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Autore: Darkwriterita    21/07/2017    1 recensioni
Tanto tempo fa, in una Romagna lontana lontana, dove ogni bel figaccione super sexy era gay e ogni gnocca sudamericana irremidiabilmente lesbica, io, Giovanna, giovane ed avvenente ragazza, con l'ego e la perversione molto maggiori dell'altezza, mi ritrovai a dovermi trasferire, insieme a mia sorella in una nuova casa.
La cosa che non mi aspettavo però era che mi sarei ritrovata circondata da due coinquilini non proprio sprizzanti di eterosessualità e una sorella lesbica repressa alla scoperta per la prima volta del mondo del sesso.
Insomma sono circondata da gay e lesbodrammi e questa cosa mi piace un casino!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, Slash, FemSlash
Note: Lime, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dlin dlon dlan... Giovanna richiesta alla cassa numero 69...
“Che?!” Pensai sobbalzando mentre sistemavo diligentemente gli yogurt prossimi alla scadenza nella prima fila del banco frigo.
Ripeto: Giovanna richiesta alla cassa numero 9.
Presi un respiro di sollievo, fortunatamente era solo la mia mente perversa che ancora una volta mi faceva fraintedere le cose, poi dopo tutto quello che era successo, i miei pensieri erano pieni di cose di qualsiasi genere, quindi non ero proprio attentissima in quel momento.
Mi avviai verso la cassa, lasciando a un mio collega l'arduo compito di finire di sistemare tutte quelle decine di barattoli.
Mi sedetti alla cassa ed ne annunciai l'apertura attraverso il microfono.
Subito una cascata umana si riversò nella mia fila, formata per lo più da donne di mezzetà in cerca degli sconti migliori, i loro mariti a guardarli sbalorditi come ogni degno stereotipo richiede e clienti occasionali che avevano tutta la loro spesa nelle mani.
Incominciai a passare velocemente un prodotto dopo l'altro sopra il laser fantascientifico della cassa, pensare che fosse un'arma devastante in stile mass effect rendeva il lavoro molto più divertente.
Dopo circa una ventina di clienti che servivo vidi una figura stagliarmi davanti: era un giovane, alto, lineamenti androgini, capelli ramati e mossi. poco sotto l'orecchio e ribelli, proprio come piacevano a me, mi ricordavano un risveglio post sesso. Occhi di un ammaliante grigio, circondati di verde ed ambra.
Era veramente troppo sexy, anche se non riuscivo a capire se fosse un lui o una lei, probabilmente anche per via del felpone che indossava in quel momento, stonava abbastanza con i pantaloncini verde evidenziatore che indossava, ma non ci feci caso, le sue gambe snelle e tremendamente troppo... arg, mi distraevano alquanto.
Anche se non riuscivo a capire il suo sesso, la sua bellezza e fascino era tale che l'unica cosa che riuscivo a pensare era che avrei passato volentieri una passionale notte di fuoco con quella persona misteriosa, naturalmente stando sotto, occhiolino occhiolino.
Lo so, è abbastanza superficiale come cosa, ma io amo il sesso, anche solo occasionale, infatti più di una volta avevo dormito fuori casa per via di trastullamenti notturni, dovevo ancora fare una montagna di regali a Roby per avermi coperta.
Ma ritorniamo al bel pezzo di persona dal sesso non ben identificato che avevo davanti, mentre passavo gli articoli alla cassa non riuscivo a far altro che guardarlo/a, mentre cercava i soldi nel portafoglio.
“Ok Giovanna, è tremendamente affascinante ma cerca di controllarti, fa la cassiera gentile e magari tornerà, i vostri occhi s'incroceranno come nel migliore dei clichè e come nel migliore dei porno ti sbatterà su un letto in preda alla passione”
-Dieci euro e novantasette centesimi- Pronunciai chiaramente, con la voce più gentile che riuscì a fare, mentre mi porgeva una banconota da venti, arrossendo leggermente al mio sguardo, probabilmente fin troppo esplicativo.
Gli/Le diedi il resto, facendo ben attenzione a fare in modo che le nostre mani si sfiorassero in quel gesto, se era una persona romantica magari allora avrebbe preso quel contatto come un segno del destino, un messaggio del fatto che indicava me come sua unica partner, sessuale e no, nel futuro.
-Andrea! Muoviti siamo in ritardo!- Un ragazzo urlò da vicino all'uscita.
