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Autore: MajoWriter    20/07/2017    0 recensioni
Un uomo ed un ragazzo. Una profonda rivalità che da anni li contraddistingue. È ora della resa dei conti. Chi vincerà?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Sono passati oramai cinque mesi. È giunto il momento... il tempo deve tornare a scorrere»

Quello strano uomo era di nuovo lì, in quel prato, davanti a quei due ragazzi. Intorno a loro c'erano ancora quelle strane creature, né uomini, né animali, bloccate in quell'applauso infinito.

"Destino" si fa chiamare, colui che decide le sorti delle persone. Colui che se prende una decisione, non vi è modo di cambiarla. Però c'è stato questo ragazzo che ha provato ad affrontarlo... per ben due volte. Il nome di questo ragazzo è Hero e, proprio come un eroe contemporaneo, si è buttato in questa impresa impossibile. La prima volta da solo, fallendo miseramente ed uscendone distrutto, sia nel corpo che, soprattutto, nello spirito. Da quel momento fu inghiottito in una profonda oscurità, così nera da impedirgli di guardare oltre il suo naso. Così nera, da impedirgli di muoversi. Provò ad addentrarsi, ma per ogni passo che faceva, sentiva di allontanarsi sempre di più dal suo obiettivo. Decise quindi di rimanere fermo, in attesa di una luce che potesse guidarlo. E questa luce, inaspettatamente, arrivò. Incredulo, Hero cominciò a seguirla. Era davvero una bellissima luce, come non ne vedeva ormai da tempo. Per lui quella luce era la più bella di tutte e significava molto per lui: tornare a far parte del mondo, tornare a percorrere la sua strada. Ma, purtroppo, il Destino aveva un altro piano: si interpose tra lui e quella luce. Del perché di quella scelta, nessuno può saperlo. Sembrava come se avesse un accanimento contro quel ragazzo. Hero, ovviamente, non si tirò indietro: per lui quella luce era troppo importante. Rappresentava la speranza per trovare finalmente quella felicità di cui era alla disperata ricerca da una vita.

L'uomo si guardò intorno. Il vento, i girasoli, gli uccelli, i presenti... tutto era completamente fermo. L'unico a potersi muovere e parlare era proprio lui. Con le mani in tasca passeggiava, con passo lento, intorno ai due ragazzi. Li fissava, con aria malinconica. Fissava quelle labbra così vicine. Il volto di Hero rigato da quelle lacrime di gioia ancora sospese sulle guance. Fissava Sogno e ciò che rappresentava. "Perdere la testa per una ragazza. Cosa avrà mai di speciale poi?" pensava tra sé e sé. Continuava il suo giro irrequieto, aumentando leggermente l'andatura. Improvvisamente si fermò. Era rivolto verso Sogno.

«Tu non avresti dovuto perdere. Ti ho donato poteri inimmaginabili, la tua vittoria era matematicamente certa... eppure ti sei fatta quasi sconfiggere da questo gruppetto di sbandati. Se non fossi intervenuto in tempo, la situazione sarebbe precipitata. Ma voi, esseri inferiori, questo non potrete mai capirlo. Avrei dovuto stroncare questa farsa sul nascere...». Prese un profondo respiro e poi proseguì: «... Invece ho voluto dargli una possibilità... e quel ragazzo è riuscito a stupirmi... quasi a battermi, grazie anche all'aiuto dei suoi amici. Non potevo non prendere in considerazione questo risultato... ecco perché ho fermato il tempo. In questi cinque mesi ho analizzato la situazione e tutte le possibile implicazioni. Alla fine ho preso una decisione... ma sono comunque titubante nel metterla in atto. Perché hai dovuto mettermi in questa scomoda posizione, Hero?»

L'uomo si massaggiò il mento. Aveva la fronte corrucciata ed uno sguardo severo.

«Ma è così che doveva andare... fin dall'inizio. Mi dispiace Hero...»

L'uomo allungò una mano in avanti, con le dita in posizione, pronte per essere schioccate.

«Soshite Toki wa Ugokidasu... Ed ora, che il tempo riprenda a scorrere!»

L'uomo schioccò le dita.

Hero riprese a muoversi. Si aspettava di assaporare il calore delle labbra della sua amata... ed invece, con profonda amarezza, si accorse di non percepire più la presenza di Sogno davanti a lui. Fece un passo avanti... un altro ed un altro ancora, ma non trovava più quelle labbra. Allora, con sommo timore, aprì lentamente gli occhi.

Buio.

Quello che gli si parò davanti, era solamente buio. Una distesa immensa e sterminata di buio pesto.

