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Autore: Pmaradona10    20/07/2017    2 recensioni
La magia è sempre stata una componente importante della vita dei Teen Titans e soprattutto della vita di Raven. Quando però Trigon, il malefico padre di Raven, decide di tentare di impossessarsi di nuovo della ragazza, essa capisce che non riuscirà a sconfiggerlo contando solo sull'aiuto dei suoi amici. Basterà l'aiuto del più grande mago del mondo per sconfiggere uno dei demoni più potenti in assoluto? I Titans ce la faranno ugualmente a batterlo anche dopo il loro scioglimento e riusciranno a collaborare con alcune tra le più potenti entità magiche del mondo, senza lasciarsi condizionare dai travagli interiori di queste ultime e aiutandosi reciprocamente come una vera squadra, superando le apparenti ostilità?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Robin, Sorpresa, Trigon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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L’oscurità. Sono in pochi a conoscere il reale significato di questa parola. Sono davvero in pochi a perdercisi dentro. E lei aveva rischiato parecchie volte di perdercisi dentro. Raven. Il suo destino sembrava essere segnato sin dalla nascita. Era la figlia di Trigon, un potente demone proveniente da un’altra dimensione che più di una volta aveva cercato di usarla come portale interdimensionale per schiavizzare e devastare la Terra. E in un’occasione ci era andato molto vicino. Era stato fermato da un gruppo di giovani supereroi che difendevano la città di Jump City e di cui ne faceva parte anche sua figlia: i Teen Titans. Erano riusciti a rispedirlo nella sua dimensione, ma solo momentaneamente, infatti il demone, che era connesso con un legame psichico a sua figlia, faceva costantemente sentire la sua presenza ad essa, la quale doveva ricorrere alla meditazione per contrastarlo. E proprio mentre era nel mezzo di una seduta di meditazione, suonò l’allarme della torre in cui viveva assieme ai suoi amici. E il suono dell’allarme non presagiva niente di buono.
-Dai ragazzi, facciamo presto, è Mumbo Jumbo! Sta rapinando una gioielleria in centro!-
Raven riconobbe immediatamente la voce del suo leader, Robin, una delle persone più carismatiche che avesse mai conosciuto.
In un batter d’occhio la squadra fu sul posto, dove il mago Mumbo Jumbo stava cercando di rapnare una gioielleria con i suoi incantesimi ingannatori. Non appena il mago vide i cinque eroi provvide subito a lanciare contro di loro un mazzo di carte apparentemente innocue, ma che si rivelarono essere affilatissime.
-Ci penso io!- esclamò Raven, anteponendosi ai suoi compagni e cercando di evocare uno scudo magico recitando il suo mantra: Azarath, Metrion, Zynthos.
Stranamente il mantra non produsse nessun effetto e una delle carte la ferì al braccio, facendole perdere sangue, mentre gli altri Titans: l’aliena dai capelli rossi Starfire, il mezzo robot Cyborg e il mutaforma Beast Boy, riuscirono a schivarle e il loro leader Robin deviò la traiettoria di una di esse con il suo bastone, facendola schiantare nella vetrina di un bar.
Intanto il mago, approfittando della distrazione dei ragazzi che si erano radunati attorno a Raven per sincerarsi delle sue condizioni non perse tempo a pronunciare la sua formula magica personale:- Mumbo Jumbo!-
Aveva intrappolato i Titans all’interno del suo cappello. Per la seconda volta. E questa volta non sarebbero scappati di nuovo, perché la magia di Raven, l’unica cosa che avrebbe potuto tirarli fuori di lì, sembrava essere particolarmente inefficace e per di più la maga era ferita. Mumbo si apprestava a ritornare a saccheggiare la gioielleria, quando una voce alle sue spalle lo impietrì.
-Basta così, ora-
Mumbo si voltò e si trovò davanti un uomo dai capelli biondi vestito con una camicia bianca e una cravatta rossa, coperte da un trench beige che gli scendeva quasi fino alle scarpe.
