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Autore: Bloody Wolf    20/07/2017    4 recensioni
Questa FanFiction è nata da un prompt di Sakura Hikari EFP per la summer challenge di Supernatural (Dentro troverete i link di riferimento).
E' la mia prima FF su supernatural quindi siate clementi:
Era impossibile che il maledetto stesse ancora dormendo, non era da lui, non poteva essere così quindi si ritrovò a camminare a passo di marcia verso la propria stanza, bussò un paio di volte iniziando a chiamare a gran voce suo fratello che però non rispondeva, si fece indietro, guardando la serratura con un cipiglio incazzato, l’avrebbe sfondata se necessario ma la voce che gli arrivò all’orecchio non era quella di Sam, era la sua, la sua voce era così dannatamente sexy che l’avrebbe riconosciuta ovunque
“Dean… Dean abbiamo un piccolo problema”
Se vi ho incuriosito leggete!!
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Questa storia è nata da un prompt di ">Sakura Hikari EFP per la Summer Challenge indetta sulla pagina web di Facebook  Wayward sons and daughters! - Supernatural Italia( che vi invito a visitare perchè contiene molto materiale su cui sbavare), il prompt da me scelto è il seguente: 
Gen o Destiel: una strega scambia di corpo Sam e Dean durante una caccia. Castiel si offre di aiutarli a trovare un rimedio (Se Destiel, Sam non è al corrente della loro relazione e rimane spiazzato quando Castiel lo bacia).

Note mie sulla storia:
E' una Destiel, ho messo il colore giallo perchè ci sono un paio di baci ma nulla di che, non sfociano nel sesso sfrenato (purtroppo XD), è la prima volta che scrivo su questa copia ed è per questo che non mi sono fidata ad andare oltre a dei semplici baci... 
Mi piacerebbe scrivere ancora su questo fandom ma non so se i miei personaggi sono IC oppure OOC quindi lascio a voi la decisione; mi piacrebbe sentire un vostro parere su questa FF, quindi se avete voglia di commentare o di mandarmi un messaggio in privato con il vostro personale commento ve ne sarei davvero grata (critiche e suggerimenti sono sempre apprezzati dalla mia parte)
Detto questo vi lascio alla lettura di questa FF e vi ringrazio.


 

Shamble


Dean si era alzato come tutte le mattine, si era stiracchiato nel letto alzandosi con gli occhi chiusi per poi barcollare svogliatamente verso il bagno. Si spogliò ancora assonnato entrando sotto la doccia spostando all’ultimo una ciocca di capelli che gli andava a coprire la visuale e lì si immobilizzò, nudo con una mano che andava a toccare i capelli con un dubbio scritto in volto.

Aveva i capelli lunghi, sembravano i capelli di Samantha e il dubbio lo assalì, obbligandolo a correre di fronte allo specchio bloccandosi alla vista del suo riflesso: oltre ai capelli di Sam aveva anche il volto di Sam e non contento aveva anche il corpo di Sam e oddio suo fratello era più dotato di lui… figlio di puttana non lo superava solo in altezza e in intelligenza, maledetto.

Cercò un paio di boxer in quella camera che, solo in quel momento, si accorse non essere la sua, ribaltò tutti i cassetti e l’armadio non trovando nulla di ciò che cercava.

Era impossibile che Sam non avesse un paio di boxer, aveva solo quelle mutandine da donna sgambate e odiose che gli si attaccavano alle chiappe, maledetto lui e il suo modo di vestire, doveva trovare una soluzione, ma per il momento si ritrovò ad indossare un paio di pantaloni della tuta senza l’intimo e una maglia bianca.

Come diavolo faceva suo fratello a camminare e a restare tutto il giorno a quell’altezza, quando si doveva abbassare si sentiva male ancora prima di iniziare a compiere quel movimento.

Sam!”

La voce che uscì dalla sua bocca non era la sua, era quella più delicata e bassa di suo fratello e Dean si ritrovò a ringhiare indurendo i lineamenti, che diavolo era successo in quella notte ?

Ma mentre si poneva quella semplice domandasi stava già dando la risposta, era stata quella strega, quella maledetta strega che avevano cacciato e che gli aveva lanciato un incantesimo, ne era sicuro, maledetta bastarda.

SAMMY!!”

Era impossibile che il maledetto stesse ancora dormendo, non era da lui, non poteva essere così quindi si ritrovò a camminare a passo di marcia verso la propria stanza, bussò un paio di volte iniziando a chiamare a gran voce suo fratello che però non rispondeva, si fece indietro, guardando la serratura con un cipiglio incazzato, l’avrebbe sfondata se necessario ma la voce che gli arrivò all’orecchio non era quella di Sam, era la sua, la sua voce era così dannatamente sexy che l’avrebbe riconosciuta ovunque

Dean… Dean abbiamo un piccolo problema”

Dean si ritrovò a chiudere gli occhi e a portare le mani ai fianchi respirando in modo lento per calmarsi ma fu tutto inutile, il ruolo di fratello calmo non gli s'addiceva proprio per nulla così iniziò ad urlare

Sammy… piccolo problema? Apri questa dannata porta!”

Il suono della serratura che veniva aperta obbligò Dean a riportare lo sguardo sulla porta che, lentamente, veniva socchiusa ed infine aperta mostrando un Dean palesemente a disagio.

