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Autore: Violetta_    21/07/2017    1 recensioni
Sequel di "Gelosia fraterna -Entropia-"
Dopo aver quasi celebrato un matrimonio-disastro, dopo aver evitato una guerra, dopo aver scoperto le dolci metà dei rispettivi fratelli, il trio Sabaku adesso dovrà adattarsi alla sua nuova vita... di nuovo.
E non saranno i soli.
***
Gli ultimi capitoli saranno composti da una raccolta di one-shot/ flashfic in modo da tornare alla situazione di equilibrio della prima ff della trilogia.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Matsuri, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Temari | Coppie: Gaara/Matsuri, Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gelosia fraterna '
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Facciamo pace








Quattro giorni dopo i ninja tornarono a Suna.
Kankuro entrò nell'ufficio del fratello per fare rapporto.

<< Ohayo otouto >>
<< Ciao Kankuro >>

Lui gli poggiò i fogli sulla scrivania ed il Kazekage li sfogliò leggendo rapidamente poi alzò gli occhi per guardare quelli castano-verdi del fratello.

<< Come mai ci avete messo tanto? >>
<< Chiedilo a Tua sorella >>
<< Perché quando si comporta in modo sconsiderato di colpo diventa mia sorella? >>
<< Perché tu le concedi troppo potere >>

Gaara roteò gli occhi al cielo.




*




Sumire era di guardia in uno dei perimetri del palazzo del kazekage: era un compito noioso ma visti tutti i pensieri che aveva in quel periodo non ci fece neanche caso.
Si mise a guardare il cielo e sospirò pensando al marionettista.
Dopo la loro ultima missione a Konoha non si erano più rivolti la parola, non si erano nemmeno visti.
Quella situazione stava diventando insopportabile.




Possibile che il loro rapporto si fosse dissolto così nel nulla? Come se quello che avevano vissuto nell'ultimo anno non contasse?




No non poteva accettarlo.

<< Hei guarda la >>

Takasha la scosse dai suoi pensieri.
La compagna di squadra aveva le mani in tasca e guardava in alto, Sumire guardò nella sua stessa direzione: il tempo stava per cambiare drasticamente.
Una ventina di minuti dopo il cielo da azzurro diventò grigio e cupo ed una forte tempesta di sabbia si abbatté sul villaggio.

Baki si affacciò da una delle finestre.

<< Ragazze tutte le squadre di guardia sono congedate a causa della tempesta. Forza, rientrate dentro >>




*




<< Maledizione >>

Si portò la punta dell'anulare alla bocca avvertendo il sapore ferroso del sangue.
Quella dannata marionetta aveva dei meccanismi ancora più piccoli ed intricati di Sasori. Sperava veramente ne valesse la pena.
Il vento era talmente forte che faceva spostare le gambe delle marionette appese il che provocava un particolare rumore, quasi come un ticchettio.
Il lavandino del bagno aveva preso a gocciolare in un modo che dava sui nervi al ragazzo. Tuttavia era così concentrato da non farci caso.

A parte ciò il silenzio era imperante.

Nel laboratorio, nonostante tutti i controlli, la sicurezza e le trappole c'era un punto debole: la presa d'aria, ovvero una piccola finestrella che serviva per il ricambio d'aria, necessario per un laboratorio pieno di segatura e veleni.
Era in un punto talmente nascosto che solo Kankuro ne era a conoscenza e solo lui sapeva dove sbucava.

Almeno così credeva.

<< Che ci fai qui? >>

Era riuscito a notare uno strano spostamento d'aria, qualcosa di anomalo ed aveva immediatamente drizzato le orecchie ed acuito i sensi riconoscendo la persona ora dietro di lui.
Era sporca di terra e sabbia e aveva i capelli completamente in disordine.

<< Nulla sono passata per un saluto >> disse con semplicità, ma si poteva riconoscere una punta di tensione.
<< Fuori c'è una tempesta. Sei una vera incosciente! >>

Sumire fece spallucce inclinando appena il capo.
Kankuro non si era nemmeno voltato e continuava imperterrito a lavorare dandole le spalle.
Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio si decise a parlare.

