Film > Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali
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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    20/07/2017    2 recensioni
[Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali]
[Emma x Jake | Enoch x Olive | Miss Peregrine x Nuovo Personaggio]
Mesi sono passati da quando una delle più grandi minacce ai bambini speciali è stata sventata, Miss Peregrine ha costruito un nuovo Anello Temporale e le loro giornate – o meglio dire la loro giornata – si susseguono serenamente. Questo fino all’arrivo di una donna, una speciale con un particolare compito che riguarda quelli con le sue stesse capacità ipersensitive: cercare i bambini speciali e portarli nell’Anello Temporale più adeguato alla loro epoca. Tale Cercatrice, tuttavia, sembra avere dei precedenti molto particolari con Miss Peregrine, Abe ed il defunto Sig. Barron, precedenti che necessitano di essere chiariti e risolti, mentre attorno a loro qualcosa si sta risvegliando – meglio dire, tornando. La battaglia contro i Vacui e gli speciali considerati cattivi combattuta mesi prima non era, probabilmente, quella definitiva: non tutti i bambini sono stati portati agli Anelli, e non tutti desiderano la pace.
(La fanfic fa riferimento esclusivamente al film, i personaggi principali sono i medesimi, con l’aggiunta una “categoria” di speciali di mia invenzione: i Cercatori.)
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note Autrice_
Ringrazio tutti voi che avete continuato a leggere e a recensire questa fanfic, nonostante non l'avessi continuata nei tempi stabiliti. Ammetto di aver perduto un poco l'ispirazione e sono stata indecisa sulla sua continuazione ma, vedendo che comunque vi era un apprezzamento, ho deciso di continuarla. Non prevederà ancora molti capitoli, non voglio allungarla troppo rischiando di annoiarvi, ve ne saranno circa altri 2-3 che questa volta cercherò di pubblicare senza farvi attendere così tanto.
Grazie ancora a tutti, davvero!


4. La Bussola

L’alba era sorta da una decina di minuti, non di più, eppure si erano svegliati ben prima, pronti per partire.
L’imbarcazione che Alexandra era riuscita a riesumare nel porto di quel piccolo paesello era più che sufficiente per permettere loro di attraversare La Manica, evitando quelli che avrebbero potuto essere mezzi forse più rapidi, più comodi, ma sicuramente più pericolosi per persone come loro.
Miss Peregrine aveva dato disposizione ai bambini più grandi di occuparsi dei piccoli, durante la sistemazione, e dopo essersi assicurata che tale raccomandazione fosse in procinto di essere applicata, si concesse di raggiungere la cabinotta di comando.
Si concesse anche di non entrarvi subito, rimanendo ad osservare per qualche istante la figura di colei che teneva il timore: le dava le spalle, eppure avrebbe potuto delineare il suo profilo senza alcuna difficoltà. Per un istante, un minuscolo istante, le sottili labbra della ymbryn lasciarono spazio ad un sorriso non ambiguo, ma sincero: averla lì poteva essere una sofferenza, da un certo punto di vista, ma anche una sicurezza. La decisione con cui agiva e pensava era qualcosa che l’aveva sempre affascinata, sebbene lei per prima non mancasse di simili caratteristiche.
«Non mordo, Alma. Puoi entrare.» Ovviamente l’aveva udita, lei e quei sensi iper sviluppati che non solo le consentivano di udire meglio ogni movimento, ma anche quei suoni che Miss Peregrine non avrebbe voluto ch’ella udisse – il battito del cuore, ad esempio. Eppure era certa che ascoltasse proprio quello.
«Oh, io non ne sarei così sicura…» scherzò in merito a quel “non mordo”, sebbene il suo tono non nascondesse mai una sorta di verità di fondo. La bionda si limitò ad un accenno di smorfia, immobile nel suo completo di pelle nera, le iridi ghiaccio fisse sulla distesa d’acqua dinnanzi a loro, accennando a qualche sguardo di tanto in tanto alla bussola accanto a sé. Miss Peregrine la affiancò, aprendo quell’orologio da taschino che portava sempre, controllando chissà quale orario, chissà quale tempo.