Era un po' come guardarsi allo specchio, la tua figura era lì, sapevi che era tua ma allo stesso modo, in quel preciso istante, erano entrambe consapevoli di non essere loro stessi ed era maledettamente strana.

Io Dean… davvero...”

Dean alzò una mano stupendosi di come fossero grandi quelle mani, non ci aveva mai fatto davvero caso ma in quel momento gli sembravano davvero enormi, ma il suo gesto placò le parole di Sam che rimase in silenzio sull’uscio della porta di quella camera che non apparteneva nemmeno a lui, immobile in quel corpo che non si sentiva addosso per niente bene, come quando indossi una maglia stretta che sai che ti sta bene ma a te da fastidio perchè la senti tirare.

Sammy, dobbiamo rimediare questo casino...”

Sam annuì e si incamminò verso la cucina del bunker, seguito a ruota da Dean, entrarono in cucina e subito Dean si diresse verso il frigorifero, prendendo due birre e iniziando a sorseggiarne una.

Dean! Quello è il mio corpo! Smettila!”

Dean si ritrovò Sam a fargli la predica nel suo corpo e la cosa era comica, perché vedere se stessi mentre ti riprendi praticamente da solo era una cosa davvero esilarante ma appoggiò la birra sul tavolo allontanandosi alzando le mani per mostrare la sua paziente ubbidienza

Deve essere stata quella strega, facciamo come al solito, io contatto Crowley e vedo di trovare Rowena… tu chiama Cas”

Dean annuì mentre prendeva il cellulare e componeva il numero dell’angelo, aspettando che rispondesse a quel maledetto aggeggio, suonò due, tre, quattro volte ma non rispose nessuno così Dean chiuse il telefono prendendo un bel respiro a pieni polmoni passandosi una mano nei capelli che rimase però impigliata, non era abituato ai capelli lunghi ma li stava già odiando.

Dean! Aiutami!”

Dean seguì la richiesta d’aiuto del fratello trovandosi in biblioteca dove suo fratello lo guardava incazzato come se gli avesse fatto un torto, la mano di Sam si alzò andando ad indicare un libro che si trovava al quarto scaffale, scaffale quello a cui non arrivava con quel corpo. Dean rise sotto i baffi lasciandosi scappare un sorrisetto mentre sorpassava il fratello e allungava un mano e afferrava il libro con disinvoltura alzando un angolo della bocca e allungando a Sam il libro che, una volta preso, lo insultò andandosene mentre lui lo seguiva attraverso il passaggio che, in quel momento, sembrava così stretto.

Si ritrovarono nella sala del bunker e solo in quel momento Sam prese parola, portandosi la mano ad accarezzare i capelli, abituato con i suoi, per lisciarli all’indietro.

Crowley non risponde… Cas?”

Dean negò ed entrambe sospirarono sconfitti, dovevano arrangiarsi, dovevano trovare un modo per risolvere quella situazione. Sam prese posto sulla sua solita sedia a capo tavola e iniziò a parlare rivolto verso il fratello mentre con la mano girava quelle pagine ormai ingiallite dalla polvere

Dobbiamo pensare a ogni particolare, a qualcosa che ci ha portato fino a questo punto, deve essere un incantesimo perché lei è morta e noi siamo diventati così quindi ora ci sediamo e ripensiamo a cosa diavolo è successo”

Dean si ritrovò a scrutare il fratello sorridendo in modo divertito, suo fratello in quel corpo era comico, non ci poteva fare nulla, si sedette assieme a lui al tavolo e poi si mise a pensare, non era difficile ripensare a cosa avevano fatto giusto ieri, doveva esserci per forza essere stato qualcosa che aveva permesso quell’incantesimo…

 

Sam aveva trovato un caso a poche miglia dal bunker, era un caso che parlava di tre donne scomparse nel nulla e poi ritrovate a vagare nei boschi senza espressione ed emozione alcuna, il loro corpo nudo aveva una tonalità chiara e avevano un tatuaggio, una cosa comune, una runa celtica sul petto, la runa Kenaz, quella runa non portava quasi mai qualcosa di buono, e la foto che c’era su quell’annuncio dimostrava tutto.

Per i celti Kenaz era una runa della guarigione ma spesso veniva usata per indicare la fine di un amore passionale oppure per la fine di qualcosa che aveva a che fare con la situazione finanziaria.

Erano andati dalle donne per cercare di parlare con loro ma quelle non avevano spiccicato parola, nessun suono era stato fatto così si erano insospettiti chiedendo al medico di far aprire loro la bocca ma quello non ci riuscì.

Dean si era fatto avanti quando era uscito il medico e ne aveva colpita una con vaso di fiori ma la donna era rimasta immobile, non sanguinava nemmeno, come se fosse in una trance perenne.

Si ritrovarono poco dopo a casa della prima donna, era una casa con piscina e giardino divisa su due piani con tanto di cantina e terrazza sul tetto; furono accolti dal figlio della donna dal quale, dopo pochi minuti, scoprirono che la donna era una donna in carriera, un avvocato per la precisione e che, solo da pochi giorni aveva chiuso lo studio per via di un suo caso andato male, era una perfetta causa per giustificare quella runa su quel corpo, una perdita finanziaria però dovevano trovare una strega o un druido che avesse inciso quei simboli e capire perché lo faceva. Così continuarono.