<< Mi manchi >> disse con una franchezza tale da risultare disarmante.

Lui batté due volte le palpebre colto in fallo.
Prima che potesse rispondere lei lo anticipò facendo sue passi verso la scrivania e guardando verso l'alto.

<< Non ero mai stata qui >>
<< In realtà ci sei già stata una volta >>

Sumire ricordò con imbarazzo quel momento, quando si era tolta il velo e gli aveva raccontato tutta la verità.

<< Ma era buio e di certo in quell'occasione non mi sono messa a guardare i dettagli della stanza. Ci sono un sacco di marionette >>

Kankuro finalmente si girò a guardarla, la ragazza era ormai di fronte il tavolo da lavoro e aveva piegato il busto in avanti per poter osservare meglio la marionetta.

<< Una nuova creazione? >>
<< Non dovresti stare qui Sumire >> disse severo.

Lei deglutì ma continuò a far finta che fosse tutto a posto.

<< Che cosa inserirai nelle dita? Veleno? >>

Lui inspirò e cercò di ignorarla voltandosi nuovamente.
Sumire si sedette dietro di lui e chinò lo sguardo.

<< Parlami Kankuro >>

Lui assottigliò lo sguardo ma continuò a dedicarsi alla marionetta.

<< Non ce la faccio più >> continuò a voce molto bassa << questa situazione sta diventando davvero pesante per me >>
<< Credi che per me sia facile? >> sibilò quasi con rabbia.

Sumire deglutì ed iniziò ad avvertire gli occhi pizzicare, il suo respiro farsi pesante e un notevole disagio.

<< Si può sapere che ti prende? Che ho fatto di sbagliato? >>

Kankuro digrignò i denti e si mise a cercare qualcosa dentro la sua cassetta degli attrezzi.

<< E' perché qualche volta non ho seguito alla lettera i tuoi ordini? >>

No quello era troppo.
Kankuro negli ultimi anni era riuscito a far salire in modo considerevole il suo livello di pazienza ma Sumire era riuscito a superarlo.

<< Qualche volta? Qualche volta Sumire? >> non stava urlando ma con quello sguardo faceva comunque il suo effetto.

Lei si guardò intorno non sapendo come rispondere, ma non ce ne fu bisogno poiché Kankuro si era girato verso di lei, benché fossero entrambi seduti la ragazza si sentì sovrastata.

<< Hai una vaga idea di quante volte sono dovuto intervenire al consiglio per non destare sospetti in modo da non farti cacciare? Di quante volte mi hai fatto prendere un infarto con le tue iniziative da irresponsabile? >>

Sumire spalancò gli occhi. Non era arrabbiato per il suo atteggiamento, ma per quello che lei rischiava.
Era preoccupato per la sua incolumità e in quel periodo si era comportato in quel modo per non farla cacciare dal villaggio e per farla salire di livello.
Aveva pensato a lei per tutto il tempo.

<< E non contenta ti metti a fare gli occhi dolci a Kiba, abbracci e coccoli Naruto e chissà che cosa altro che io non voglio nemmeno concepire! >> disse mentre il suo tono di voce diventava man mano sempre più alterato.

D'un tatto l'umore di Sumire cambiò.
Il ragazzo stava letteralmente sproloquiando e in un anno e mezzo non lo aveva mai visto perdere il controllo in quel modo.
Non era più spaventata per una possibile rottura, non era più nervosa, anzi era rassicurata, quasi raddolcita da quella situazione.
Lui era preoccupato e soprattutto era tremendamente geloso.
Altro che stancato di lei.

<< Io voglio te >>

Kankuro interruppe all'istante il suo personale stream of consciousness prendendola a fissare come se le fossero spuntate due orecchie in più.
Sumire ne approfittò per continuare.

