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Autore: Mi_scoccio01    22/07/2017    0 recensioni
“CHAT!” ma non lo vidi “Si piccolina?” e sbucò dal tetto, sobbalzai “Mi hai fatto prendere un colpo!” “Sei così carina quando ti spaventi” “Smettila” “Allora cosa volevi chiedermi?” mi avvicinai a lui, gli misi una mano sulla guancia coperta quasi interamente dalla maschera e lo baciai, “Grazie” forse ero un po’ arrossita ma non ci feci caso, prima di vederlo scomparire nella notte gli sorrisi e poi mi voltai per andare in camera mia.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscimmo da scuola per andare a casa sua ma prima ci saremmo fermati da me, dovevo prendere i miei bozzetti. Durante il tragitto “Sai la mia migliore amica è totalmente innamorata di te” “Davvero?” “Si, ha la sua stanza tappezzata di tue foto… Forse questo non dovevo dirtelo, promettimi che nel caso dovessi incontrarla non glielo dirai.” “Promesso” “Ecco casa mia in tutto il suo splendore” “Non copiarmi le battute però” risi “Torno subito vado a prendere un attimo delle cose” “Si, aspetto qui” “Si, serviti pure, sul tavolo ci sono dei croissant che ho fatto ieri, e in frigo una torta fragola e panna se ti va” “Grazie” entrai in camera mia, Tikki uscì dalla mia borsa, presi i bozzetti che avevo sulla scrivania ma non riuscivo a trovare quella foto “Dove l’ho messa?” “Cosa cerchi?” “La foto di Adrien che Annarita mi ha messo in valigia nel caso in cui lo avessi incontrato. Vorrei fargliela firmare” “Che dolce che sei” disse Tikki “Grazie, oh eccola!” “Adrien è un bel ragazzo, non trovi?” “Si, molto carino, simpatico” “Non è che ti piace?” “Tikki, non lo conosco nemmeno” “Amore a prima vista?” “Andiamo su” e rientrò nella borsa. Ritornai da Adrien “Eccomi, scusa se ti ho fatto aspettare tanto è che non riuscivo a trovare questa” gli mostrai la foto, “L’amica di cui ti parlavo me l’ha data nel caso in cui ti avessi trovato per fartela autografare” “Ha pensato proprio a tutto” “Si” “Hai una penna?” “Si, perché?” “Le faccio quest’autografo my lady” “Oh monsieur sono onorata” e scoppiammo a ridere, gli diedi la penna “Come si chiama la tua amica?” “Annarita” dopo pochi secondi “Ecco fatto” “Grazie mille, sarà molto contenta” misi la foto nella borsa “Andiamo?” chiese Adrien “Si.” Durante il tragitto, parlammo del più e del meno “Ecco casa mia in tutto il suo splendore” “Non hai altre battute?” risi, entrammo in casa “Andiamo in camera mia” “Si.” Mi portò in camera sua, era enorme “Ho visto stadi più piccoli” “Ti intendi di calcio?” “Si, quando mi annoio… ma anche di basket e altri sport” “Sei la prima ragazza che conosco che si interessa allo sport” “Davvero? Io e Annarita ci divertiamo a vedere partite e fare scommesse sulle squadre che poi vince sempre lei.” risi, mi squillò il telefono, era lei “Mon amour, tutto bene?” “AVEVI DETTO CHE QUANDO SARESTI USCITA DA SCUOLA MI AVRESTI CHIAMATA.” Urlò lei “Calmati mon amour, me ne sono dimenticata, scusami” “DIMENTICATA? CHI E’ PIU’ IMPORTANTE DI ME?” “Nessuno, lo sai. Dai calmati, devo dirti una cosa importante che sicuramente ti piacerà” “Solo se è importante” “Lo è. Però sono a casa di un amico, ti chiamo tra 5 minuti okay?” “Amico? Cosa? Chi è?” staccai, “Scusami, si preoccupa tutto qui” “Ci credo è il tuo ragazzo” disse lui “No, è la mia migliore amica” risi “Ma l’hai chiamata mon amour” disse lui confuso “E’ una cosa tra noi” ridemmo “Posso chiederti un favore?” gli chiesi “Certo” “Ora devo richiamare la mia amica, altrimenti prende il primo volo per Parigi per ammazzarmi; Potresti salutarla?” “Certo, ma non conosco molto bene l’italiano” “Non importa, è all’ultimo anno del liceo linguistico e parla benissimo il francese” “Benissimo” “Mi scuso in anticipo” “Perché?” “Poi capirai” presi il telefono e cliccai sul tasto della videochiamata, rispose in meno di un secondo “Finalmente, ora spiegami