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Autore: Laix    20/07/2017    2 recensioni
Lo scopo di questa raccolta di one-shot è di sperimentare varie coppie (non solo love couples) sia tra le più conosciute che tra le più impensabili. Alcune delle presenti sono già state suggerite da voi: con diversi personaggi e couple sperimentate, si vede cosa ne esce e si cerca di accontentare tutti! Non siete vincolati alla lettura dell'ultima shot pubblicata... Ogni shot è una storia a sé, quindi liberi di aprire la tendina dei capitoli e scegliere i duetti favoriti! ;) I contesti possono essere dei più svariati, anche passando per l'assurdo :D
***
35. Mary Sera e Shuichi Akai ~ [Sei dura, donna. Dura come la pietra, il ghiaccio, sei cemento. Io con te divento calce ma tu non ti rompi mai, una corrente salata che viaggia al contrario e apre le onde. Eppure guarda cosa hai nascosto lì sotto. Dietro le botte, gli insulti, lo sguardo, l'odio, ti stai solo preoccupando per me e per il destino avverso che inseguo. Hai già visto tutto coi tuoi occhi e su un altro uomo.]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Vermouth | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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33. Shinichi e Heiji ~ 

Alert: seguito simbolico della shot n. 7, che era una HeijiXKazuha | quella in cui Kudo chiede ufficialmente a Heiji di unirsi a lui nella lotta finale contro l'organizzazione. Hattori accetta, ma, troppo preoccupato per Kazuha e per il suo destino se lei venisse collegata a lui, decide di lasciarla in modo piuttosto squallido, per allontanarla e per potersi assicurare l'odio della ragazza nel caso in cui lui non tornasse.

***







Il colore pallido del sole 

Di pesi gravosi il suo amico dell'est ne aveva già abbastanza, senza che si aggiungesse lui con i suoi musi lunghi e battute tetre ad aggravare il tutto. Era da circa due ore che Heiji cercava di darsi un contegno, in presenza di Shinichi e di tutti gli agenti segreti alle prese con l'operazione finale contro l'organizzazione, ma proprio non ce la faceva.
Era onorato, orgoglioso e ancora incredulo di aver avuto la possibilità di fare parte di un piano simile e con così altolocate autorità nazionali e internazionali. Per un detective, e soprattutto un tipo di detective al quale mirava diventare lui da sempre, era semplicemente fantastico. Tuttavia non era ancora riuscito a scucire un sorriso, da quando era arrivato lì, o anche solo due frasi di gratitudine, una pacca sulla spalla all'amico Kudo che ora era nella sua forma vera ed adulta, dopo tanto tempo. Niente.
E questo perché il “niente” era tutto ciò che sentiva. Si rendeva conto che in quell'adrenalinica situazione avrebbe dovuto sentirsi gioioso ed esaltato ma anche impaurito e ansioso allo stesso livello, tanto da spaccare un muro a suon di pugni, ma la verità era che per percepire certe emozioni era necessario avere l'organo giusto per farlo, il cuore. Ed Heiji il cuore non l'aveva più. Sentiva di averlo lasciato indietro, precisamente in un bar di una stazione di Osaka e davanti alle mani di una ragazza con cui si era incontrato per condannare se stesso e lei ad un lungo e insensato tormento, e sentiva di averglielo lasciato tutto intero, non solo un pezzo o metà. Tutto.
Heiji era una persona estrema, o tutto o niente. Tutto a lei, niente a se stesso. Com'era giusto che fosse.
- Hattori? -
La voce di Kudo gli servì per svegliarlo da quel flusso di pensieri che gli aveva velato gli occhi e trattenuto la testa verso il basso. Si svegliò, per l'appunto, alzò il viso e lo guardò.
- Sì, Kudo? -
- Che cos'hai? -
Heiji rimase a guardarlo per un paio di secondi, conscio di aver dato malauguratamente nell'occhio. Non aveva detto assolutamente nulla a Kudo riguardo i suoi ultimi risvolti personali: aver lasciato Kazuha definitivamente era una decisione che, in quel momento, aveva solo ed esclusivamente due testimoni, lui e lei. Nessun altro ancora era venuto a saperlo, forse Ran, essendo amica della ragazza. E non aveva alcuna intenzione di estendere oltre questo triste quadretto: Kudo era già appesantito da tutta una serie di fattori e da una missione in corso, non gli sarebbe servito a niente sapere dell'esito disastroso della sua relazione con Kazuha. Niente, se non a preoccuparlo ulteriormente.
