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Autore: ineedofthem    19/07/2017    6 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 29

RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 29




Rimango ancora un po' stretta a Luca inebriandomi del suo profumo fresco. Lui appoggia le sue mani sulle mie spalle ma il suo tentativo non è quello di allontanarmi bensì di incrociare i miei occhi, per cogliere ogni sfumatura del mio sguardo.
Lui mi guarda, in un modo che è solo suo, e io mi ritrovo ad abbassare gli occhi imbarazzata dal suo gesto.
Luca sorride, sul suo viso aleggia un'espressione pacifica e serena. E' impossibile che lui non mi trasmetta la sua tranquillità.
"Quando l'hai saputo?" gli chiedo con il frastuono nel cuore e nella mente. Non riesco a pensare lucidamente, non quando c'è speranza per la mia piccola Lucia.
Lui imprime una docile carezza sulla mia spalla, quasi mi stesse preparando alla notizia che mi darà da qui a poco.
"L'ho saputo poco fa. Purtroppo un bambino stanotte è venuto a mancare, gli stato diagnosticato un decesso cerebrale. I suoi genitori hanno già firmato per la donazione degli organi e il suo cuore risulta compatibile con quello di Lucia".
Il pensiero che un'anima innocente abbia perso la vita mi rende triste e irrequieta. La morte è sempre così ingiusta e inaccettabile, ma quando a rimetterci la vita è un bambino essa lo appare ancora di più. Li osservi e pensi che abbiano ancora tante cose da fare davanti a loro, tanti traguardi da raggiungere.
"Oh...."la mia voce si affievolisce.
"Anita" Luca appoggia il pollice e l'indice sotto il mio mento facendo in modo che i nostri sguardi si incontrino. I suoi occhi mi scrutano con curiosità, un cipiglio che gli si disegna sulla fronte.
"Non sei contenta? So che possa sembrar brutto, non avrei mai voluto che quel bambino morisse ma il gesto generoso dei suoi genitori può dare una speranza a Lucia".
Le sue parole sono accompagnate da un sorrivo lieve e speranzoso.
Annuisco con l'ombra di un sorriso sul mio viso e distolgo gli occhi dai suoi. La sua mano scivola dal mio mento lungo il mio collo, provocandomi un fremito, che voglio ignorare.
Il mio sguardo si spinge oltre le vetrate della finestra alla mia destra, lì dove i fuochi d'artificio illuminano e colorano il cielo. I miei occhi si perdono entusiasmati in essi facendomi vagare con la mente.
Luca segue il mio sguardo, i giochi di luce che si riflettono nei nostri occhi. I suoi, mi appaiono ancora più chiari.
Ascolto i battiti dei nostri cuori all'unisono, i respiri irregolari e quella voglia di speranza che non ci abbandona, bensì stasera ci anima più che mai.
Mi volto verso di lui, di nuovo, non appena la sua mano raggiunge di nuovo la mia spalla, stringendola delicatamente. Scruto le sue dita lunghe e affusolate, il pollice che imprime una carezza lungo la clavicola. Si abbassa all'altezza del cuore, come ad appurarsi che anche il mio batta forte come il suo. Mi rendo conto che le sue attenzioni mi piacciono, le sue carezze si vestono di tenerezza e protezione.
"Buon anno, Anita" la sua voce si perde in un sussurro.
"Buon anno anche a te, Luca" replico.
Non ci diciamo nulla, ma d'altronde stasera non abbiamo bisogno di molte parole.

Esco dall'ospedale, nel buio e nel silenzio della notte. Il mio cellulare prende a squillare avvisandomi dell'arrivo di molteplici messaggi.
Rispondo ad una telefonata dei miei genitori. E' così insolito che io stasera non sia con loro, ci scambiamo gli auguri e mi ricordano del pranzo a casa loro.
Non faccio in tempo a riporre il cellulare in borsetta che esso riprende a squillare. Cristina.
"Hei" le rispondo flebilmente.
"Buon anno Anitaaaa!"
Allontano l'apparecchio dal mio orecchio. La voce dei miei amici mi arriva forte e chiara nonostante la musica circondi l'ambiente in cui si trovino. Mi porto una mano alle labbra soffocando una risata.
"Buon anno anche a voi, ragazzi!"
Mi rendo conto che all'improvviso i loro borbottii mi appaiono invece così lontani. Avverto un fruscio e uno strano silenzio accompagna la voce della mia amica.