Arrivarono a casa della seconda donna dove trovarono solo il padre anziano di questa assieme a una bambina dai capelli biondi, iniziarono a parlare con tranquillità passando dal tempo ala scuola che stava frequentando quella bimba, finendo così a parlare della vita amorosa della donna scoprendo così che era poco più di un mese che la donna aveva divorziato e che, per questo motivo, stava seguendo una cura di anti-depressivi. Causa più che giustificata ma l’uomo aggiunse di aver sentito parlare la donna di una veggente, di qualcuno che gli aveva promesso la felicità ma l’uomo aveva dato la colpa ai farmaci senza indagare troppo.

La terza donna aveva una vita apparentemente perfetta, un marito, dei figli e un cane, (a parere di Dean orribile) ma il marito accennò ad un giardiniere curioso e i due si ritrovarono in pochi minuti dal suddetto uomo che gli confessò di aver smesso circa due settimane prima di frequentare la donna, confessandogli anche della sua ossessione per fuggire dal paese assieme a lui, l’aveva lasciata per quel motivo, era diventata troppo oppressiva per i suoi gusti.

Accennò anche ad una donna che l’aveva illusa di quell’amore, che aveva provato a fargli prendere degli strani intrugli anche a lui che però si era sempre rifiutato.

Dove troviamo quella donna?”

L’uomo sembrò pensarci per poi spiegare ai due dove trovare quella donna che viveva in una piccola casa alla fine del paese, non era molto che era lì ma non era ben vista da nessuno, nemmeno dagli animali.

Si erano armati e fiondati lì trovandola e uccidendola ma poco prima di morire aveva parlato, aveva guardato i fratelli con due dita ossute rivolte verso di loro pronunciando delle parole per loro senza senso

Bydd eich eneidiau yn cael eu cyfnewid ar fympwy, dim ond eich calonnau llenwi gall rowan helpu.”

Recitate queste parole la donna rilasciò dal palmo una polvere viola che andò a posarsi sui due ragazzi mentre lei andava a fuoco morendo tra le fiamme.

 

Dean, quelle parole, dovremmo trovare qualcuno che possa tradurle, anche solo ascoltandole”

Dean annuì mentre l’unica persone che aveva in mente per quel compito era Castiel, il suo angelo custode, il suo che rispondeva soltanto a lui e di conseguenza era normale che non rispondesse al numero di cellulare di Sam.

Sam, prendi il mio telefono e chiama Cas, devi fingere di essere me, avanti a te risponderà io mi occupo di Crowley”

Sam afferrò il telefono disorientato da quella conclusione mentre componeva quel numero e portava il telefono all’orecchio, dopo solo tre squilli Castiel rispose al telefono con quel suo solito modo di fare dicendo il nome di Dean come se fosse una delle cose più belle del mondo e aspettando in silenzio

Castiel, abbiamo bisogno di te… abbiamo un problema”

 

Poche ore dopo la porte del bunker si aprì rivelando la presenza di Castiel che entrava con calma mentre raggiungeva i due fratelli al tavolo.

Li osservò spostando la testa verso sinistra cercando un motivo evidente della loro chiamata ma in quel momento non ne vedeva, erano lì seduti che lo guardavano come se stessero cercando una risposta a qualcosa che non avevano nemmeno …

intervenne Dean camminando e avvicinandosi a lui appoggiandosi al tavolo con calma, gli disse una frase in gaelico e lui si mise a ragionare sul significato di essa parlando ai fratelli

Questa frase potrebbe significare molte cose, ma penso che la sua traduzione più corretta reciti qualcosa di simile a: le vostre anime saranno scambiate per capriccio, solo i vostri cuori colmati di sorbo potranno aiutare. Perchè?”

Dean e Sam si guardarono ma fu Sam ad alzarsi e ad appoggiargli una mano sulla spalla in modo fraterno e a negare con la testa mentre parlava senza quel suo tono da intellettuale che ogni giorno si portava dietro

Nulla di che Cas, grazie per averci aiutato”

Ma Cas rimase lì immobile, consapevole che c’era qualcosa di sbagliato, qualcosa che però non riusciva a collegare, un’immagine uguale a quel momento invertita… Sam era strano e Dean gli appariva distante, quasi freddo

Dean… c’è qualcosa che non va?”

Dean non si girò, non reagì a quel richiamo continuava a dargli le spalle mentre Sam lo stava guardando confuso mentre lasciava passare lo sguardo da un fratello all’altro chiedendosi cosa stesse succedendo

Dean… Cas ti sta chiamando”

La voce di Sam si levò nel bunker facendo rizzare la testa al fratello che lentamente si girò alla ricerca degli occhi chiari dell’angelo che ora grondavano curiosità e diffidenza verso quella situazione.

Occhi quasi spaventati, occhi di chi sta nascondendo qualcosa e che ha paura a rivelarlo e su Dean quegli occhi erano così sbagliati, stonavano come un rubino in mezzo agli smeraldi.

 

Il giorno dopo Cas si svegliò prima dei due fratelli intrufolandosi nella stanza del più grande, si fermò davanti al letto e guardò quel giovane… aveva vegliato su di lui per anni, fin da quando la madre aveva appoggiato vicino alla sua culla un angelo custode richiamando così la sua presenza e la sua benedizione ma in quel momento era diverso.

