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Autore: Mi_scoccio01    19/07/2017    1 recensioni
“CHAT!” ma non lo vidi “Si piccolina?” e sbucò dal tetto, sobbalzai “Mi hai fatto prendere un colpo!” “Sei così carina quando ti spaventi” “Smettila” “Allora cosa volevi chiedermi?” mi avvicinai a lui, gli misi una mano sulla guancia coperta quasi interamente dalla maschera e lo baciai, “Grazie” forse ero un po’ arrossita ma non ci feci caso, prima di vederlo scomparire nella notte gli sorrisi e poi mi voltai per andare in camera mia.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Sono passati quasi tre mesi da quando mi sono trasferita a Parigi per via del lavoro di mio padre. Ho passato tutta l’estate a studiare pronunce, vocaboli e regole grammaticali in poche parole a studiare francese. Un’intera lingua in tre mesi non so come io ci sia riuscita ma sono soddisfatta del mio lavoro.
È il giorno prima dell’inizio della scuola, sono sola a casa, come sempre, ma a tenermi compagnia è la mia migliore amica Annarita, lo faceva sempre quando ero in Italia e continuava a farlo nonostante vi fossero un po’ di chilometri a separarci.
“Allora come ti senti? Sei nervosa?” “Un po’, ho solo paura di non riuscire a capire un tubo o di sbagliare pronuncia, vocabolo” “Se può rassicurarti possiamo fare una prova” “Cioè?” “Parliamo in francese, poi visto che sono al quinto anno di un liceo linguistico qualcosa dovrò pur saperla” “Grazie mon amour” “Prego mon minou” “Non capisco perché ti ostini a chiamarmi così non sono un gatto…” “Lo sembri, sei così cucciola e poi adori i gatti” “E va bene” dissi arrendendomi “Allora mon minou iniziamo questa chiacchierata” “Certo!” parlammo per ore intere del più o del meno, era come se fossimo due francesine doc.
Dovevano essere le 7:00 quando la sveglia suonò, non volevo alzarmi; avevo fatto tardissimo con Annarita, saranno state le 2 quando ci siamo salutate per l’ennesima volta per poi parlare ancora per un’altra ora di ragazzi e cose del genere “Su Alessia devi alzarti” mi dissi e facendomi coraggio scesi dal letto e andai in bagno a prepararmi. Dopo circa 15 minuti uscii “Vediamo un po’ cosa indossare” aprii l’armadio “Questo no, troppo elegante” presi un altro capo “Questo no, troppo sportivo” “Alessia è tardi, sbrigati” disse una vocina stridula “Si Tikki, hai ragione. Però non so cosa indossare” ci pensai un secondo “Trovato” “Brava Alessia, hai ancora 30 minuti” mi vestii (optai per un jeans aderente e la canotta dell’Adidas, la mia preferita, e per finire le mie amate Converse nere), con i 20 minuti rimasti mi truccai e pettinai “Okay, prendiamo la borsa e andiamo, vieni Tikki” e l’esserino rosso a pois neri entrò nella mia borsa nascondendosi, presi al volo un croissant ed uscii “Menomale che abito a 5 minuti dalla scuola, altrimenti sarei morta” presi il cellulare per controllare l’ora: 7:50 perfetto, la campanella avrebbe suonato alle 8:00, sarei arrivata anche in anticipo.
“Bene, ce l’ho fatta, sono arrivata in anticipo” presi il telefono e accesi la mia connessione dati, arrivarono decine di messaggi che mi auguravano ‘Buona Fortuna’ ma quello di Annarita non c’era, strano… dopo circa 3 secondi il telefono squillò “Buongiorno mon minou, volevo augurarti buona fortuna di persona, beh più o meno” “Buongiorno mon amour, ti ringrazio” non potei fare a meno di ridere “Dimmi che sono stata l’unica ad avere quest’idea. Su su” disse tutta soddisfatta “Si, sei stata l’unica” “Ecco, sono geniale” la campanella suonò “Devo andare, ci sentiamo mon amour” “A dopo mon minou, e non perderti” staccai. Entrai in quel maestoso edificio, come potevo non perdermi? ‘Posso farcela’ pensai, potevo chiedere, anzi dovevo chiedere, a qualcuno dove fosse la presidenza, andai vicino ad un ragazzo alto, biondo “Scusami, ciao, mi sono persa, potresti  per favore indicarmi la presidenza” “Oh beh” mi guardò “Sei nuova qui?” mi chiese “Si vede così tanto?” “No, beh, nessuno il primo giorno di scuola chiede dove si trovi la presidenza” “Giusto” “Beh, andiamo?” “Dove?” “In presidenza no?” “Oh si, grazie” dopo pochi minuti, “Eccola qui, in tutto il suo splendore” risi, “Grazie” “Comunque piacere Adrien” “Piacere, io sono Alessia” “Il piacere è mio” arrossii “Beh, ci vediamo” ed entrai in presidenza. “C’è qualcuno?” chiesi “Salve” “Salve, dovrei parlare col preside” “Si prego, si accomodi” entrai in un ufficio “Buongiorno lei è?” “Alessia Grigori” “oh, la figlia del nostro generale giusto? La aspettavo” “Si.” “L’accompagnerò nella sua nuova classe, su venga” uscimmo dalla presidenza, girammo sulla destra e c’era l’aula, il preside bussò alla porta “Avanti” disse una voce dall’interno dell’aula, stava per essere aperta la porta. Ero nervosa, e se non fossi piaciuta? E se mi avessero preso in giro? Guardavo Tikki che mi guardò con serenità, aveva ragione potevo farcela. “Buongiorno Signor Preside” e