"Sei in ospedale?" mi chiede con preoccupazione.
Accosto il cellulare all'orecchio guardandomi intorno circospetta. Il parcheggio dell'ospedale è illuminato eppure nel silenzio della notte assume un'aria così tetra. Affretto il passo per raggiungere la mia auto.
"Nono...sto per tornare a casa" le replico.
Cristina tira un sospiro e me la immagino che silenziosamente stia annuendo.
"Scusami per prima, non ho pensato che potesse essere successo qualcosa a quella bambina" ammette prendendosi una pausa prima di continuare. "Come sta?".
"Sta bene per quanto sia possibile, ma ho avuto una bella notizia, stasera. Abbiamo trovato un nuovo cuore per lei!" le confesso entusiasta.
Avverto la sua risata, divertita. "E' una notizia fantastica, Anita!" esclama di rimando.
"Già...quest'anno non poteva iniziare in modo migliore" sorrido.
Nemmeno il pensiero di essere così sola in questo parcheggio la notte di Capodanno, riesce a scalfirmi.
Avvisto la mia auto, entro e attivo le sicure. Appoggio la testa al seggiolino e tiro un sospiro chiudendo gli occhi.
"Anita, sei ancora in linea?"domanda lei, per conferma.
"Oh sìsì...scusami".
"Ah, aspetta!" mi avverte. "C'è qui Lottie che vorrebbe parlarti".
Prima che possa rendermene conto le ha già passato il cellulare.
Mi scappa una risata silenziosa al ricordo di lei e Federico che si baciavano. Non posso fare a meno di pensare a quanto io sia felice per lei.
"Ciao..."mi saluta con la voce velata di imbarazzo.
"Ciao Lottie...."replico.
La mia amica prende una pausa eppure sembra quasi che si stia trattenendo per rimanere seria. "Anita, riguardo a prima..."
"Lottie! E' stato davvero imbarazzante" la rimbecco puntando un dito nell'aria.
La mia amica a quel punto scoppia in una fragorosa risata.
"Sembravamo in una di quelle fanfiction che leggevamo da piccole" ammette divertita.
E' impossibile che il suo divertimento non contagi anche un pò pure me, un dolce sorriso si disegna sulle mie labbra ma non posso farglielo notare.
"Ah ah"la scimmiotto.
"Comunque"riprende la parola lei cercando di mantenere un tono serio. "Non preoccuparti, io e Fede abbiamo riso fino alle lacrime ma tranquilla poi siamo andati avanti da dove ci hai interrotti!".
Mi copro il viso con una mano, scuotendo il capo. "Lottie sei una stupida! Io ti dico che sia stato imbarazzante e tu ridi di me!" la richiamo.
Il suo tono diventa cantinelante, come una bambina. " E dai Anita! Vuoi che pianga quando sono al settimo cielo?". Avverto fino a qui il suo sospiro sognante.
"Hai ragione amica mia...sono felice per te!".
Lottie lancia un gridolino eccitata. "Non potevo iniziare l'anno in modo migliore!".
Si interrompe improvvisamente. "Ma tu perchè sei andata in ospedale?" indaga curiosa.
"Oh sisi" le riferisco. "Abbiamo un nuovo cuore per Lucia".
"Ma daai è una notizia meravigliosa, tesoro! Quindi quest'anno è iniziato nei migliori dei modi anche per te".
"Sì..."la mia voce si perde in un sussurro.
Non dovrei pensarlo ma quando mi sono ritrovata tra le braccia di Luca, mi sono sentita a posto con me stessa. Come se non ci fosse altro posto dove dovessi stare.

L'indomani arrivo a casa dei miei, con la felicità di poter riabbracciare la mia famiglia. Ad accogliermi c'è Sabrina, splendida e radiosa stretta nel suo abitino blu premaman.
Ci scambiamo gli auguri e insieme ci facciamo spazio verso il salotto. Mamma ha già apparecchiato il tavolo della sala da pranzo. Ha scelto la sua tovaglia preferita, rossa con gli inserti di vischio, i bicchieri di cristallo, i piatti del servizio, una candela dorata ad illuminare la tavola.
Riconosco la cura e il dettaglio che dimostra nei suoi gesti e mi viene da sorridere pensando che sotto questo punto di vista mi riveda molto in lei.
Devo riconoscerlo, a volte so essere estremamente pignola, ma cosa ci posso fare se mi piace che ogni cosa sia al posto giusto?.