- Non ho nulla. Tu, Kudo? Tutto ok? -
- Io sì. Sarai mica spaventato? - azzardò Kudo alzando un sopracciglio, volutamente ironico.
- Spaventato da che? Da quattro corvetti cattivi che pensano di averci in pugno? Figuriamoci -
- Quattro corvetti armati fino ai denti. -
- Poco cambia. - tagliò corto lui, distogliendo lo sguardo e sperando che la conversazione potesse concludersi lì.
- E allora rimane la domanda principale... - mormorò di nuovo Kudo, inducendo Heiji a drizzare le orecchie. - Che cosa c'è che ti preoccupa? -
- Perché sei così convinto io sia preoccupato? -
- Perché sei un libro aperto? - ironizzò Kudo alzando le sopracciglia e guardandolo, anche se Heiji non gli restituiva lo sguardo. - Se non hai paura per te stesso, ce l'hai per qualcun altro? -
- Per nessuno. Kazuha è al sicuro. -
Shinichi lo scrutò molto attentamente, prima di parlare. - Non insinuavo fosse per forza lei, quel qualcun altro. Quindi è Kazuha il problema -
- L'ho nominata solo perché la conosci anche tu -
- O perché ti invade la testa -
- Senti, Kudo... -
- Ascolta, se non ne vuoi parlare va bene. Ti chiedo solo di cambiare atteggiamento ma non per me o per gli altri, per te stesso. Non puoi affrontare questi nemici se sei così schiacciato dal tuo malumore, e scusa la franchezza. -
- Userò la rabbia che provo contro di loro. -
- Non sembri arrabbiato, anche se un po' ci speravo. Sembri sfinito. Sembri pallido nonostante il tuo colorito di pelle. Per questo ti sto avvertendo -
Heiji si infilò le mani in tasca, fissando il pavimento con sguardo apatico. Ci mancava solo che la gente gli descrivesse per filo e per segno quello che credeva fosse il suo stato d'animo.
- Hai finito? - sibilò Heiji in direzione di Kudo.
- Hattori, mi vuoi dire che succede? -
Le lacrime di Kazuha erano l'immagine che più ricorreva nella sua mente. Le vedeva in continuazione, vedeva lacrime trasparenti che scendevano, si moltiplicavano, si scontravano, vorticavano e si trasformavano. Qualunque cosa pensasse o vedesse in quella stanza, era tutto condito dal ricordo delle sue lacrime terribili. Il ricordo successivo, invece, erano i suoi gemiti di dolore mentre nemmeno riusciva a guardarlo in faccia. Umiliata dalle sue bugie, dal suo fittizio autocontrollo. Heiji sospirò con forza, chiudendo gli occhi.
- Ho bisogno di stare un po' da solo, Kudo. Non ne ho avuto modo. Forse hai ragione, forse fare parte di questo piano così importante mi mette ansia. Mi ci devo preparare, se avrò bisogno ti chiamerò -
- Non ti credo. - sentenziò Kudo con voce ferma, fissandolo. E questa volta, Heiji rialzò lo sguardo lentamente per ricambiarlo.
In realtà Shinichi era stato sopraffatto da quel cambio di tono nella voce dell'amico. Era diventata poco più di un sussurro lugubre, intrisa di una tale malinconia da stentare a riconoscerlo. Qualunque cosa gli fosse accaduta, non gli stava lasciando la giusta lucidità per pensare e affrontare il pericolo.
- Per favore, Hattori. Ho bisogno di persone molto ferme e possibilmente entusiaste al mio fianco, in questi giorni. Non è un gioco. -
- Ma pensi che non lo sappia? Mi prendi per il culo? - iniziò Heiji, scaldando un po' la voce.
- E allora dimmi perché fai così. Puoi confidarmelo. Non sono solo la tua spalla sul lavoro, sono un tuo amico e speravo l'avessi capito in questi anni, ma evidentemente sei scemo – continuò Shinichi colpendo apposta sui punti più scoperti.
