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Autore: paige95    20/07/2017    2 recensioni
Sequel di 'Un amore incompreso'.
Erano trascorsi quattro anni dalla nascita della loro figlioletta. Lily cresceva bella come la mamma e forte come il papà, anzi forse vivace come Goten. Bra passava pomeriggi a correrle dietro per evitare che si facesse male e arrivava a fine giornata sfinita, nonostante fosse anche lei molto giovane.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un amore incomprenso '
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Non è il momento
 
Goten lavorava alla Capsule Corporation ormai da due mesi. Era felice, perché era davvero fantastico lavorare a fianco del suo amico d’infanzia; la complicità che avevano sempre avuto nell’amicizia, ora veniva trasposta sul lavoro e insieme riuscivano a realizzare importanti progetti. Oltre al lavoro in sé, ovviamente al ragazzo si riempiva il cuore di gioia quando sapeva di tornare a casa la sera dalla sua famiglia.
 
Anche Bra era felice, la loro vita era perfetta e la ragazza non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Era un po’ però che non usciva all’aria aperta, il medico le aveva raccomandato riposo, specie negli ultimi mesi, così riceveva spesso la vita di Pan, la quale l’aiutava nelle faccende domestiche e le faceva un po’ di compagnia.
“Allora, raccontami le novità”
“Nessuna novità, Bra. Non ti stai perdendo proprio nulla” le aveva risposto con un tono annoiato
“Ma” si era bloccata
Pan continuava nelle sue mansioni, senza guardare l’amica “Ma?”
Non ricevendo risposta alzò lo sguardo: aveva un’espressione assente.
“Bra, che hai?”
“Pan, sento delle fitte strane” la voce rotta dal dolore e dalla paura
“Ma è presto” la ragazza si stava spaventando
“L-lo so, ma credo sia impaziente di nascere”
“Ok, tranquilla” anche se era la prima a perdere lucidità “ti porto in ospedale” la stava prendendo per un braccio con l’intenzione di aiutarla a muoversi
“No!” stava guardando terrorizzata l’amica “È troppo tardi per l’ospedale”
“Ma che stai dicendo??”
“S-sta per nascere” si era seduta sul divano
“Bra, che devo fare?”
La ragazza non attese nemmeno la risposta, l’amica stava soffrendo, quindi corse d’istinto a prendere coperte, un bacile d’acqua calda e una forbice che sterilizzò. Ma davvero doveva farla partorire?
“Pan, ti prego, aiutami”
“Ci provo” stava iniziando a sentirsi male anche lei e in quello stato non sarebbe stata utile “Bra, respira” era una responsabilità troppo grande per lei “Chiamo lo zio Goten. Non ci riesco da sola, non so nemmeno da dove iniziare. Scusami, Bra” probabilmente l’aveva delusa, ma non se la sentiva di rischiare la vita di quel bambino e dell’amica
“Fa presto, Pan. Non so quanto posso ancora resistere” stringeva i denti, ma il dolore stava diventando insopportabile
Le contrazioni stavano aumentando e Pan era sempre più disperata. Compose il numero più volte prima di digitare i tasti giusti.
Ci mise qualche secondo a rispondere e l’attesa divenne snervante per la povera ragazza.
“Zio!”
“Pan. Stai bene?” la riconobbe, ma dalla voce la sentiva molto agitata
“No, cioè io sì. Bra, il bambino. Ti presto, corri, sta nascendo!”
“Ma è troppo presto!” il panico dilagò anche nel ragazzo
“Credo abbiate fatto male i calcoli”
Goten sentiva le grida della moglie e si precipitò fuori dall’ufficio.
Pan, riattaccò la chiamata “Arriva, stai tranquilla” anche se quella più agitata iniziava ad essere lei
 
In poco tempo Goten raggiunse le due ragazze.
“Bra!”
“Mi dispiace, non sono riuscita a raggiungere l’ospedale”
“Tranquilla, tesoro, andrà tutto bene” il panico più assoluto nella sua mente, ma doveva riflettere con lucidità; le accarezzava i capelli per calmarla, ma era tutto inutile se non facevano nascere il bambino
Il ragazzo la prese in braccio. Pan non riusciva a capire “Ma che stai facendo?”
“La porto sul letto. Pan, devi far nascere mio figlio. Sei l’unica che può farlo”
Goten si era avviato al piano superiore, mentre la ragazza aveva preso tutto l’occorrente preparato poco prima. Non era per niente convinta.
“Zio, forse dovresti portarla in ospedale”
“Non c’è più tempo”
 
L’aveva adagiata delicatamente sul materasso e le stava accanto.
La nipote cercava di fare mente locale “Io non sono un medico, non ho mai fatto partorire nessuno” Bra e il bambino sarebbero morti per causa sua, Goten non si rendeva conto del peso che le stava mettendo sulle spalle “Chiama la nonna, lei saprà cosa fare”
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e in meno di un minuto comparvero Goku e Chichi. Il sayan vedendo le condizioni della nuora propose di portarla in ospedale con il teletrasporto, ma la moglie lo zittì “Come pensi di comparire all’interno dell’ospedale?!” era risoluta a risolvere la situazione “Pan, Goku, vi voglio fuori da qui. Aspettate giù” avrebbe volentieri fatto lo stesso con il figlio, se non fosse che Bra gli stesse stringendo la mano per farsi coraggio; Chichi era tenace e avrebbe fatto partorire la ragazza
“Ora, cara, devi prendere un bel respiro, stringere forte la mano a Goten e spingere”
Il ragazzo si lamentò alla stretta della moglie.
“Zitto Goten! Sto soffrendo io, non tu!”
Lui non ebbe nemmeno il coraggio di replicare, sapeva che era già tanto uscirne vivo.
 
