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Autore: Itanuno    20/07/2017    2 recensioni
Dal testo:
Kei ama profondamente la musica, ne è consapevole, anzi forse è l'unica cosa che mai riuscirà ad amare. Le persone deludono sempre, lo sa bene, suo fratello Akiteru glielo ha insegnato. Ed ora all'età di diciassette anni l'unica cosa che fa sentire il suo giovane corpo ancora vivo e non un guscio vuoto sono quelle note, quelle parole e quel mondo che esiste solo quando indossa le sue ben volute cuffie.
Chissà, si chiede, come sarebbe riuscire a provare un sentimento tanto forte per una persona.
[KuroTsuki]
A tratti comico, a tratti piovoso.
OOC, almeno a parere dell'autrice
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi, Tetsurou Kuroo
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Titolo: The song in our heart {Why does music feel so good?}

Autore: Itanuno

Fandom: Haikyuu!!

Personaggi: Kei Tsukishima (OOC almeno a parere dell'autrice), Tetsuro Kuroo ( probabile OOC pure lui), Tadashi Yamaguchi e i poveri membri del club di pallavolo del liceo Karasuno. Con la partecipazione di: Kenma Kozume, Koutaro Bokuto, Keiji Akaashi, Saeko Tanaka e tutte le povere band che ho citato.

Genere: Introspettivo, Romantico, a tratti comico, a tratti piovoso.

Raitings:Verde? Giallo? Lo so! ARCOBALENO

Angolino dell'autrice squinternata:

Dunque, per chi non ne fosse al corrente, le scuole giapponesi hanno dei periodi di vacanze differenti dalle scuole italiane, in questo caso ci troviamo all'interno della pausa estiva, che dura all'incirca quaranta giorni, dall'ultima settimana di luglio alla prima di settembre. Per altre informazioni vi lascio il link di uno schema riassuntivo che ha aiutato molto anche me a comprendere di più come funziona ( http://lostinyaoiland.forumfree.it/?t=31048068 ). Ora ciancio alle bande, o forse non era proprio così? Beh, insomma, buona lettura, vi aspetto a fondo pagina. (。・ω・。)

 

 

 

The song in our heart {Why does music feel so good?}

 

Caldo. Kei Tsukishima sta decisamente per morire di caldo.
È il primo giorno d'agosto, e lui ancora non sa spiegarsi come ci sia finito lì, alla stazione ferroviaria insieme a Yamaguchi, ad aspettare quel duo d'incompetenti, al posto che essere in camera sua con il condizionatore a gelargli le dita dei piedi.
Aggiusta meglio il borsone sulla spalla, un mese a Tokyo, dopo quattro mesi dall'inizio del secondo anno eccoli lì, pronti ad andare a trovare i loro senpai al primo anno d'università.
"Sei solo un'idiota."
"Tu piuttosto, è colpa tua se siamo in ritardo Kageyama!"
Ed eccoli entrare in scena, la coppia più bizzarra di tutto il liceo Karasuno. Hinata Shouyou e Kageyama Tobio, ufficialmente fidanzati da dopo la vittoria ai nazionali. Stanno litigando, esattamente come la maggior parte del tempo, eppure le loro mani rimangono intrecciate, sempre più salde, mentre si avvicinano a lui e Yamaguchi.