- Amico o non amico, questi sono affari miei! Non dovresti tornartene dagli altri agenti e pianificare con loro le strategie? Eh? -
- Vorrei ci venissi anche tu, visto che ti ho chiesto di partecipare al piano non certo per farti tappezzare le pareti con il tuo bel corpicino. -
- Ed io ti ho chiesto di lasciarmi qualche minuto da solo. -
- Sono circa due ore che ti lascio da solo, perché avevo capito fin da quando sei arrivato con quella faccia smorta che qualcosa non andava. Ma adesso basta. Adesso collabori con noi, sono io a gestire il piano e ti ordino di seguirmi. Ora. -
- Stai scherzando, spero? - ridacchiò Heiji, fissandolo incredulo.
- Io spero invece che sia tu quello che scherza, perché qui c'è bisogno di te e tu te ne freghi. Preferisci fare il cane bastonato, così magari attiri tutta l'attenzione su di te come sempre ti piace fare -
- Kudo... - sibilò Heiji, guardandolo fisso.
- Te lo ripeto, non è un gioco. -
- Ed io te lo ripeto, lo so! -
- Proprio perché lo sai, allora, o mi dici che succede - mormorò Shinichi, avvicinandosi ancora di più al viso dell'amico, - o sarò costretto ad allontanarti da questa missione. -
Heiji sgranò gli occhi, rimanendo senza fiato. Fissò a quella vicinanza gli occhi blu intenso dell'amico, col cervello che rapidamente andava in tilt rabbioso.
Allontanarmi? Prima mi chiedi di sacrificare la mia vita per i casini che hai combinato tu, costringendomi a lasciare la persona più importante della mia vita per metterla al sicuro, senza nemmeno sapere se sarò ancora vivo per poterla rivedere, e poi mi minacci di allontanarmi perché non sei in grado di lasciarmi un po' da solo a riflettere?
- Ma che razza di amico sei? - gli chiese Heiji, traducendo nel modo più contenuto possibile i suoi ultimi pensieri.
- Uno che ti vuole aiutare. - rispose Kudo a bassa voce, chiudendo gli occhi.
- Tu non mi vuoi aiutare. Mi vuoi fare infuriare come un pazzo, che è diverso – continuò Heiji avvertendolo con uno sguardo di puro fuoco.
- Probabile, sì. E' l'unico modo che conosco per tirarti fuori le parole di bocca -
- Vai al diavolo, Kudo -
- E' tutto, quindi? E' questa la tua decisione? - Kudo si fece di lato, per potergli indicare l'uscita.
Guardando la porta d'uscita, Heiji rivide per l'ennesima volta le lacrime della ragazza. Lacrime che lo aspettavano, oltre quella porta, ma che probabilmente l'avrebbero rifiutato subito. Al pari di lui anche Kazuha era una persona estrema, su quello si trovavano: se aveva già deciso di non perdonarlo, sarebbe stato un “mai più”. Gli parve quasi che la porta si stesse bagnando con delle leggere cascate di lacrime moltiplicate.
Nelle orecchie sentì rimbombare i sussulti di Kazuha. Sentì il suo dolore. Sentì le sue suppliche. Se chiudeva gli occhi rivedeva se stesso trattarla con freddezza e indifferenza, respingerla e voltarle le spalle. Rivedeva i suoi messaggi e le chiamate sul display del telefono, mentre lui rifiutava e bloccava ogni richiesta. Ed Heiji si arrabbiò molto.
Fece scattare la mano in avanti, afferrando Shinichi per il colletto della camicia e portandoselo vicino al volto. Era furioso, digrignava i denti e vedere Kudo che lo fissava con assoluta indifferenza gli faceva aumentare la rabbia, se possibile.
- Cerchi botte, Kudo? - gli chiese a voce bassissima e tetra.
Shinichi lo continuò a guardare con sguardo serio, gli occhi fermi e la bocca serrata. Non si divincolò né cercò di fermarlo.
- Io no. Cerco dialogo. Tu invece, le cerchi? -
- Io un po' sì -
Dopo avergli sussurrato questo, Heiji gli mollò un pugno in pieno volto. Il detective dell'est cadde all'indietro, urtando un mobile e facendo cadere tutto ciò che c'era sopra. Il fracasso degli oggetti caduti a terra attirò l'attenzione di tutti i presenti, che subito si precipitarono verso di loro.
