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Autore: Elisa24g    20/07/2017    0 recensioni
In una terra dove la parola pace vuol dire solo un intermezzo tra una guerra e l'altra, senza possibilità di scampo dal terribile popolo del Vento, una famiglia decide di non arrendersi e di prepararsi alla battaglia, apprendendo i segreti e le magie di chi si nasconde da anni, in attesa della vendetta.
Teresa: dolce e buona;
Enn: curiosa, testarda e coraggiosa;
Rodd: di buon appetito, impaziente e sempre pronto alla risata;
Marcus: allegro e vivace, a volte provocatorio
Serin: reso muto dalla sofferenza, leale.
I genitori : innamorati, forti e coraggiosi, saranno disposti a rinunciare a tutto pur di proteggere la loro famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Poi mio padre tornò. Io mi trovavo nelle stalle insieme a Serin, così non lo vidi arrivare; mia madre era in casa a badare a Glenne, e i miei fratelli erano nell’orto a raccogliere i nostri prodotti. Stavamo pensando che era ora di venderli, nelle città vicine che non erano  state distrutte dagli uomini del Vento. Per quei posti la nostra resa è stata una benedizione: loro non erano stati toccati. In ogni caso stavamo decidendo come andare là, con varie discussioni visto che mia madre non mi voleva mandare da sola.

<< Hai undici  anni! >>

<< Intanto tra qualche giorno ne compio dodici . E poi ti sembra che la mia vita sia quella di una bambina di undici anni? Siamo tutti più grandi dell’età che abbiamo. >>

<< Questo lo so, ma da sola non ci puoi andare. >>

<< Andiamo Serin ed io. >>

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<< Questo lo abbiamo già detto, ma con Glenne come si fa? >>

<< Ci penserà suo figlio. >>

<< Che non è capace. E poi io ho bisogno di una mano per portare i cavalli! >>

<< Quanti ne dovresti portare? >>

<< Due puledri sono pronti per essere venduti, e pensavo di dare via anche Bella. >>

<< Quindi sono tre. Da sola non ce la fai? >>

<< Se proprio devo.. Ma  i puledri non sono così ben disciplinati, e non sono mai stati portati lungo la strada. >>

<< Serin non ti può aiutare, deve per forza restare con sua madre. Andremo te, Rodd ed io. >>

<< Come vuoi… però non sono convinta. >>

Così quando mio padre arrivò io stavo dando un’ultimo sguardo alle stalle prima di andare a dormire, il giorno seguente pensavamo di partire.

<< Papà! >> urlarono Rodd e Marcus vedendolo.

<< Ciao ragazzi! >> disse abbracciandoli.

<< Vieni dentro. Mamma!! >>  urlò Marcus correndo avanti ad avvisarla.

<< Sei tornato! >>  esclamò sollevata mia madre.

<< Si, ma non per molto. >>

<< Cosa vuol dire? >> un espressione sconfitta nel volto.

<< Ho trovato un sentiero. Ci sono delle orme, ma svaniranno presto. Devo partire subito domani mattina se voglio sperare di trovarla. >>

<< Oh.. pensi che ci sia una speranza? >> chiese mia madre con le lacrime agli occhi, i miei due fratelli che osservavano pieni di gioia, stupore e anche paura.

<< Non lo so, spero di si. Intanto voglio scoprire dove si trova il villaggio, poi si vedrà. >>

<< Ti preparo qualco..>> iniziò a dire mia madre, quando dal piano superiore ricominciarono le grida, che ormai si ripetevano praticamente ogni giorno. 

<< Cosa succede? >>  chiese mio padre.

<< È Glenne, non si è più ripresa >> dissi io entrando in casa, mentre mia madre correva da lei  << lo sapresti se fossi rimasto qui. >>

<< Dovevo cercare Teresa. >>

<< Non mi sembra di vederla qui con te. >>

<< La riporterò, stanne certa. >>

<< Non ne dubito >> dissi in tono ironico. Non che non volessi mia sorella indietro, mi mancava da morire, e sarei corsa pure io a cercarla. Eppure io non potevo muovermi da lì, e mi ero anche dovuta rialzare subito dopo lo sconforto provato, per consolare tutti in questa casa, per guardare gli animali, per permetterci di andare avanti, mentre  mio padre correva via per fare l’eroe, secondo lui, per perdere tempo, secondo me. I figli del vento sarebbero tornati al finire dei nove mesi, da quello che ci avevano insegnato tornavano appena i loro figli erano nati, il che avveniva sempre allo scoccare del tempo, nessuno nasceva prima o dopo, nove mesi esatti. Loro si sarebbero presentati  il giorno seguente, e li avrebbero portati via, letteralmente strappandoli dalle braccia delle madri. Quando sarebbero tornati noi, o mio padre, “l’eroe”, li avremmo potuti seguire, e sperare di poter fare qualcosa approfittando delle urla dei bambini o del caos generato dal ritorno vittorioso dei nuovi padri; ma andare lì adesso, senza una minima possibilità di fare qualcosa, era solo uno spreco di tempo, di energia, dettato dalla sua disperazione ed il suo egoismo. 

<< Quando te ne rivai? >> chiesi.

<< Domani mattina all’alba. >>

<< Bene, allora partiremo insieme. Noi dobbiamo andare al mercato. >>

<< Va bene. >> nessun interessamento, non si chiese come avrei fatto da sola a fare il suo lavoro ed anche il mio.