Lo aveva visto dormire nelle posizioni più improbabili, più scoordinate e scomode che avesse mai visto ma in quel momento stava guardando un altro Dean, un Dean che dormiva con le braccia tese lungo il corpo, immobile e con la bocca leggermente spalancata.

Quello non era il Dean che aveva conosciuto negli anni sembrava più simile a Sam…

Sam… adesso che ci pensava Sam non lo chiamava mai Cas e soprattutto Dean non lo chiamava mai Castiel, di solito era Sam quello che spiegava qualsiasi cosa non Dean…

Eppure i ragazzi gli avevano detto che non c’era nulla di sbagliato che non andava quindi non doveva preoccuparsi, aveva altro di cui preoccuparsi.

Dean, voglio parlare di ciò che è successo settimana scorsa sull’impala, adesso”

Lo aveva detto d’istinto, era sicuro che Dean non lo sentisse perché Dean dormiva troppo profondamente per sentire quelle poche parole eppure il corpo dell’uomo si mosse aprendo gli occhi sbadigliando mentre si portava una mano alla bocca per coprirsi in un gesto di educazione.

Castiel… che ci fai qui?”

Ancora, lo aveva fatto di nuovo, lo aveva chiamato con il suo nome completo, sempre più strano, così si sedette vicino a lui torturandosi le mani mentre appoggiava i gomiti sulle ginocchia corrugando la fronte per lo sforzo

Dean… io non so cosa sia successo esattamente la scorsa settimana ma… è stato gradevole”

L’angelo si girò verso l’uomo che pensava essere Dean alzando un angolo della bocca per regalargli un leggero sorriso.

 

L’uomo si mise a sedere vicino all’angelo, cosa poteva dirgli in quel momento? Lui non era Dean, lui non sapeva cosa fosse successo quindi cosa poteva fare se non annuire e cercare di imitare quel disastro che si trovava come fratello

Gradevole? Avanti Castiel puoi dire di meglio”

Nel parlare usando quel tono canzonatorio e irritante che sapeva usare solo Dean si era sentito stupido e sbagliato, così fuori posto da volersi nascondere sotto le coperte e non farsi più vedere dall’angelo.

Dean...” la sua voce lo obbligò a girarsi per cercare di guardarlo negli occhi ma così facendo si ritrovò a pochi centimetri dal volto dell’altro e in quel momento si maledì per tutte le volte che aveva ripreso il fratello, soprattutto nei primi periodo in cui Castiel appariva ovunque invadendo il suo spazio personale.

L’aria attorno a loro si era fatta pesante, come se qualcosa la schiacciasse attendendo che succedesse qualcosa di inaspettato o di già visto.

Le loro bocche erano a pochi centimetri, così vicine da lasciare che i loro nasi si sfiorassero ma Sam era immobile, completamente in panico perché non capiva, non riusciva a capacitarci di ciò che stava accadendo, Castiel che baciava suo fratello Dean, lo stesso Dean che amava il genere femminile, amava le loro curve e i loro attributi più della sua stessa vita ora si lasciava baciare da un angelo?

Quando le labbra di Castiel si posarono su quelle di Dean il panico che aveva in corpo svanì obbligandosi ad alzarsi allontanandosi da lui quasi come scottato, alzandosi dal letto e portando le mani in avanti tenendo la testa bassa e parlando solo dopo aver preso un paio di grossi respiri

Castiel… che diavolo!”

Castiel si ritrovò a spostare la testa inclinandola lateralmente mentre si leccava le labbra, non riusciva a capire che diavolo fosse successo di errato e soprattutto di diverso dall’ultima volta. Dean lo aveva chiamato nuovamente Castiel ed era una cosa che suonava così sbagliata alle sue orecchie che si ritrovò a indurire i lineamenti creando così sulla propria fronte delle piccole rughe. Sam intanto si toccò le labbra avvertendo quella sensazione

Castiel io...”

Cas a quel punto non poteva più rimanere in silenzio e alzò una mano per zittire l’altro mentre parlava con un tono calmo e sicuro delle parole che stava per dire

Perchè mi chiami Castiel, avanti Dean, sono anni che mi chiami Cas”

Sam iniziò a balbettare aprendo la bocca e richiudendola poco dopo sapendo di aver commesso uno degli errori più madornali che poteva fare, si era dimenticato del rapporto umano che i due avevano instaurato con il tempo, Sam preferiva eliminare quel mezzo bacio che aveva appena condiviso con lui anche se adesso che ci pensava era quasi scontato che tra i due ci fosse qualcosa di più di affettivo.

Casti…. Cas… Cosa c’è tra te e Dean?”

Castiel a quelle parole si ritrovò a dover aprire gli occhi riportando a girare la testa alla ricerca di qualcosa che non sapeva nemmeno lui, Dean che chiedeva a lui cosa c’era con Dean… strano, assurdo ma dopotutto aveva a che fare con la famiglia degli Winchester, non poteva sorprendersi di nulla.

Tu non sei Dean, che è successo? Non puoi più mentirmi”

Sam andò in panico per la seconda volta nel giro di un paio di minuti, si era fregato da solo, con le sue stesse parole e non sapeva come uscirne.

Devo parlare con Sam, ora.”

Ma Castiel incrociò le braccia al petto negando lentamente con il capo, non gli avrebbe mai permesso di andarsene, voleva sapere, esigeva sapere proprio in quel momento.

