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Autore: Aurora2001    23/07/2017    2 recensioni
Il tanto atteso continuo.
Il nuovo Mutanti si nasce,non si diventa parte terza.Mentre la precedente era ambientata nei famosissimi anni '80 e l'originale negli anni '60 ora cosa toccherà analizzare?Chissà...Forse sarà uno shock per voi leggere questa storia essendo reduci dalla precedente e da tutte le cose accadute in quella,forse mi odierete,forse non capirete all'inizio perché ho scelto di prendere questa decisione,ma alla fine sarà tutto rivelato (sembro inquietante così però).Con il trascorrere del tempo capirete tutte le cose e vi sarà più facile poi intuire tutto...
Spero come sempre che la storia vi piaccia,se possibile anche di più della precedente.
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Charles Xavier/Professor X, Dottor Henry 'Hank' McCoy/Bestia
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Prologo.

Continuo del capitolo 28 della parte due sempre della medesima serie "Mutanti si nasce,non si diventa"

...La prima ad accorgesene fu Alba,lo stava guardando,per questo il piccolo alzò i suoi occhi cerulei nei suoi castani e lì capì tutto...

Quello non poteva essere vero,Charlie non poteva essere un premonitore,tutti quegli incubi fatti in quei due anni e mezzo,tutto quel dolore,quell'incubo così strano e apocalittico di Mila e Alex,il ritorno di sua sorella...quella era una grandissima buffonata.
Non era possibile.
E poi come poteva un bambino di soli 3 anni o poco più,sognare delle cose così terrificanti e orribili se prima non aveva conosciuto e assaporato sulla propria pelle il sapore del male e del dolore.
Ora giunti alla fine lo aveva capito la ragazza...quella era tutta una farsa con delle conclusioni di dubbia logica e per giunta organizzato tutto dalla sua mente.
Come accadevano delle cose felici subito ripiombava l'oscurita.
Da una parte incubi senza una ragione,la sua malattia,un Dio che si voleva scagliare contro di loro seguito dai suoi cavalieri e dall'altra tutti sereni perché per lo meno la maggior parte aspettavano buone notizie,arrivi misericordiosi,matrimoni,possibili guarigioni e perfino il ritorno di finti-morti.
Non era possibile.
Alba non era riuscito ad intuirlo prima,a risvegliarsi da quell'orribile quanto meraviglioso sogno.
Non era possibile.
Non poteva rincontrare Charles,perché era morto e con lui anche tutti i suoi amici più cari.
Non era possibile.
Charlie poi...lui non era mai venuto al mondo e nemmeno ancora concepito.
Era tutto così assurdo per lei..."eppure sembrava davvero reale" 

Alba alzò il viso al cielo con le lacrime agli occhi,il viso per metà illuminato dalla luce del sole...
Il sole stava tramontando sui loro visi impalliditi e immobili dal terrore.
Charlie quando venne colpito cadde immediatamente sul terreno ancora inumidito e sporco di terriccio e fango.
La prima lacrima scese finalmente sulla guancia leggermente imporporata di lei.
Un urlo squarciò quel silenzio tombale tra tutta quella gente lì riunita da quasi tempo immemore.
Subito il piccolo corpicino venne preso nelle braccia accoglienti e tremolanti dell'uomo che ostinava a chiamare "padre"
Lei si accasciò ancora inerte sulle sue flebili ginocchia,mentre un dolore insistente e ripetitivo si cominciava a propagare per la sua testa e il fatidico dolore alla pancia,con un tempismo di un orologio a pendolo,si stava facendo risentire,più forte di prima...
Prese tra le sue affusolate dita la testolina rossiccia di suo figlio e strinse senza troppa modestia quei fili sottili che milioni di volte aveva accarezzato e avrebbe continuato ad accarezzare se solo ne avesse avuto la possibiltà.
Quella maledetta lacrima finì di solcare la guancia fredda della madre e andò a finire,per destino,sul petto del bambino,proprio sulla ferita...Il sangue oramai era dappertutto,si era mischiato anche al fango che depositava a terra,e che si trovava anche buona parte sulle mani dell'uomo di fronte a lei che piangeva e urlava come mai prima d'ora "stringeva convulsamente le sue minuscole mani" si dimenava a terra,muoveva il corpo ancora per poco in vita di "suo figlio" chiedeva disperatamente aiuto,un aiuto che purtroppo non riuscì ad arrivare in tempo per salvarlo.
Il bimbo pronunciò flebile,intento a non sprecare nulla del suo essenziale fiato << Non abbiate rancore per me...>> si fermò per inalare altro fiato,ma stava facendo uno sforzo non indifferente,così non riuscì a terminare la frase che tanto voleva continuare.Gli occhi dei genitori erano fissi nei suoi quando questi si chiusero per sempre mostrando nonostante tutto un sorriso lucente.
Gli occhi di lei,senza più gioia,senza più speranza...senza più anima,a quel punto si alzarono in cerca di qualcosa o meglio qualcuno e come incrociò quegli occhi anch'essi addolorati,colti appunto da una maliconia senza fine,quegli occhi "immensamente eterei",che avrebbe riconosciuto in mezzo a miliardi di persone,capì ulteriormente..

   
 
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