Disteso tra
steli d’erba verde acido, Sehun fissa
l’obiettivo. L’espressione è
indecifrabile. Una mano scende lentamente ad accarezzargli la guancia.
L’istante successivo la telecamera inquadra Minseok, autore
del gesto. I due si
guardano. Stacco.
“Gaaaaaaay”
sussurra, purtroppo ad alta voce, Chanyeol.
Quella di
assistere tutti insieme, nella sala relax del dormitorio, alla prima
visione
del nuovo mv su Youtube è un’abitudine che gli EXO
hanno sempre avuto, sin dal
debutto. Nato come un momento di condivisione ed entusiasmo da
novellini, con
il passare degli anni e le perdite subite ha finito per assumere le
sfumature
di un rito scaramantico. I ragazzi si augurano il meglio, che le
vendite
dell’album vadano bene, che non insorgano problemi o scandali
di alcun tipo. Ci
sono sempre la trepidazione di una volta, le risate in risposta a
riprese non
troppo lusinghiere o look atroci, la consapevolezza di essere proprio
bravi,
cavoli, la speranza che anche questa volta sia un successo. Ma gli
assenti si notano.
Il vuoto che hanno lasciato è tangibile. Jongin riesce quasi
a percepirne la
presenza, sebbene sia Joonmyun quello più sensibile
sull’argomento. In quel
momento, però, a Jongin non si ritrova a rimpiangere il
russare leggero di
Yifan, il tic alla gamba destra di Lu Han né i commenti
precisi e taglienti di
Zitao. Non sono i ricordi a congelarlo sul posto e a prosciugarne la
concentrazione, bensì la scena che gli è appena
passata davanti agli occhi.
Quella mano.
Quello scambio di sguardi. Il suo Io razionale ne ha immediatamente
registrato
l’estrema artificiosità: i capelli di Sehun, di un
arancione metallizzato
assurdo; i suoi occhi, di un azzurro falso da lenti a contatto; il
verde del
prato, palesemente saturato. Ogni particolare di quella scena
è artefatto, puro
fan service, un copione messo diligentemente in pratica. Eppure per
Jongin è
impossibile, anzi intollerabile, restare seduto sulla sua porzione di
divano e
passare oltre. Non è mai stato avvezzo ai capricci, nemmeno
da bambino. Si
rende conto che andarsene senza un motivo apparente metterebbe in
imbarazzo i
suoi amici, guastando a tutti quel momento di svacco comune. Ma Jongin
non è un
modello di virtù, e ci sta che ogni tanto senta il bisogno
di pensare solo al
proprio benessere. Perciò si alza senza proferire parola.
Baekhyun mette in
pausa il video, pensando forse che debba andare in bagno. Joonmyun gli
chiede
che problema c’è. Yixing solleva lo sguardo,
confuso. D’un tratto l’atmosfera
nella stanza si fa pesante. Chanyeol capisce e sussulta.
“Ops”
mormora contrito, mentre Jongdae gli rifila una gomitata.
“Delicato come un
pachiderma in una cristalleria” borbotta.
Minseok si
schiarisce la voce, in procinto di dire qualcosa. Sehun lo precede e
raggiunge
Jongin con una falcata. “Ehi” lo trattiene per un
braccio. “Non è stata una
nostra iniziativa, ce l’ha detto il regista-” si
interrompe quando nota i
muscoli tesi dell’altro, la rigidità del collo, il
modo in cui sembra voler
sfuggire alla sua presa. Assomiglia più che mai ad un felino
in procinto di
saltare alla gola di un qualche povero sventurato, e più che mai Sehun lo desidera. “Non farti strane idee” sibila, in effetti
abbastanza incazzato, perché
Jongin non può cadere in
simili
tranelli. Che stronzata.
“Mi
è venuta
sete. Vado a comprare delle birre, sono finite” è
la replica, pronunciata con
il tono freddo e impersonale di un boia che si rivolga ad un condannato
a
morte. I suoi occhi, però, lampeggiano pericolosamente e
diffidano chiunque dal
mettergli i bastoni tra le ruote.
“Jongin”
lo
strattona Sehun. “Comportati da persona matura, cazzo. Ti sei
rimbecillito
tutto d’un colpo? Come accidenti ti viene in mente di
offenderti per una scena
così stupida- stavamo recitando e lo sai
benissimo!”
“Chi
ti ha
dato il permesso di toccarmi” fissa furioso la mano che lo
trattiene. Ringrazia
la sorte che lo ha dotato di un carattere contrario alla violenza,
perché se
desse retta all’istinto starebbe già scorrendo del
sangue (non suo). Come molte
persone pacifiche, Jongin ha un’immaginazione feroce.
“Ragazzi,
state calmi…” interviene Minseok. Jongin ne coglie
il nervosismo e lo scruta in
volto. Non è colpa sua, lo sa. Nemmeno di Sehun. Il problema
è ben altro, è che
lui ha paura e al posto di Minseok avrebbe potuto esserci chiunque
altro.
L’effetto sarebbe stato ugualmente devastante. Ma guai, guai
ad ammetterlo.