«Una volta in Inghilterra, l’Anello Temporale non sarà distante dalla costa. La ymbryn che lo protegge è una signora sulla sessantina, ci ospiterà volentieri.» spierò quasi distrattamente, la fronte appena corrugata come se stesse riflettendo su qualcosa in particolare. Alexandra, per conto suo, non si era minimamente scomposta.
«Ti fidi di questa ymbryn?» le domandò, facendole inarcare un sopracciglio nella sua direzione. «Ne sono scomparse parecchie e, personalmente, mi sembra strano che siano diventate tutte improvvisamente così distratte da farsi trovare e catturare.» Il suo punto di vista era piuttosto chiaro, così come una velata accusa.
Solo ora le rivolse lo sguardo, trovandovi quello più severo di Miss Peregrine, evidentemente contrariata dinnanzi ad un simile commento.
«Insinui che qualcuna di noi abbia tradito i bambini? La sua stessa natura di protettrice?» Il suo tono era fermo, come sempre, eppure non mancava di un evidente cenno di offesa. Silenzio, solo per un attimo.
«Sì.» Una risposta secca, senza giustificazione o tatto. Alma strinse appena lo sguardo, quelle iridi di un blu così intenso che sapevano avvolgere come null’altro, obbligandoti a rimanervi incollato per un tempo indeterminato. Prese la pipa tra le mani, avvicinandola alle labbra prima di mutare improvvisamente espressione, accennando ad un sorriso - quel sorriso.
«Faresti bene a cambiare la tua opinione.» concluse sinteticamente, lasciando la cabina dei comandi per tornare dai bambini.
Lo sapeva, che quella supposizione potesse avere un fondamento, una logica, eppure era tanto legata alla propria natura, alla propria causa, da faticare a prendere in considerazione una simile ipotesi.

«Bambini.» li richiamò, non appena scese le scale raggiungendo lo stanzone dove i bambini erano alloggiati in diverse brande. Quel luogo non era molto spazioso ma il viaggio non sarebbe durato a lungo e, soprattutto, non dovevano farsi notare, perciò una simile precauzione era stata necessaria.
Tutti si misero sull’attenti, lo sguardo posato su quel volto delicato, disteso in una impeccabile serenità quando, proprio mentre stava spiegando loro dove fossero diretti, un rombo – forse un forte ronzio – li lasciò perplessi.
Miss Peregrine, rimasta in ascolto per qualche istante, non perse il suo sorriso quasi mellifluo e tinto della solita ambiguità. «Vogliate scusarmi.» disse congedandosi, raggiungendo in fretta l’esterno dell’imbarcazione per controllare cosa fosse accaduto. Davanti a lei, una nave di dimensioni più considerevoli – anche se non troppo – gli stava venendo incontro, e l’individuo che le sembrò di intravvedere a prua le provocò un brivido lungo tutta la schiena. Prese mano al binocolo quasi frettolosamente, e quando ogni suo dubbio venne confermato sgranò gli occhi blu, mentre le labbra rimasero appena dischiuse: Mr. Barron.
Mr. Barron era vivo e li aveva appena trovati. Non riuscì a spiegarsi come fossero accaduti simili fatti contemporaneamente, ma non perse tempo: prima di ogni altra cosa, doveva mettere al sicuro loro, senza concedersi il tempo dello stupore, o della paura. Mentre scendeva le scale, la sua mente non poteva ignorare la possibilità che con lui vi fossero anche quei mostri ch’ella non poteva vedere, e questo non poté che angosciarla ulteriormente.
«Jake!» richiamò il ragazzo, il quale era tuttavia già a metà delle scale, intenzionato probabilmente a salire e a raggiungerla, per capire cosa fosse successo. Non fu necessario parlare, gli occhi azzurri del giovane, così sveglio rispetto a quello che chiunque aveva sempre pensato di lui, avevano già compreso: il peggiore degli scenari. A lui passò il binocolo.
«Controlla se ci sono Vacui, su quella nave, per cortesia.» gli chiese.
Immediatamente, Enoch li raggiunse. «Cosa succede? Era il suono di una nave.» domandò. Miss Peregrine fece un respiro profondo, pur senza perdere la sua seria compostezza.