<< Ora sta meglio. >> disse mia madre scendendo le scale. << Ti preparo da mangiare. >> ed iniziò a cucinare.

Il giorno seguente mio padre tornò alla sua disperata missione, mia madre, Rodd ed io andammo alla città vicina per vendere le nostre cose.

Mia madre sedeva davanti, conducendo il carro, Rodd ed io le andavamo dietro controllando i giovani puledri. Arrivati a Gioven, provammo una punta di gelosia e anche di rabbia, nel vedere come lì non fosse cambiato niente. Le persone camminavano tranquille per le strade, chiacchieravano, erano persino allegre. Erano scampati al pericolo, che si sarebbe ripresentato tra parecchi anni. Invece noi eravamo stati distrutti:  da quando le donne erano tornate, nessuna di loro era uscita di casa, si erano rinchiuse lì dentro, per nascondere la paura, la vergogna e la rabbia; mente i loro uomini camminavano come persi in un altro mondo, colpevoli di non aver fatto nulla. Qualcuno aveva raccontato di come ogni donna avesse cercato di difendersi, di scappare, di combattere, qualsiasi cosa, mentre gli uomini guardavano inerti. Come si poteva continuare a vivere con un uomo che non aveva mosso nemmeno un dito per cercare di proteggerti?

<< Ben tornata! >> esclamo un commerciante di pesce dalla parte opposta della strada.

<< Ciao >> dissi io.

<< E tuo padre? Tua sorella? >>

<< Questa volta sono venuti loro. >>  dissi  facendo un mezzo sorriso, appena accennato, per nascondere ogni cosa.

<< Come state? >>  chiese dopo un po’ l’uomo.

<< Ce la caviamo, cerchiamo di riprenderci. >>  rispose mia madre mentre ci dirigevamo verso uno spazio libero dove mettere le nostre cose in vendita. Stavo legando i puledri ad un palo quando vidi il ragazzo dei “fantasmi”.

<< Torno subito >> dissi a mia madre, e gli corsi dietro. Camminavo tra la folla seguendolo leggermente a distanza: volevo vedere cosa stesse facendo.

” Dietro l’angolo, a destra del pesce, che odore!, poi ancora a destra, dov’è? Ah eccolo..ancora, ma dove va?E ora? Non c’è più! L’ho perso..non ci credo… “

Poi una mano mi afferrò il braccio.

<< Che pensavi di fare? >> chiese

<< Seguirti. >>  risposi io girandomi.

<< Che ci fa una bimbetta come te al mercato? Sei venuta con la mamma a comprare qualche cosa? >>

<< Sto lavorando. >>

<< Ah e il tuo lavoro consiste nel seguirmi? >>

<< Questa è stata una piccola distrazione. Tanto ci saremmo comunque dovuti vedere domani, cosa ti cambia  se ti seguo qui e parliamo? >>

<< No,non  ci siamo capiti. Io non ti ho dato nessun appuntamento, ti ho detto di ripassare dopo due o tre giorni e che forse, solo forse, mi sarei fatto vedere. >>

<< Ma io sapevo che saresti venuto. >>

<< Tu lo sapevi. Bene. Allora visto che sai tutto non c’è bisogno di parlare, tornatene al tuo lavoro. >>

<< Che ci fai qui? >>

<< Non ti riguarda. >>

<< Allora, ci possiamo aiutare o no? >> insistetti, ignorando le sue risposte scontro se.

<< Ti ho detto di vederci dopo due o tre giorni, non qui e non adesso. >> disse correndo via, impedendomi di seguirlo. Era magro, forte e veloce, non avevo alcuna speranza di recuperarlo. Così tornai indietro, dove mia madre stava vendendo i nostri prodotti dell’orto, mentre Rodd guardava inerme i cavalli, e rispondeva con pochi cenni alle domande delle persone: non sapeva cosa dirgli, quello era compito mio!

<< Eccomi, scusate.. dite a me. >>

<< Che mi dici di questa puledra? >>

<< È forte, vivace, il padre è un sauro, mentre la madre… >>  e via dicendo.

Tornammo a casa solo quando ormai era molto buio, ma avevamo venduto tutto, una giornata ben riuscita.

<< Dove sarà papà adesso? >> mi chiese Rodd

<< Probabilmente sarà arrivato alla casa nel bosco già da parecchie ore, e avrà iniziato la sua “caccia” >>.

<< Perché sei arrabbiata con lui? La riporterà indietro.. Vedrai! >>

<< Lo spero, ma non credo che possa essere capace di sconfiggere un villaggio intero di Figli del Vento. >> Rodd non seppe cosa rispondere e rimanemmo in silenzio per il resto del viaggio, lasciandomi libera di pensare a come convincere i fantasmi la prossima vita che li avrei incontrati.

 

NEL PROSSIMO CAPITOLO:

Tremava dalla gioia, era così vicino, mancava così poco. Si fermò solo quando le gambe iniziarono a cedergli, quando la stanchezza fu troppa per continuare, non cercò nemmeno un riparo, semplicemente si stese per terra e dormì fino all’alba seguente.

Riprese il cammino con l’ansia di chi sa che qualcosa sta per avverarsi. Avanzò un passo alla volta tremando appena perdeva le tracce.

 
   
 
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