<< Io voglio stare con te. Non ci penso proprio a farmi cacciare dal villaggio o a farmi ammazzare da un nemico... o a stare con un altro >>

Kankuro deglutì non sapendo che dire.
Era ancora frustrato, irritato, arrabbiato per quello che era successo in quel periodo e per come si erano messe le cose tra loro.
Ma quegli occhi e quelle frasi lo avevano disarmato.
Dannati occhioni oltreoceano straordinariamente belli.

La ragazza abbassò lo sguardo e vide una goccia di sangue uscire dal dito del marionettista.

<< Sanguini >>
<< Non è niente >> mormorò.

Senza nemmeno ascoltarlo gli prese la mani svelta ma con delicatezza e rilasciò una minima dose di chakra.
Lui non si ritrasse né protestò ma si limitò a guardarla torvo.

<< Sei davvero un tipo distratto. Anche quando ci siamo conosciuti eri ferito ricordi? >>

Rilassò il viso scrutando quello della ragazza: era più deperito e stanco, si capiva che era molto triste ed avvilita.
Non riuscì a rimanere arrabbiato con lei, poggiò la mano libera sulla sua guancia sfiorando il suo labbro inferiore col pollice.

<< Goumen-ne... >>

Lei sospirò ed arrossì imbarazzata.

<< Anche io ho esagerato. Goumen >>

Il ragazzo l'attirò a se facendole appoggiare la testa sul suo petto e stringendola con dolcezza.




*




Temari era nel suo ufficio intenta scrivere una lettera quando qualcosa la fece distrarre. Un futile, piccolo, dettaglio che in quel momento alla ragazza sembrava un problema insopportabile: la scrivania traballava.




E quando era successo?
Dov'era lei?




Irritata si alzò prendendo un foglio e piegandolo più volte per poi poggiarlo sotto la gamba incriminata.
Si rimise a sedere e quel maledetto oggetto continuava a muoversi facendole sbavare le lettere.

<< Mendokuse >>

Si incazzò per la scrivania e si incazzò doppiamente per aver detto quella parola. Tirò la penna contro al muro ed iniziò la sua personale battaglia con un innocuo pezzo di legno.




*




Lo scambio di baci si stavano facendo man mano sempre più intenso.
Erano partiti con un innocente bacio sulle labbra, non ricordavano nemmeno chi era stato a cominciare tuttavia adesso entrambi faticavano a staccarsi l'uno dall'altra ed il loro respiro si stava facendo via via più pesante.

Sumire si mise a cavalcioni su di lui mentre le mani del ragazzo erano scese sui fianchi.
Lei iniziò a lasciare una scia di baci sul collo mentre sentiva che Kankuro le stava sfilando la maglietta.

<< Kankuro! >>

Si bloccarono ed immediatamente si allontanarono l'uno dall'altra come folgorati da una potente scossa elettrica.
Sumire si sistemò la maglietta mentre Kankuro si mise velocemente in piedi andando ad aprire la porta.

<< Ciao Temari. Cosa c'è? >>

La ragazza inclinò la testa notando l'ospite: istintivamente assottigliò lo sguardo.

<< Che ci fa lei qui? >>
<< Le sto insegnando delle tecniche da marionettista >>
<< Mh... è venuta qui nonostante la tormenta? >>
<< Yee. Era già a palazzo di turno nella zona est >>

Quando ci si metteva il master of puppets sapeva sfoggiare una impenetrabile faccia di bronzo.

<< Comunque mi sistemi la scrivania? Traballa e mi da fastidio >>
<< Hai >> sbuffò << Arrivo subito aspettami in ufficio >>

Rimasti soli si voltò verso Sumire, era ancora piuttosto provato ma stava riacquistando lucidità.

<< Goumen... >>
<< Tranquillo >> gli sorrise << Va pure. Ho il permesso di assemblare questi pezzi? >> disse indicando i pezzi di marionetta.

Lui annuì ed uscì dalla camera.
   
 
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