«Ci hanno trovati. E non sono soli.» Uno scambio di sguardi, Jake prese il binocolo di fretta e con Enoch salì immediatamente sul ponte, allarmato come non si era mai sentito.
«Chi ci ha trovati, Miss Peregrine?» domandò ingenuamente Fiona, che si era avvicinata assieme agli altri. La donna li osservò con un accenno di serietà ancora in volto, per poi sorridere con fare rassicurante: non poteva allarmarli, non più.
«Emma, Olive, volete cortesemente badare a loro per qualche minuto?» domandò alle due le quali, tuttavia, non sembravano minimamente intenzionate a rimanere all’oscuro di quanto stesse accadendo. Certo, avevano intuito qualcosa, ma non a sufficienza, tanto che mentre la rossa aveva tentennato, continuando a rimanere appresso a Huge, Emma non si era rassegnata.
«Ma Miss Peregrine…»
«Emma!» La Cercatrice era giunta in quel momento, il passo piuttosto affrettato tanto che non aveva nemmeno rivolto uno sguardo alla ymbryn a pochi gradini sotto di lei, puntando quello sguardo gelido proprio sulla biondina. Ella rimase con le labbra dischiuse, ma capì: avevano parlato, qualche giorno prima della partenza, e la donna era stata molto chiara riguardo ad una situazione come quella.
Mentre Emma si volgeva ai bambini, ad uno di loro in particolare, Miss Peregrine parve essere – stranamente – colei che non aveva intuito cosa volesse dire quello scambio di sguardi. «Alexandra?» domandò, il tono che pur non perdendo l’autocontrollo aveva cominciato a lasciar trapelare una certa apprensione. Detestava non capire, non una donna della sua intelligenza. «Vorresti spiegarmi cosa- »
«Miss Peregrine, per favore.» tornò Emma a richiamare la sua attenzione, avvicinandosi alla donna col piccolo Echo tra le braccia. I suoi occhi scurissimi ed estremamente profondi avevano guardato prima la Cercatrice, poi la ymbryn, per poi tendere le braccia verso quest’ultima. Miss Peregrine parve insospettirsi in maniera indicibile, il suo sguardo quasi inquisitorio passava dalla ragazza alla donna con insistenza ma non poté ignorare quella richiesta perciò, quasi in automatico, prese tra le braccia il bambino.
«Abbiate la cortesia di- »
«Echò, s’il te plaît.» proferì la Cercatrice. Miss Peregrine stava cominciando a spazientirsi quando il bambino allungò entrambe le manine verso di lei, posandovi i palmi in prossimità delle tempie: questione di pochi istanti e la donna, dapprima con gli occhi sbarrati, perse i sensi quasi d’improvviso, tanto che Alexandra intervenne prontamente per sorreggerla mentre Emma faceva altrettanto con il piccolo.
Gli altri bambini rimasero quasi sconvolti: era la prima volta che qualcuno rendeva inoffessiva la loro tutrice in quel modo… ed era anche la prima volta che vedevano il dono dell’ultimo arrivato, mentre Alexandra – che con lui aveva passato diverso tempo – lo conosceva fin troppo bene. Lei per prima aveva dovuto imparare a conviverci, talvolta a prevederlo e ad evitarlo per preservare la sua e la propria incolumità, ma in quel momento era stato essenziale che nessun altro ne fosse a conoscenza. Soprattutto Miss Peregrine.
«Emma!» esclamò Olive, sinceramente sconvolta. «Cosa significa?!» La bionda si volse agli altri con un velo d’imbarazzo, nonché di dispiacere nel vedere Miss Peregrine priva di sensi, adagiata a terra: era la seconda volta che le disubbidiva, e mai avrebbe creduto di farlo sotto “ordine” di una sconosciuta dal comportamento alquanto discutibile. Eppure, in quel momento non poté che ringraziare di averla ascoltata: per quanto troppo cinica rispetto ai parametri della giovane, la Cercatrice si era dimostrata piuttosto lungimirante e, come lei, condivideva il desiderio di proteggere la ymbryn.