Sistema meglio le cuffie ed alza la musica, sperando che i Crossfaith possano superare il tono stridulo di Hinata.
Ancora mezz'ora, si ripete, ancora mezz'ora e poi finalmente potrà riposare le sue membra a casa del senpai Sugawara.
La musica sembra dare un po' di tregua al suo cervello che, oltre a mandare insulti e bestemmie a ripetizione in direzione di due ben note persone, sembra voler lavorare più del dovuto riportandolo indietro di qualche settimana.
Scuote leggermente la testa, lasciando che la melodia lavi via tutto dal suo cervello.
Kei ama profondamente la musica, ne è consapevole, anzi forse è l'unica cosa che mai riuscirà ad amare. Le persone deludono sempre, lo sa bene, suo fratello Akiteru glielo ha insegnato. Ed ora all'età di diciassette anni l'unica cosa che fa sentire il suo giovane corpo ancora vivo e non un guscio vuoto sono quelle note, quelle parole e quel mondo che esiste solo quando indossa le sue ben volute cuffie.
Chissà, si chiede, come sarebbe riuscire a provare un sentimento tanto forte per una persona. La sua mente viaggia, portandolo ad immaginare qualche ragazza senza volto, in un universo in cui Kei non è Kei, immagina come sarebbe posare la sua mano sulle ginocchia di lei, risalendo piano la coscia lasciata scoperta da quell'immaginaria gonna, posare la mano sul suo fianco, e lasciare che l'istinto faccia il suo corso.
Sta diventando troppo fantasioso e paranoico ultimamente.
Skippa Basket Case dei Green Day per lasciare spazio a una delle prime band che l'ha fatto cadere preda della musica: i Metallica.
"Tsukki, siamo arrivati. Tsukki."
Yamaguchi, sta scuotendo con delicatezza il suo braccio chiamandolo con lo steso tono di sua madre.
Non s'era nemmeno accorto d'essersi addormentato.
Blocca la musica, abbassa le cuffie sul collo e si stiracchia. Raccoglie il borsone e con Tadashi che trotterella al suo fianco decisamente troppo felice, si appresta ad uscire dalla stazione di Tokyo, non senza venir accompagnato dalla voce del mitico duo alle sue spalle.
Ad accoglierli fuori dalla stazione non ci sono solo Azumane, Daichi, Sugawara e Shimizu ma tutto il club di pallavolo vincitore dei Nazionali del liceo Karasuno. Accompagnati dall'ormai insostituibile sorellona del gruppo: Saeko.
"Finalmente, mancavate solo voi!"
Il giro di saluti, oltretutto troppo calorosi per i suoi gusti, ha inizio ed è solo in quel momento che Tsukishima si accorge di quattro presenze che, beh, non si sarebbe mai e poi mai aspettato di vedere. Nonostante siano a Tokyo.
"Ehi Ehi Ehi, eccolo lì il mio discepolo!" Bokuto Koutaro è il primo a saltare al collo di Hinata, dietro di lui Akaashi Keiji sta facendo un piccolo cenno con la mano.
Poco distante Kozume Kenma con gli occhi fissi sulla sua Playstation ondeggia semplicemente la testa.
I loro volti sono leggermente maturati, ma non per questo sembrano così diversi da l'ultima volta che li hanno visti.
Una mano si poggia sulla sua spalla, e Kei non può fare a meno di sentire una lieve sensazione d'intorpidimento a quel tocco.
"Tu guarda, Tsukki! Sei cresciuto ancora! Vuoi diventare alto due metri forse?"
Kuroo Tetsuro, sorriso smagliante si ferma accanto a lui, squadrandolo dall'alto in basso.

 

Come diavolo ci sia finito in quella casa, in quella situazione non se lo sa spiegare bene nemmeno lui.
Bene, facciamo il punto della situazione.
Shimizu, Yachi e Saeko, la sorella di Tanaka, si trovano nell'appartamento della mora.
Il senpai Azumane si ritrova in casa Nishinoya, Tanaka, Narita e Kinoshita. Perciò non se ne parla nemmeno di trovare un posto anche per me.
Sugawara e Daichi, che condividono l'appartamento, ospitano Yamaguchi e Ennoshita.
Hinata e Kageyama se la sono filata a casa di Kozume, e perché la casa di Kuroo Tetsuro è toccata proprio a me?
Poggia il borsone sul letto, sbuffando, visibilmente seccato.
"Senti, Tsukki-"
"Gradirei non mi chiamassi così, Kuroo-San." Lo interrompe bruscamente.
"Bene, Tsukishima Kei, so che voi della Karasuno volevate passare un'estate tutti insieme, ma sono stati i tuoi senpai a chiedermi di ospitarti okay? Andiamo alla stessa università ed abitiamo vicini e, dato il poco spazio disponibile, hanno semplicemente chiesto un favore ad un amico, tutto qui. Mi spiace se la sfortuna sia toccata proprio a te."
Come come? Kuroo Tetsuro che non fa battutine? Che parla come una persona seria? Okay deve per forza essere impazzito. È l'unica spiegazione plausibile.
"Questo è il tuo letto, non ho ancora trovato un coinquilino perciò sei la prima persona ad usarlo. La mia stanza è questa davanti alla tua, il bagno la porta a destra e la cucina, beh, l'hai vista entrando dov'è no? Ora ti lascio disfare i bagagli, se vuoi usare la doccia fa pure, io vado a preparare la cena. Ramen va bene?"
Riesce solo a muovere la testa in segno d'assenso. Kuroo è gentile e disponibile. Possibile che l'entrata all'università l'abbia fatto crescere a tal punto? Od è sempre stato così e lui non se ne mai reso conto?
È talmente perso nelle sue considerazioni che nemmeno si accorge di essere rimasto solo.