La delusione per quel rifiuto era stata sormontata dalla curiosità, da quelle parole che aveva detto l’uomo trovandole, non solo nel contesto, sbagliate e sospettose e lui doveva capirci qualcosa di più.

Castiel avanti…” l’uomo si ritrovò a respirare in modo pesante mentre chiudeva gli occhi pensando a cosa fare per uscire da quella situazione “ok… ti dirò che è successo”

Così Dean si mise a spiegare, a raccontare di come quella caccia fosse andata particolarmente bene, gli parlò della strega, di quella formula che aveva usato per maledirli e poi gli raccontò di quella mattina, del uso risveglio nel corpo di Dean e mentre parlava Sam si ritrovò a guardare le espressioni di Cas, che cambiarono dal serio, allo stupito fino ad arrivare all’imbarazzo.

Imbarazzo, Cas conosceva l’imbarazzo, le sue guance si erano imporporate di rosso velandosi di quel leggero velo di vergogna che portò Sam a sorridere davanti a quell’umanità.

Penso di doverti delle scuse allora Sam”

Sam si ritrovò a rimanere senza parole, portando una delle mani a grattarsi la nuca in segno di imbarazzo, aveva scoperto una cosa che era meglio che non sapesse ma ora era curioso

Da quanto tu e Dean… si insomma….”

Castiel indurì i tratti e abbassò lo sguardo aprendo poi bocca per parlare leccandosi quelle labbra che erano perennemente secche, Dean glielo diceva sempre che doveva imparare a mettersi un po' di burro cacao ma se lo dimenticava sempre

E’ iniziato tutto settimana scorsa Sam”

Sam si ritrovò diviso da un bivio: doveva continuare quel discorso o era meglio troncare quella discussione sul nascere per evitare imbarazzo all’angelo e al fratello? Non ci capiva più nulla ma alla fine si decise a parlare, a chiedere spiegazioni perché la curiosità era malvagia in quel corpo e non riusciva a trattenersi

Davvero tu e Dean avete….” le sue mani si mossero nell’aria cercando un gesto appropriato che descrivesse assieme alla parola che gli mancava quell’azione “...concluso?”

Castiel si ritrovò a spostare la testa a sinistra per l’ennesima volta, perché in quel momento trovava Sam davvero in capibile, non capiva una singola parola di quello che stava borbottando imbarazzato quel giovane.

Sam si portò una mano alla testa imbarazzato e a disagio ma con quel buco nello stomaco che lo portava a chiedere, a farsi avanti e a trovare quel coraggio che, molto spesso, lo bloccava in situazioni nuove e sconosciute obbligandolo a ripiegare con la coda tra le gambe.

Tu e lui avete... consumato il rapporto?”

Castiel spostò la testa dall’altra parta confuso, consumato il rapporto che significava?

Stava per aprire la bocca per chiedere spiegazioni ma la porta della camera si aprì mentre la voce di Sam gli arrivava alle orecchie

Sammy, sei già sve…. Oh merda”

La voce di Sam si ridusse ad un insulto sussurrato mentre i suoi occhi si sgranavano sulla figura dell’angelo nella propria stanza, il panico lo assalì obbligandolo a toccare una spalla di Castiel girandolo verso di sé e negando con la testa senza nessun apparente motivo

Ciao Dean”

La voce dell’angelo colpì il cacciatore come una secchiata di acqua fredda riscuotendolo dal suo stato di panico e immobilità che aveva assunto, indicò il fratello e storse la bocca assieme ad un sopracciglio

Cas, lui è Dean, io sono Sam”

Castiel sorrise stingendo gli occhi, lasciò scivolare gli occhi da Sam fino a Dean per poi negare e guardare quello che sembrava il più vecchio dei fratelli e alzò le spalle per ricercare un aiuto per sistemare quella cosa che, nel generale della situazione, era più comica che altro.

Dean, glielo ho detto… ho dovuto per la precisione”

Dean alzò le braccia, allargandole con teatralità spingendo in avanti la testa cercando una spiegazione a quell’affermazione, aveva dovuto che significava? Cas non aveva mai obbligato nessuno a parlare o a fare qualcosa quindi quella volta cosa c’era di diverso in quello, suo fratello riusciva sempre ad incasinare sempre tutto…

Dovuto? Sammy porca puttana! Cas non ha mai obbligato nessuno a parlare!”

Sam si ritrovò ad alzarsi e a camminare fino ad essere a pochi centimetri dal corpo più alto del suo, visto da sotto il suo corpo era davvero imponente…

Dovuto perché Cas mi ha baciato pensando che fossi tu idiota!”

Dean aprì la bocca lasciando che la mascella scendesse lentamente mentre i suoi occhi si spalancavano e le braccia cadevano sui propri fianchi, Cas lo aveva baciato, merda.

Si ritrovò a boccheggiare mutando il proprio sguardo da scandalizzato a furioso puntandolo in quello chiaro dell’angelo che non mosse ciglio rimanendo immobile mentre Dean, nel corpo di Sam, si avvicinava a lui di quei pochi passi sovrastandolo di parecchi centimetri mentre iniziava a parlare con quella voce che non apparteneva a lui

Cas che diavolo ti è saltato in mente! Sam non doveva sapere nulla! Almeno non ora!”