«I Vacui sono qui. Guidati da Barron.» Non utilizzò mezzi termini per spiegare la situazione, mantenendo quel tono freddo mentre adagiava il corpo di Miss Peregrine su una delle brande.
«Barron?! Ma era morto, lo abbiamo visto!» esclamarono i bambini, ritrovandosi addosso un’occhiata alquanto tagliente, che li fece quasi indietreggiare: no, decisamente non erano abituati ad essere trattati in quel modo.
«A quanto pare avete visto male, ma ora è secondario.» asserì, facendo segno ad Emma di seguirla, mentre accennava a risalire le scale.
«Sono venuti per lei e la uccideranno, se la prenderanno.» disse in riferimento a Miss Peregrine. «Perciò ora tocca a voi proteggerla, se sarà necessario.» Chiara, schietta, concisa. Sapeva cosa fosse accaduto loro, con quale convinzione dei bambini – per quanto “dotati” – avevano affrontato dei mostri che nemmeno avevano visto, perciò non li avrebbe trattati come ignoranti: avevano combattuto con coraggio, ed era giusto che quel coraggio fosse premiato quantomeno con l’onestà nei loro confronti.
Olive accennò a seguirle, ma ancora una volta la Cercatrice intervenne per fermarla.
«No, tu resta qui.»
«Ma io voglio aiutarvi!»
«Se qualcosa andrà storto, qualcuno dovrà occuparsi di loro. Non vorrai lasciarli nelle mani di quelle bambole inquietanti del tuo fidanzatino, vero?» Una simile schiettezza fece arrossire Olive nell’immediato – di certo non si aspettava di sentir nominare Enoch come suo “fidanzatino” con tanta leggerezza… - ma fu abbastanza efficace per convincerla a non muoversi. Scambiò solo uno sguardo con Emma, uno sguardo preoccupato, da parte di entrambe ma soprattutto dalla rossa: lei, contrariamente all’amica, non era stata preparata ad una cosa del genere, tantomeno alla possibile responsabilità che avrebbe dovuto assumersi…
Ma non vi fu tempo per altro, Alexandra raggiunse ben presto Enoch e Jake in compagnia di Emma, ritrovandosi a fissare tutti quanti il medesimo punto davanti a loro: una nave che si avvicinava, inesorabilmente, con a bordo il loro peggior incubo.
Come avevano fatto a trovarli? A sapere che fossero proprio , con quella direzione?
«Ce ne sono quattro, da quello che ho visto. E sono tutti… diversi, come quelli ad Anversa.» disse loro il giovane Portman. Rimasero di nuovo immobili, col fragore delle onde spezzate come unica melodia angosciante.
«Ma ci sono anche altri ragazzi che sembrano normali… non capisco.» Alexandra assottigliò lo sguardo, sfruttando uno dei sensi – la vista – iper sviluppati, mentre Enoch prendeva mano al binocolo per scrutarli meglio, man mano che si avvicinavano.
«Cosa facciamo?» domandarono, visibilmente preoccupati: la Cercatrice li aveva preparati per una simile evenienza, ma certamente nessuno di loro si aspettava che proprio Barron si presentasse.
Ad un tratto, Enoch parve sussultare. «Ma che diavolo…?!» trattenne un’imprecazione. «Ha visto?!» domandò ad Alexandra, mentre Jake gli strappava letteralmente il binocolo dalle mani.
«Sì.» rispose la donna, la fronte che andava corrugandosi ulteriormente.
«Visto cosa?»
«E’… scomparso e riapparso.» biascicò Enoch incredulo, evidentemente riferendosi proprio ad uno di quei “ragazzi” a bordo dell’altra nave. Jake reagì allo stesso modo in quel medesimo istante. «Ha riempito un bicchiere di liquido dal nulla!» esclamò allarmato, riportando ciò che aveva appena visto.
Emma sgranò gli occhi verdi. «Vuol dire che sono…»
«Degli Speciali? Adulti?!» Enoch era ulteriormente shockato, tanto che rivolse per la prima volta una sorta di sguardo fiducioso ad Alexandra, come se sperasse ch’ella avesse una risposta, nonostante non gli andasse troppo a genio. Ma lei non li guardava, continuava a fissare coloro che li stavano raggiungendo.
