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Autore: ThorinOakenshield    22/07/2017    3 recensioni
Il clan di Merida è sempre stato in ottimi rapporti con i nani di Erebor. Un giorno, re Fergus decide di invitare re Thorin nel suo regno, e...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Thorin Scudodiquercia
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Era da due minuti che Thorin stava portando Merida in braccio, quando questa finalmente diede segni di ripresa.
La fanciulla aprì gli occhi debolmente, riportata alla realtà da un odore di tabacco misto a sudore e muschio. Si sentiva traballare, come se si fosse trovata su una barca. Chiuse gli occhi, avvertendo un’insopportabile sensazione di nausea.
“Principessa, state bene?”
Questa voce… pensò Merida riaprendo gli occhi. Non è per caso… ? Quando trovò la forza per alzare appena il capo, riconobbe il viso duro e affascinante di Thorin Scudodiquercia, in quel momento chiaramente preoccupato e in pensiero. Se non fosse stata così terribilmente spossata e dolorante, la ragazza si sarebbe emozionata non poco nel ritrovarsi tra le braccia del Re sotto la Montagna, così vicina al suo volto.
“Mi riconoscete? Sono Thorin Scudodiquercia, il Re di Erebor, colui che vostro padre ha ospitato per un paio di giorni.” Per un attimo il nano temette che la giovane avesse perso la memoria.
“Sì...” sussurrò Merida, massaggiandosi il setto nasale. “Certo che vi ho riconosciuto… ma cos’è successo?”
“Siete stata attaccata da un cinghiale, quando vi ho raggiunta vi ho trovata svenuta, probabilmente dovete aver sbattuto la testa o vi siete spaventata a tal punto da aver perso le forze.”
La principessa si prese un attimo per scavare nella sua mente. Piano piano, con calma, rammentò ogni cosa: il bisogno impellente che aveva sentito di andare a tirare con l’arco nel bosco, la freccia scomparsa, l’arrivo del cinghiale e la sua breve e vergognosa lotta, una lotta che sarebbe potuta finire in tragedia, se Thorin non fosse venuto a salvarla.
“Ora rilassatevi, siete ancora troppo debole per camminare, ci penso io a riportarvi a casa.”
La giovane chiuse un’altra volta gli occhi, poi rilassò il capo sul petto del nano, troppo stanca per ringraziarlo.

Quando giunse finalmente al castello della ragazza, Thorin trovò Jasmine e Belle in giardino, impegnate a giocare a palla. Le due principesse la smisero all’istante non appena videro la loro amica tra le braccia del nano, non aveva affatto una bella cera.
Thorin si diresse verso la porta, ignorando le due fanciulle.
“Cos’è successo?” gli chiese Belle, allarmata.
“Merida, stai bene?” Jasmine si accostò all’amica.
La principessa dai capelli rossi annuì fievolmente, facendo scappare un sospiro di sollievo alle sue due amiche.
“Merida!” Per fortuna, in quel preciso momento, uscì anche Elinor, in compagnia del marito Fergus.
“Cos’è successo alla mia piccolina?!” tuonò quest’ultimo, spaventato come non mai.
“Sta bene” li rassicurò il nano, sorpassandoli. “Era svenuta, si è ripresa poco fa. Conducetemi in camera sua, deve riposare.”
Il re e la regina non se lo fecero ripetere due volte. Così fecero strada a Thorin, seguite da Jasmine e Belle.