 

 

 

 

La prima settimana di convivenza è filata lisca come l'olio, e Kei ne è davvero sorpreso.
Ha visitato Tokyo con i compagni di squadra, Kuroo si è sempre messo a disposizione e Tsukishima si è quasi abituato, a vivere così. Con qualcuno di tremendamente rumoroso, dalle abitudini fastidiose, ma che, a suo modo, si è preso cura di lui.
È una strana sensazione alla bocca dello stomaco quella che prova pensando al Kuroo Tetsuro che ha visto e conosciuto in questi giorni.
Si rigira nel letto fissando la sveglia. Sono le sette del mattino e lui ha appuntamento con Yamaguchi e gli altri per fare colazione solo alle nove, di dormire non se ne parla.
Afferra il cellulare dal comodino, inserisce l'attacco delle cuffie, che prontamente infila, sblocca il cellulare e lascia andare la sua canzone preferita: Breaking the Habit, Linkin Park.
Gli occhi chiusi, lascia fluire la musica come se fosse il suo stesso sangue, incredibile come in quest'ultimo periodo abbia pensato così tanto al sangue, al suo sangue. Al Sangue Bianco.
Vista sotto questo punto di vista sembra quasi che Kei sia una sottospecie di angelo, Kei Tsukishima ha il sangue bianco, quasi gli viene da ridere se la pensa in questo modo, invece da ridere, c'è ben poco, quando si viene a conoscenza del significato di quelle due semplici parole: leucemia.
Kei Tsukishima ha la leucemia.
Il dottore glielo ha confermato una settimana prima di partire per Tokyo.
Ricorda ancora come i segnali fossero chiari ed allarmanti, ma ne lui, ne la sua famiglia si sono mai accorti di niente. Almeno fino a quel giorno, quando durante il primo allenamento del secondo anno improvvisamente la sua cassa toracica ha iniziato a farsi troppo stretta, il cuore a martellargli nelle orecchie fino allo svenimento.
Da lì è stata tutta una discesa: Dolori articolari, debolezza muscolare, sangue impossibile da fermare anche nei piccoli taglietti, fiato corto, perdita di peso e dell'appetito.
Forse è per questo che ha accettato di venire a Tokyo. Il suo ultimo viaggio prima d'iniziare la chemioterapia.
Chissà, si chiede, se riuscirà a giocare a pallavolo anche l'anno prossimo.

 

Guarda Nishinoya ed Hinata abbuffarsi come due maiali ed è disgustato. Lui d'altro canto ha preso solo un caffè.
"Allora che volete fare oggi?" Yamaguchi è così entusiasta nel chiederlo, gli piace proprio Tokyo.
E mentre tutti argomentano perché dovrebbero andare a vedere questo o quello il suo cellulare vibra nella tasca dei jeans.

 

Ehi Tsukki! (ι´Д)!!
Sto andando a fare la spesa ti serve qualcosa?

 

Trova incredibile come, in un momento come quello, una stupidissima mail da parte del suo coinquilino gli faccia tornare il suo solito ghigno sulla faccia.

 

Sul serio c'è ancora qualcuno che scrive le mail usando le emoticon? Comunque, Kuroo-San, posso fermarmi io a fare la spesa mentre sono di ritorno. Sempre se qui non decidano prima di trascinarmi all'inferno.

P.s. Gradirei non mi chiamassi Tsukki.

 

Preme invio e lascia scivolare di nuovo il telefono nella tasca. Che un attimo dopo riprende a vibrare.

 

È Tokyo non l'inferno, Tsukki!

 

Ghigna ancora di più se possibile, e non capisce nemmeno il perchè, ma è come se le mail di quel gatto gli avessero fatto riprendere coscienza della sua esistenza.

 

Oh davvero? Perché a me sembra proprio che passare la giornata a caccia delle Idol preferite di Tanaka sia proprio l'inferno.

