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Autore: La Setta Aster    20/07/2017    3 recensioni
Max straccia la fotografia con la quale avrebbe potuto salvare la baia: per lei Chloe è più importante anche di Arcadia Bay. Conclusa la tempesta, entrambe sanno che la loro vita non sarà mai più la stessa, e che possono contare solo l'una sull'altra. Questo è il loro viaggio, per dimenticare, per ricordare, per ricominciare a vivere insieme, tra Seattle, Portland, in lungo e in largo per lo stato dell'Oregon. Questa è la seconda stagione, così come l'abbiamo immaginata io (Helen ;-) ) e Riordan (grazie per avermi fatto scoprire Life is Strange, non avevo proprio bisogno di sostenere l'industria dei fazzoletti! ;-P ).
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Piano Fire degli Sparklehorse risuonò per la stanza numero 12 del motel: era la sveglia di Chloe.

Ultimamente la sentiamo troppo spesso, Max finirà per odiarla!  Ma Max era troppo stanca per svegliarsi. Dovette alzarsi l’amica per prima. Si scompigliò i capelli blu, la cui ricrescita ormai si stava espandendo, poi si stropicciò gli occhi per levare la sabbia della notte.

“till the sandman he comes” canticchiò.

Fu Rachel a farmi scoprire quella canzone. Si sentì un’ingrata ad aver pensato prima a Rachel piuttosto che a Max. Perdonami, Max, non posso farci niente, mi manca da morire. Dovrei essere grata per la ragazza che ora è qui con me, piuttosto che crogiolarmi nel dolore. A quel punto, guardò Max. Il suo viso non era dolce come al solito, era corrucciato, e stringeva il cuscino come se fosse un’ancora di salvezza.

“so io cosa ti ci vuole, piccola Max” sussurrò come se stesse parlando ad un gatto.

Si vestì, uscì dalla stanza e si diresse verso il bar del motel. Ne fece ritorno con un cappuccino da asporto per Max, del caffè per lei, e due waffle dall’aspetto orrendo ed immangiabile in un singolo piatto di plastica, ricoperti dallo sciroppo d’acero degno dei peggiori pancake dell’Oregon, e senza posate.

Una colazione di merda, vero? Ma se conosco Max non rifiuterà un servizio in camera.

Poi, dovette inventarsi un modo per svegliare l’amica senza essere né troppo mielosa né troppo perfida. Presa la decisione, s’inginocchiò davanti a Max, poi le portò il piatto coi waffle sotto al naso. Nemmeno il profumo la svegliava, così Chloe provò a picchiettarle il naso con la pietanza, il cui risultato fu che le imbrattò il naso di sciroppo d’acero. Fu allora che Maxine Caulfield si destò dal sonno pesante che l’aveva rapita.

“sveglia, vostra maestà, la servitù vi ha portato la colazione a letto!” l’accolse nel mondo dei vivi.

Max dovette prendersi qualche secondo per focalizzare la realtà. Cercò di convincere gli occhi ad aprirsi ad un nuovo giorno, poi si passò una mano sul viso, per accertarsi che fosse ancora lì dov’era di solito. Si accorse subito che il suo naso era appiccicoso. Tentò di spalancare gli occhi, ma ne risultarono due fessure. Vide Chloe, ridente davanti a sé, con un piatto in mano, e due waffle ricoperti di sciroppo d’acero pronti per essere mangiati.

“ben svegliata, zombie!” si sentì dire Max “scusami, avevano finito i cervelli, ma questi waffle non se ne discostano molto, a giudicare dall’aspetto”
Max non poté fare a meno che improvvisare una assonnata risata.

Oh, Chloe, svegliarsi così era il più bel regalo che potessi desiderare da questa giornata!

“ci siamo date il cambio? Di solito quella che si sveglia tardi sono io”

Avendo capito che non c’era modo di far alzare l’amica da quel letto entro la mattinata, Chloe prese posto di fianco a lei, seduta sulle coperte, e posò su di esse il piatto.

“niente posate, si usano le mani e ci si sporca per bene!”

“a quanto pare lo hai già fatto col mio naso” rispose a tono, sorridendo.

Chloe aveva l’irrefrenabile tentazione di leccarle la punta del naso per pulirlo dallo sciroppo. Chloe, torna in te: e ti poni pure il dubbio se è il caso oppure no?

Senza pensarci ulteriormente, si protese verso il volto di Max e le morse il naso con i denti. In un primo momento, l’amica fece per tirarsi indietro, ma poi Chloe tornò all’attacco, intenzionata, questa volta, a non lasciare tracce dello sciroppo. Max si sentiva al contempo imbarazzata e divertita.

“no, ma fai pure, Hannibal the Cannibal!” la prese in giro.