Vidi la mia preda girarsi verso di lui, allora era questo il suo nome! Bene... stavo raccogliendo sempre più informazioni, non mi sarei dimenticata di te mio/a caro/a Andrea.
Purtroppo però aveva un nome che era adatto per entrambi i sessi, sbuffai non essendo ancora riuscita a capire cosa si nascondesse nelle mutande della mia preda.
Seguii la sua affascinante figura allontanarsi dietro le porte automatiche del supermercato, che stupenda visione.
Purtroppo dovetti staccare i miei occhioni incantati da quella soave visione, per via di una pensionata irrascibile che pretendeva che la servissi in 0,14 secondi.
Il resto della giornata lavorativa passò abbastanza in fretta, tra monotoni avvisi di routine e persone random che mi chiedevano dove fosse lo zucchero, o al massimo il sale se ero proprio fortunata,perchè tutti vogliono sempre lo zucchero?
Finito il turno di lavoro mi precipitai all'università, quel giorno avrei avuto la prima lezione, ritornavo ad essere una matricola, sarebbe stata dura, ma ero determinata.
La lezione passò con me completamente assorta nei miei pensieri su quel misterioso/a Andrea, una studentessa modello come sempre.
Pensavo che fosse la prima volta che mi sentivo attratta da qualcuno a prescindere dal suo sesso, stavo forse diventando meno etero?!
Proprio io, quella che sbavava sui muscoli degli uomini sulle riviste, da quattro soldi in quanto ero sempre stata troppo povera per le riviste d'alto rango, che cercava sempre di sbirciare lo spogliatoio maschile dal buco che si era creato nel muro fatiscente della scuola. Proprio io che adoravo andare nelle discoteche solo per accalappiare qualche bell'imbusto sbronzo e farci tante belle cose insieme.
Avevo letto su un sito lgbt, quello in cui ero andata qualche anno prima per informarmi e sostenere la mia adorata sorellina, avevo letto una cosa interessante, sulla “flessibilità”, cioè quando in rarissime occasioni qualcuno, etero o omo s'innamora del sesso che generalmente non gli piace.
Che fossi etero flessibile e che Andrea fosse la mia eccezione?
Probabilmente però era prematuro indagarsi su ciò, insomma forse prima era meglio scoprire se la mia preda fosse un lui o una lei.
Certo c'era la possibilità di non rivedere mai più quella persona, che in un attimo aveva risvegliato i miei istinti più impuri e scandalosi.
Era ormai l'ora di cena quando tornai a casa, appena varcata la soglia di casa vidi una Rose a malapena vestita mangiare in solitudine un paio di toast e due uova al tavolo della cucina con un triste bicchiere d'acqua come bevanda.
Sospirai, i miei doveri da sorella maggiore mi stavano chiamando, dovevo parlare con Rose, prima che facesse soffrire, più di quanto già non faceva, la mia povera sorellina che, a vedere da chi s'innamorava, aveva un cuore leggermente masochista.
Mi sedetti di fronte alla mia odiata coinquilina senza molta grazia, in modo da farmi notare, ma quella non ebbe nemmeno la decenza di alzare lo sguardo verso di me, fece solo una faccia disgustata, riconoscendo la mia grazia insuperabile.
Sospirai, quindi presi il cellulare, mi assicurai che mia sorella non fosse nelle vicinanze e...
Che cosa mi hai fatto Roby?”
Avviai la registrazione compromettente che avevo fatto la sera prima, ringraziai mentalmente ogni singolo telefilm poliziesco che adoravo guardare la sera, mi avevano insegnato che è sempre utile avere qualcosa per registrare sotto mano per incastrare qualsivoglia indagato randomico.
Vidi Rose sobbalzare e finalmente degnarmi di un misero sguardo, anche se storto, ma non proferì parola.
Così io ripremetti play.
Che cosa mi hai fatto Roby?”
Dopo aver risentito la sua voce registrata, Rose si alzò di scatto, per poi iniziare a correre a perdifiato, voleva fuggire la stronza! Subito incominciai a rinorrerla, avrei avuto delle spiegazioni, ad ogni costo.
La scena probabilmente fù molto divertente per i poveri passanti e vicini, insomma era l'inizio di una barzelletta: Una cilena mezzanuda viene rincora da un'italiana con le occhiaie, ad un certo punto succede una cosa inaspettata e divertentissima e tante belle risate.
Purtroppo quella non era una barzelletta.