 

Invia, ma questa volta lascia il telefono sopra il tavolo. Ma la risposta non sembra arrivare tanto in fretta come la precedente.
"Tsukki, a te cosa piacerebbe fare?"
Il viso di Tadashi lo riporta alla realtà.
A dir la verità ci sono ancora un migliaio di cose che Tsukishima vorrebbe vedere ma sicuramente non insieme a tutta quella marmaglia di gente. Vorrebbe solo visitarle con calma.
"In realtà, se volete scusarmi, Tsukki qui, oggi ha già un impegno!"
La voce arriva distante, da qualcuno che ha appena aperto la porta del locale.
"Tsukishima bastardo, perché non ci hai detto che oggi non saresti stato dei nostri?"
Gli occhi di Kei incontrano quelli di Tetsuro e per un qualche motivo alieno il suo stomaco viene stretto in una morsa strettissima, le interiora sembrano quasi fare le capriole nella sua pancia.
"Mi spiace Tanaka-San, stavo per dirvelo, ma, a quanto pare, sono stato preceduto."
Lo sguardo complice che si scambiano poi rimarrà per sempre impresso nella mente di Tsukishima.
Si alza, raccoglie le sue cose, saluta e si avvia al bancone per pagare.
"Molla l'osso Tsukki." Kuroo lo precede tirando fuori dalla tasca posteriore dei jeans strappati il portafogli. <>
"Ma Kuroo-San, tu non c'eri nemmeno."
"Vuol dire che la prossima volta offrirai tu, Tsukki."
Il sorriso che, l'ormai ex, capitano del Nekoma gli regala fa venire i brividi lungo la spina dorsale di Kei nonostante il caldo infernale della stagione.
Escono dal locale in fila ed il biondo, per la prima volta da quando quest'avventura è iniziata si sofferma a fissare la schiena di Tetsuro.
Coperta solo da una canottiera che lascia veramente poco all'immaginazione, dato il taglio ai lati ben più che profondo, la schiena di Kuroo gli sembra così grande e possente, come se potesse sostenere qualsiasi macigno.
"Allora dove la porto signore?"
"Ad Akiba ovvio!" Non ci pensa nemmeno per un attimo quando gli risponde, si sente come un bambino che indica ad i genitori tutti i giocattoli che vorrebbe ricevere per Natale.
"Non sapevo ti piacessero quel genere di cose, Nerdyshima."
"Tu non sai niente di me Kuroo-San."
"Ed è per questo che sono qui, devo rimediare, no?"

 

Hanno speso metà della giornata in giro per i negozi di Akihabara, e sì, a Kei poco importa se Kuroo Tetsuro ha scoperto quanto possa essere nerd.
"Guarda quanta roba, di questo passo dovrai portare le borse anche con i piedi Nerdyshima."
Sta per rispondergli a tono, come ha fatto per tutto il tempo d'altronde , ma qualcosa attira la sua attenzione tanto che molla tutti i suoi acquisti a terra, di fronte i piedi del moro ed il suo naso s'incolla alla vetrina di un piccolo negozio di musica.
"Gusto, come dimenticare che tu e le tue cuffie siete in simbiosi!"
Kuroo ha raccolto tutti gli acquisti fatti in precedenza ed ora si avvicina alla porta del negozio.
"Vieni dai, facciamo che questo viaggio ne sia valso la pena."
Per lui, cacciatore seriale di vinili e sempre alla ricerca di nuovi gruppi d'ascoltare quel posto è il paradiso. Scorrazza da uno scaffale ad un altro ed è sicuro che, se avesse la coda, starebbe scodinzolando talmente forte da prendere il volo.
E poi eccola lì, appesa al muro degli strumenti musicali, una Gibson Les Paul, anzi no, non una qualsiasi ma il suo modello preferito.
"O stai per morire e stai vedendo la luce, oppure c'è qualcosa che ti piace eh Kei? Hai gli occhi più accecanti di due lampadine accidenti."
Poco importa che, per la prima volta, Kuroo lo abbia chiamato per nome o che abbia giocato sulla sua morte senza sapere le sue reali condizioni cliniche.
"Qual'è quella che ti piace?"
"Quella Les Paul."
"Quale? Quella rossa? Non è una semplice chitarra come tutte le altre?"
"Starai scherzando spero, una chitarra che è stata suonata da leggende del rock da gente come: Paul McCartney, Noel Gallagher, Mike Oldfield, Lenny Kravitz, Dave Grohl, Jimmy Page, Slash, Rolling Stones, Rise Against, U2, ZZ Top e tanti altri che non sto qui ad elencarti."
"Ma sai almeno suonarla?"
"Certo che si, per chi mi hai preso?"
"Okay allora, signorina, scusi, la prendiamo!"
"Cosa? Starai forse scherzando vero? Come la pago? Non ho mica tutti quei soldi!"
"Idiota! Mica devi pagarla tu."
"Mi spiace Kuroo-San, passi un caffè ma questo è troppo."
"Io lavoro, i soldi sono miei e ci faccio quel che voglio. Chiaro Nerdyshima?!"
Il tono di Tetsuro è forte, incisivo e decisamente perentorio. Non può replicare, è abbastanza sveglio da averlo capito. Perché? Perché Kuroo si stà spingendo così tanto per lui, per entrare nelle sue grazie?