-E tu chi saresti?- domandò spavaldo il criminale dopo averlo squadrato per bene e dopo essersi reso conto di non averlo mai visto prima
-Sono Constantine. John Constantine, stronzo. Piuttosto chi cazzo sei tu con quel cappello, ti rifai a Giovanni Zatara o a Paperon de Paperoni?-
-Torna a sbronzarti nel cesso di bar da dove sei venuto, coglione. Anzi, fai compagnia ai Teen Titans nel mio cappello che hai tanto denigrato- disse arrogantemente Mumbo Jumbo ripetendo nuovamente la sua formula magica nei confronti del biondo, sul quale però non ebbe effetto. Per tutta risposta, l’uomo pronunciò parole in una lingua incomprensibile.
Ben presto Mumbo Jumbo si ritrovò a terra, come preso da un attacco epilettico, contorcendosi e gemendo. Il mago biondo formulò un nuovo incantesimo, stavolta in latino, verso il cappello del mago, rotolato via dal suo proprietario ormai in trance.
Dopo pochi secondi i Titans uscirono dal cappello in evidente stato confusionale.
-Grazie, chiunque tu sia- disse un frastornato Cyborg all’uomo che nel frattempo si era acceso una sigaretta
-Stronzate. Contro quel tipo di magia persino David Copperfield avrebbe chances, sembrano trucchi da festa di compleanno di bassa qualità- rispose Constantine tra una boccata di fumo e l’altra. Stava per voltare le spalle ai cinque eroi e tornare all’interno del bar quando la sagoma di una ragazza con il volto coperto da un cappuccio blu che faticava a sollevarsi da terra a fatica catturò la sua attenzione.
-Guarda guarda… tu sei Raven?- chiese avvicinandosi
-Oh Azar… John Constantine, vero? Ho sentito parlare di te. D’altra parte, chiunque se ne intenda di magia non può non aver sentito parlare di te. Giovanni Zatara ti ha descritto nel suo trattato sulla magia come uno dei maghi più grandi del mondo, adoro quel libro-
-Beh sì, diciamo che Zatara è molto orgoglioso di avere il mio stesso nome, ma io preferirei essere descritto come esorcista, demonologo e maestro delle arti oscure, tesoro- disse Constantine sorridendo.
-Anche tuo padre è molto famoso tra noi che siamo nel giro, diciamo che il suo impegno nello schiavizzare la nostra dimensione non cala mai di intensità, al contrario dei suoi “colleghi” come Nergal o Pazuzu, non so se mi spiego- concluse continuando a fumare
Gli altri quattro Titans erano abbastanza confusi. Chi era quell’uomo che era riuscito a salvarli da Mumbo Jumbo? Come conosceva Raven?
-John, ultimamente sta facendo pressione. Vuole attraversare. Crede di potercela fare, confida nella profezia. Nonostante io cerchi di dissuaderlo-
-Cazzone, sa bene che finirebbe inculato fortemente. Ha idea di quante entità magiche difendono la terra e la nostra dimensione? Fate, Jason Blood, Zatanna, Shade… Persino Sogno se volesse potrebbe scomodare i suoi fratelli per darci una mano, insomma, conoscendolo non credo voglia infastidire il Creatore o il Primo dei caduti- disse gettando la sua sigaretta a terra e spegnendola calpestandola con la suola della scarpa.