Mi avvicino per salutare mio fratello e mio padre, che chiacchierano tranquilli davanti al caminetto.
Mio padre mi sorride caloroso stringendomi a sè e baciandomi una tempia. Mi piace essere stretta da lui, le sue braccia sono rassicuranti e forti.
Marco mi colpisce scherzosamente alla spalla, increspando le labbra in una smorfia divertita.
"Eccola qui, la piccolina di papà!".
Mi volto nella sua direzione, rimanendo stretta mio papà e gli faccio una linguaccia in risposta. Mio padre soffoca una risata.
Mio fratello incrocia le braccia dietro la schiena nascondendo un sorriso. Io e Marco non ci scambiamo mai tante dimostrazioni di affetto, pochi abbracci o carezze ma la certezza di esserci sempre l'uno per l'altra. In un richiamo silenzioso di sguardi lui sembra capire ogni mia cosa. A lui è legata la mia parte più spensierata, quando lo guardo mi sembra sempre di rivederci bambini, quando giocavamo a rincorrerci per casa.
Non dice più nulla, anche perchè distratto dalle amorevoli attenzioni di Sabrina e io ne approfitto per raggiungere mia madre in cucina.
Mi fermo, appoggiandomi allo stipite della porta e la osservo dedicarsi alle sue faccende. Mi viene da sorridere vedendo il grembiule che indossa, glielo abbiamo regalato io e Marco per la festa della mamma di qualche anno e lo abbiamo fatto personalizzare con la scritta "alla migliore mamma del mondo".
"Mamma"la richiamo cauta.
Lei si volta verso di me pulendosi le mani con uno strofinaccio e sorride gioiosa.
"Ciao tesoro".
Ci scambiamo un dolce abbraccio.
Lei mi lancia un'occhiata curiosa. "Come stai? Ti vedo contenta oggi" mi accarezza con dolcezza una guancia.
"Sì mamma, è così"ammetto abbassando lo sguardo.
Lei sorride tra sè come se avesse capito tante cose e in realtà io so che sia così. Io e lei abbiamo avuto sempre questo rapporto particolare, la capacità di parlarci con gli occhi.
"Allora dimmi tesoro, cosa c'è che ti fa stare così?".
"Mamma!" esclamo. "Non puoi capire che sorpresa! Ieri sera Luca mi ha chiamato dicendomi che avessero trovato un cuore per Lucia e io, io sono così felice!.
L'emozione è palpabile nella mia voce, riesco a sentire il mio cuore battere forte nelle orecchie.
Mia madre si porta una mano al petto, con enfasi. "E' una notizia meravigliosa, bambina mia".
Le sorrido complice lasciandomi andare ad un sospiro sereno.
Mamma mi lancia una lunga occhiata indagatoria e curiosa appoggiando le mani sulle mie spalle. "Ma Luca, Luca Franzese?".
Mi lascio andare ad una risata breve e leggera, nascondendomi il viso con le mani.
"Sì mamma, è proprio lui!".
La sua espressione è vittoriosa e cospiratoria. "E dimmi tesoro, non c'è proprio nessuna novità?".
Mi rendo conto che la situazione stia per degenerare e potrebbe diventare davvero imbarazzante.
"Mamma"la supplico.
"Oh andiamo" interviene lei con un sorriso. "Una mamma queste cose le capisce e poi ci siamo mai nascoste qualcosa, io e te?".
Le riservo un'occhiata arrendevole e lascio che il turbamento torni a tormentarmi. Aprirmi con mia madre però, si rivela proficuo. Mi permette di liberarmi da un peso che incombeva da troppo su di me. Lei mi ascolta tranquilla e comprensiva, annuisce con il capo alle mie rivelazioni facendomi segno di continuare e mi rivela i suoi pareri.
E' scontato dire quanto io l'ammiri, sa sempre quale sia la parola giusta.
Mi osserva con quella sua espressione serena e rassicurante e io sento che con il suo aiuto i miei problemi inizino a scemare.
Ci pensa mio fratello a rovinare il nostro clima di pace e tranquillità ingiungendo in cucina.
"Mà, ma quando si mangia?!" esclama frettoloso.
Blocco il mio fiume di parole improvvisamente, voltandomi per lanciargli un'occhiata fulminea.
Sabrina dietro di lui, accenna ad una risata divertita accarezzandosi la pancia.
"Sei proprio un ragazzino, lo sai?" lo riprende affettuosamente.
