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Autore: DolceZeref    20/07/2017    2 recensioni
In una bella giornata estiva tutto sembrava perfetto, ma solo in apparenza. Per Yusuke non era una giornata come le altre.
Il motivo?
Era tornato a mancargli qualcosa e lui era tornato a sentirsi insoddisfatto per qualche ragione che non riusciva a definire. Non si trattava soltanto del bisogno di azione e di combattimenti, ma di qualcos'altro di decisamente più profondo, forse mascherato in continuazione proprio dalla sua voglia di agire e di mantenersi impegnato.
Cosa?
Chi lo sa...d'altronde, nemmeno Yusuke ne era a conoscenza. Io so solo che alla fine scoprì di aver sempre avuto un vuoto da colmare.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa, Yusuke Urameshi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola nota dell'autrice: spero di aver sviluppato bene questa fiction, perché i personaggi potrebbero essere leggermente OOC. Nel caso, non me ne vogliate. Detto questo, spero che vi piaccia, ditemi cosa ne pensate!

 

Manca ancora qualcosa...

Il luogo era deserto.
Era passato tanto, troppo tempo da quando era stato lì l'ultima volta.
Aveva portato dei fiori per suo padre, anche se non era convinto a pieno.
Yusuke, in piedi davanti alla lastra di marmo, non sapeva ancora perché si trovasse in quel posto.

Quella era una bella giornata estiva; il sole splendeva alto nel cielo azzurro e non c'era l'ombra di una nuvola. Non erano ancora passati i tre anni di governo di Enki, divenuto il nuovo sovrano del regno dei demoni, e non c'erano tornei mortali alle porte. In poche parole, era tutto perfetto. O almeno così pareva.
Yusuke camminava per strada, con le mani in tasca e lo sguardo quasi assente, confondendosi nella folla di gente. Non aveva voglia di stare insieme agli altri, sentiva che avrebbe fatto meglio a fare una passeggiata per conto suo. In particolare, sperava, in quel modo, di schiarirsi le idee: era da un po', infatti, che era tornato a mancargli qualcosa, che era tornato a sentirsi insoddisfatto per qualche ragione che non riusciva a definire. Non si trattava soltanto del bisogno di azione e di combattimenti, ma di qualcos'altro di decisamente più profondo. Anzi, forse quel qualcosa era mascherato in continuazione proprio dalla sua voglia di agire e mantenersi impegnato. Forse aveva sempre avuto un vuoto dentro di lui al quale non aveva intenzione di pensare. E così, spinto da chissà quale sensazione, aveva attraversato il varco ormai aperto che separava i due mondi e si era ritrovato davanti a quella che era la tomba di suo
padre.

Si sentiva piuttosto stupido a parlare con un pezzo di roccia, ma d'altronde non gli sembrava il caso né di andarsene né di stare fermo lì come un emerito imbecille, quindi sì, si mise a parlare con il pezzo di roccia. Per fortuna, non avvertiva nessuna presenza demoniaca nei paraggi.

-Ehi, vecchiaccio, come butta?- Si mosse leggermente a disagio, cosciente che nessuno avrebbe risposto alla sua domanda, ma non per questo cambiò la sua abituale espressione da presuntuoso -Sono venuto a salutarti, sai?-

Solo dei coraggiosi rivoli di vento osarono spezzare il silenzio tombale e opprimente che si respirava nell'aria.

-Ti sei perso un sacco di cose, da quando sei morto in maniera così idiota: un bel casino, la visita dei tuoi vecchi amici, un entusiasmante torneo demoniaco, la pace fra i vari mondi...fra l'altro, a differenza di te mi sono pure fatto una vita- continuò imperterrito, sempre con quel suo tono irritante, anche se voleva solo nascondere i suoi veri sentimenti.
Per un attimo, gli parve addirittura di vedere proprio davanti a lui a fissarlo, seduto sulla lapide nella stessa posizione in cui era spirato, suo padre, cosa che il suo cervello classificò come un'allucinazione. Il suo cuore, però, pensava il contrario. Possibile che...?

«Sei stato bravo, figliolo»

A quella frase Yusuke, che non si era accorto di avere lo sguardo basso, alzò la testa e sgranò gli occhi, strofinandoseli per provare a scacciare quell'immagine che non se ne andò. Restò a bocca aperta per lo stupore e trasse due conclusioni: o era pazzo o quell'illusione, che aveva cominciato a sogghignare come se la sua faccia fosse buffa, era reale. Come doveva comportarsi? Sarebbe stato facilitato se avesse avuto un manuale d'istruzioni: "147 passi e 1 per affrontare le situazioni familiari complicate".

«Sei stato un buon re, anche se per poco tempo, e hai saputo prendere delle decisioni giuste»

Non capiva perché lo spirito di suo padre fosse lì e non nell'aldilà, ma non era abituato a ricevere complimenti del genere da lui; reagì di conseguenza, incrociando sdegnato le braccia sul petto.
-Bastardo...ovviamente ti presenti a dirmelo solo adesso- Gli mollava tutto sulle spalle e poi tornava bello tranquillo a dirgli che era stato bravo, ma per favore!

