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Autore: Nikki Potter    14/06/2009    5 recensioni
In fondo avevo sempre saputo che te ne saresti andato, tu non sei fatto per questa vita, la vita del succube...tu sei sempre stato un’anima libera, da tutto e da tutti. Forse è stato anche per questo che ti ho lasciato andare...perché tu fossi felice, anche se questo comportava la mia uscita di scena nella tua vita
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Regulus-Anima Libera
Anima Libera

Sono qui coricato sul mio letto senza la voglia di fare qualcosa. Fisso il soffitto senza in realtà vederlo immaginandomi il tuo volto illuminato dalla felicità. Perché tu ora sei felice. Senza di me.
Ricordo di averti urlato addosso il giorno che te ne sei andato, mi hai spezzato il cuore. Per un po’ ti ho anche odiato perché mi avevi lasciato qui da solo. È da un po’ di tempo che vedo le cose con più lucidità.
In fondo avevo sempre saputo che te ne saresti andato, tu non sei fatto per questa vita, la vita del succube…tu sei sempre stato un’anima libera, da tutto e da tutti. Forse è stato anche per questo che ti ho lasciato andare…perché tu fossi felice, anche se questo comportava la mia uscita di scena nella tua vita.
A volte mi sento ancora in colpa per le brutte cose che ti ho detto, trasportato dalla rabbia e dal rancore. Perché nonostante tutto io ero geloso. Geloso che tu volessi più bene a Potter che a me…geloso perché era lui a farti ridere e sorridere e non io. Geloso perché tu per lui avresti messo a repentaglio la tua vita mentre non sapevo se per me l’avresti fatto.
Apro il cassetto del comodino e prendo una foto che ritrae me e te a dieci e nove anni abbracciati e sorridenti. Sorrido malinconico. A quei tempi non potevamo stare separati per più di mezz’ora senza sentire la mancanza dell’altro…eravamo così uniti…tu eri il mio punto di riferimento, ma poi con Hogwarts tutto è cambiato.
Tu Grifondoro. Io Serpeverde. Siamo stati divisi dai pregiudizi.
Nonostante tutto io ti volevo ancora bene, avevo sempre saputo che tu ti saresti distinto da tutti i nostri parenti, tu sei sempre stato diverso ed è questo che mi piace di te.
Io non sono mai stato forte come te…ti ammiro, ti ammiro anche per essertene andato da questo mondo, ti ammiro perché io non sono riuscito a farlo.
Il mio sguardo cade senza volerlo sul mio avambraccio sinistro coperto dal maglione nero. Lì sotto, tatuato sulla mia pelle, il Marchio Nero mi ricorda quanto io e te siamo diversi…
Inaspettatamente sento una lacrima rigarmi il volto.
Quanto vorrei che tu fossi qui per abbracciarmi e darmi un po’ della tua forza…
Guardo ancora quella foto…sembriamo quasi due gemelli, tu sei solo un pochino più alto e hai i capelli leggermente più lunghi e spettinati…
Ti metteresti a ridere se ti dicessi che ho fatto il Mangiamorte solo per te…solo per proteggerti.
Tu non saprai mai che l’altro giorno ho salvato la vita a te e Potter, oppure che tengo d’occhio anche la Evans e Lupin, solo per te, per fare in modo che almeno tu sia felice.
Quanto vorrei che tu adesso arrivassi, mi sorridessi e mi portassi via con te.
Ma so che questo non potrà mai succedere, perché tu sei troppo orgoglioso e perché non saprai mai quanto io mi sia pentito di non averti seguito il giorno della tua fuga.
Sospiro e accarezzo con un dito il tuo volto sorridente nella foto.
Mi manchi. Mi manchi da morire. Ma so che non avrò mai il coraggio di dirtelo.
Tu anima libera. Io anima incatenata. Tu coraggioso. Io codardo. Tu orgoglioso. Io debole.
L’unica cosa che ci lega adesso sono cinque lettere, una parola che tu pronunci sempre con disgusto: Black.
Io sono nero come il nostro cognome. Sono dannato per sempre, lo so da quando mi hanno marchiato. Ma tu sei libero. Sei circondato da persone che ti amano davvero.
Guardo la sveglia. È mezzanotte, è ora di porre fine alla mia vita.
Kreacher mi sta già aspettando alla grotta…ma io prima devo fare una cosa…
Silenziosamente esco di casa senza svegliare nessuno e mi smaterializzo con un crac.
Compaio davanti a casa tua. Una luce al piano terra è accesa, segno che devi essere ancora sveglio. Magari stai bevendo una tazza di cioccolata com’eravamo soliti fare da piccoli, proprio a mezzanotte. Involontariamente sorrido a quel ricordo.
Dal mio mantello estraggo una lettera indirizzata a te, infilo dentro la foto e mi avvicino alla tua porta.
Faccio passare la lettera sotto la porta e poi suono il campanello. Velocemente vado dall’altra parte della strada, sotto il lampione che illumina la via.
Poi vedo la porta aprirsi e compari tu con in mano la mia lettera. Sei ancora vestito, significa che sei appena arrivato a casa. Mi guardi confuso e sorpreso.
“Regulus…” prorompi.
Sembri quasi spaventato, sembra che tu abbia quasi capito che è l’ultima volta che mi vedi.
“Ti voglio bene Sirius” dico con voce roca.
Sento una lacrima solitaria rigarmi la guancia.
Ti vedo correre verso di me, quasi come se volessi fermarmi, ma io non ho bisogno di una risposta, nei tuoi occhi grigi come i miei ho visto quell’affetto fraterno che per tanto tempo mi hai nascosto.
Ti rivolgo un sorriso e poi mi smaterializzo, perché so che se mi raggiungessi non riuscirei ad andarmene, a fare quello che devo fare.
Ora sono riuscito a dirti quelle tre semplici parole che non ho mai avuto il coraggio di dirti…ora posso morire in pace, non sono più un codardo.

