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Autore: briantheburned    20/07/2017    0 recensioni
Anne è una ragazza ribelle per i canoni della sua epoca, vuole andare ad Oxford e diventare una scrittrice. Christopher è un ragazzo dallo sguardo triste e malinconico, che condivide la stessa passione per la scrittura della sorellastra. Torna a casa dopo sette anni di lontananza e silenzio, ma ormai per Anne è al pari di uno sconosciuto tanto che non riesce neanche a riconoscerlo nell'aspetto. Lui è cambiato, lei è cambiata e anche i sentimenti dell'uno nei confronti dell'altra non sembrano essere più gli stessi, tanto che i due si ritrovano in una completa confusione aumentata dall'incertezza su loro stessi, dalla quale sembra non esserci alcuna via d'uscita, se non proprio lasciarsi trasportare nel caos.
''Quello non era il Christopher che ricordava, il ragazzo che aveva sempre riconosciuto come suo fratello maggiore, quello era un uomo di cui non sapeva nulla, se non che fino a sette anni prima si rincorrevano nel prato davanti casa entrambi sporchi di fango.''
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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Era seduta alla scrivania nella sua camera, china su dei grossi libri quando sentì bussare delicatamente alla sua porta.

Si alzò e andò ad aprire, pensando che non potesse essere nessun altro se non la madre, visto che non era scesa neanche per la cena.

‘’Anne…’’ era visibilmente imbarazzato.

‘’Christopher…che cosa vuoi?’’ Era tornato da tre giorni, in cui lei era riuscita meravigliosamente ad evitarlo, ma a quanto pare quella sera i suoi piani di isolamento erano stati aggirati da un’improvvisa intraprendenza del fratello.

‘’Posso entrare?’’ Anne annuì e si scansò per far entrare il fratello e chiuse la porta dietro di sé. Lui si guardò intorno e notò i libri sulla scrivania.

‘’Stai studiando? Papà mi ha detto che vuoi entrare ad Oxford.’’ all’inizio era esitante, ma poi decise che tanto valeva rispondergli.

‘’Sì, ma non è molto contento della cosa perché dice…’’

‘’…che le ragazze non si laureano ad Oxford.’’ la guardò sorridendo e lei abbassò lo sguardo, d’un tratto il pavimento aveva acquistato interesse. Lui le si sedette affianco sul bordo del letto e le prese la mano.

‘’Mi dispiace di non averti scritto in questi sette anni, sono stato uno stupido, ma la situazione era, diciamo, complicata.’’ la guardava negli occhi, uno sguardo che lei non riusciva a sostenere.

‘’Così complicata da non scrivermi neanche una riga in tutto questo tempo?’’ era visibilmente irritata.

‘’Capisco che tu…’’ ritirò la sua mano da quella di Christopher e si alzò.

‘’No, tu non capisci, non ti rendi conto. Io ormai non ho più idea di chi tu sia. Per me sei un estraneo, non significhi più nulla, solo qualcuno che una volta conoscevo e che per me significava qualcosa. Prima sarai anche stato mio fratello, ma ora…’’

Christopher era ferito, ma era anche ben conscio che quella situazione era stata creata da lui.

La prese per le braccia e la immobilizzò, costringendola a guardarlo.

‘’Lo so, invece. Io non sono il tuo vero fratello, o almeno lo sono solo da parte di tuo padre, ma per il resto non ne so molto. Sono finito nella tua casa che ero ancora un neonato e dopo qualche anno sei nata tu, e ti ho sempre voluto bene, ma se non ti ho scritto per questi sette anni c’è stato un motivo e non posso, veramente, non posso dirtelo. Spero solo tu voglia perdonarmi.’’

Anne era esitante, non sapeva cosa fare, cosa dire, così stava zitta e basta, cercando di non guardarlo.

‘’Dio, come mi sei mancata. Sei rimasta uguale di carattere, la solita bambina cocciuta e capricciosa.’’ sospirò, scuotendo leggermente la testa.

‘’Tu no, invece, sei diventato stronzo.’’ Lui rise e per un momento sembrava di esser ritornati a sette anni prima, quando giocavano insieme negli assolati pomeriggi primaverili. Anne lo guardava e si accorse di provare ancora qualcosa nei confronti di quello sconosciuto che poi così sconosciuto non era, anche se quello che stava iniziando a sentire le sembrava così diverso da quello provato da bambina. Nonostante ciò, si stacco dalla sua presa e il gelo ripiombò tra i due, Christopher non capiva, per un attimo gli era sembrato che le cose potessero tornare a posto.

‘’Anne, tutto bene?’’

‘’Esci fuori, devo studiare.’’ deluso si avviò verso la porta e prima di uscire guardò la sorella di spalle, che fissava la finestra di fronte alla sua scrivania. Quando chiuse la porta, Anne non capiva bene cosa stesse provando, ma sapeva solo che alla fin fine la visita del fratellastro non le aveva poi dato così fastidio.

***

Il giorno dopo Anne si risvegliò sui suoi libri. Il discorso della sera precedente le aveva creato così tanti pensieri che aveva finito per addormentarsi alla scrivania. Quei pensieri continuarono anche dopo.

Quando scese di sotto trovò solo sua madre, tutta intenta a preparare chissà che cosa.

‘’Oh, Anne, ti sei svegliata finalmente!’’ disse, mentre si asciugava le mani vicino al grembiule da cucina. ‘’Oggi verranno alcuni amici del collegio di Christopher, rimarranno per qualche giorno, vedi di non creare casini.’’

‘’Che casini dovrei creare?’’

‘’Credi che non mi sia accorta della tensione tra te e tuo fratello?’’ nel mentre continuava tranquillamente a cucinare, come se stesse parlando della lista della spesa.

‘’Lui non è mio fratello.’’ La madre sospirò.

‘’Vai fuori ad appendere il bucato, la cesta è nell’ingresso. Stasera serviranno lenzuola pulite per gli ospiti.’’

Anne prese ad appendere i panni sulle corde nel giardino sul retro, sperando di trovare un po’ di pace lì, da sola tra i grandi panni bianchi e profumati, ma non fu così semplice come prospettava.

Da dietro uno di questi fece capolino il fratello, con un ricciolo disordinato che gli cadeva sulla fronte, occhiali da vista e un libro sotto braccio. Non aveva la giacca, solo una camicia bianca con le maniche arrotolate e dei pantaloni beige tenuti su dalle bretelle. Dall’aspetto disordinato, doveva essere andato a leggere in campagna di prima mattina, ed ora era sulla strada del ritorno.

Anne non osava fiatare, e lui la guardava stendere le lenzuola.

‘’Vedo che mamma già ti ha messo a lavoro per accogliere i miei amici.’’ cercava di comportarsi normalmente, ma si vedeva che era un po’ diffidente per via degli esiti del discorso della sera precedente.

‘’Già.’’ non lo guardava neanche.

‘’Credo ti staranno simpatici, sono dei tipi un po’ particolari, non i classici ragazzi di Bibury." disse, sorridendo.

‘’Se ti somigliano anche solo un po’, so già che probabilmente non mi piaceranno.’’ Mise l’ultima molletta, prese la cesta sotto braccio e andò via, lasciandolo lì impalato senza sapere cosa dire.

Anne, rientrando, si chiedeva perché diavolo era stata così insopportabile.

  
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