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Autore: CinderNella    24/07/2017    2 recensioni
Si sentiva un po’ stalker a guardarlo e ad annotare ogni suo comportamento da dietro un muro delle rovine di Christ Church Greyfriars – se si fosse trovata dietro a un cespuglio avrebbe potuto trovarci dell’ironia nella situazione che stava vivendo da qualche tempo – ma era parte del suo lavoro anche quella. [...] Ma, diversamente dal solito, e non perché fosse venerdì, lui si era separato dal suo gruppo di colleghi per dirigersi all’interno del giardino che portava dritto alle rovine dov’era casualmente lei: si stava proprio dirigendo verso di lei.
Resasene conto, si catapultò alla panchina più vicina per dare l’idea di essere davvero impegnata a fare qualcosa che non fosse spiarlo da lontano, ma dalla sua espressione non doveva esserci riuscita: «Mi scusi, ma lei mi sta spiando?»
Era davvero come a scuola. Stesso portamento arrogante, stesse fattezze e modo di presentarsi elegante e capelli impossibilmente biondi: eppure era completamente diverso.
«Ehm...» non sapeva che scusa formulare.
«È la quarta volta che la vedo in una settimana e in zone diverse della città. Perché mi segue?»
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Theodore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Non posso crederci nemmeno io che sono passati 5 mesi dall'ultimo capitolo che ho pubblicato. Non avrei mai voluto farvi credere che avevo abbandonato la storia, ma in tutto questo tempo non son riuscita a scrivere nulla, ero completamente senza ispirazione, pur sapendo dove sarebbe andata a finire la storia. Alla fine circa un mese fa avevo finito questo capitolo, però non mi convinceva. Alcune cose non mi convincono ancora, ma l'ho corretto e ora sono pronta a postarlo. Basta aspettare. Devo ancora scrivere il prossimo e spero di essere ispirata per iniziarlo al più presto, però per ora spero siate felici di leggere questo (e che non mi abbiate abbandonata nonostante questo ritardo inammisibile). Buona lettura!
 

Hate is a poison, love is a remedy, singing out like the sweetest of melodies
Hope is a ghost in the deepest of memories, stronger than ten of me
Fear is the enemy, in the dark and it creeps like a shark, in the coldest sea, in the deepest part
But hope is the beat in the oldest heart
A hand in a hand and a brand new start.