*

[Sirius’s pov]
Stavo bevendo una tazza di cioccolata calda quando ho sentito il campanello suonare. Ma chi poteva essere a quest’ora?
Appoggio la tazza sul tavolo e mi dirigo verso l’ingresso. Vedo qualcosa di bianco sul pavimento davanti alla porta. Mi chino e l’afferro. È una lettera. Il mio sguardo cade sul nome del destinatario: Sirius Black.
Riconoscerei quella grafia tra mille…col cuore in gola apro la porta e lo vedo.
Mio fratello mi osserva dall’altra parte della strada.
Ho un bruttissimo presentimento, come se quella fosse l’ultima volta che lo vedo e lui fosse venuto a dirmi addio per sempre.
“Regulus…” mormoro quasi senza nemmeno accorgermene.
Lo vedo farmi un sorriso sbieco e poi anche lui mi parla.
“Ti voglio bene Sirius…”
Il mio cuore a udire quelle parole aumenta i battiti. A sentire quelle parole capisco che sono stato uno stupido. Uno stupido perché l’ho abbandonato, perché non l’ho aiutato. Io gli ho sempre voluto bene…non l’ho mai ammesso né con gli altri né con me stesso.
Vedo una lacrima rigargli la guancia e mi sento un mostro per averlo fatto soffrire per tutti questi anni.
Eppure le sue parole mi spaventano perché non fanno altro che confermare il mio brutto presentimento. Lo leggo anche nei suoi occhi lucidi, è l’ultima volta che ci vediamo e lui è venuto a salutarmi.
Non posso permettergli di andarsene. Non voglio che se ne vada. Corro verso di lui, sembra che abbia capito la mia intenzione. Mi sorride e poi si smaterializza con un crac.
“NO!” urlo.
Non me ne frega niente se è notte fonda. Non mi importa se i vicini si lamenteranno…mi importa solo di mio fratello.
Se n’è andato e so che non tornerà.
Con passo instabile raggiungo il lampione dove prima si trovava lui. Il mio sguardo cade ancora sul mio nome vergato da mio fratello sulla pergamena.
Con mani tremanti apro la busta e afferro un foglio di pergamena. Lo apro e inizio a leggere.

Ciao Sirius.
Che strano scrivere una lettera proprio a te visto che sono mesi che non ci parliamo. Eppure sento il bisogno di farlo.
Me ne sto andando Sirius…sto per morire e non provo paura come mi sarei aspettato, non provo niente se non dispiacere. Sono triste perché non potrò mai più recuperare un rapporto con te, l’unica persona a cui io abbia mai voluto veramente bene…tu per me eri e se tutto, sei il mio idolo, il mio punto di riferimento…avrei tanto voluto essere come te, così coraggioso e ribelle da andare contro tutti. Eppure io ho sempre saputo di non essere forte come te, io sono sempre stato debole. Avrei tanto voluto seguirti quando sei scappato o raggiungerti dopo qualche mese dalla tua fuga, ma non ce l’ho fatta.
In compenso se tu hai ricevuto questa lettera significa che sono riuscito a fare una cosa: tradire Voldemort.
Non sai quanto mi faccio schifo da solo, a volte vorrei estirpare quel maledetto marchio dal mio braccio…
Ti prego non avere pena per me, non sentirti in colpa, sono io che ho sbagliato. Ero arrabbiato con te perché mi avevi lasciato solo, perché avevi preferito Potter a me…ero solo un egoista. A dir la verità odiavo solo me stesso perché ero stato io a non tentare di riavvicinarmi a te. Ma tu mi sembravi così irraggiungibile…
Voglio solo dirti una cosa, ti ho sempre voluto bene, più della mia stessa vita. Voglio solo che tu sia felice. Vivi felice anche per me fratellone.
Io vivrò sempre in te. Ti voglio bene.
Tuo fratello
Regulus

Finisco di leggere la tua lettera col dolore nel cuore. Non mi sono nemmeno reso conto di essermi inginocchiato a terra. Sto piangendo. Alcune lacrime sono cadute sulle tue parole facendo sbavare l’inchiostro. Osservo la busta. Dentro c’è ancora qualcosa. La mia mano estrae una foto.
Con gli occhi pieni di lacrime la osservo e senza neanche accorgermene singhiozzo. Siamo noi due bambini, felici e spensierati come tutti i fratelli del mondo.
Emetto un gemito di dolore, questo è tutto ciò che mi rimane di te, una lettera e una fotografia che porterò sempre con me, all’altezza del cuore. Perché è lì che tu ora risiedi.
Ti porterò sempre con me Regulus, te lo prometto.


Ecco un'altra one-shot su Regulus e Sirius!!! Spero che anche questa vi piaccia e di avervi fatti contenti...
Aspetto i vostri commenti!
Nikki Potter
  
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