È ormai il tramonto quando rientrano in casa, da quel momento non è più riuscito ne a guardare Kuroo negli occhi ne tanto meno a dire qualcosa. E nella sua testa continuano a vorticare un migliaio di domande.
Tetsuro infila la chiave nella toppa , la gira un paio di volte e la serratura scatta.
"Andiamo a portare tutta questa roba nella tua stanza."
La voce di Kuroo sembra tornata gentile e calda.
Tira su più aria che può con il naso. Deve sapere, lui deve chiederglielo. Perché si ostina a voler essere così gentile con lui?
Un passo, due passi. Glielo chiederà, qui e ora. E quando questa cosa sarà finita potrà andarsene a dormire. È davvero stanchissimo.
Tre passi, quattro "Kuroo-San tu, perch-" non finisce la frase, al quinto passo la vista si annebbia, le ginocchia cedono e lui impatta con il pavimento, lasciando che il buio lo avvolga completamente.

 

Le palpebre sono così pesanti da fargli male. Non ha voglia di svegliarsi. Che senso avrebbe aprire gli occhi di nuovo? Un calore estraneo continua a restare fermo sul suo petto e sulla sua mano. Si costringe, in qualche masochistico modo ad aprire gli occhi. Ciò che vede, per un breve istante gli mozza il fiato.
Kuroo ha la testa poggiata sul suo torace, vicino al viso le sue mani stringono quella di Kei in una morsa così stretta da essere quasi fastidiosa, a separare il loro contatto una piccola pezza tinta di rosso.
Solo ora si rende conto di essere steso a letto mentre Tetsuro è al suo fianco, in ginocchio sul pavimento.
Fissa ancora il suo volto addormentato, si concede solo qualche minuto d'ammirazione prima di svegliarlo. E per la prima volta nella sua miserabile vita Tsukishima Kei pensa che un altro essere umano sia bellissimo.
È forse questo il concetto di bellezza?
"Kuroo-San" Lo scuote. "Kuroo-San, svegliati."
Gli occhi piccoli di Tetsuro ci mettono un po' ad aprirsi e a riportarlo sulla terra, ma non appena si rende conto della situazione subito gli salta al collo.
"Kei, oh santo Dio, stai bene? La tua mano non smetteva di sanguinare e tu sei svenuto e io, cavolo, non sapevo cosa fare, avrei dovuto chiamare l'ambulanza? Stai bene? Come ti senti? Posso fare qualcosa per te?"
"Kuroo-San, rallenta, stai parlando ai duecento all'ora." la sua voce è flebile, poco udibile.
Ma Tetsuro è un fiume in piena, continua a tempestarlo di domande, il respiro è quasi affannato, nemmeno le sente le sue parole, è a pochissimi centimetri dal suo viso, con lo sguardo di qualcuno perso, abbandonato e decisamente preoccupato.
Ed è così che Kei decide di metterlo a tacere, poggiando le proprie labbra su quelle calde e morbide del compagno.
È solo una frazione di secondo un contatto talmente rapido che si potrebbe quasi definire inesistente.
"Ti sei calmato ora, Kuroo-San?"
"Stai – Stai bene?"
Sta bene? No che non sta bene, diamine, ha la leucemia. E per quanto il suo carattere pieno di strafottenza e superiorità quando la morte ti guarda in faccia, scandendo ogni ora della tua vita, promettendoti che verrà a prenderti presto, beh, qualcosa dentro di te si spezza per forza.
Ma questo non può certo andarlo a raccontare a Kuroo, non l'ha detto a nessuno, nemmeno a Yamaguchi, l'unico amico che abbia mai avuto.
"Si, vorrei solo riposare."
"Va bene, ti lascio solo allora. Se hai bisogno di qualcosa fa un fischio okay? Forse prima però dovremmo medicare quella mano. Aspetta vado a prendere la cassetta del pronto soccorso."