Se possibile, il ghigno del "dio della lotta" si accentuò ed il ragazzo si accigliò. Dopo averci riflettuto bene realizzò che un manuale d'istruzioni sarebbe stato inutile.

«Non sei cambiato di una virgola»

Yusuke fece un verso di scherno. -Tsk, nemmeno tu-

Raizen fece una cosa che il figlio non si sarebbe mai aspettato da uno come lui: scoppiò a ridere. Era andato fuori di testa? Non aveva mai riso prima e, se mai l'avesse fatto il giovane non era presente. In sintesi, non fece altro che aumentare il suo nervoso. Era un vero peccato che non si potesse dare un cazzotto sui denti ad un fantasma, pensò, sennò non si sarebbe trattenuto di sicuro. Quanto avrebbe voluto ammazzarlo.

«Io sono fiero di te»

-Ed io sono una principessa...aspetta, cosa?!-

«Sei il mio orgoglio, figlio mio»

-Mi prendi in giro, dannato vecchio?! Ti sei rammollito con la morte?!-
Yusuke fece un ampio gesto di disaccordo con le braccia, facendo esplodere la sua rabbia: non riusciva proprio a crederci ed i pensieri che gli vorticavano in testa erano talmente tanti che non riusciva nemmeno a spiegarsi.

«Sei tu il moccioso che non vuole ammettere le cose più ovvie»

-Maledetto!- Tirò un diretto al centro della faccia del padre, sul naso, o almeno era quella l'intenzione, ma finì col passargli attraverso, come si sarebbe potuto immaginare, e colpire la lastra verticale di marmo, imprimendo un solco fumante sulla superficie altrimenti piatta. Restò fermo nella medesima posizione per qualche secondo, prima di sospirare, rilassare i muscoli, allentare la stretta del pugno e prendere posto sulla pietra accanto al destinatario della sua ira, che lo fissava con sguardo serio. La rabbia di Yusuke non era evaporata, ma era diventata più gestibile. Sfiorò con i polpastrelli il contorno della traccia indelebile da lui lasciata e riprese a parlare -Smettila di farmi tanti complimenti, io sono uno stupido, sei tu il re- "Pure un inutile pezzo di roccia diventa un trono, con te" pensò.

«Hai ragione, non sei in grado di essere il capo di un paese»

-Ecco, quindi sta' zitto-

«Sei testardo, eh»

-Senti chi parla-

«Nonostante tutto sono soddisfatto di averti affidato il regno. Se c'è una cosa che sai fare meglio delle risse è proteggere i tuoi compagni nel momento del bisogno»

-Niente è meglio di una bella e semplice rissa- Per un attimo dimenticò la rabbia e fece un sorriso genuino, imitato dal padre. Era in quei momenti che si notava la loro somiglianza.

«È in questo modo che si trovano i compagni più affidabili»

-Sì, lo so. Fra l'altro, sono venuti a salutarti-

«L'ultima volta che li ho visti è stata circa mille anni fa, erano delle grandi teste calde»

-Lo sono ancora, hanno fatto un bel casino quando sono arrivati-

«Mi ricordano qualcuno»

-Colpa tua che ti sei intromesso nella mia rissa-

«E alla fine sei riuscito a competere con me»

-Dici?-

«Io non scherzo»

Yusuke restò semplicemente senza parole e non seppe cosa ribattere. Restò in silenzio e le crepe della terra che attorniavano la tomba divennero interessantissime. Nell'ultimo scambio di battute con suo padre si era sentito in sintonia con lui, gli era parso talmente normale ed era una delle prime volte che accadeva una cosa del genere. Passato qualche minuto si alzò in piedi e si stiracchiò un po', per poi espirare e rilassare le spalle. -Io vado. Torno a trovarti, tanto per ricordarti quanto tu sia stato stupido a morire-

«Ti aspetto, figliolo»

-Ah...a proposito- il mezzo-demone non sentì una risposta e pensò che fosse un via libera per continuare. Si voltò verso il genitore, ma era scomparso nel nulla. Rimase scioccato, però solo per una manciata di secondi, prima di ammorbidire i lineamenti del viso -A presto...ciao, papà- disse quasi fra sé e sé.

Nel cielo del regno dei demoni i fulmini saettavano di continuo e non si capiva mai che ore fossero, tuttavia nel mondo degli umani era ormai tardo pomeriggio.
Yusuke si girò e cominciò a camminare in una direzione a caso, finché non attraverso il varco che portava a casa.
Aveva compreso la ragione del suo vuoto. Si era allenato ogni giorno della sua permanenza nel regno di suo padre per sconfiggerlo, per sconfiggere il bastardo che aveva preso possesso della sua coscienza nel mezzo di una battaglia leale, ma ciò che voleva in realtà era soltanto la sua approvazione. Stentava a crederci lui stesso. Chissà...forse si era immaginato ogni cosa, però non gli importava.
Quello che non sapeva era che Raizen lo osservava da lontano. Quel giorno Koenma gli aveva permesso di andare da suo figlio per parlarci e ne aveva approfittato fino in fondo.
Il loro modo di dimostrarlo era strano, ma nel profondo si volevano bene.
   
 
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