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Autore: Il_Genio_del_Male    19/07/2017    7 recensioni
Gli effetti secondari di Ko Ko Bop.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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Disteso tra steli d’erba verde acido, Sehun fissa l’obiettivo. L’espressione è indecifrabile. Una mano scende lentamente ad accarezzargli la guancia. L’istante successivo la telecamera inquadra Minseok, autore del gesto. I due si guardano. Stacco.

“Gaaaaaaay” sussurra, purtroppo ad alta voce, Chanyeol.

Quella di assistere tutti insieme, nella sala relax del dormitorio, alla prima visione del nuovo mv su Youtube è un’abitudine che gli EXO hanno sempre avuto, sin dal debutto. Nato come un momento di condivisione ed entusiasmo da novellini, con il passare degli anni e le perdite subite ha finito per assumere le sfumature di un rito scaramantico. I ragazzi si augurano il meglio, che le vendite dell’album vadano bene, che non insorgano problemi o scandali di alcun tipo. Ci sono sempre la trepidazione di una volta, le risate in risposta a riprese non troppo lusinghiere o look atroci, la consapevolezza di essere proprio bravi, cavoli, la speranza che anche questa volta sia un successo. Ma gli assenti si notano. Il vuoto che hanno lasciato è tangibile. Jongin riesce quasi a percepirne la presenza, sebbene sia Joonmyun quello più sensibile sull’argomento. In quel momento, però, a Jongin non si ritrova a rimpiangere il russare leggero di Yifan, il tic alla gamba destra di Lu Han né i commenti precisi e taglienti di Zitao. Non sono i ricordi a congelarlo sul posto e a prosciugarne la concentrazione, bensì la scena che gli è appena passata davanti agli occhi.

Quella mano. Quello scambio di sguardi. Il suo Io razionale ne ha immediatamente registrato l’estrema artificiosità: i capelli di Sehun, di un arancione metallizzato assurdo; i suoi occhi, di un azzurro falso da lenti a contatto; il verde del prato, palesemente saturato. Ogni particolare di quella scena è artefatto, puro fan service, un copione messo diligentemente in pratica. Eppure per Jongin è impossibile, anzi intollerabile, restare seduto sulla sua porzione di divano e passare oltre. Non è mai stato avvezzo ai capricci, nemmeno da bambino. Si rende conto che andarsene senza un motivo apparente metterebbe in imbarazzo i suoi amici, guastando a tutti quel momento di svacco comune. Ma Jongin non è un modello di virtù, e ci sta che ogni tanto senta il bisogno di pensare solo al proprio benessere. Perciò si alza senza proferire parola. Baekhyun mette in pausa il video, pensando forse che debba andare in bagno. Joonmyun gli chiede che problema c’è. Yixing solleva lo sguardo, confuso. D’un tratto l’atmosfera nella stanza si fa pesante. Chanyeol capisce e sussulta.

“Ops” mormora contrito, mentre Jongdae gli rifila una gomitata. “Delicato come un pachiderma in una cristalleria” borbotta.

Minseok si schiarisce la voce, in procinto di dire qualcosa. Sehun lo precede e raggiunge Jongin con una falcata. “Ehi” lo trattiene per un braccio. “Non è stata una nostra iniziativa, ce l’ha detto il regista-” si interrompe quando nota i muscoli tesi dell’altro, la rigidità del collo, il modo in cui sembra voler sfuggire alla sua presa. Assomiglia più che mai ad un felino in procinto di saltare alla gola di un qualche povero sventurato, e più che mai Sehun lo desidera. “Non farti strane idee” sibila, in effetti abbastanza incazzato, perché Jongin non può cadere in simili tranelli. Che stronzata.

“Mi è venuta sete. Vado a comprare delle birre, sono finite” è la replica, pronunciata con il tono freddo e impersonale di un boia che si rivolga ad un condannato a morte. I suoi occhi, però, lampeggiano pericolosamente e diffidano chiunque dal mettergli i bastoni tra le ruote.

“Jongin” lo strattona Sehun. “Comportati da persona matura, cazzo. Ti sei rimbecillito tutto d’un colpo? Come accidenti ti viene in mente di offenderti per una scena così stupida- stavamo recitando e lo sai benissimo!”

“Chi ti ha dato il permesso di toccarmi” fissa furioso la mano che lo trattiene. Ringrazia la sorte che lo ha dotato di un carattere contrario alla violenza, perché se desse retta all’istinto starebbe già scorrendo del sangue (non suo). Come molte persone pacifiche, Jongin ha un’immaginazione feroce.

“Ragazzi, state calmi…” interviene Minseok. Jongin ne coglie il nervosismo e lo scruta in volto. Non è colpa sua, lo sa. Nemmeno di Sehun. Il problema è ben altro, è che lui ha paura e al posto di Minseok avrebbe potuto esserci chiunque altro. L’effetto sarebbe stato ugualmente devastante. Ma guai, guai ad ammetterlo. Disonore a chi dimostra le proprie debolezze.