Non ero particolarmente veloce nella corsa, ma per mia sorella avrei rincorso quella tipa fino in capo al mondo, alla fine, mentre tutti i passanti erano molto più impegnati a osservare lo sballonzolamento delle tette della fuggitiva per chiedersi che stesse accadendo, la riuscì a prendere per sfinimento.
-Tu.. anf anf...mi devi... anf anf...delle risposte... anf anf...- Cercai di dire più minacciosamente che potevo, nonostante il respiro pesante.
-Io... anf anf... non ti devo... anf anf...nulla- Anche Rose parlò cercando di essere il più minacciosa possibile, ma come me fallì.
Presi un respiro profondo per riuscire a riprendermi almeno un minimo e per impedire che la mia “amatissima” coinquilina fuggisse, appena si fosse ripresa anche lei, l'afferrai per il polso e lo strinsi con tutta la forsa che avevo.
Vidi la cilena fare una smorfia di dolore mentre cercava di regolarizzare il respiro, non immaginato quanto era piacevole vedere la sua espressione in quel momento.
Ripresi il mio cellulare dalla tasca dei miei jeans tarocchi comprati al mercato per pochi spiccioli, per poi riavviare la registrazione incriminante.
Cosa mi hai fatto Roby?”
La vidi assottigliare gli occhi rivolgendomi uno sguardo ricolmo d'odio, a quell'espressione io sorrisi maliziosamente, se sperava che l'avrei lascita andare senza fare nulla si sbagliava di grosso.
-Non sono fatti che ti riguardano- Mi disse acida.
-Oh invece si che mi riguardano, Roby e mia sorella e tu la stai facendo soffrire- Le risposi a tono.
-Appunto è una questione tra me e lei, quindi dovrestti farti da parte mia cara “sorellona” del cazzo- Sputò fuori con la sua solita grazia da scaricatore di porto.
-Uh ma che sorpresa, linguaggio scurrile, dimmi non riesci che ad esprimerti solo insultando altre persone? Sei proprio un'oca camionista- Ribattei con un pizzico di disgusto nella voce, ero davvero troppo arrabbiata per anche solo ad essere gentile e comprensiva con lei.
-Cosa vorresti insinuare bastarda buonista?-
-Oh nulla, non certo che sembri una stronza oca camionista che si diverte coi sentimenti altrui, scusa se te l'ho fatto anche solo minimamente immaginare-
-Eh?- Pronunciò particolarmente seccata Rose.
-Comunque, te lo dico chiaro e tondo se proprio non vuoi spiegarmi quella registrazione ti do un avviso: non far soffrire Roby, o giuro che te ne pentirai- Le intimai con voce seria, ero orgogliosa di me, sembravo proprio una teppista di qualche film sui disagi giovanili in quel momento, lo adoravo.
-Se tua sorella non ha nemmeno il coraggio di venirmi a dire una cosa del genere, non vedo perchè dovrei star ad ascoltare la sua “sorellona impicciona”?- Chiese sfacciata Rose.
-Wow, ma allora riesci anche a dire parole in rima, ora ti do una laurea- Continuai imperterrita io.
-Ma stai usando tua sorella come scusa per insultarmi?-
-Oh si giusto, non devo sconcentrarmi dall'obbiettivo principale, ricomincio ok?-
Inutile dire che vidi tutto il minimo di rispetto che la cilena provava nei miei confronti scivolare via dal suo volto, mentre il suo sopracciglio raggiungeva l'altezza dell'Everest.
-Vedi Roby non è il tipo di persona a cui piace chiudere qualsiasi genere di relazioni, spera sempre che in qualche modo tutto si risistemi in un modo o nell'altro, devo sempre essere io a spingerla a capire come va la vita e che non sempre tutto va come vogliamo. Non immagini nemmeno quante volte mi ha urlato contro perchè cercavo di farle vedere il vero volto di alcuni suoi amici... dopo molte di esse l'ho vista tornare a casa in lacrime proprio a colpa di essi- Incominciai io, con tutta l'emozione che potevo mettere in quelle parole piene di sentimento.
-Non m'interessa ascoltare la storia della tua vita- Sospirò Rose visibilmente irritata, ed io che volevo cercare di fare un discorso interessante.