- Hey, hey!! Che succede qui?! - chiese Jodie concitata, quando vide Shinichi raddrizzarsi lentamente ed asciugarsi il labbro inferiore dal sangue. - Ma si può sapere che state combinando? -
- Niente, Jodie. E anche tutti voi, tornate pure in sala, io vi raggiungo tra poco. Qui me la sbrigo io – mormorò Shinichi strizzando un occhio per il dolore.
Jodie ed altri agenti rivolsero uno sguardo interrogativo soprattutto ad Heiji, che aveva ancora la mano chiusa a pugno – la prova schiacciante della sua momentanea colpevolezza. Alcune persone a lui sconosciute lo guardarono in tralice, scuotendo la testa. Sapeva cosa stavano pensando. Che con tutti i problemi che già avevano con l'esterno, c'era qualcuno lì dentro che li procurava pure dall'interno. Bell'acquisto! Forse Kudo aveva ragione a volerlo mandare via.
Heiji abbassò lo sguardo e si massaggiò il pugno. Udì i passi di tutti allontanarsi, mentre una Jodie ansiosa sussurrava ad entrambi di placarsi al più presto e di riappacificarsi, che non c'era tempo per certe questioni. Quando Heiji e Shinichi rimasero di nuovo soli, nella penombra di quella stanza, rimasero a lungo in silenzio senza guardarsi: uno pulendosi il labbro, l'altro massaggiandosi la mano.
Fu Heiji a rompere il ghiaccio.
- Hai l'osso duro. Mi sono fatto male -
- Almeno una soddisfazione -
Altro silenzio, altri gesti muti. Il detective dell'ovest voltò lentamente lo sguardo verso la finestra, scorgendo il sole del tramonto più pallido che mai. Opacizzato da scie sporche di vecchie nuvole, il suo colore stava virando al bianco spento. Sospirò, raddrizzandosi meglio che gli riusciva.
- Me ne vado allora. E scusami. - gli mormorò, finalmente prosciugato da quella rabbia cieca che aveva trovato nel pugno la sua via di sfogo.
Mentre Heiji si avviava verso l'uscita senza aggiungere altro, Shinichi allungò una mano per afferrargli forte il braccio.
- No, non te ne vai. Resti qui e combatti. Hai capito? -
Heiji lo guardò incredulo, senza credere alle sue orecchie.
- Ma tu... non hai detto che... -
- Immagino che, qualunque cosa ti sia successa, sia stata per causa mia. - mormorò Kudo senza guardarlo.

- Ma no, Kudo... è che ero arrabbiato e tu eri la prima cosa che avevo a tiro... - provò a giustificarsi Heiji, per non dovergli rivelare la verità.
- Quel tuo cazzotto è stato molto eloquente. Ce l'hai con me. E forse con la mia richiesta di averti qui a rischiare la vita, più precisamente -
- Basta così, Kudo... io... -
- Cos'è successo con Kazuha? Ha scoperto qualcosa su tutto questo e sei preoccupato che possa essere in pericolo? -
Shinichi saltò subito a quella conclusione perché era esattamente la sua stessa paura, nonché ragione per la quale in tutto quel tempo non aveva mai rivelato a Ran neanche un grammo di verità. Heiji trasse un profondo e sentito respiro, sentendo di non avere quasi più vie di fuga. Nel frattempo Kudo gli lasciò il braccio, e rimasero fianco a fianco in silenzio.
- Su questo puoi stare tranquillo. Kazuha... l'ho messa al sicuro. Più sicuro di così non si può. - mormorò Heiji, cercando di abbozzare il sorriso più genuino che gli usciva.
- Ti prometto che la rivedrai alla fine di questa missione, Hattori. Ne uscirai vivo e la riabbraccerai, te lo giuro -
- No, Kudo. Non la riabbraccerò mai più comunque, quindi non crucciarti -
- Che vuoi dire? -
- Che il metodo che ho scelto è molto sicuro. Così tanto che ho fatto in modo di non farla nemmeno soffrire, se io morirò. -
Kudo sbarrò gli occhi, voltando lo sguardo allibito verso di lui. Dopo qualche secondo carico di tensione, boccheggiò qualcosa per parlargli.