Nemmeno due secondi dopo il moro è di nuovo nella stanza pronto a fargli da infermiera personale.
"Dì, com'è che per un simile taglietto sanguini tanto? Non è normale sai, potrebbe esserci qualche problema nel tuo sangue, dovresti farti vedere."
"Com'è che conosci tutte queste cose Kuroo-San?"
"Sono al primo anno di medicina. Allora ci sono cose che anche tu non sai Nerdyshima."
Si lascia medicare con calma, dopo mesi passati tra ospedali ed ambulatori Tetsuro è la prima persona che sembra prendersi cura veramente di lui.
La giornata trascorsa gli vortica nel cervello e questa volta non riesce a fermare la lingua.
"Perché hai fatto tutto questo, Kuroo-San?"
"Che domande, è perché mi piaci Nerdyshima."
Glielo dice così, come se stesse leggendo la lista della spesa. Impossibile, pensa. Mi sta solo prendendo in giro. Ma decide di stare al gioco.
"E da quando, di grazia?"
"Un anno circa."
"Dal campo d'allenamento?"
"Già."
Le immagini dei loro incontri scorrono veloci, e, come i pezzi di un complicatissimo puzzle, tutto torna a posto. Le speciali attenzioni che il moro gli ha sempre dedicato, ogni volta che hanno avuto l'occasione d'incontrarsi, i messaggi casuali che il maggiore gli spedisce.
Niente di tutto ciò era allo scopo di infastidirlo o trovare qualche apertura per distruggere la sua, già in precedenza dilaniata, anima. Kuroo Tetsuro non lo vuole prendere in giro, al contrario, Kuroo Tetsuro gli ha sempre dimostrato di provare un interesse speciale per lui.
"Kuroo-San, io-" La sua mano è ancora tra quelle di Kuroo.
"Nerdyshima, oggi non ti ho comprato quella chitarra perché voglio comprarmi il tuo affetto o qualcosa del genere, l'ho fatto perché mi piace vedere i tuoi occhi, che splendono, quando ti emozioni per qualcosa. Potrai essere freddo e distaccato, ma i tuoi occhi sono sinceri, anche al campo d'allenamento, hai detto che la pallavolo non è così importante ma quando abbiamo giocato, i tuoi occhi ti hanno tradito, l'ho visto, il barlume luminoso che hanno sprigionato, non so spiegarmelo ma da quel giorno, quella luce, sentivo di averne bisogno, ogni giorno di più. È così che ho capito che forse, i sentimenti che provo nei tuoi confronti sono qualcosa di più che una semplice amicizia."
Il cuore di Tsukishima potrebbe esplodere, qui e ora. Se ne fosse in grado piangerebbe. Sente lo stomaco attorcigliarsi e il cuore accelerare i battiti, un calore si espande dal suo petto fino a raggiungere le punte dei capelli, delle dita, le gambe ed i piedi. Vorrebbe abbracciare Tetsuro con tutto se stesso. Ma si trattiene, nemmeno se Kuroo gli giurasse amore eterno potrebbe lasciarsi andare a quella sensazione, lui è come una bomba, non può far soffrire gli altri a causa sua.
"Kuroo-San mi-"
"Veramente, dopo tutto questo c'è ancora bisogno d'usare l'onorifico? Puoi pure usare il mio nome, non mordo mica."
"Kur, ehm, Tetsuro...S... San. Mi sento davvero onorato, ma io, ecco non posso accettare i tuoi sentimenti, io -" non ha nemmeno idea di cosa dovrebbe dire. È strano. Non è la prima volta che rifuta qualcuno, molte ragazze al liceo gli si sono dichiarate e lui non si è mai fatto problemi a rifiutarle eppure, per la prima volta nella sua vita, sente di star ferendo qualcuno, e questa consapevolezza gli fa ancor più male se possibile.
"Si tratta di quel Yamaguchi vero? Non preoccuparti, vedrai che starò bene, sono una roccia io che credi?"
Eppure lui può vederlo, Tsukishima Kei ha spezzato il cuore di Kuroo Tetsuro.

