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Autore: erica1609    20/07/2017    4 recensioni
-Derek Hale, piacere, sono il nuovo coach.-
Un uomo alto e muscoloso apparve dalla porta, lasciando tutti pietrificati, faceva un gran terrore.
Un volta che la vecchietta si dileguò, il nuovo coach assunse una posizione più rilassata, per poi mettersi un cappellino rosso in testa.
-Scusate ragazzi, mi hanno imposto di fare il severo, cosa che ovviamente non farò, mi fa sentire vecchio.- Ci fu una risatina collettiva.
-Per voi sarò il coach, non un insegnante, per cui chiamatemi per nome, oppure ‘coach‘, mai per cognome perchè pure questo mi fa sentire vecchio, ci sarà un rapporto alla pari tra di noi.-
Un’altra risata di sollievo e soddisfazione riempì lo spogliatoio.
-Detto questo, ragazzi miei, dieci giri di campo.- Finì Derek.
Tutti risero anche a quell’improvviso ordine, guadagnandosi un sorrisetto da parte di quel coach che, a livello di sarcasmo e umorismo, a Stiles piaceva tanto.
STEREK, NO LUPI MANNARI, NO SPOILER.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stiles da camera sua poteva sentire le chiacchiere adulte del padre e del suo coach, nonostante questo era riuscito in poco più di un'ora a finire tutti i compiti che gli erano rimasti. Stava per andare a fare una doccia quando sentì qualcuno bussare alla porta. Distrattamente andò ad aprire, trovando Derek alla porta.

-Tuo padre mi ha fatto salire.-

-Sa coach, non mi capacito di come lei non abbia fatto ad annoiarti.-

-Tuo padre è un uomo intelligente, poi la parte in cui mi ha raccontato degli omicidi sui quali indaga è stata la migliore.-

Stiles assunse un'espressione sorpresa, poi confusa e infine furiosa.

-E perchè nessuno mi ha chiamato?- Chiese agitando le braccia.

Derek rise. -Mi aveva avvisato di non dirtelo.-

 

Dopo un veloce saluto al ragazzo e una marea di ringraziamenti allo sceriffo, il coach tornò a casa, soddisfatto della cena e della serata. Quel ragazzino era sfacciato, sveglio e lievemente irritante, eppure non poteva fare a meno di andarci d'accordo.

 

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La settimana successiva passò senza intoppi, le solite lezioni, i soliti allenamenti, il solito giovedì sera a casa di Lydia e i soliti pranzi con il gruppo. Le lezioni del venerdì erano quasi terminate quando un annuncio del preside invase i corridoi della scuola. Tutti i componenti della squadra di lacrosse dovevano presentarsi in fretta negli spogliatoi.

Nemmeno cinque minuti dopo si trovavano tutti lì, attendendo che il coach facesse la sua entrata.

Non trascorse molto tempo che quest'ultimo varcò la porta, appoggiandosi poi allo stipite.

-Ragazzi, so che deve ancora cominciare il mese di ottobre, ma purtroppo i campionati quest'anno avranno inizio il 28 ottobre, per cui abbiamo meno di un mese per prepararci. Ritengo opportuno che questo weekend venga da voi dedicato al lacrosse, per cui ho organizzato una trasferta di tre giorni, si parte stasera e si torna domenica pomeriggio.-

Tutti rimasero pietrificati, ognuno di loro avrebbe dovuto cancellare i propri programmi, Stiles e Scott compresi, che si erano organizzati per andare in campeggio con tutti gli altri, persino Isaac, entrato da pochi giorni in squadra, sbuffava all'idea di dover passare un weekend fuori da Beacon Hills.

A Derek non importava di aver avvisato i ragazzi dell'ultimo minuto, c'era un campionato da giocare e ognuno di loro doveva dare il massimo, punto e basta.

-Coach, doveva dircelo con più-

-Preavviso?- Derek interruppe uno dei ragazzi che con coraggio si era fatto avanti.

Tutti annuirono.

-Va bene, non ho intenzione di passare tre giorni a guardare questi musi lunghi, se vi togliete quella cavolo di espressione dalla faccia, sabato sera vi porto in un posto, una specie di festa.- Il coach dovette scendere a compromessi.

Subito si alzarono urli di gioia e complimenti per l'allenatore.