Il ragazzo era furioso mentre davanti a lui l’angelo aveva un sorrisino furbo che lo stava facendo infuriare ancora di più, si stava prendendo gioco di lui forse, non importava quanto Cas fosse entrato nella sua testa, quanto potesse volerlo vicino a sé, gli avrebbe spaccato la faccia comunque esattamente come faceva con Sam.

Dean… Sei tu che non hai voluto dirmi di questo scambio, avevo dei dubbi ma non avete detto nulla quindi ho pensato che fosse qualcosa di superficiale e… ti ricordo che Sam è nel TUO corpo”

Dean si guardò come scottato sbollendo la rabbia e sostituendola con un leggero strato di imbarazzo per la scenata di gelosia, forse, che aveva appena fatto di fronte non solo a Cas ma anche di fronte al fratello che lo avrebbe preso in giro a vita.

Sam però sorprese il maggiore sorridendogli con dolcezza in quel suo corpo che non era nemmeno suo, avvicinandosi con un paio di falcate e abbracciandolo di slancio, mantenendo un sorrisetto di puro amore fraterno mentre si girava verso Castiel e ricominciava a parlare…

Dean però lo riabbracciò con impeto godendosi quel contatto, sentire il calore del corpo dell’altro in quel modo così unico e buono era sempre una cosa bellissima per Dean, ne avevano passate tante assieme e in quel momento si accorse di quanto quei momenti gli mancassero, quanto quei piccoli siparietti famigliari erano assenti nella loro vita da cacciatori e forse era il corpo di Sam a farlo ragionare così ma… solo Dio poteva sapere di quanto Dean aveva bisogno di quegli abbracci e di quanto lui avrebbe pagato per averne ogni giorno per provare che erano lì assieme, vivi nonostante tutto ciò che gli era successo.

Posso aiutarvi se volete… la frase che mi avete detto proviene da una strega e solo una strega può rompere l’incantesimo quindi… potrei provare a contattare Crowley”

Dean e Sam si dividono e quest’ultimo nega spiegando che non avevano risposto alle loro chiamate, né il Re degli inferi e nemmeno la madre di esso ma Cas non si diede per vinto afferrando il cellulare componendo il numero del demone aspettando con quel telefono all’orecchio, ascoltando gli squilli che finirono a vuoto passando poi alla segreteria telefonica.

Cas negò guadando i due facendo spallucce portandoli a sospirare delusi, osservò Sam portarsi la mano destra alla nuca e cercare di scompigliare i capelli che però erano assenti nel corpo del fratello mentre Dean cercava di trovare una posizione comoda per appoggiarsi alla scrivania che, in quel momento risultava troppo alta per riuscire ad appoggiarsi e basta.

Castiel si ritrovò a portare gli occhi sulle proprie mani, osservando ogni linea del palmo, ne seguiva il percorso con quegli occhi chiari e poi osservò le dita vedendole quasi tremare, era inutile… non aveva più nessun potere, non riusciva nemmeno ad aiutare colui che aveva giurato di proteggere, non era più niente, non era angelo ma non era nemmeno umano era qualcosa che stava nel mezzo, in quell’equilibrio precario aspettando di cadere.

Posso leggere i libri di stregoneria, posso aiutarvi, permettetemelo”

I fratelli si ritrovarono ad osservarsi sorpresi d quella richiesta che suonava, alle loro orecchie, così disperata e necessaria da obbligare Dean a muoversi per appoggiare una mano sulla spalla di Cas ritrovandosi a specchiarsi in quelle pozze di acqua pura e incontaminata che erano gli occhi dell’angelo ritrovandosi ad annuire con un sorriso dolce sulle labbra.

Sei sempre stato con noi Cas, non ti impediremmo mai di aiutarci”

 

Le dita delle mani di Castiel scivolavano veloci su quelle righe scritte in una lingua che loro non sapevano leggere, i suoi occhi seguivano quelle dita con calcolata bravura come se l’angelo avesse letto per l’intera vita, come se il suo scopo fosse stato quello senza nient’altro. Il suo corpo era in piedi, immobile in quella posa che lo portava a piegarsi in avanti, inarcando la schiena creando una curva armoniosa. Attorno a lui c’era solo pace, quella figura china sul libro creava attorno a sé un alone di pace e tranquillità, un alone di famiglia che era capace di cullarli in quel tepore tiepido.

I due fratelli erano in cucina, ogni tanto allungavano lo sguardo oltre la soglia, oltre il corridoio per controllare cosa stesse facendo l’angelo ma intanto erano lì, immobili uno di fronte all’altro con lo sguardo a vagare per la stanza senza incrociare mai quello dell’altro, Sam era imbarazzato per ciò che era successo mentre Dean non sapeva se vergognarsi con il fratello oppure affrontarlo di petto ma quando si decise ad aprire bocca si ritrovò a boccheggiare guardando il fratello che era nella medesima posa: bocca spalancata per cercare le parole, testa inclinata leggermente e il dubbio negli occhi.

Il silenzio li ricoprì nuovamente carico di imbarazzo e vergogna, ma fu Dean a rompere quella cortina, gemendo quasi incazzato con se stesso respirando con il naso e prendendo un bel respiro prima di parlare con voce bassa e piena di quei sentimenti che non sapeva spiegare

Non abbiamo ancora fatto nulla e… non so cosa mi sia preso, era qualcosa di profondo di….giusto da fare, sentivo di doverlo fare chiaro? E l’ho fatto, ho baciato Cas”

Sam si ritrovò a guardare la faccia del fratello mentre arrossiva e distoglieva lo sguardo da lui per puntarlo sulla credenza e indurire la mascella, annuì e si leccò le labbra

Non mi importa Dean, tra voi c’è sempre stato quel qualcosa di unico, fin da quando ti ha trascinato fuori dagli inferi… rimani sempre l’idiota di mio fratello sai?”