“preferisco le guance, che ne dici se…” nemmeno finì la frase, che già aveva una mano, lordata di sciroppo, sulla guancia dell’amica. Fu il modo migliore per svegliarla del tutto.

“è così allora…”

Iniziò una furente e sanguinosa battaglia di sciroppo, che condusse al rovinoso lancio dei waffle. In quello scontro non vi furono vincitori, solo una colazione caduta durante il combattimento e due amiche imbrattate e nel pieno di una risata viva ed impetuosa. Sentirle ridere in quel modo avrebbe salvato persino Nathan Prescott dalla pazzia.

A turno, si fecero una doccia, per lavarsi via l’appiccicoso sciroppo d’acero, e, nel caso di Max, il sudore della notte prima. Quando uscirono per dirigersi alla macchina, Max fu grata al sole per le carezze che la accolsero. Era abbastanza alto perché fosse anche caldo, nonostante la brezza mattutina.

“forza, non amo fare shopping, quindi fammi cambiare idea, chiaro?”

Con immenso piacere, Max seguì Chloe fino alla macchina. Fece per sedersi al suo consueto posto del passeggero, ma l’amica le bloccò il passaggio.
“che ne dici se invece ora guidi tu?”

Era sorpresa. “io?”

“sì, andiamo! Non fare la cagasotto, devi fare il battesimo del fuoco con il nostro vascello!”

Max ci pensò un po’ su, poi decise: era il momento di essere più coraggiosa.

“teletrasportami, Scotty!”

“è più: vento alle vele”

Max prese posto e strinse il volante tra le mani.

“allora: portala in mare, Signor Murdock!”

Chloe fece una smorfia “meglio di no, o dovrò fare affidamento a tutti i gesti scaramantici che conosco”

Si rese conto solo dopo di che razza di citazione porta iella aveva tirato fuori.

Inserì la chiave, la girò, e quando la macchina si risvegliò ruggendo fiera si sentì come se fosse a cavallo sul dorso di un drago, e ora si fosse svegliato.

“ho risvegliato la bestia!”

“falla sfrecciare!”

Con movenze goffe e singhiozzanti, Maxine Caulfield portò il pick up sull’asfalto, diretto verso Anne Grove. Dapprima mantenne una velocità lenta al limite della noia, poi, spronata da Chloe, aumentò fino a raggiungere una velocità moderata.

“andiamo, Mad Max, fammi divertire!”

Non poteva certo deludere il suo capitano di vascello.

“ecco che arriva Maximum Overdrive!”

Pigiò l’acceleratore fino a spremerlo. Per un pezzo avrebbero percorso un rettilineo, e Max era decisa a goderselo appieno. Abbassarono i finestrini, sebbene non facesse poi così caldo. Volevano sentire il vento, volevano sentirsi vive. Chloe si sporse finanche a sedersi sulla portiera, con l’intero busto fuori dalla vettura. Quando si levò il cappello e lo gettò in auto, i suoi capelli, del colore del cielo, vennero sferzati dall’aria e dalla velocità, liberi come non lo erano mai stati. Si agitavano come se volessero gridare in nome della libertà stessa. Max indossò con gioia il cappello dell’amica.

“like a true nature’s child, we were born, born to be wilde!” cantò Chloe a squarciagola, con voce potente e roca.

Max rise, nel vederla così felice. Non poteva fare a meno di guardarla, era bellissima, ora: euforica, che cantava al vento. Era catturata da quella musa, come quando la vide ballare sul letto. Avrebbe voluto scatenarsi anche lei a quel modo, ma usò come scusa la guida attenta per evitare di dover scegliere se lasciarsi andare o rimanere la timida, riservata Maxine Caulfield. Quando distolse lo sguardo da Chloe, erano in prossimità di un incrocio. Non vide l’automobile che li colpì violentemente sul fianco destro, ma poté udire il grido di Chloe. La macchina venne scaraventata nel campo verde al lato della strada, e continuò a rotolare come una trottola impazzita finché non si adagiò, accartocciata come un foglio di carta, distrutta, rovesciata. Max era convinta che avrebbe perso i sensi: la vista era offuscata, la testa girava. Si riprese non appena pensò a Chloe: guardò alla sua destra, ma il posto del passeggero era vuoto.

“Chloe!” urlò.

Si sganciò la cintura di sicurezza, e cadde, picchiando la testa contro il tettuccio. Con foga e rabbia, aprì la portiera e si scagliò fuori dall’auto, cercando di correre, ma faticando per mantenere l’equilibrio. Più d’una volta cadde. Fece correre lo sguardo in ogni direzione, alla disperata ricerca di Chloe. Trovò il suo corpo accasciato a terra, distante dal relitto del pick up. Corse urlando il suo nome. Quando la raggiunse, le si gettò addosso, stringendola a sé, in preda ad una crisi di pianto. Il suo corpo era ridotto orrendamente: più di un osso sporgeva dalla carne, il viso, un tempo splendido, ora era rovinato ed insanguinato.