Stiles guardava con un ghigno il coach, muovendo la testa divertito, quell'uomo sapeva proprio come prenderli.

 

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L'orario per la partenza arrivò, alle otto e mezza erano tutti su un pullman, mezzi addormentati e pronti per arrivare nella riserva fuori dalla città, dove avrebbero alloggiato in un motel.

Stiles stuzzicava uno Scott bellamente addormentato, finchè non notò il suo coach leggere concentrato un libro, poche file davanti a lui.

Silenziosamente si alzò, per poi sederglisi con nonchalance vicino.

-Cosa legge?- Chiese dopo poco.

-Martedì ho un esame.-

-Ed è disposto a stare via tre giorni quando in realtà deve prepararsi per un esame?-

Derek alzò un sopracciglio. -Posso fare le due cose contemporaneamente, Stilinski.-

-E come farà?-

La curiosità di quel ragazzino lo rendeva perplesso, ma lo divertiva allo stesso tempo.

-Per esempio domani, mentre tu correrai per la riserva attendendo che io ti dia il permesso di fermarti, io studierò rilassato i miei appunti.-

Stiles sbuffò al ghigno del coach, per poi sorridere alla risposta pronta e alzarsi. Una volta tornato al suo posto, Derek si girò per guardarlo e fargli un occhiolino maligno.

Quei tre giorni sarebbero stati lunghi, pensò il ragazzo.

 

 

Dopo tre ore il pullman si fermò davanti a un motel niente male, colorato e accettabile, circondato da un boschetto. Tutti i ragazzi si divisero nelle camere, Scott, Isaac e Stiles ne scelsero una da tre e non fecero in tempo ad entrare che subito si misero a fare stupidi giochi, battute e guardarono un film horror trasmesso in tv.

-Amico, non ti ho poi chiesto di cosa hai parlato con Allison alla festa di Lydia.-

-Oh, giusto.- Rispose Scott sedendosi sul letto e aspettando che i due amici gli si sedessero affianco.

-Ne abbiamo parlato, lei voleva chiarire la situazione pacificamente, e io ho riflettuto che è meglio per entrambi lasciarci alle spalle la nostra storia, preferisco averla come amica che non averla per niente, c'erano troppi problemi prima.- Continuò il moro.

Stiles e Isaac annuirono comprensivi, per poi dare una pacca confortante all'amico sulla spalla.

Quando il biondo entrò in bagno per fare una doccia, Stiles si avvicinò al suo migliore amico, intento a studiare uno schema sperimentale della squadra, che il coach voleva mettere in pratica il giorno seguente.

-Scott?-

-Yep?-

-Sicuro di stare bene, vero?-

-Sì, rispose il moro, grato all'amico per la preoccupazione.

-Sai che qualsiasi cosa tu abbia bisogno, Stiles il magnifico è qui per te.-

Scott rise. -Grazie, amico.-

 

Alle due di notte i tre erano tranquillamente addormentati, pronti ad affrontare la sveglia delle 8.30 del giorno successivo.

 

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Il mattino dopo tutti i ragazzi si presentarono puntuali per andare a fare colazione, poi dopo nemmeno venti minuti, erano già nella riserva a fare esercizi di riscaldamento, a correre e ad allenarsi con le mazze.

-Greenberg, smettila di usare quella mazza come se fosse una scopa volante, per dio!- Urlò Derek, esasperato, per poi riunire i ragazzi per far fare loro una breve pausa.

-Buono ragazzi, buono, siete riscaldati bene e lavorate come una squadra, Finstock vi ha cresciuti al meglio. Adesso voglio tentare di fare una partita, le porte saranno tra gli alberi, precisamente tra due.- Spiegò il coach indicando i due lati opposti della riserva.

 

La partita cominciò, Isaac prese possesso della palla, schivando i due avversari che tentavano di atterrarlo, corse successivamente verso una delle porte. Scott, Greenberg e altri due compagni gli corsero incontro per marcarlo, così il biondo si trovò a dover passare palla al suo compagno più vicino, Stiles. Il ragazzo la afferrò saltando in aria, per poi dirigersi anch'esso verso la porta, seguito da due compagni di squadra, pronti ad aiutarlo se necessario. Quando fu a pochi metri dalla porta, guardò Danny concentrato, cercando di pensare in una frazione di secondo come non fargli parare la pallina, decise di tentare lanciandola nell'angolo destro. Così fece, ma purtroppo il portiere la parò, anche se al pelo.