Disonore a chi dimostra le proprie debolezze.
“Tranquillo,
Sehun” Kyungsoo, fino ad ora rimasto in silenzio, si alza dal
divano e si avvia
verso la scarpiera, da cui estrae due paia di sneakers.
“Accompagno io Jongin
al minimarket. Ha ragione, il frigo è vuoto”.
Sehun
è
riluttante, ma poiché si fida dell’amico cede e
lascia andare Jongin. Con le
dita gli sfiora la pelle; è una richiesta di scuse, un gesto
tra amanti. Jongin
non riesce a sostenerne lo sguardo che cerca il suo per assicurarsi che
la
tempesta sia passata. Si vergogna troppo.
Di ritorno
dalla spesa, Kyungsoo suggerisce di fermarsi in un parco pubblico poco
distante
dal dormitorio. E’ notte, ed è improbabile che a
quell’ora si aggirino
paparazzi nel quartiere. Non c’è pericolo di
venire disturbati. Si accomodano
su una panchina.
“Vuoi
parlarne?” domanda Kyungsoo passandogli una lattina di Cass.
Jongin pondera
la proposta. Non conosce le parole giuste per esprimere ciò
che prova, e anche
se le conoscesse esiterebbe ad usarle. Non saprebbe descrivere la
gelosia che
lo consuma a fuoco lento ma costante, il terrore inconscio di venire
abbandonato da Sehun e sostituito da un altro, o peggio, da una
ragazza; la
rabbia silente e corrosiva che lo assaliva quando, prima che Lu Han
lasciasse
il gruppo, tutto ciò che le fan sembravano vedere era la
loro amata HunHan;
l’incertezza di un futuro fragile che non garantisce nemmeno
il presente e
minaccia, all’orizzonte, una vita vissuta di nascosto nel
migliore dei casi o
nell’infelicità di un matrimonio imposto dalla
società, perché è dovere morale
di ogni cittadino coreano sposarsi e riprodursi per il bene del Paese;
l’ingiustizia di tutto ciò, la fatica di dover
sottostare a delle regole che non
ha scelto; i sentimenti che non gli danno tregua, il senso di impotenza
che
certi giorni gli mozza il respiro e lo priva di qualsiasi slancio.
Come può pensare, figurarsi accettare, di perdere Sehun?
Sehun, che è il
responsabile della sua felicità e il custode del suo cuore.
Che Jongin ama
sebbene non lo desideri, perché amare è uno
strazio, è ansia condita da una
sporadica felicità. Perdere Sehun equivarrebbe a vivere un
lutto; l’amore, come
la morte, non ti lascia dire addio. E comunque Jongin non lo
accetterebbe. Ma
un giorno dovrà farlo. Perciò preferisce
fasciarsi la testa prima di essersela
rotta. Si illude che, soffrendo in anticipo, quando arriverà
il momento di
troncare il dolore non sarà poi così terribile.
“No”
scrolla
infine le spalle.
“Per
quel
che può valere, detto tra noi… Sehun è
pazzo di te. Probabilmente nemmeno lui
sa quanto ti ama”.
“O
è l’alcol
a renderti sentimentale oppure hanno sostituito il vero Kyungsoo con un
automa”
scherza, e al tempo stesso tenta di sviare il discorso.
“La
prima
che hai detto, ma non dirlo agli altri. Solo Joonmyun ne è
al corrente” ride
lui.
“Mi
sembra
ovvio, siete talmente sposati che vi manca solo la fede
nuziale”.
“Potrei
dire
lo stesso di qualcun altro” inarca un sopracciglio.
Jongin beve
un sorso di birra. “E’ complicato”.
“Lo
capisco,
e non voglio ficcare il naso negli affari vostri. Va bene se non te la
senti di
parlare. Ma in caso ti servisse qualcuno con cui confidarti, sappi che
io ci
sono” gli dà un colpetto con la spalla come a
rassicurarlo.
“Grazie,
Soo. Sei un amico”.
“Sono
anche
un santo, per stare dietro a tutte le vostre paturnie. Ma mi accontento
di
riuscire a strapparti un sorriso” sbircia di sottecchi
Jongin, ora più sereno.
“Joonmyun
è
un uomo fortunato”.
“Anche
Sehun. Anzi, date le dimensioni del suo posteriore potremmo dire che
è pieno di
culo”.
Jongin ride.
“Cin cin” alza la lattina per un brindisi.
“Cin
cin”.
La birra
è
amara, l’aria notturna di luglio dolce. La vita sta nel
mezzo.
Ispirata
dall’imminente compleanno di Clò e dalla visione
della prima stagione di Sense8 (se
non lo conoscete già correte
ai ripari, è uno dei telefilm meglio realizzati e
più profondi degli ultimi
anni!) avrei voluto scrivere una specie di AU in salsa sci-fi in cui la
bromance fosse potente. Va da sé che il risultato non
è stato quello previsto.
Sono un fail umano, chiedo perdonoH.
Una
cliccatina è sempre gradita: https://www.facebook.com/IlGeniodelMaleEFP/.