«N-no... non è possibile...». Hero era incredulo. Cominciò a singhiozzare e le lacrime presero a scendere più copiose. Non erano più lacrime di gioia, bensì di terrore e disperazione. «S-sogno... Sogno... SOGNO, DOVE SEI?» il ragazzo chiamava a gran voce quella creatura di nome Sogno, sparita anche lei nel nulla, insieme a tutto il resto.

«PERCHÉ SEI SPARITA? DOVE SEI FINITA? CI SIAMO BACIATI, NON È VERO? PER FAVORE, RISPONDIMI!!»

Il ragazzo era disperato. Piangeva, urlava, si girava e rigirava alla ricerca di quella creatura. Ma non vi era nessuno lì. Lo shock era talmente grande che si era dimenticato perfino dei suoi amici.

«Avresti dovuto rinunciare quando ne avevi l'occasione»

Hero si fermò. Conosceva fin troppo bene il suono di quella voce. Cominciò a tremare dalla rabbia. Lentamente si girò e vide quell'uomo a pochi passi da lui. L'istinto lo fece muovere: corse verso quell'uomo con fare minaccioso. Tentò di colpirlo con un pugno, ma questo lo trapassò completamente. Era come se fosse un fantasma.

«PERCHÉ MI FAI QUESTO!? DIMMELO!»

L'uomo non rispose. Si limitò a fissare Hero con uno sguardo duro, quasi volesse rimproverarlo.

«PERCHÉ MI GUARDI IN QUEL MODO? SONO IO CHE DOVREI ESSERE IN COLLERA CON TE... ED INFATTI LO SONO!!!»

Il ragazzo continuava a dare colpi, ma senza il benché minimo risultato.

«ERA L'UNICA COSA CHE DESIDERAVO... E TU ME L'HAI PORTATA VIA... DI NUOVO! Perché.... perché mi fai questo.... perché....»

Hero cadde sulle ginocchia, esausto. Il suo corpo trapassava proprio le gambe dell'uomo. Cominciò a sbattere i pugni a terra e a gridare. Un grido quasi disumano, che rappresentava tutta la sua disperazione.

L'uomo fece dei passi avanti e, con Hero alle sue spalle, disse: «Non era Destino»

Hero sgranò gli occhi. Aveva sentito fin troppe volte quella frase.

«Tu.... smettila di dire quella frase...»

«Mi dispiace Hero, ma è così» sentenziò l'uomo senza voltarsi.

«No... non voglio arrendermi... non questa volta...»

«Temo che sarai costretto»

«No.... non puoi decidere tu per me.... »

«L'ho appena fatto. E continuerò a farlo»

Ci fu un silenzio assordante, interrotto saltuariamente dai singhiozzi di Hero.

«È impossibile... impossibile.... impossibile....» disse il ragazzo mentre sbatteva i pugni a terra. Per la violenza dei colpi, le mani cominciarono a sanguinare. E, dopo una decina di colpi, due mani pelose fuoriuscirono dal terreno e fermarono quelle di Hero prima che colpissero nuovamente la terra.

«Ma... queste mani.... sei tu Toxic Anxiety?»

«Smettila di farti del male. Tu non hai colpe. Non puoi cambiare il corso degli eventi... ma puoi adattarti ad essi» disse una voce proveniente da sottoterra.

«Toxic ha ragione. Se continui così, finirai per autodistruggerti di nuovo. E noi non vogliamo una cosa simile». Accanto a lui c'era Emotional Mask che lo guardava con uno sguardo dolce e comprensivo, a discapito del tono di voce con cui pronunciò quelle frasi.

«Avanti, devi reagire!», Angry Anger svolazzava di fronte a lui, accanto ad Emotional Mask.

"Devi andare avanti" esortò The Knowledge dall'alto della sua saggezza.

«Ukiki ukikiiiii» gridò Mad Mad atterrando sulla spalla di Emotional Mask.

«Non siamo venuti qui per sprecare tempo. Abbiamo combattuto tutti con coraggio e determinazione, tu per primo. Purtroppo abbiamo perso. Capita... Ora non dobbiamo far altro che rimboccarci le maniche e guardare al futuro, con un bel sorriso». Il gruppetto, capitanato da The Leader e formato da Crazy Money, Magic Dream, Butcher e The Scientist, era tutto intorno al ragazzo ed annuiva a quelle parole.