“Tranquillo, Sehun” Kyungsoo, fino ad ora rimasto in silenzio, si alza dal divano e si avvia verso la scarpiera, da cui estrae due paia di sneakers. “Accompagno io Jongin al minimarket. Ha ragione, il frigo è vuoto”.

Sehun è riluttante, ma poiché si fida dell’amico cede e lascia andare Jongin. Con le dita gli sfiora la pelle; è una richiesta di scuse, un gesto tra amanti. Jongin non riesce a sostenerne lo sguardo che cerca il suo per assicurarsi che la tempesta sia passata. Si vergogna troppo.

 

 

Di ritorno dalla spesa, Kyungsoo suggerisce di fermarsi in un parco pubblico poco distante dal dormitorio. E’ notte, ed è improbabile che a quell’ora si aggirino paparazzi nel quartiere. Non c’è pericolo di venire disturbati. Si accomodano su una panchina.

“Vuoi parlarne?” domanda Kyungsoo passandogli una lattina di Cass.

Jongin pondera la proposta. Non conosce le parole giuste per esprimere ciò che prova, e anche se le conoscesse esiterebbe ad usarle. Non saprebbe descrivere la gelosia che lo consuma a fuoco lento ma costante, il terrore inconscio di venire abbandonato da Sehun e sostituito da un altro, o peggio, da una ragazza; la rabbia silente e corrosiva che lo assaliva quando, prima che Lu Han lasciasse il gruppo, tutto ciò che le fan sembravano vedere era la loro amata HunHan; l’incertezza di un futuro fragile che non garantisce nemmeno il presente e minaccia, all’orizzonte, una vita vissuta di nascosto nel migliore dei casi o nell’infelicità di un matrimonio imposto dalla società, perché è dovere morale di ogni cittadino coreano sposarsi e riprodursi per il bene del Paese; l’ingiustizia di tutto ciò, la fatica di dover sottostare a delle regole che non ha scelto; i sentimenti che non gli danno tregua, il senso di impotenza che certi giorni gli mozza il respiro e lo priva di qualsiasi slancio.
Come può pensare, figurarsi accettare, di perdere Sehun? Sehun, che è il responsabile della sua felicità e il custode del suo cuore. Che Jongin ama sebbene non lo desideri, perché amare è uno strazio, è ansia condita da una sporadica felicità. Perdere Sehun equivarrebbe a vivere un lutto; l’amore, come la morte, non ti lascia dire addio. E comunque Jongin non lo accetterebbe. Ma un giorno dovrà farlo. Perciò preferisce fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Si illude che, soffrendo in anticipo, quando arriverà il momento di troncare il dolore non sarà poi così terribile.

“No” scrolla infine le spalle.

“Per quel che può valere, detto tra noi… Sehun è pazzo di te. Probabilmente nemmeno lui sa quanto ti ama”.

“O è l’alcol a renderti sentimentale oppure hanno sostituito il vero Kyungsoo con un automa” scherza, e al tempo stesso tenta di sviare il discorso.

“La prima che hai detto, ma non dirlo agli altri. Solo Joonmyun ne è al corrente” ride lui.

“Mi sembra ovvio, siete talmente sposati che vi manca solo la fede nuziale”.

“Potrei dire lo stesso di qualcun altro” inarca un sopracciglio.

Jongin beve un sorso di birra. “E’ complicato”.

“Lo capisco, e non voglio ficcare il naso negli affari vostri. Va bene se non te la senti di parlare. Ma in caso ti servisse qualcuno con cui confidarti, sappi che io ci sono” gli dà un colpetto con la spalla come a rassicurarlo.

“Grazie, Soo. Sei un amico”.

“Sono anche un santo, per stare dietro a tutte le vostre paturnie. Ma mi accontento di riuscire a strapparti un sorriso” sbircia di sottecchi Jongin, ora più sereno.

“Joonmyun è un uomo fortunato”.

“Anche Sehun. Anzi, date le dimensioni del suo posteriore potremmo dire che è pieno di culo”.

Jongin ride. “Cin cin” alza la lattina per un brindisi.

“Cin cin”.

La birra è amara, l’aria notturna di luglio dolce. La vita sta nel mezzo.

 

 

 

 

Ispirata dall’imminente compleanno di Clò e dalla visione della prima stagione di Sense8 (se non lo conoscete già correte ai ripari, è uno dei telefilm meglio realizzati e più profondi degli ultimi anni!) avrei voluto scrivere una specie di AU in salsa sci-fi in cui la bromance fosse potente. Va da sé che il risultato non è stato quello previsto. Sono un fail umano, chiedo perdonoH.

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