 

 

 

Eccolo lì, è l'ultima settimana prima del ritorno a casa, ed il suo morale, in queste due settimane non è migliorato nemmeno un po'. Come la convivenza con Kuroo d'altronde.
Nemmeno giocare a pallavolo con la vecchia Karasuno sembra aiutarlo poi così tanto, l'unica cosa che continua a rimanere nella sua testa è Kuroo Tetsuro, quella notte, le sue parole e lo sguardo di chi si è spezzato.
Salta murando un'altra schiacciata di Hinata. Ormai s'è abituato anche a quelle strane veloci. Sente la stanchezza le gambe cominciano a farsi molli ed il respiro più corto. Ma non gli importa. Stare nel campo lo fa sentire meglio, lo aiuta a non pensare a Kuroo, a casa, sui libri a preparare un esame su chissà che malattia.
"Okay pausa!"
Si ferma, raccoglie la sua bottiglia d'acqua e si siede sull'erba, fuori dal campo. Si ferma ed osserva, e per la prima volta si accorge di quanto sia circondato d'amore. Non solo Hinata e Kageyama, Sugawara e Daichi ma, finalmente, perchè diavolo, finalmente anche loro hanno aperto gli occhi ai loro sentimenti, Azumane e Nishinoya.
Si chiede cosa sia veramente l'amore. Perché le persone si spingono a tanto?
Lascia andare la schiena poggiando tutto il corpo sui fili d'erba.
SI chiede che cosa sia per lui veramente l'amore e subito il volto di Kuroo gli si para davanti agli occhi.
Per Tsukishima l'amore dovrebbe assomigliare alla musica, ti sostiene, può variare di genere, qualche volta può risultare diverso da ciò che ci si aspettava, può sorprenderti, ma è sempre lì. Costante.
Costante come il pensiero di Kuroo.
Costante come la presenza di Kuroo nonostante il suo rifiuto.
Costante come la sua malattia.
Ci ha pensato spesso nell'ormai mese trascorso a convivere nascondendo i farmaci da tutti, che senso ha, continuare a vivere aspettando di morire.
Ed è in quel momento che Kei Tsukishima capisce che, sa la vita gli è stata donata solo per venirgli portata via così, forse lasciarsi amare da Kuroo Tetsuro non sarebbe così male.
Chiude gli occhi, lasciando il celo sopra di lui splendere ancora, non è ancora tempo di mostrarsi per la luna.

 

Quando riapre gli occhi il celo non c'è più, al suo posto solo un soffitto bianco.
Il corpo intorpidito. Una mano stringe delicatamente la sua.
"Tsukki!" Yamaguchi è al suo fianco. Il viso rigato dalle lacrime.
"Yamaguchi." La sua gola è secca e la voce è roca.
"Quando ti ho chiamato, tu non volevi svegliarti, il sangue ti usciva dal naso e così abbiamo chiamato l'ambulanza." Tadashi singhiozza, gli stringe la mano il viso arrossato e stanco.
"MI spiace."
"Hanno parlato di Leucemia Mielomonocitica Giovanile Tsukki, non ho nemmeno idea di cosa significhi bene ma, insomma la leucemia-"Scoppia di nuovo a piangere.
"Lo so, mi dispiace di non avertelo detto prima."
"Da quanto lo sai?" Singhiozza.
"Un mese circa."
Yamaguchi piange, quel ragazzo ha un mare al posto dei condotti lacrimali e si fionda fra le sue braccia, lasciando che, per la prima volta, Tsukishima ricambi il suo abbraccio.
La porta si apre all'improvviso e Kuroo, con il fiatone ed i vestiti zuppi di sudore irrompe nella stanza.
"Scusate" sussurra poi "non volevo disturbare."
"Oh no, Kuroo-San entra pure." è Tadashi a fare gli onori di casa.
"Non preoccupatevi, ho solo portato un cambio e gli oggetti personali di Tsukki."
La sua voce risuona così triste che sembra quasi demolire le pareti dell'ospedale.
La morsa che attanaglia il cuore di Kei è qualcosa di struggente. Vorrebbe solo che Kuroo rimanesse lì, a prendersi cura di lui come quella sera di due settimane prima.