Dean girò la testa indurendo lo sguardo a quelle ultime parole, era felice che il fratello non lo giudicasse o altro ma quell’insulto, lui non era idiota… era Sam ad essere troppo intelligente

Bitch.”

Dean si alzò andando al frigorifero e afferrando degli hamburger e l’insalata nella scatola con scritto Sam. La portò al tavolo lanciandola sul tavolo e sedendosi sulla sedia, scartò il primo panino e lo morse con decisione prima di sentire suo fratello che fingeva di tossire per distoglierlo dal suo pranzo

Dean, sei nel mio corpo quindi tu mangi l’insalata e io quel cibo spazzatura”

La mano di Sam gli rubò il panino e anche quelli che erano stati appoggiati sul tavolo mentre l’altra mano allungava l’insalata salutare davanti a lui che rimase con la bocca piena di quel morso che aveva dato

Insalata con mais, finocchio, mozzarella e pomodoro, ci avevo messo anche del cetriolo e della cipolla”

Dean finse di farsi venire da vomitare mentre con la forchetta puntellava un pezzetto di pomodoro scandalizzato mentre suo fratello si mangiava quei suoi spettacoli panini pieni di salsa, bacon e succulenta carne.

Stava per insultarlo quando la voce dell’angelo i obbligò a girarsi verso la porta dove l’angelo se ne stava con un libro tra le mani, tenendolo come se quello fosse il tesoro più prezioso di tutti.

Ho trovato una soluzione”

 

E’ un antico rituale, dobbiamo dipingervi sul petto e sulla fronte questi simboli e recitare le stesse parole della strega”

Cas indicò sul libro dei simboli che sembravano molto simili alla stella di Lucifero ma erano solo linee, messe quasi a caso assieme a strane lettere corrispondenti a ogni singola riga.

Cas, la strega non ci ha pitturati però”

L’angelo guardò Dean sbuffando mentre inclinava la testa e muoveva la mano destra in un piccolo cerchio sul libro come per indicare all’altro l’ovvietà di quella cosa

Dean, la strega aveva la magia noi no quindi ci servono questi simboli come portale per le vostre anime, che durante la notte si invertiranno, spero”

Lo sguardo inceneritore di Dean obbligò Cas a guardarlo con fiducia, sperava che funzionasse, lo sperava davvero…

Dean sparì alla ricerca di qualcosa per poi tornare con la pittura e alcuni pennelli tra le mani, la pittura era in barattoli ed era di color nero o rosso appoggiandoli sul tavolo vicino al libro, guardò Castiel e poi gli sorrise spogliandosi la maglia con un unico movimento fluido

Prima iniziamo e prima finiamo no?”

Cas afferrò la pittura rossa aprendo il barattolo e mischiandone il contenuto con un pennello, iniziando ad usare quella pittura per creare lo stesso disegno facendo attenzione a non lasciare colare quella pittura o a sbavare con il pennello.

Stesso procedimento subì il corpo di Dean che ridacchiava mentre il pennello delineava quelle righe in modo preciso e pratico, era una scena molto surreale, quasi imbarazzante.

Castiel intinse il pennello nell’inchiostro e disegnò lo stesso disegno su un foglio di carta appoggiato sul tavolo, si allontanò dai ragazzi e iniziò a ripete quelle parole in quella lingua antica, prendendo la mano di Dean e incidendone il palmo per lasciar cadere qualche goccia del suo sangue sulla parte bianca del foglio, si avvicinò a Sam e compì lo stesso rito, incidendo la pelle per lasciare che quelle poche gocce colassero per cadere sul foglio e completare il rito.

L’angelo si ritrovò ad osservare il foglio che andava a fuoco, bruciava rilasciando un odore simile al rosmarino, mentre le sue fiamme erano bluastre, non appena il foglio aveva smesso di bruciare i due fratelli si ritrovarono ad osservarsi, cercando di capire se era cambiato qualcosa nei loro corpi ma senza successo: Sam era ancora nel corpo di Dean e Dean in quello di Sam.

Cas, non è successo nulla...”

sentendosi chiamare in causa l’uomo alzò lo sguardo portandosi una mano al mento con fare sospetto, stava pensando che anche quando erano stati “maledetti” il cambiamento non era avvenuto subito e che, di conseguenza, anche quel rito ci poteva mettere un po' di tempo

Dean, ci vuole un po' di tempo magari una notte o due, ma continuerò a cercare”

I due fratelli annuirono dedicandosi alle loro varie mansioni, Dean si dedicò a pulir la sua amata Baby riscontrando più di un problema nel doversi sdraiare sotto l’auto, quel corpo era maledettamente enorme, non riusciva a fare nulla senza sbattere la testa su qualche pezzo dell’auto, i suoi movimenti erano limitati per via del poco spazio che c’era lì sotto.

Mentre Dean litigava con quel corpo, Sam si ritrovava ad odiare ancora di più quello del fratello, non riusciva ad arrivare da nessuna parte, doveva sempre arrampicarsi o prendere delle scalette e lui odiava l’altezza, con tutto se stesso.