-Senti non è colpa mia se quella è talmente scema da essersi innamorata in due giorni-
-Si certo, anche se sei una bomba sexy non hai ancora il potere di far instantaneamente innamorare povere ragazze lesbiche ingenue, senti, ti chiedo solo una cosa, una sola insignificante cosa, non farla soffrire per il gusto di farlo. Sai cosa prova, non approfittarne- Le intimai, guardandola dritta negli occhi.
Lei ricambiò il mio sguardo, anche se i suoi occhi erano seri non riuscivo a scorgere nient'altro.
-Se devo fare solo questo per non avere il tuo fiato sul collo allora ok, non ci proverò con tua sorella contenta?- Sbuffò la cilena.
Continuando a guardarla le lasciai lentamente il polso, subito dopo la vidi tornare verso casa nostra, scostandosi i capelli dal viso e camminando come se non fosse successo nulla, poi mi venne in mente un piccolo particolare di cui mi ero dimenticata mentre la insultavo.
Così mi misi a correre verso di lei, fino ad affiancarla.
-Senti ma quello che volevi dire con la frase della registrazione non me lo dici vero?- Domandai con tono implorante e sguardo da cucciolo, sperando che le mie skills acquisite durante il teatro scolastico sciogliessero anche il duro cuore di quella ragazza.
-No- Mi rispose categorica.
Sospirai, la curiosità mi uccideva, ma purtroppo non conoscevo i punti deboli di Rose con cui minacciarla e farle sputare la verità. E, a differenza della mia adorata sorellina che aveva tutto perennemente scritto in volto, la sua unica espressione sembrava sempre essere “mi stai sul cazzo bitch please vattene”, o qualcosa del genere.
Così, per il momento e solo per quello, mi arresi, sapevo che nascondeva qualcosa, ma fin quando non avesse provocato dei danni ingenti io avrei potuto aspettare, elaborando nel frattempo un perfetto e malefico piano, forse avrei dovuto allenarmi con una risata malvagia.
Incredibilmente riuscimmo a tornare a casa insieme senza ammazzarci per strada, ognuna delle due aveva capito la distanza di sicurezza adatta a non farsi ammazzare, però la tensione tra i nostri sguardi era potente quanto un fulmine a ciel sereno.
Entrammo in casa, non prima di litigare a suon di sguardi su chi delle due dovesse varcare per prima la soglia, né io né lei eravamo disposte a cedere codesto privilegio all'altra.
Dopo una lotta tra lampi oculari visibili solo ai nostri occhi e varie occhiataccie e pettegolezzi di anziani in pensione, vinse lei.
Ma non fraintendetemi, gliel'avevo lasciata vinta ovviamente, volevo si credesse superiore senza temere nulla, così appena scovato il suo punto debole l'avrei presa alla sprovvista e sconfitta muahahahahah.
Pensando alle mie macchinazioni maligne tornai nella camera mia e di Roby, dove trovai quest'ultima in pigiama stesa sul letto abbracciata teneramente al cuscino, con ancora i capelli bagnati avvolti in un asciugamano.
Il suo sguardo era malinconico, e lo odiavo, dovevo tentare almeno di distrarla per quanto potevo, presi il foglio che il preside della nuova scuola ci aveva dato, in fondo potevo mescolare l'utile al dilettevole, il mio genio non smetteva mai di sorprendermi.
-Roby domani andiamo a comprare i libri, dopotutto Lunedì inizi la scuola, spero di riuscirli a trovare anche senza ordinarli, altrimenti dovrai stare qualche mese senza delle materie a stalkerare i tuoi nuovi compagni per delle fotocopie- Incominciai a parlare.
-No ti prego, l'anno scorzo quel dannato professore di storia ci ha fatto fare le fotocopie del suo libro perchè diceva che il nostro non era abbastanza accurato, ho speso tutti i miei soldi dal cartolaio!- Si accasciò sconfortata mia sorella al letto.
-Tranquilla Roby, ora ho un lavoro!- Le dissi cercando di tranquillizzarla.
-Ma non voglio mica che spendi tutti i tuoi soldi per me, già studiare e lavorare insieme non deve essere il massimo, se poi usi i tuoi soldi anche per me non vale!- Disse quelle frasi con tanta decisione che mi commosse.
Oh Roby, queste tue frasi valgono tutta la mia paga mensile e altro.
-Roby ormai è tardi, devi asciugarti i capelli, prendo il phone- Così dicendo mi diressi verso la mia valigia non ancora del tutto disfatta.
