di coglierlo e non poteva lasciarsi andare a decisioni sbagliate o affrettate.
“Non sarò io a decidere il vostro destino, Ser Clegane.” Fece un passo indietro prima di voltare le spalle, mentre lo sguardo di Tormund rimaneva vigile su di lui.
“Snow, dove credi di anda...”
“Ser.”

Aveva dimenticato quella voce. L'armonia fredda e baritonale di una sillaba lo aveva trafitto alle spalle senza alcun preavviso. Un mondo antico, uno strato dorato su un oceano di sangue. Gli ci volle più di quanto avrebbe sperato per voltarsi.
Bella e fiera, come mai avrebbe potuto sperare di vederla.
Una donna, non più la dolce bambina del Nord. Una lupa.
“Ciao uccelletto.”
Non la scelta migliore. Si sentì ridicolo.
L'imbarazzo colse Sansa. Per un breve e intenso istante le palpebre serrate e il mento infossato nella pelliccia ricalcarono l'immagine del ricordo che di Sansa aveva, la figura di quell'esile e spaventata ragazzina.
Fu un attimo soltanto.
Il viso tornò rigido e immobile prima che qualcuno potesse vedere quella scintilla di debolezza.
“Alla fine sei tornata a casa senza la mia protezione.” Cercò di spezzare la tensione.
“Avrei dovuto ascoltarti.”
Lo colse di sorpresa. Di certo non si sarebbe mai aspettato di rivederla, ancor meno avrebbe potuto immaginare di sentire una tale confessione.
“Ma ora sei qui.” Le sorrise.
“Siamo qui.” Sansa non sorrise. 



Eccoci qui. Non pubblico nulla da anni e la mia storia non è betata, peto veniam. 
Spero di non avervi annoiato troppo e, che dire, con l'inizio di questa settima stagione il mio spirito da fangirl è tornato alla vita. 
Un abbraccio a tutti. 


Malessere

  
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