«Avanti, dammi la mano. Alzati da terra ed andiamo insieme incontro al domani». Imagination era davanti a Hero, con il braccio teso verso di lui. Quest'ultimo si era calmato. Singhiozzava ancora, ma almeno aveva placato la sua rabbia. Ci fu un silenzio di qualche secondo, poi il ragazzo esclamò.

«.... Avete ragione. Devo alzarmi e smetterla di piagnucolare. Devo andare avanti. Devo vivere la mia vita. E non importa quante sfide mi riserverà il Destino, io le affronterò. E se anche non dovessi superarle, continuerò ad alzarmi ed a sorridere. E questo solamente grazie a tutti voi»

Hero guardò in faccia i presenti, regalando un meraviglioso sorriso ad ognuno di essi. Si rivolse poi all'uomo che era ancora girato di spalle.

«Beh, anche questa volta hai vinto tu... ma la prossima volta ti daremo ancora più filo da torcere!» disse Hero sorridendo. Si girò di nuovo verso gli altri e disse a gran voce: «Forza ragazzi, andiamo! Verso nuove ed incredibili avventure! Percorriamo la strada per il futuro, insieme. Non fermiamoci. Non allontaniamoci dall'obiettivo. E se anche uno di noi dovesse rimanere indietro, torneremo a prenderlo!». Quelle parole scaldarono gli animi di tutti i presenti che si lasciarono andare ad un'esultanza generale. Improvvisamente, il cammino davanti a loro venne illuminato da una luce.

«Potete ridere e considerarci dei pazzi... ma l'unica strada è quella dell'ostinazione!» disse Hero continuando a tenere un tono di voce elevato.

«Se incontriamo un muro sul nostro cammino, noi lo abbattiamo!» replicò Emotional Mask.

«Se non esiste strada, la costruiamo con queste mani!» continuò Imagination.

I tre si guardarono, poi guardarono gli altri. Tutti fecero un cenno con la testa e, insieme, gridarono

«INSOMMA... CON CHI CREDETE DI AVERE A CHE FARE?!»

L'uomo si lasciò sfuggire un sorriso.

«Ragazzi, non dimenticatelo mai... dovete credere in voi stessi! E non per la fiducia che gli altri ripongono in voi... né tanto meno per quella che voi riponete per gli altri. Dovete fidarvi della parte di voi stessi che crede in se stessa!». con quelle parole, Hero cominciò ad incamminarsi verso quella luce radiosa, con il sorriso sulle labbra, seguito da quelle persone che lui reputava le più importanti in assoluto. Era sereno e determinato. Sapeva che il Destino gli avrebbe remato contro più e più volte, ma sapeva anche che poteva affrontarlo, grazie all'aiuto dei suoi amici. Il gruppo entrò nella luce, facendo perdere pian piano le sue tracce.

A poco a poco la luce svanì, lasciando l'uomo completamente immerso nell'oscurità e nel silenzio più assoluto. Il suo abito scuro lo camuffava perfettamente, era come se nella stanza non ci fosse nessuno. Quel profondo silenzio fu interrotto dal battito di mani di quell'uomo.

«Ottima interpretazione... davvero uno spettacolo senza eguali». Mise una mano nel taschino interno della giacca e ne estrasse qualcosa. Era un frammento di cristallo purissimo, sembrava onice nero, però era più trasparente. «Poi ingannare gli altri con i tuoi sorrisi... ma non me». L'uomo si passò davanti al viso quel pezzo di cristallo. Lo osservava con immensa tristezza.

«Hai perso un pezzo abbastanza grande del tuo cuore, mio caro Hero... indubbiamente più piccolo rispetto all'ultima volta, ma comunque di una grandezza non indifferente. Ciò che mi preoccupa è il fatto che sia più scuro dell'altro... È ancora abbastanza trasparente da poterci vedere attraverso, ma la cosa non mi piace per niente. Troppa oscurità potrebbe essere un problema... dovrò andarci cauto la prossima volta»

L'uomo rimise quel frammento nel taschino interno della giacca.

«Ad ogni modo, lo conserverò con cura... fin quando giungerà il momento adatto. Solo allora potrò riconsegnartelo, insieme all'altro frammento. Ma per ora... lo spettacolo deve continuare. Anche se il tuo cuore si sta rompendo... tu continua a sorridere»

Fece una breve pausa per poi riprendere.

«Ti prometto che tutta questa sofferenza, questi falsi sorrisi, queste illusioni... verranno ripagate. Io ti prometto che potrai fare tua la vera felicità, un giorno. Devi solo avere pazienza...»

Detto questo, l'uomo sparì nel nulla, senza lasciare la benché minima traccia di sè.
   
 
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