tutti gli alunni si alzarono, lanciai un’occhiata ai ragazzi seduti tra quei banchi, sembravano tutti simpatici, poi mi voltai e lo vidi, il ragazzo che poco fa mi aveva indicato la presidenza, ero contenta… ma perché mi sentivo così? Neanche lo conoscevo… “Buongiorno ragazzi, questa è una vostra nuova compagna di classe, si è appena trasferita dall’Italia. Mi raccomando siate gentili. Arrivederci e buona giornata” e il preside uscì “Salve signorina Alessia, può scegliere dove accomodarsi, c’è un posto libero vicino la signorina Alya, o qui vicino la signorina Chloè” annuii, non sapevo cosa dire… ero un po’ nervosa “Ma perché non parli? Il gatto ti ha forse mangiato la lingua?” disse Chloè che scoppiò a ridere “Chloè forse è solo a disagio” disse un ragazzo dai capelli rossi “Chloè giusto?” dissi rivolgendomi a lei “Parlo perfettamente il francese, anche perché mia madre è originaria di qui e da piccola non faceva altro che parlare in francese e della Francia, quindi per favore la prossima volta lavati la bocca prima di parlare grazie” le dissi, e le rivolsi uno di quei sorrisetti falsi che adoravo fare “Professoressa, credo che mi siederò vicino ad Alya” “Ragazzi, ho avuto un’idea” disse alla classe “Che ne dite se vi lascio questa giornata per conoscervi meglio?” e tutti esultarono. Tutti si alzarono per venire vicino al mio banco, uscii da quella folla, dirigendomi verso il centro dell’aula    “Okay, risponderò a tutte le vostre domande però, sedetevi così se la professoressa dovesse ritornare ci troverebbe in modo ordinato no?” mi ascoltarono e uno per volta iniziò ad alzare la mano “Prima però, presentiamoci. Ho già avuto modo di conoscere Chloè e Alya, vorrei conoscere anche gli altri” si presentarono tutti “Quindi ricapitoliamo, Sabrina, Chloè, Nathan, Ivan, Kim, Max, Juleka, Rose, Melane, Alix, Alya, Nino e per ultimo” “Ma non meno importante” disse il giovane biondo “Mai affermato questo, Adrien. Ora potete farvi sotto con le domande” “Da che parte dell’Italia vieni?” chiese Alya “Sud, Campania per la precisione in un paesino di nome Scafati” “Cosa ti piace fare?” chiese Adrien “Mm vediamo, adoro disegnare abiti, infatti vorrei diventare una stilista, poi leggere, cucinare e ovviamente stalkerare i ragazzi” “Ti adoro, diventerai la mia migliore amica” disse Alya, risi “Cosa ti piace cucinare” chiese Nathan “beh, tutto. Anche perché sono stata per così dire costretta a imparare tutto, mio padre non c’è mai e mia madre…” “Tua madre non è capace di farlo?” disse Chloè con la sua risatina sprezzante “No, visto che…” “Una madre che non sa cucinare che madre è? E poi esiste il detto: Tale madre tale figlia. Scommetto che quello che cucini è pessimo.” continuò lei “visto che alessia?” chiese Rose “Visto che…” feci un bel respiro, l’avevo superato potevo raccontarlo ai miei nuovi compagni di classe, mi fidavo di loro, restando con gli occhi chiusi “è morta tre anni fa” “Chloè la prossima volta sta zitta” disse Alix “Non preoccuparti, non poteva saperlo” “Ma prima hai detto che tua madre è originaria della Francia” disse Kim “Se è morta, avresti dovuto usare era…” continuò il ragazzo “Per me mia madre continua a vivere nel mio cuore, su non parliamo di cose tristi” “Perché tuo padre non c’è mai?” domandò Nino “è un generale dell’esercito e al momento è in missione in Tibet” “E quindi sei sempre sola, ti piace questo?” chiese Adrien “No certo, vorrei tanto che mio padre passasse più tempo con me ma è il suo lavoro e non posso farci niente. E poi grazie a questo, io e la mia migliore amica, in Italia intendo, ne abbiamo fatte di idiozie” “Qual è il tuo colore preferito?” chiese Melane “Blu. Ora vorrei conoscere un po’ voi, raccontatemi qualcosa” e la giornata passò in fretta, quando la campanella suonò tutti si diressero verso la porta per poter tornare a casa, io invece fissavo quel ragazzo biondo, che aveva un non so che di familiare “Scusami Adrien giusto? Faccio ancora fatica a ricordare tutti i nomi” “Non preoccuparti, comunque si sono io, ti serve qualcosa?” “E’ solo che hai una faccia familiare, ma non ricordo dove ti ho già visto. Puoi dirmi il tuo nome per intero?” “Adrien Agreste” “O MIO DIO, il figlio di Gabriel Agreste? Uno dei stilisti più noti al mondo?” “Si, sono proprio io” “Adoro tuo padre, è uno dei miei stilisti preferiti, anzi è il mio stilista preferito” “Vorresti conoscerlo?”

***

Ecco a voi il primo capitolo della mia prima storia... Che ne pensate? Fatemelo sapere lasciando un commento. Avrete notato che un altro personaggio copre il ruolo di Marinette come protagonista femminile, forse non sarà una cosa gradita ma volevo provare le sensazioni dell’essere Ladybug, combattere con Chat insomma volevo provare a essere Marinette… forse questa sostituzione non vi sarà piaciuta ma spero che sia avvenuto il contrario. Baci e a sabato!
 
   
 
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