- Lei... tu... - provò Kudo, trovando le parole solo in un secondo momento ma sentendosi già un verme. - Tu l'hai... indotta a odiarti? -

Heiji non rispose, semplicemente abbassò lo sguardo. Non voleva davvero arrivare a questo, a dare pesi inutili al suo migliore amico, a rischiare di farlo sentire in colpa per colpe che in realtà non aveva. Ma voleva così tanto, così tanto confidarsi con qualcuno e tirare fuori tutto quel marciume che sentiva dentro di sé. In un piccolo angolo di sé sperò che Kudo lo capisse e che lo invogliasse ancora a parlargli, a sfogarsi. Poteva farlo soltanto con un amico fidato che non l'avrebbe mai giudicato: lui.
- Vi... siete lasciati? L'hai lasciata tu? - bisbigliò con voce roca Shinichi, conscio del grande e bellissimo sentimento che aveva accompagnato Heiji e Kazuha negli ultimi mesi. Lo conosceva perché ne aveva provato invidia non poche volte, e non desiderava altro che risolvere quella ostacolante situazione per poter fare lo stesso con Ran al più presto, copiandoli senza pietà.
- Dimmi di no... Hattori... - tentò Kudo, sperando che quel fatto non fosse realmente accaduto.
- Sì, Kudo. Ma è meglio così. Preferisco così, per lei. - decise di confessare Heiji, abbassando lo sguardo.
- Ma... io... - bisbigliò Kudo, scuotendo la testa e strizzando gli occhi in una smorfia. - Mi dispiace... mi dispiace così tanto. So che cosa provi per lei e... Hattori, è tutta colpa mia! -
- Levatelo dalla testa, Kudo! - alzò la voce Heiji, parandosi di fronte all'amico. - E' stata una mia decisione! Avrei anche potuto dirti di no e tirarmene fuori, non credi?! Non avresti potuto biasimarmi, ma ho deciso di fare così di testa mia! Tu non c'entri! -
- Non è vero, Hattori, non è così. E il fatto che mi hai picchiato ne è la prova! Ti ho causato io questo dolore... - continuò Kudo incredulo, sospirando e fissando ostinatamente il pavimento. - Per un mio capriccio, ho separato te e la tua ragazza... -
- La mia ex ragazza – puntualizzò Heiji, fissandolo negli occhi e sentendo bruciare il petto al suono di quella sua stessa affermazione. - Quindi adesso non ti devi preoccupare. -
Shinichi lo guardò mestamente e sospirò, per niente convinto da quella frase. - Sei libero di andartene, se vuoi. E di tornare da lei. -
- No. -
- Come dici tu non posso biasimarti... e quasi mi trovo a sperare tu lo faccia... -
- Basta, Kudo! -
- Ti ho rovinato tutto... -

- Basta, almeno tu! - gli gridò in faccia Heiji, al limite dell'esaurimento. - Almeno tu non guardarmi così! Non provare pena, non implorarmi di fare cose che non posso fare! - le ultime frasi, che gli uscirono con voce rotta, colpirono in pieno il detective dell'est che lo ascoltava senza muovere un muscolo. - Fai invece il contrario! Insultami come stavi facendo prima, minacciami se ti è necessario, portami alla rabbia... fammi provare altro che non sia questo tormento, questo senso di colpa micidiale che... -
Heiji si bloccò, portandosi le mani alla testa in assoluto silenzio. Se la strinse e Shinichi lo notò, provando un moto di tenerezza e compassione tale da allungare il braccio spontaneamente verso l'amico. Gli toccò la spalla con forza, sperando di infondergli il coraggio di superare quella fase e di ricomporre se stesso dai cocci. Shinichi si avvicinò ulteriormente a lui, abbassando lo sguardo e facendo sì che i loro ciuffi di capelli si sfiorassero. Voleva che la sua presenza fosse un perno per Heiji, in quel momento. Almeno questo glielo doveva.
Rimasero di nuovo a lungo avvolti in un silenzio solo a volte tratteggiato dai sospiri gravosi di Heiji.
- Io... - cominciò Heiji con voce rotta e affannosa, al limite come i suoi nervi. - Io... non ti permetterò mai di affrontare quest'impresa da solo... mai... -
- Lo so. - gli sussurrò Kudo in risposta.