                                                                                                                 ***

Merida dormì serenamente e profondamente nel suo comodo letto, per la bellezza di tre ore. La prima cosa che fece quando si svegliò, oltre a riprendersi ancora un attimino, fu quella di sciacquarsi la faccia. Dopodiché aveva indossato il suo solito abito ed era scesa al piano di sotto, a tranquillizzare i suoi genitori e le sue amiche, facendo vedere loro che stava bene, che era fuori da ogni sorta di pericolo.
Ora si trovava seduta in giardino, intenta a leggere il libro che le aveva regalato Belle, il libro che narrava la sua storia, con tanto di disegni precisi e ben curati che accompagnavano il lettore nella lettura.
Quando giunse alla parte finale, al punto in cui sua madre stava per venir uccisa dal suo stesso marito, Merida fece fatica a trattenere una lacrima, ripensando alla paura che aveva provato in quel frangente. C’era mancato davvero poco, avrebbe potuto perdere sua madre, la persona più importante al mondo per ognuno di noi.
“Non vorrei sembrare ficcanaso, ma mi pare di aver scorto una lacrima scorrere lungo il vostro giovane viso.”
Udendo quella voce profonda e sensuale, per poco la principessa non fece un salto sul posto. Si affrettò ad asciugarsi il volto, dopodiché tirò su col naso. “Non siete affatto ficcanaso, non preoccupatevi” gli disse gentilmente, sorridendo, in un modo tutt’altro che falso o ironico.
Thorin ricambiò il sorriso, un sorriso sincero e privo di scherno o di stizza. Si accomodò accanto a lei, contro all’albero, facendole battere forte il cuore e diventare le gote rosse. “E, se non sono indiscreto, posso saperne il motivo?”
“Il motivo per il quale stavo piangendo?”
“Esattamente.”
La fanciulla tenne lo sguardo incollato a terra, tirò un’altra volta su con il naso, poi si lasciò scappare un sospiro. Quelle erano ferite ancora aperte nel cuore di Merida, spesso la notte faceva incubi a riguardo, sognava che le cose fossero andate diversamente, sognava di essere arrivata troppo tardi, sognava di trovare sua madre morta, trafitta da mille lame, mentre intorno a lei il suo clan esultava e danzava vittorioso.
Dunque non era facile parlarne, per la principessa. Ma forse, buttare fuori tutto quello che aveva dentro, le avrebbe fatto bene, inoltre le sembrava un buon modo per avvicinarsi a quel nano affascinante e coraggioso, un buon modo per mettere finalmente fine a tutto quel rancore e disprezzo. Quindi la ragazza gli raccontò tutto. “Questo è un libro che ha scritto la mia amica Belle, un libro che ha scritto per me, un libro che racconta un periodo della mia vita ben preciso” disse guardando la storia che aveva tra le mani. “Per colpa del mio egoismo, della mia ingenuità e della mia impulsività, avevo trasformato mia madre in un orso. Oltre ad aver rischiato di rimanere sotto quelle sembianze per tutta la vita, ha pure rischiato di venir uccisa da mio padre, perché non sapeva che si trattava di sua moglie, credeva che fosse una minaccia, credeva che avesse ucciso la regina. Per fortuna ero arrivata giusto in tempo ed ero riuscita a salvarla. Poi le cose si erano sistemate, però è sempre doloroso ripensare a quei momenti.” Finito il racconto, trattenne altre lacrime.
Thorin Scudodiquercia aveva ascoltato tutto in silenzio, e rimase in silenzio anche quando la principessa ebbe finito di raccontargli tutto. Stava pensando alle parole giuste da dirle, non era mai stato bravo a consolare gli altri, aveva paura di risultare banale, inutile o addirittura offensivo. Alla fine gli parve di aver trovato cosa dirle, così, finalmente, si decise a parlare: “Posso capire che sia difficile dimenticare un brutto passato e andare avanti, parlo per esperienza, anch’io, dopo che Erebor fu presa dal drago e, dopo la morte di alcune persone a me molto care, feci fatica a non pensarci, feci fatica a non sognare tutto ciò la notte.
Però, una volta riuscito a diventare Re sotto la Montagna, almeno una ferita si rimarginò. Certo, mio fratello, mio nonno, mia madre e mio padre non sono tornati in vita, ma io sono vivo, nonostante il dolore e la mancanza, devo continuare a vivere, a godermi ogni giorno della mia vita, soprattutto dopo tutto questo dolore.
Vostra madre, per fortuna, non è morta, e dovreste essere fiera di voi stessa: grazie al vostro coraggio e alle vostre abilità, siete riuscita a salvarla e ad evitare una tragedia. Ora non dovreste fare altro che godervi la compagnia della vostra famiglia finché sarete in vita.”
Merida, senza guardare il nano negli occhi, aveva ascoltato con attenzione le frasi che le aveva rivolto. Gli fu grata per l’interessamento e lo sforzo che aveva fatto per cercare di tirarla su, ed era pure rimasta piacevolmente sorpresa: non si aspettava che fosse così saggio.
Alla fine la ragazza si concesse l’ennesimo sospiro della giornata, dopodiché guardò in faccia il suo interlocutore. “Vi ringrazio per le vostre parole, le trovo molto sagge, prometto che ne farò tesoro e, soprattutto, proverò ad andare avanti, esattamente come mi avete detto voi.”
Thorin le sorrise. “Non c’è di che, davvero.”
“E, prima che mi dimentichi, grazie… per avermi salvato la vita.”
Il nano si esibì in un altro dolce e bellissimo sorriso, un sorriso che, per poco, non fece uscire il cuore dal petto di Merida. “Dovevo”

L’Antro di Lucri:

Bene dai, ce l’ho fatta xD.
Vi avverto subito che l’epilogo, molto probabilmente, sarà piuttosto corto. Spero di riuscire a scriverlo il prima possibile, perché so già come farlo.
In ogni caso, non disperate: arriverà, come ho già detto, sono solita portare a termine quello che inizio.
Alla prossima! :D

Lucri

   
 
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