No, Chloe! Non di nuovo!

“non di nuovo!” gridò fino a che la gola le dolse.

Va bene, Max, riavvolgi tutto, salva Chloe!

Si impegnò come non faceva da quando fermò il tempo per salvare Kate. Si concentrò sulla mattina, sul momento in cui Chloe le propose di guidare. Rivide esattamente quelle immagini, i ricordi precisi di ciò che videro i suoi occhi. Era vero: lei era una fotocamera, i suoi ricordi erano come scatti, indelebili. Focalizzò quel preciso istante, e si fece scoppiare la testa per riuscire a riavvolgere il tempo.

 
“forza, non amo fare shopping, quindi fammi cambiare idea, chiaro?”

Max era tornata a quel momento. Lo ricordava, era felice.

Max, calmati. Respira, e guarda: Chloe è viva e sta bene. Rilassati.

Aveva forti dolori dovunque, ma nessun danno grave in seguito all’incidente. Doveva considerarsi molto fortunata. Raggiunse l’amica, e attese la fatidica domanda.

“che ne dici se invece ora guidi tu?”

Allora, Max, pensa: se la lasciassi guidare, essendo più esperta di me, potrebbe evitare l’incidente. Ma l’incidente era colpa dell’auto che ci è venuta addosso, quindi magari nemmeno lei potrà evitarlo. E sembra che oggi Chloe abbia voglia di correre, quindi forse è meglio prendere le redini, ora che so quando fermarmi.

“vento alle vele!” questa volta fu Max a dirlo.

“cazzo sì!” esclamò Chloe, contenta “mi piace il tuo spirito, primo ufficiale Caulfield!”

L’auto sfrecciò di nuovo, e Chloe fece ancora volare i suoi capelli al vento. Ma quando giunse l’incrocio, Max rallentò fino a fermarsi. Permise al pirata della strada di passare, poi riprese la marcia.

Chloe, però, se ne accorse.

“Max, come facevi a sapere di quel coglione?”

Non sapeva cosa rispondere: dirle la verità forse le avrebbe fatto pensare che la morte la stava perseguitando, mentirle poteva rivelarsi un errore ancora più grave.

“Max, devi dirmelo:” le si avvicinò “sono morta ancora?”

Trattenne le lacrime.

“Chloe, ti prego, non roviniamo questa giornata”

“merda, mi hai vista morire ancora…” si prese il volto tra le mani “forse sono davvero destinata a morire, Max”

In quel momento, Max fu presa da una rabbia feroce, che le distorse la voce, rendendola aggressiva.

“stammi a sentire, Chloe, a me non frega un cazzo se devo vederti morire un milione di volte, se so di poterti rivedere viva e accanto a me, chiaro?”

La ragazza dai capelli blu la fissò con uno sguardo che parlava con ammirazione, gratitudine, e amore.

“oh, Max” si lanciò verso di lei, abbracciandola e stampandole un bacio sulla guancia.

Nemmeno lei sapeva come Chloe avesse fatto, ma quel delicato bacio sulla guancia, dalle labbra raggelate dall’aria fredda presa ad alta velocità, la fece sorridere all’istante, i muscoli del volto si rilassarono, lo sguardo da corrucciato si fece sereno, le sopracciglia non più aggrottate, ma ben distese.

“e ora, se vossignoria ha smesso di morire, vorrei godermi una giornata con la mia migliore amica”

“è da matti pensarci, ma io mi sento benissimo, come se non fossi mai morta!”

Risero insieme del loro sarcasmo nero.

“e poi c’è sempre Super Max con me, che viaggia nel tempo per salvarmi”

“vieni con me se vuoi vivere!”

“sono la tua Sarah Connor, Max!”
Fanculo, destino, se vuoi Chloe sappi questo: non puoi averla, e non l’avrai!

Scherzare anche sulla morte stessa faceva sentire Max forte, invincibile, e pronta a combattere il tempo, il destino, se mai ce ne fosse uno, e anche la morte stessa. Non aveva paura, non più.

Il pick up mordeva l’asfalto colpito dalla forte luce del sole mattutino, e non si sarebbe fermato fino ad Anne Grove.

ANGOLO DEI REGISTI
Dunque ci siamo: con questo capitolo si chiude il primo episodio. Questa volta non si tratta di visioni: Chloe è effettivamente morta e tornata in vita per mano di Max. Come mai? Cosa si cela dietro alla ragazza dai capelli blu? Maxine non è comunque intenzionata a demordere, pur dovendo salvare Chloe per il resto della sua vita. 

 
  
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