Chichi si bloccò all’improvviso, non disse una parola, ma iniziò ad impallidire.
“Mamma, che succede?”
La voce del figlio la fece tornare alla realtà “B-bra non spingere più”
“Perché?” il dolore si stava mischiando alla paura “Chichi, cos’ha il mio bambino?”
La donna non riusciva nemmeno a rispondere alle domande che i due ragazzi le avevano rivolto.
“Bra, stringi più forte che puoi la mano di mio figlio e resisti. So che il dolore sarà forte”
In effetti dopo poco la ragazza sentì un dolore lancinante.
“Bra!” il ragazzo non sapeva come aiutarla, era paralizzato dalla paura, ma doveva riscuotersi e aiutarla “T-tesoro, come lo chiamiamo?” cercava di distrarla dal dolore, ma non era semplice
“Goten, scusa, ma non è il momento!” urlava
“O-ok, ma non possiamo farlo nascere senza aver prima scelto il nome. Non ci abbiamo ancora pensato” cercava di riflettere “Che ne dici di” doveva trovare un nome rapidamente “Charlie?”
“V-va benissimo” ma lei non lo stava nemmeno ascoltando
“Bra, pensa anche tu ad un nome. Decidiamolo insieme” faceva vagare lo sguardo dalla madre alla moglie, con la speranza che quell’agonia finisse presto “Mamma, quanto ci vuole??”
“Non ci riesco, il cordone è intorno al collo, rischia di soffocare” anche Chichi si stava agitando
Dopo un iniziale momento di shock, Goten tornò a concentrarsi sulla ragazza “Bra, guarda me, non pensare a mia madre” doveva farsi venire in mente qualcos’altro “Ricordi il giorno in cui ti ho regalato il medaglione? Perché non lo porti?” le fece un sorriso
“È nel portagioie” faceva fatica a parlare
“Tesoro, dobbiamo sostituire la foto appena nasce il piccolo. Però lo devi ricordare tu, perché lo sai che io ho la memoria corta, ok?” cercava di farla sorridere, ma la situazione era troppo tragica
“Ok” gli strinse più forte la mano “Goten?”
“Dimmi”
“Non credo di farcela. Il bambino sta soffocando”
“Certo che ce la fai! Non dire sciocchezze, ce la farete entrambi” stava perdendo la pazienza, l’attesa lo stava snervando “Mamma!”
“Goten, lo so! Sto facendo del mio meglio” Chichi si allarmò ulteriormente “Oh no”
“Che altro c’è??”
“Sta perdendo troppo sangue”
Infatti Bra non tardò a dare i primi segni di incoscienza.
“Bra! Resta con me! Ti prego, amore, non dormire” le dava piccoli schiaffetti sulle guance per mantenerla lucida “Guardami”
La ragazza sorrise al marito “Non mi vieni difficile guardarti”
“Allora fallo. È quasi finita” era una bugia, non sapeva nemmeno lui quando sarebbe terminata quell’agonia e in che modo “Ti prometto che questo è l’ultimo. Non ti troverai mai più in una situazione simile. Ma ti prego resisti!”
Pochi secondi dopo Chichi riuscì nella sua impresa “Ce l’ho fatta!” si rivolse alla nuora “Bra, ora devi spingere più forte che puoi. Forza che ora nasce!”
La ragazza impiegò le ultime forze. L’ultimo rumore che sentì fu il pianto di un bambino, prima di chiudere gli occhi e svenire.
“Bra! No, ti prego, svegliati!”
Goten non ci pensò nemmeno un secondo, la prese in braccio e si precipitò alla porta della stanza. La madre lo bloccò con la voce “Goten! Dove vai? Tua moglie non può essere spostata”
“La porto in ospedale” era determinato a salvarla “Mamma, non posso perderla”
Detto ciò, attraversò la soglia, passando davanti a Goku e Pan che attendevano notizie in uno stato d’ansia. Il ragazzo non li degnò nemmeno di uno sguardo.
Anche Chichi uscì dalla camera con il bambino in braccio “Goku, raggiungi tuo figlio, accompagnalo velocemente in ospedale” mise delicatamente tra le braccia del marito il neonato “Porta anche nostro nipote, ha bisogno di cure immediate”
 
Il sayan corse dietro al figlio e quando lo raggiunse gli posò una mano sulla spalla, teletrasportandosi.
 
Continua…
   
 
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