I capelli erano l'unica cosa stereotipamente femminile con cui ero brava, adoravo far acconciature e piegarli a mio piacimento, era uno dei miei hobbie che ogni volta che qualcuno lo scopriva rimaneva sconvolto, dopotutto anche come modo di vestire, non do l'aria di una ragazza troppo femminile.
Purtroppo sui miei capelli non potevo far molto, erano molto più belli al naturale, ricci ed indomabili, poi farci qualsiasi cosa era una tortura.
Per fortuna c'era la mia adorata sorellina/cavia per questo, i suoi erano l'opposto dei miei, così lisci e setosi da creare da sempre grande invidia a tutte le ragazze che incontrava.
Per sfortuna se li teneva sempre legati in una coda di media altezza perchè, anche in questo, eravamo agli antipodi, se lei provava a fare qualsiasi cosa di un minimo di elaborato coi suoi capelli infatti, finiva quasi sempre con una ciocca bruciata o pseudo acconciature che nemmeno in un mattatoio sarebbero state permesse.
Quindi ormai avevo preso l'abitudine io di farle qualsiasi cosa, sembrava quasi una maledizione, se lei provava anche solo a toccare dei capelli, questi per la paura cadevano, o qualcosa del genere immagino.
La cosa ironica era che lei teneva molto di più ai suoi capelli che alla sua vita, il destino adora proprio fare lo stronzo a volte.
Così mi misi ad asciugarle i capelli, mentre con la spazzola la pettinavo delicatamente, fortuna che avevo comprato apposta quella che non tirava i capelli, altrimenti ora l'avrei sentita urlare e gridare come una bestia di satana.
-Te pensi sia sbagliato innamorarsi certe volte?- Mi domandò improvvisamente, con un tono talmente innocente da commuovere perfino un satanista, mentre si sfregava i pollici tra di loro.
-No, non è mai sbagliato, solo che certe volte ci si può innamorare di persone, come dire... non adatte- Le risposi capenso immediatamente a cosa si riferisse.
-Pensi che Rose non sia adatta?- Potevo chiaramente sentire il nervosismo nelle sue parole.
-E' forse una domanda trabocchetto? Se è adatta lo sai tu e solo tu, il mio giudizio non conta, posso aiutarti da brava sorella maggiore, ma il resto devi farlo tu, ti posso solo dire che per come si è mostrata per ora la signorina “bitch please sono una sudamericana sexy che parla da camionista” non mi ha esattamente fatto la migliore delle impressioni- Ero sincera, sono sempre stata talmente ottimista da credere che ognuno avesse un lato buono anche sotto la scorza più dura, però se la mia cara coinquilina avesse continuato a comportarsi in quel modo pure io avrei perso ogni speranza.
Roby si limitò ad annuire silenziosamente, avrei proprio voluto sapere cosa le passasse per la mente in quel momento.
-Comunque ho parlato con lei oggi- Le rivelai, dopotutto l'avevo fatto per lei, doveva saperlo, non mi piaceva nasconderle certe cose, quindi sputavo subito il rospo ogni volta.
-Cosa le hai detto?- Mi domandò titubante.
-Di non farti soffrire per il gusto di farlo, altrimenti se la vedrà con me, sai che sono particolarmente protettiva con la mia sorellina- Le sorrisi.
-Fin troppo- Mi rispose sbuffando, per poi ricambiare il sorriso.
Dopo che ebbi finito di asciugarle ogni centimetro di quei lunghissimi capelli, le feci un paio di trecce ed andammo entrambe a dormire.
Il giorno dopo andammo a comprare i libri, fortuna vuole che li trovassimo tutti senza doverli ordinare.
Sabato passò tranquillo come la domenica.
Si lo so non è molto accurata come descrizione, ma davvero non successe nulla s'interessante, le mie giornate sia scolastiche che lavorative trascorsero nella vana speranza di rivedere Andrea, ma la fortuna era cieca, sopratutto con me, quindi anche quella volta mi mancò, almeno per quei duoi giorni, la speranza è l'ultima a morire, sopratutto con dei figaccioni di mezzo.
Nulla di nuovo neppure dal fronte dell'oca camionista, sembrava che nel weekend avesse molto più lavoro, quindi non si fece praticamente mai vedere in casa, a parte per dormire ovviamente.
Infine arrivò il Lunedì e con esso il primo giorno di scuola di Roby, credo che le cederò il testimone per il prossimo capitolo perchè successero delle cose davvero molto strane.

 
   
 
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