Castiel si ritrovava spesso nella stanza in cui c’era uno o l’altro e le parole che dicevano variavano dagli insulti per Dean fino alle velate maledizioni per Sam, ma tutte le volte si ritrovava a scuotere la testa facendo nascere un sorriso sulle labbra per poi andarsene convinto che, un’esperienza di quel genere, potesse solo che unire ancora di più i due fratelli.

La cena fu un disastro con Sam con il corpo di Dean ai fornelli, quel corpo era scoordinato per i suoi standard, si girava per prendere il coperchio ed urtava il mestolo che cadeva accidentalmente sul sul piede e in quei momenti l’atmosfera che si creava faceva capire benissimo che quella stanza era da evitare.

Dean entrò in cucina decidendo di aiutare il fratello affidandosi alle sue direttive, era strano per l’angelo vederli andare così d’accordo senza nessuna parola, riuscivano a lavorare in quel modo solo durante la caccia eppure eccoli lì in cucina a collaborare come non li aveva mai visti

Dean, passami il riso che è nello scaffale alto. Taglia la cipolla sottile...”

E Dean eseguiva passando le cose al fratello riducendo il danno al minimo ma con la consapevolezza che, ancora una volta, insieme potevano fare tutto

Sammy, ci meritiamo una birra, possiamo anche cucinare assieme… ma la cucina la pulisci tu appena riprendi questo corpo da alce.”

Ma mentre Dean andava a recuperare e birre si ritrovò a sbattere la testa su un’anta lasciata aperta precedentemente da lui, si mise ad imprecare insultando più dei possibili mentre il fratello se la rideva appoggiato alla cucina.

Mangiarono in silenzio mentre Cas continuava ad osservarli con calma e un perenne sorriso negli occhi, li guardava carico di sentimento positivo, era come se poterli vedere così tranquilli gli desse un motivo in più per rimanere in quel posto, come se quello fosse il centro dell’universo, del suo universo.

Andarono a letto come le sere prima, Dean nella stanza di Sam e Sam nella stanza Dean come se non si ricordassero più di essere scambiati, come se la maledizione non ci fosse mai stata.

 

Dean si alzò stiracchiandosi e andando subito a portare una mano nei pantaloni grattandosi la coscia con inerzia, in quella stanza c’era troppo buio, si alzò andando verso il bagno inciampando in qualcosa cadendo a terra evitando di rompersi la testa solo per i riflessi che lo avevano salvato portando in avanti le braccia, imprecò e solo in quel momento si accorse della propria voce, era la sua, non quella di Sam… si rialzò fiondandosi nel bagno dove accese la luce e si specchiò osservando il proprio volto, toccandosi la mascella e alzando un sopracciglio fingendo di mandare un bacio allo specchio, Dean era tornato e doveva ringraziare solo e solamente Cas.

Uscì dalla stanza camminando a passo veloce per i corridoi arrivando alla stanza che avevano assegnato all’angelo, non bussò nemmeno entrando in silenzio scivolando verso il letto dove l’altro se ne stava con la luce accesa guardando il soffitto con apatia

Cas… sono venuto a ringraziarti, come si deve ovvio”

Coprì la distanza con un paio di falcate veloci, portò una mano alla guancia di Cas che, nel frattempo, si era messo seduto sul letto ed aveva chinato la testa. La mano di Dean andò a coprire la mascella mentre il suo corpo si avvicinava a quello dell’angelo, le labbra del cacciatore si fermarono a pochi millimetri dalle altre labbra, i suoi occhi si puntarono in quelli azzurri e sorrise mentre lasciava che quel contatto diventasse solido e bagnato.

Le loro labbra si assaggiavano lentamente mentre la lingua curiosa di Dean cercava di entrare nell’antro dell’altro richiedendo l’accesso leccandone i contorni con delizia ottenendo, in quel modo, l’accesso immediato.

Le loro lingue si incontravano e s scontravano con devozione, il corpo di Dean andò a sedersi sulle cosce dell’angelo mentre faceva vagare le mani su quel volto ormai conosciuto.

Si staccarono per riprendere fiato ma il volto di Cas seguì quello dell’altro in una muta richiesta di avere di più, ad unirli c’era un sottile filo di saliva che si spezzò finendo sul mento dell’angelo dandogli un’aria sbarazzina con quei capelli arruffati e quelle labbra rosse di baci

Grazie Cas. Di tutto.”

Ma Cas decise di riprendersi quella bocca facendo scontrare i loro denti per la foga mentre le mani vagavano su quel corpo che doveva ancora imparare a conoscere, mentre le mani di Dean andavano ai suoi capelli stringendoli e tirandoli appena con devozione.

Sentirono un urlo di felicità provenire dall’altra parte del corridoio obbligandoli a dividersi mentre su entrambe i volti si formava un sorriso complice e pieno di sentimento

Penso che anche Sammy ti ringrazierà ma non in questo modo.”

Cas sorrise appoggiando la fronte sul petto di Dean ascoltando quel suono rilassante che veniva prodotto dal battere del suo cuore, così unico che solo chi aveva toccato la sua anima poteva riconoscere ed era lui quella persona, solo lui.

Grazie a te, Dean”

[The End]
Born to make history... ©BloodyWolf

   
 
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