Lui si volta verso di lei, con lo sguardo innamorato. "Ma tu questo ragazzino lo ami, no?".
"No"gli replica lei dispettosa.
"Uff" sbuffa lui. "Mamma allora, quando si mangia?" ripete.
Mia madre indispettita gli fa segno di far silenzio, portandosi l'indice alle labbra.
"Shh tesoro, tua sorella mi parlava di Luca Franzese!".
La mia bocca si spalanca alle sue parole.
"Mamma!" protesto imbronciata.
Lei a quel punto mi rivolge un'occhiata colpevole di essersi lasciata scappare una cosa così.
Sabri si rivela subito interessata all'argomento, la ritrovo subito curiosa al mio fianco.
"Luca Franzese, quel Luca Franzese?" domanda smaniosa di ricevere informazioni.
Roteo gli occhi al cielo. Sento mio fratello alle mie spalle sbuffare e me lo immagino che stia assumendo la mia stessa espressione.
"Ancora?!" protesta lui. "Ma che vuole questo Luca Franzese da te?!".
Sabrina si volta verso di lui puntando i piedi a terra. Così piccola ma con la forza di una guerriera. Gli rivolge uno sguardo divertita e provocatoria.
"Marco andiamo, non fare il fratellone geloso".
E' il mio turno di scoppiare a ridere.
Lui fa una smorfia, risentito. "Non sono geloso, vorrei solo sapere cosa leghi mia sorella a questo qui...".
"Oh tesoro" gli dà manforte mia madre. "Il loro è davvero un rapporto complicato. Da telenovelas".
"Voglio sapere tutto!" trilla Sabrina lanciando un'occhiata complice a mia madre.
"Hei!" li richiamo. "Smettetela di parlare della mia vita privata come se non fossi presente. Ci manca solo che qualcuno di voi chiami papà e lo rendi partecipe!".
Marco sorride sornione alle mie parole. "Ohoh sorellina è un'ottima idea. Pà! Vieni a sentire un pò di questo Franzese!".
"No, no...Marco!" gli urlo contro.
Mio padre compare poco dopo sulla soglia e ci scruta stranito.
"Chi è Luca Franzese?"domanda soffermando gli occhi su ognuno di noi. Mi porto una mano alla fronte scuotendo il capo, non pensavo potesse diventare una notizia di dominio pubblico.
Mio fratello gli circonda le spalle con fare cospiratorio.
"Oh vedi papà, è solo l'uomo della vita della tua piccola Anita".
Lancia un sorriso nella mia direzione. "Sbaglio?" domanda.
Io sento ribollirmi di rabbia, il sangue che affluisce alle mie guance facendole diventare rosse.
"Oh oh" sussurra Sabri.
"Marcoooo!Sei un impiccione!" lo accuso colpendolo alla spalla.
Lui si volta verso di me, bloccando il mio pugno nella sua mano, scoppiando in una risata divertita."Daai, non fare la permalosa".
Apre le braccia facendomi segno di avvicinarmi. "Vieni qua, dal tuo fratellone impiccione".
Rimango ferma sulla mia posizione per un pò, soffermandomi sugli sguardi dei presenti che aspettano di sapere cosa farò.
Alla fine mi arrendo e lascio che lui mi abbracci. Avverto Sabrina e mio padre tirare un sospiro di sollievo e osservo mia madre distendere il viso in un'espressione placida.
Ma d'altronde la famiglia è questo. La famiglia è il nido, è protezione, è il porto sicuro dovre sempre ti rifuggerai. Sorrido al pensiero che adesso il desiderio di famiglia per Lucia non è poi così impossibile da avverare.

ANGOLO AUTRICE:
Buonasera mie care lettrici!
Dopo un pò finalmente torno a postare, mi dispiace avervi fatto attendere di nuovo ma è stato davvero un periodo particolare. Ho avuto gli esami di maturità fino a due settimane fa, e il desiderio di tornare a scrivere è svanito subito dopo la perdita che la mia famiglia ha subito.
Non pensavo di poter postare ma mi sono resa conto che scrivere è il mio modo migliore per non pensare e stare bene e quindi eccomi qui.
Grazie a coloro che mi supportano, a chi recensisce e a chi ha aggiunto la storia in qualsiasi lista. Il mio cuore si riempie di gioia.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e aspetto i vostri commenti.
Un abbraccio, alla prossima! <3



















  
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