tutto. Chi è questo amico?” “L’ho conosciuto oggi a scuola” “E poi?” “E’ un bel ragazzo, biondo, occhi verdi, bel fisico” guardai Adrien che sembrava arrossito “Il ragazzo perfetto” “Mon amour!” “Dico la verità, manca solo che è Adrien Agreste e puoi considerarmi già in aereoporto per Parigi” “Beh…” feci segno ad Adrien di avvicinarsi “Ciao Annarita, sono felice di conoscerti” non ci fu segno di vita per alcuni minuti “Mon amour, mi sto preoccupando” “va-va t-tutto b-bene” “Eccola che ritorna” iniziò a urlare “Non ti scuso” mi disse Adrien “Un bel vassoio di croissant potrebbero andare?” un sorriso a trentadue denti si formò sul suo volto “E vassoio di croissant sia. Hai finito?” “Si” tutti e tre scoppiammo a ridere “Ora vi lascio parlare, così potrete conoscervi. Io nel frattempo devo andare in bagno. Adrien dove lo trovo?” “Uscendo da qui, la terza porta sulla sinistra” “Grazie” una volta in bagno Tikki uscì dalla borsa “Che gesto carino” “Grazie Tikki, ora aspettiamo un pochino qui e poi ritorniamo in camera” “Si” “Tikki, se qualcuno mi ha donato il Miraculous della Coccinella, significa che c’è una minaccia su Parigi?” “Si purtroppo, e per donare il Miraculous della Coccinella e quello del Gatto Nero, significa che è pericolosa” “Il Miraculous del Gatto Nero? Non me ne avevi mai parlato” “Il Miraculous del Gatto Nero è il Miraculous della distruzione e della sfortuna, praticamente il tuo opposto ma insieme sono potenti e chi li possiede entrambi avrebbe tra le mani un potere assoluto” “Impedirò a chiunque di prenderli” “Ora andiamo, altrimenti un vassoio di croissant non basterà” disse Tikki che rientrò nella borsa e ritornai in camera, però prima di aprire la porta “Come trovi Alessia?” “In che senso?” “Ti piace?” “Non la conosco, però è una bella ragazza, simpatica” abbassai la maniglia ed entrai “Allora piccioncini, vi siete conosciuti abbastanza?” “Si direi di si” risposero i due “A quando il matrimonio?” chiesi divertita “Preferisco essere la cognata di Adrien piuttosto che la moglie” “Come mai questo cambiamento?” e si sentì un rumore provenire dal tetto “Cos’è stato?” chiese Annarita “Non lo so” rispondemmo io e Adrien all’unisono, poi guardai Tikki in borsa “Mon amour ci sentiamo dopo okay?” “Vabbene mon minou, sta attenta” “Sempre” e chiusi la chiamata “Ho dimenticato una cosa in bagno torno subito” e uscii dalla stanza per andare in bagno “Tikki è quello che pensi?” “Credo proprio di si” “Beh, allora Tikki trasformami” un lampo di luce travolse il bagno, per poi trasformarmi in Ladybug. “Wow, questo costume è stupendo” e mi guardai allo specchio, un altro tonfo “Non posso perdere tempo, andiamo” uscii dal bagno e dalla casa, c’era un mostro sul tetto, come avrei potuto raggiungerlo? il mio yo-yo certo! Lo presi “Come funziona però?” mi concentrai per poi ricordare le parole che Tikki mi aveva detto, lo lanciai in aria e come dire VOLAI, era incredibile, però avevo sbagliato i miei calcoli come sarei atterrata sul tetto? Ero pronta a temere il peggio, quando qualcuno mi prese al volo “Salve my lady, bel modo di incontrarci non credi?” “E tu chi saresti?” quel tizio già mi irritava “Chat Noir per servirla” “Puoi mettermi anche giù adesso” “Ladybug e Chat Noir, datemi i vostri miraculous” disse quel mostro a pochi metri da noi “Anzi, meglio di no” gli misi le braccia al collo “Quanto acceleri my lady, neanche ci conosciamo e già le braccia al collo” che nervi “Chat Noir piantala” “Come vuole my lady, ora tieniti forte” e mi strinsi a lui, non amavo l’altezza “So che adori essere avvinghiata a me Ladybug, ma adesso abbiamo un cattivone da fermare, rimandiamo il resto a dopo” e accompagnò quest’affermazione con uno sguardo malizioso, lo guardai sfinita “Come lo fermiamo?” mi chiese “Prima di tutto, facciamolo scendere da quel tetto qualcuno potrebbe farsi male… oh no, Ad…” mi zittii se avessi detto qualcosa di troppo, avrei