 

 


Elton John ripete per la seconda volta “I hope you don't mind” quando Kuroo apre la porta. Sfila piano le cuffie, mettendosi a sedere, lasciando la maglia bianca mostrare quanto sia dimagrito negli ultimi giorni.
"Ehi, Nerdyshima."
"Tetsuro-San." Nonostante tutto ogni giorno Kuroo viene a fargli visita, nonostante l'arrivo della sua famiglia a Tokyo e le incursioni di tutto il club di pallavolo Kuroo porta sempre la pace in quelle quattro mura spente. Costante.
"Dicono che domani ti dimetteranno, finalmente puoi tornartene a casa."
"Già, a questo proposito, prima di andare è un problema se passo a riprendere le mie cose?"
"Certo che no. Che ascolti oggi?"
"Elton John... Your Song."
"Davvero? Niente metallari che urlano assatanati, One ok Rock, Sum 41, Spyair?"
"Ogni tanto fa bene cambiare."
"Di un po' e com'è questa canzone?"
"Molto bella, una delle mie preferite. Magari domani te la suono, con la mia nuova Les Paul."
"Tu? Suoneresti per me? E non vuoi niente in cambio?"
"Una cosa in cambio la vorrei."
"E sarebbe?"
Kei respira a fondo, è il momento, deve dirglielo.
"Lo so, che sono come una bomba ad orologeria, e che per quanto io cerchi di non avere nessun tipo di contatto umano finisco sempre in mezzo ad un sacco di gente, e non sono minimamente come tutte le persone m'immaginano. Mi piacciono i dinosauri, i manga, la musica rock e la pallavolo e vorrei che tu, Tetsuro, mi insegnassi ad amare. Vorrei che tu mi insegnassi a comporre la melodia dell'amore."
SI ferma perchè si sente troppo smielato anche per qualsiasi film romantico, gli si saranno cariati tutti i denti per dire una cosa del genere.
Due labbra, premute sulle sue, gli dicono che si. Gli insegnerà ad amare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EPILOGO

 

Kei Tsukishima non sa decisamente ballare, ma se è Tetsuro, il suo neo – marito a chiederglielo non può che accettare.
Kuroo Tetsuro sussurra al suo orecchio tutte le parole di Your Song, che ormai è destinata ad essere la loro canzone fino alla fine dei tempi.
"Ti amo Kei, e non solo perché il tuo sedere è il più bello che io abbia mai visto, o per quell'enorme meraviglia che ti ritrovi fra le gambe. Ti amo perchè, in tutti questi anni, i tuoi occhi non sono cambiati nemmeno un po', nemmeno dopo tutte le chemio, rimani sempre il mio Nerdyshima. Ti amo per tutte le volte che hai suonato per me, per quelle folli corse in treno per raggiungerci, per essermi rimasto accanto durante la laurea ed aver seppellito il mio cane insieme a me. Ti amo." sussurra.
Kei ama Tetsuro con tutto il suo cuore, le loro vite sono legate, non solo dal loro, appena celebrato, matrimonio ma dal midollo osseo che Kuroo ha donato a Tsukishima.
Tetsuro ha regalato a Kei la vita.
E Kei non può che donare tutto se stesso all'uomo che ha davanti.
Sempre e per sempre.

 

And you can tell everybody this is your song
It may be quite simple but now that it's done
I hope you don't mind
I hope you don't mind that I put down in words
How wonderful life is while you're in the world.”

 

 

 

 

 

FINEEEEEEEEEE!

Si prepara a schivare qualunque cosa la gente decida di tirargli

Che dite? Troppo OOC? Troppo schifo? Sarà che sono quasi le due di notte ed io sono fusa. MI scuso se qualche termine riguardante la leucemia potrebbe essere incorretto, ho cercato di documentarmi il più possibile ma, non essendo dottore, potrebbe essermi sfuggito qualcosa.

Mi SUPERSCUSO anche per eventuali orrori di grammatica che m'appresterò a correggere al più presto, perciò fatemeli notare senza paura.

E magari fatemi anche sapere che ve ne pare.

Prima volta che pubblico qualcosa si HQ!! Se qualcuno di voi mi conosce è per il mio accanimento per Naruto (Storie che qui purtroppo non sono più presenti ma che provvederò a inserire nuovamente)

Giuro! La smetto.

Buonanotte corvetti.

 

   
 
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