-Constantine, lui ha me e non solo. Fossi in te non lo sottovaluterei. Può contare su un esercito di demoni e sangue misto interdimensionali che come lui hanno abbandonato l’inferno. E poi…- Raven non riuscì a concludere la frase che fu interrotta da Beast Boy
-Ehm, scusate? Potreste mettere al corrente anche noi delle vostre faccende? Ah, scusi signore, non mi sono presentato. Io sono…-
-Beast Boy, vero? Lavoravi per la Doom Patrol. Una volta mi sono ubriacato con quella mezza sega del tuo capo… come si chiamava? Mento giusto? Meglio che tu non sappia cosa ha detto di te quel coglione-
-Esatto. Ex-capo però. Ora sono io il suo attuale leader, Robin. Lei invece è Starfire e lui è Cyborg- disse bruscamente Robin stringendo la mano al biondo
-Molto piacere. John Constantine: esorcista, demonologo e maestro delle arti oscure. Posso chiedervi un piacere? Qualcuno potrebbe comprarmi sessanta Silk Cut e due bottiglie di Johnnie Walker? Se le cose andranno come credo, ne avrò bisogno- commentò sottovoce il mago estraendo l’ultima sigaretta dal suo pacchetto, accendendosela e dando a Robin una banconota da cinquanta sterline che non appena passò nelle mani del ragazzo meraviglia cambiò effigie e valuta, diventando una banconota da cinquanta dollari.
Constantine aveva bisogno delle sue sigarette e del Whiskey, ma non per sconfiggere demoni qualunque. Per sconfiggere i suoi demoni, tutte le persone di cui aveva causato la morte. Astra, la bambina, su tutte. Aveva ancora in bocca il sapore aspro misto al suo stesso vomito del Jack Daniel’s che aveva trangugiato e di tutte le silk cut che aveva aspirato dopo aver intrappolato il demone Mnemoth all’interno del suo amico Gary Lester, sconfiggendo sì la creatura, ma condannando uno dei suoi più cari amici a una morte ancor più prematura di quella a cui sarebbe andato incontro a causa dell’eroina, la sua più grande dipendenza.
Raven invece aveva bisogno di lui. Proprio lei, asociale e sarcastica aveva bisogno di John Constantine, il mago più bastardo e truffatore del mondo. Sarebbe stata pronta a tutto, pur di sconfiggere suo padre e la profezia che la condannava all’infelicità eterna. E per farlo doveva fidarsi di quell’uomo…
-Constantine, so che ti sembrerà assurdo, ma ho la sensazione che mio padre si farà vivo in questi giorni. Io sento che ho bisogno di te per sconfiggerlo, sei l’unico che può farcela. Devi venire da noi alla torre per prevenire eventuali attacchi di mio padre e proteggere i miei amici, lo so che ci conosciamo appena ma…-
-Conosco la tua situazione. E sai, c’è un motivo per cui mi trovavo in quel bar del cazzo di questa città dimenticata da Dio a bere commercialissima Heineken e non a Londra a scolarmi un’ottima Tennent’s o una Guinness. Sai, se c’è una profezia che dice che tu sarai il portale interdimensionale per l’attraversamento di tuo padre Trigon nella nostra dimensione a quanto pare ce n’è un’altra che sembra dire che alla fine il tuo caro paparino si beccherà questo- disse Constantine sollevando il dito medio e mostrandolo con arroganza a Raven.
Nel frattempo, Robin aveva consegnato nelle mani di Constantine un sacchetto di carta con all’interno due bottiglie di whiskey e tre pacchetti di sigarette. L’esorcista strappò immediatamente il cellophane di un pacchetto e ne estrasse una sigaretta che si portò alla bocca, accendendola.
-Beh, uccellino, credo che stanotte dovremmo stringerci un po’, non credi?- esclamò l’inglese cacciando fuori il fumo della prima boccata prelevata dalla sigaretta e sfottendo il ragazzo meraviglia ancora all’ignaro della proposta di Raven.
-In che senso?- chiese Robin, notevolmente spiazzato.
-Robin, non hai sentito Johnny? E’ pronta la stanza degli ospiti?- chiese ironicamente Raven sottraendo una sigaretta dal pacchetto di Constantine e strappandogli di mano l’accendino metallico che usò per accenderla, soffiando sulla faccia del mago biondo il fumo e lanciandola subito addosso all’inglese, che la schivò prontamente.
-Ma vaffanculo!- protestò mostrando a Raven il dorso della sua mano destra con l’indice e il medio sollevati - sprecare una sigaretta così!-
-Ah, non te la prendere, Sting. Piuttosto Sali in macchina- provocò ancora, non avendo compreso il significato del gesto del mago.
   
 
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