potuto dare indizi sulla mia vera identità non che fosse proibito scoprirsi a vicenda ma di quel gattino ancora non mi fidavo “Allora gattino andiamo a prendere a calci quella cosa?” “Certo, my lady dopo di lei” e lanciai il mio yo-yo, ora riuscivo a controllarlo “Allora, da quel che so dovremmo trovare un oggetto dentro cui dovrebbe esserci un akuma e poi distruggerlo, facile no?” “Certo, come bere un bicchiere d’acqua” “Micetto non avrai mica paura?” “Io? Nono” “Bene” riuscimmo a portare il mostro in un parco di Parigi, guardandolo meglio riconobbi chi era… CHLOE’ “Forse l’akuma è nel suo cerchietto” “Come lo prendiamo?” mm.. pensiamo “Lucky Charm” “Una canna da pesca?” disse Chat Noir “A cosa ci serve?” continuò, mi guardai intorno ‘Trovato!’ “Chat Noir, usa il tuo cataclisma su quei lampioni, così sarà in trappola e potrò prendere il cerchietto con questa” “Bel piano my lady” “Lo so, ora usa il cataclisma” sconfigemmo il mostro, purificai l’akuma, che divenne una semplice farfalla, e tutto tornò alla normalità “Ben fatto micetto” “Tutto grazie a te my lady” e si inchinò, alzai gli occhi al cielo, era irritante ma simpatico. Non mi fidavo completamente di lui ma era carino come compagno “Ora my lady…” e si avvicinò tirandomi a sé “Puoi stringermi quanto vuoi” misi le mie mani sul suo petto per allontanarlo “Non farmi ridere Chat Noir” “Non sto scherzando my lady” e portò le mie mani dal suo petto intorno al suo collo “Non dimenticherò i tuoi occhi my lady” “Chat Noir” e con una semplice capriola mi liberai da quella presa “Ladybug e Chat Noir se pensate di averla fatta franca vi sbagliate” disse un gruppo di farfalle che pian piano assunse il volto di un uomo “Avete vinto la battaglia ma non la guerra avrò i vostri miraculous. Oh ma che maleducato, non ho avuto modo di presentarmi sono Papillon” mi feci avanti “Papillon se stai cercando di intimorirci stai solo perdendo tempo, io e Chat Noir difenderemo Parigi a costo della vita e non avrai mai i nostri miraculous. Oggi ho visto come hai trasformato una semplice ragazza in un mostro, ma il vero mostro sei tu che usi persone innocenti per i tuoi brutti scopi. Giuro su me stessa che ti troverò e ti sconfiggerò” poi saltai e gli lanciai contro il mio yo-yo “Amo chiunque sia la ragazza che si nasconda sotto quella maschera” disse Chat Noir “Hai detto qualcosa micetto?” il mio miraculous lampeggiò “Devo andare, ci vediamo Chat” “A presto my lady” e ci lasciammo, corsi verso casa di Adrien, ero in pensiero, ‘Speriamo che non gli sia successo niente’ mi dissi, con un balzo atterai nel suo giardino e mi ritrasformai, corsi in casa a cercarlo, mi stavo dirigendo verso la sua camera e poi eccolo lì a metà strada “Eccoti, temevo che ti fosse successo qualcosa” dicemmo all’unisono, arrossimmo entrambi, “Oh, sto bene” dicemmo di nuovo all’unisono “Beh, io ora devo andare” dissi guardando il cellullare, erano le 7 passate “Si è fatto un po’ tardi, non vorrei disturbare” dissi dirigendomi verso la porta “Non disturbi affatto” disse prendendomi la mano per fermarmi “E poi ti avevo promesso che avresti conosciuto mio padre” “Sei sicuro? Non vorrei creare alcun disturbo” “Sicurissimo” “Beh allora, visto che ti devo un vassoio di croissant, che ne dici se te li preparo adesso?” “SI” urlò Adrien, risi. Andammo in cucina “Farina c’è, latte c’è, uova ci sono, cioccolata c’è. Okay c’è tutto” inizia ad impastare “Quel mostro che era sul tetto che fine ha fatto?” ‘e ora cosa dico?’ “Beh, dalla finestra del bagno ho visto due supereroi che se ne sono occupati” “Davvero? Credevo di aver avuto qualche allucinazione” “Erano in due, un ragazzo e una ragazza” “Il ragazzo vestito di nero, e la ragazza di rosso e nero, vero?” “Sisi, assaggia” e gli feci provare l’impasto “Buonissimo” “Grazie”, passarono circa tre ore e alla fine furono pronti “Finalmente” disse Adrien “Fermo gattino, devo riempirne metà con la cioccolata” presi una siringa e riempii 6 croissant con la cioccolata “Ecco, ora puoi mangiarli” “Ah siii” ripulii la cucina e mi tolsi il grembiule “Si è fatto tardi, sono le 10 e mezza credo proprio che sia ora di andare” “Mi spiace che mio padre non sia ancora tornato” “Non preoccuparti, ci siamo divertiti no?” e gli feci un sorriso “Certamente” mentre stavo per uscire mi fermai alla vista di un ritratto mozzafiato “E’ bellissima. Chi è?” “Mia madre” “Dov’è ora? Aiuta tuo padre con la maison?” “Mia moglie è morta circa 3 anni fa” disse una voce alle nostre spalle; mi voltai, era Gabriel Agreste “Mi scusi non lo sapevo, mi spiace tantissimo” dissi rivolgendomi ad Adrien “Non preoccuparti” “Adrien, chi è questa fanciulla?” disse il signor Agreste “Oh, è una mia nuova compagna di classe, si è appena trasferita dall’Italia. Ci teneva tanto a conoscerti… sai vorrebbe diventare una stilista” “Uh davvero?” “Si” “Hai portato delle creazioni?” “Si certo” “Allora andiamo nel mio studio, sono curioso di vederle”, ero vicina ad Adrien mi voltai per guardarlo, gli sorrisi “Si, andiamo”, il signor Agreste si voltò nella direzione del suo studio, “Grazie” sussurrai ad Adrien e gli presi la mano “Tu vieni con me però” “Ma…” disse Adrien “Non era mica una domanda” dissi divertita e lo tirai verso lo studio di suo padre. “Eccoci, accomodati pure” mi sedetti in una delle due poltrone disposte vicino la sua scrivania, di fronte a lui; stringevo ancora la mano di Adrien, mi rassicurava farlo “Mostrami i tuoi disegni” disse il signore Agreste “Si” per prendere il mio album dovetti lasciare la mano del mio amico “Eccoli”, lo stilista guardava i miei disegni con attenzione, ero nervosissima; questa volta fu Adrien a prendermi la mano e sorridermi. Dopo alcuni minuti snervanti, che sembravano essere ore il signore Agreste si alzò, mi venne vicino per ridarmi l’album e infine parlò “Sei molto brava, i tuoi modelli mi piacciono molto. Vorrei tanto che una volta finiti gli studi venissi a lavorare per me, potremmo fare grandi cose insieme”, non potevo crederci, il mio stilista preferito voleva che lavorassi per lui. Senza neanche pensarci l’abbracciai, era una cosa stupida ma fu alla prima che pensai “La ringrazio molto davvero” e sciolsi l’abbraccio, sembrava arrossito “Non ringraziarmi, hai talento, meriti questo e molto altro.” Lo salutai un’ultima volta, poi io e Adrien uscimmo dal suo studio “Sei la prima che impressiona mio padre da non so quanto tempo” “Addirittura, comunque si è fatto molto tardi devo tornare a casa anche perché ho una certa fame e non so cosa prepararmi” “Sicura di non voler rimanere qui? E’ buio e tra un po’ noi ceniamo” “Non preoccuparti, ho causato anche fin troppo disturbo, ci vediamo Adrien” mi aprì la porta “Ciao Alessia” gli sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia, sentii una leggera risatina provenire dalla mia borsa, era Tikki, per fortuna Adrien non se ne accorse. Oltrepassata la porta di casa Agreste mi accorsi di quanto fosse tardi, erano le 11, presi il cellulare e trovai un centinaio di messaggi di Annarita, voleva sapere dove fossi finita; le scrissi: ‘Sto tornando adesso a casa, ti chiamo appena arrivo’ lo posai in borsa anche perché era scarico, mi guardai intorno e non sapevo da che parte andare, bene mi ero persa. Non potevo usare il navigatore poiché appunto il cellulare era scarico, volevo chiedere indicazioni ma non c’era nessuno in giro ‘Come avrei fatto adesso?’ “Tikki rimani in borsa, non voglio che tu prenda freddo okay?” “Si” disse con la sua vocina acuta. Sentii qualcuno dietro le mie spalle, avevo un po’ di paura ma mi voltai lo stesso "Chat Noir" —•—•—•— Ecco giunti alla fine del secondo capitolo, ringrazio ognuno di voi che legge e segue la mia storia. Fatemi sapere cosa ne pensate… baci e a mercoledì!
   
 
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