«Ma non è possibile! Insomma, tutti i bambini vengono portati agli Anelli e- »
«Non tutti.» la interruppe la Cercatrice. Un velo d’amarezza si percepiva dal suo tono, più intenso di quanto potesse sembrare. «E’ logicamente impossibile, trovarvi tutti.» Una risposta, quella, che parve più come una sentenza.
Per un istante, Enoch ed Emma parvero sentirsi colpevoli per qualcosa, anche se fu Jake colui che più ne risentì: non solo era stato trovato, ma addirittura condotto ad un Anello Temporale. Se era stato un “privilegiato” tra i cosiddetti Bambini Speciali, non poteva immaginare come sarebbe apparso di fronte a quei Bambini che nemmeno c’erano stati, in un Anello Temporale.
«Significa che… loro non sono mai stati in un Anello…» biascicò Emma. Il suo stato d’animo era tanto sconvolto che probabilmente, in quel momento, aveva sperato d’essere al posto dell’amica Olive.
«Non abbiamo tempo da perdere in sentimentalismi.» richiamò l’attenzione la Cercatrice, volgendosi verso Enoch: nella sua mente, nel suo sguardo, aveva già deciso come procedere. «Ti ho spiegato come si governa una barca come questa, e te la cavi bene con questo genere di cose. Perciò, continua a seguire la rotta utilizzando la mia bussola, la troverai a fianco ai comandi.» gli disse con decisione, il ragazzo asserì con un cenno del capo ma parve non comprendere cos’avesse in mente, così come gli altri.
Alexandra, tuttavia, non perse tempo, volgendosi ora ad Emma. «Quanto è forte il tuo dono?» le domandò, cogliendola un attimo di sorpresa, tanto che fu Jake a rispondere al suo posto.
«Abbastanza da riportare a galla una nave sommersa.» Un accenno di sorriso, quasi orgoglioso, nonostante la situazione. Emma parve apprezzare quel velato complimento, quell’apprezzamento indubbiamente sincero, ma non fu concesso loro che un attimo.
«Bene.» disse, estraendo le due lame dagli stivali. «Allora dovrai utilizzarlo con la stessa intensità su di me, per lanciarmi sulla loro barca.» dichiarò, portandosi davanti alla ragazza. Lei rimase interdetta, così come gli altri due – i quali la considerarono ancora più folle di quanto non avessero fatto precedentemente.
«Ma è impazzita?! Ci sono quattro vacui, Mr. Barron e non si sa quanti tizi con doti particolari e- »
«Stupidi.» li zittì subito, rimanendo freddamente a fissare il suo obiettivo. Sapeva a cosa stava andando incontro, e forse per questo voleva fare in fretta: non era nulla, nulla di piacevole. «Uno scontro sarebbe stato rischioso già contro quattro Vacui, figurarsi con anche altri Speciali probabilmente abituati a combattere, o comunque a destreggiarsi meglio con le loro abilità rispetto a voi.» La sua intenzione, dunque, fu chiara a tutti.
«Ho sprecato- » e non utilizzò un simile verbo casualmente, non dopo essersi riavvicinata a Miss Peregrine ed essersi sorbita le sue fastidiose frecciatine in merito. « -tutta la mia vita per difendere bambini come voi. Non lascerò che un pazzo come Barron vi uccida, né che arrivi ad Alma.»
Alma. L’aveva chiamata Alma. Non Miss Peregrine, non con un vezzeggiativo, ma con quel nome con cui nessuno si permetteva di nominarla.
Probabilmente, i tre non poterono percepire la profondità di un simile dettaglio, quanto quella donna stesse soffrendo per una scelta che sapeva l’avrebbe molto probabilmente condotta alla morte, ma che era quella giusta. Un aggettivo che detestava profondamente.
«Ma lei non può vederli…» azzardò Jake, ritrovandosela improvvisamente a pochi centimetri dal viso, il colletto della camicia stretto tra le dita della donna. E quello sguardo, quel gelo che gli aveva fermato il cuore per un attimo puntato dritto in volto.