- Se anche non me l'avessi chiesto... mi sarei offerto io. Non mi tiro indietro proprio adesso... non ti lascio solo, qui dentro. Perché non sono solo una spalla sul lavoro, sono anche tuo amico e pensavo ci fossi arrivato negli anni... - sospirò Heiji, velando ironicamente la frase. - ...ma evidentemente sei scemo. -
Shinichi rise sottovoce, ed Heiji con lui, sebbene in mezzo alle lacrime. Non ce l'aveva fatta più, finalmente aveva rivelato a qualcuno i suoi pensieri e il suo disagio, finalmente si era visto rispondere in maniera positiva e aveva ricevuto coraggio da una mano amica. Era sfinito, e si stava sfogando. Lo poteva fare solo in quel momento e solo con lui, lo sapeva bene.
Afferrò il braccio di Shinichi e vi si sorresse, mentre dava sfogo al ricordo ancora cocente delle lacrime di Kazuha, unendoci le proprie. Kudo lo sostenne per tutto il tempo senza una parola di troppo, semplicemente facendogli capire di non essere solo.
Quando Heiji si calmò, si staccò lentamente da lui tenendo lo sguardo basso al pavimento e respirando ancora con un poco di affanno.
- Ti prometto – mormorò Shinichi guardandolo serio – che se quest'ultima missione finirà bene, e sono certo che sarà così, andrò personalmente a parlare con Kazuha per chiarire tutto. Per farle comprendere il tuo nobile gesto che pochissimi al mondo sarebbero riusciti a fare. È una ragazza molto emotiva e intelligente, e capirà. Ripareremo a questo piccolo disastro – concluse Shinichi ridacchiando, facendo spuntare un sorriso sul viso di Heiji.
- È che non so neanche se sarò ancora vivo per rivederla, per spiegarle tutto. Non lo so. -
- Certo che lo sarai, basta non commettere passi falsi. -
- Se rimani vivo solo tu, però, non dirle niente. Lascia ogni cosa com'è. Voglio che in quel caso lei ignori tutto e si rifaccia una vita. -
- Hattori... - mormorò Kudo scuotendo il capo, impressionato da tanto altruismo. Si chiese se lui stesso sarebbe mai stato capace di ragionare in quel modo.
- Mi hai capito bene, Kudo? -
- Sì, ho capito. Ma non lo trovo giusto. -
- Non importa, è una mia richiesta e in caso estremo la rispetterai. -
Shinichi annuì amaramente.
- E adesso... - alzò un po' il tono Heiji, rimboccandosi le maniche e sospirando determinato - ...andiamo a prepararci e a elaborare un piano coi fiocchi. Un bel piano anti-corvo. Forza! -
- Magari vai prima a sciacquarti gli occhietti rossi e gonfi, bambolina -
- Ehi!! - ribatté Heiji imbronciato e col labbro inferiore sporgente, fingendo di volergli tirare un altro pugno.
L'amico ridacchiò, guardandolo gioioso. Stava tornando l'Hattori di sempre.
E avrebbe fatto di tutto per permettergli di rimanere tale fino alla fine di quei cupi giorni.
Kudo e Hattori amavano da sempre sfidarsi su tutto, sulle indagini, sulle capacità deduttive, sulle loro ragazze. Se in quest'ultima sfida Hattori era pronto a dare la vita per lui, anche Kudo non sarebbe stato da meno.







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Era da tempo che volevo fare una shot HeijiShinichi (alzi chi la mano chi si aspettava lo yaoi spinto!) ma non mi veniva in mente nulla che non finisse in una totale storiella demenziale. Ed era un peccato, visto che reputo la loro amicizia piuttosto speciale. Solo dopo ho pensato che si poteva trovare una via seriosa prendendo come spunto una delle prima shot pubblicate in questa raccolta, la numero 7, brevemente riassunta all'inizio. In questa shot Shinichi non sa ancora nulla e nemmeno sospetta vagamente la cosa, da lì quindi ha preso piede tutto.
Ragazzi, so che tutti voi in fondo state aspettando una bella shot GinVodka dove lo yaoi possa finalmente essere presente, ma spero vi sia piaciuta anche questa! Specie ai fan di Hattori, alcuni dei quali si sono fatti sentire in capitoli precedenti, o ai fan di Hattori che prende a cazzotti Kudo (io! ioooo!) e che spero condividano con me l'idea che l'amicizia tra questi due detective sia da sempre uno dei punti più forti. Penso che in una situazione del genere arriverebbero a supportarsi in un modo simile. 
Ritaglio sempre uno spazietto per ringraziare tutti per le vostre bellissime e originali recensioni, che mai mancano di consigli e tocchi personali! Alla prossima!!!

  
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