Il fischio di Derek interruppe tutti.

-Bene, non mi lamento. Lahey muovi quelle gambe, ma per il resto hai fatto un buonissimo passaggio, Greenberg se ti inciampi da solo sui tuoi piedi sarò costretto a bastonarti, Mccall buonissima difesa, Margery e Brodway avete migliorato la qualità e siete più veloci, Mahelani buona parata e Stilinski, hai fatto bene a pensare dove tirare ma hai aspettato un po' troppo. Continuiamo!- Il coach era abbastanza soddisfatto, ma voleva ancora il meglio.

 

Un'ora e mezza dopo tutti i ragazzi erano stremati e affamati, così il coach permise loro di andare a pranzare, a fare una doccia e a riposare per essere in forma per le attività pomeridiane.

-Ok, sono le 13.00, alle 15.30 vi rivoglio pronti e scattanti, siete migliorati rispetto alla settimana scorsa, c'è una buona sintonia e tensione, ci vediamo oggi pomeriggio.- Derek terminò il discorso, per poi recarsi in camera sua per tentare di studiare, ci riuscì, ma era più preoccupato sull'allenamento pomeridiano e su come avvisare i ragazzi sul posto in cui sarebbero andati quella sera.

 

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Stiles aveva appena finito di mangiare e di lavarsi, ma gli venne in mente che non aveva visto Derek al ristorante, così gli venne un'idea.

Alle 14.25 era davanti alla camera del coach, con un grazioso panino farcito in mano. Bussò due volte, attendendo qualche segno di vita. Un Derek senza maglia e con una penna in bocca lo accolse, interrogativo.

-Buon pomeriggio! Suppongo non abbia mangiato per studiare, dato che durante gli allenamenti era concentrato su di noi,le ho portato un panino.-

Il coach lo guardò perplesso, per poi afferrare il panino e tornare sedersi sul letto, dove mille scartoffie erano ordinate in pile. Il ragazzo osservò con ammirazione l'ordine e la cura riservata agli studi di Derek.

-Allora, a che punto è?- Domandò curioso il castano, chiudendosi la porta alle spalle e accomodandosi sul letto.

-Sei sempre così curioso con le persone che conosci da poco?-

-E lei è sempre così scorbutico mentre studia?-

-Mi hanno detto di peggio.-

-Anche a me.-

Dopo qualche secondo si guardarono e e il ragazzo scoppiò a ridere, mentre il coach riuscì a stento a trattenere un sorriso, cosa che a Stiles non sfuggì.

-Posso aiutarla?- Si offrì poi.

L'altro parve pensarci, un po' di aiuto non avrebbe fatto male.

-Va bene, definizioni.-

-Definizioni?-

-Definizioni.-

Il coach lanciò a Stiles un quaderno ad anelle, scritto in modo molto fitto e pieno di quelle che sembravano milioni di definizioni. Guardò spaventato il suo coach, attendendo una spiegazione.

-Voglio che tu mi chieda dieci parole a caso tra le 247 che vedi, ed io ti dirò il significato, l'etimologia e quindi la definizione.

Otto parole azzeccate dopo, il castano cominciava davvero a spaventarsi e a sentirsi piccolo davanti alla sapienza dell'altro, che lo guardava fiero di se stesso e con una fintissima supponenza negli occhi.

-Definizione di privacy.

-Diritto di cui Greenberg mi ha privato mentre tutti voi eravate a pranzare.-

-Come scusi?-

-Era nel mio bagno un'ora fa..-

Stiles scoppiò in una risata talmente forte che Derek non potè fare a meno di seguire, trattenendo le lacrime. L'occhio gli cadde sull'orologio, mancava davvero poco all'allenamento pomeridiano.

-Stilinski, dovresti andare a prepararti.-

-Di già? Vado allora.-

Prima che il castano potesse uscire, ancora mezzo stordito dalle risate, il coach gli sussurrò qualcosa.

-Grazie.-

Stiles si voltò. -Per l'aiuto o per il panino?-

Derek fece finta di rifletterci. -Entrambi.- Rispose infine.

 

Il castano uscì sollevato dalla camera, forse quei tre giorni non sarebbero stati così spiacevoli.

   
 
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