«Dici di essere diverso da tuo nonno, ora dimostralo.» Lo lasciò, continuando a fissarlo. «O giuro che vengo a cercarti anche all’inferno.» Lo stava minacciando, sì, ed era dannatamente seria nonostante l’improbabilità delle sue parole. Aveva odiato Abe per molte ragioni, ma per quanto potesse disprezzarlo non avrebbe potuto condannare anche il nipote per le sue scelte.
La donna fece poi un cenno ad Emma, la quale si rassegnò a prepararsi a quanto avrebbe contribuito a fare: Alexandra cominciò a correre davanti alla ragazza, arrivò al limitare dell’imbarcazione e nel momento in cui saltò, la giovane utilizzò il proprio dono con tutta l’intensità possibile.
Per qualche istante, la Cercatrice parve letteralmente volare sino all’altra imbarcazione, mentre Jake ed Enoch si litigavano il binocolo per riuscire a seguire meglio cosa sarebbe accaduto: la donna non si era soffermata sui Vacui, né sugli altri Speciali sull’altro piano dell’imbarcazione, né stava probabilmente cercando Mr Barron. Potevano udire dei versi, mostruosi e sgradevoli proprio come quelli di un Vacuo, e qualcuno che gridava uno o più ordini.
Poi, mentre Enoch si convinceva ad andare a prendere il comando dell’imbarcazione, l’altra esplose.
Di colpo, un boato li avvolse, così come fiamme avvolsero la barca ancora a diversa distanza da loro: era andata dritta al motore, e lo aveva fatto esplodere cosicché i possibili aggressori non potessero continuare ad avanzare verso di loro. Emma si portò le mani alle labbra immediatamente, Jake la strinse d’istinto, anche lui sconvolto di fronte a quanto era accaduto: troppo in fretta, fuori da un controllo che pensava di aver ottenuto.
Lui si sarebbe spinto fino a tanto?
Furono di nuovo grida e versi spaventosi a riscuoterli, sull’altra barca sembrava esserci ancora qualcuno, qualche sopravvissuto forse, ma nessuno che loro avessero potuto identificare come amico. Ma chi avrebbero potuto definire “amico”? Non i Vacui, non Mr Barron ma… quegli Speciali adulti? Cosa significava, lì, la loro presenza?
Respirò a fondo, Jake, si volse verso Enoch che si era bloccato a metà tra il ponte e la cabina dei comandi, attonito. «Dobbiamo proseguire, Enoch!» gli sgridò nel frastuono che ancora si percepiva. Vide un Vacuo cadere in acqua, letteralmente tranciato in due: che la Cercatrice fosse ancora viva? Altri versi sgradevoli, un altro Vacuo – o forse più d’uno – sopravvissuto a quell’esplosione, in procinto di aggredire qualcosa, forse qualcuno.
«E se fosse viva?» domandò Emma, come se aggrapparsi a quella speranza potesse aiutarla a trattenere le lacrime. Jake dovette fare uno sforzo forse maggiore, soprattutto dopo la responsabilità che si sentiva incombere addosso.
«Se ci avviciniamo, rischiamo di venire attaccati e… sarebbe stato tutto vano.» concluse. Anche quella era una scelta giusta, e forse solo in quel momento il ragazzo provò lo stesso astio della Cercatrice verso quella parola.
«Andiamo!» incitò di nuovo Enoch, convincendolo a perseguire la rotta: dovevano arrivare a Londra, dove un Anello Temporale conosciuto da Miss Peregrine avrebbe potuto tenerli al sicuro, almeno momentaneamente. Aveva un compito e lo avrebbe portato a termine, ad ogni costo, specialmente in un momento simile dove la loro tutrice era stata resa innocua per non metterla in pericolo e la Cercatrice non era più con loro.
«Questa volta, Miss Peregrine non ci perdonerà…» bisbigliò Emma. Mai si era sentita in colpa come in quel momento, e mai aveva pensato che avrebbe avuto tanta paura: non di rivedere Mr. Barron, i Vacui o chissà cos’altro, ma di un sacrificio come quello. Mai avrebbe pensato, in un certo senso, di avervi contribuito.
Jake la strinse di più a sé.
  
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