Draco e Hermione erano arrivati appena un quarto d’ora prima delle tre al municipio di Marylebone credendo di essere in ritardo: oltrepassata l’entrata si resero conto della mancata presenza di un pezzo fondamentale della cerimonia.
Raggiunsero il gruppetto familiare alla sinistra dell’atrio trovandovi Theo, Luna, Angharad, Daphne, Charlie e anche George: ma non c’era alcuna traccia di Blaise e Ginny.
«Buon pomeriggio. Sono pressoché certo che manchi qualcuno» esordì Draco, guardando tutti i presenti «Inoltre: Angharad, Daphne, perché diamine siete venute con i maglioni natalizi già addosso?» sgranò gli occhi in direzione del maglione rosso con la renna Rudolph di Daphne e di quello blu con un paesaggio natalizio innevato completo di lucine che si illuminavano a intermittenza di Angharad. Daphne roteò gli occhi platealmente, degnando Draco di una risposta solo dopo qualche secondo: «Avevo la festa dei maglioni natalizi brutti a lavoro, d’accordo?»
«E io amo solo troppo il mio maglione e lo utilizzerò fin quando nataliziamente possibile.» aggiunse Angharad, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
«Beh, ma mi sembra giusto: voi “testimoni” dovete essere quelli più eleganti» intervenne George Weasley, indicando i quattro diretti interessati: Draco, Theo, Luna e Hermione gli rivolsero occhiate perplesse.
«Ma dove sono precisamente gli sposini?» domandò Hermione, guardandosi ansiosamente intorno.
«Arriveranno, arriveranno...» rispose immediatamente Luna, con fare tranquillo.
«Spero solo in tempo per la cerimonia.» ribatté Hermione, a tratti indispettita. Draco le strinse impercettibilmente la mano per qualche secondo e lei inspirò profondamente: aveva ragione, non aveva di che preoccuparsi, sarebbero arrivati.
«Eccoli!» esclamò Angharad «Guarda, Daph, non siamo le uniche ad aver scelto un maglione!»
«Angh, maglione natalizio e lupetto non sono la stessa cosa...» la corresse Blaise, che li aveva appena raggiunti mano nella mano con Ginny.
«Sì, ma tu ti stai sposando.» continuò Angharad, annuendo platealmente. Gli sguardi perplessi di Theo e Draco davano manforte alla tesi della loro amica: soprattutto perché loro due si sentivano dei pinguini in giacca e camicia.
«Cosa posso dire, sto meglio in total black.» rispose Blaise, rivolgendo un sorriso malefico ai tre amici ancora lievemente allibiti.
«Ha ragione, sta meglio così.» convenne Ginny, annuendo e supportandolo «Su, futuro sposo, andiamo a sposarci di nascosto dalle nostre famiglie!»
«Sissignora!» rispose Zabini, mimando un saluto militare con la mano libera a riprendendo a camminare insieme alla futura moglie, aprendo la fila al gruppetto di amici.
«Sono così contenta di non esser elegante!» commentò Angharad, osservando il corto vestito svolazzante color panna di Ginny e battendo il cinque a Daphne, che aveva appena alzato una mano nella sua direzione: Charlie, di tutta risposta, scosse la testa, ormai arresosi alle stranezze di quelle due.
«Ma sono sempre così?» chiese George, rivolgendosi al fratello maggiore. Charlie annuì: «La cosa peggiore è che mi stanno anche contagiando.»
«Oh, wow. Non immagino come debba essere stare a casa con tutte e due.» annuì George, sogghignando.
«Non è male. È peggio se porto un... animale a casa da lavoro e Angharad inizia a giocarci, ma per ora è ancora viva, quindi immagino di doverle dare un po’ di credito.»
«Weasley, vedi che ti sento!» lo riprese la babbana in questione, lanciandogli un’occhiata da sopra la spalla «E per vostra informazione sono bravissima con tutte le creature, magiche e non!»
«Shhh!» esplosero tutti i presenti, così da ricordare immediatamente ad Angharad la potenzialmente pericolosa mancanza d’attenzione appena mostrata: «Ops.»
«Muoviamoci, Jernigan, che siamo in ritardo!» dichiarò Draco, a distanza di qualche passo, riportandola all’ordine poco prima di svoltare l’angolo mano nella mano con Hermione.


Quando entrarono, la ministrante era già presente: «Siamo tutti?» dopo aver colto il cenno di entrambi gli sposi, riprese pratica a parlare «Perfetto, prendete posto.»
«Buon pomeriggio, signore e signori, e benvenuti all’antico municipio di Marylebone per il matrimonio di Ginevra Molly Weasley e Blaise Zabini.» la donna sembrò sul punto di aggiungere un’imprecazione infelice per via dei nomi che, a quanto pareva, sembrava ritenere degli scioglilingua.
«Mi chiamo Catherine Rawlings e rappresento il borgo londinese di Westminster. Con me c’è l’archivista che si occuperà di registrare gli atti per il futuro.» la maggior parte dei presenti si rese conto della presenza dell’archivista in questione solo dopo l’annuncio di tale Rawlings: era seduto a una scrivania e sembrava scomparire nello sfondo «Devo prima di tutto render noto che il luogo dove siamo raccolti è stato debitamente approvato dalla legge al fine d’essere utilizzato per la celebrazione di matrimoni, e che se qualcuno tra i presenti fosse a conoscenza di qualsiasi ragione legale per la quale queste due persone non possano unirsi in matrimonio dovrebbe dichiararlo ora.»
Draco inarcò un sopracciglio, attirando l’attenzione di Hermione che gli rivolse un’occhiata perplessa, alla quale il biondo rispose scuotendo la testa e con un cenno che le fece intendere che gliel’avrebbe detto dopo.
«Perfetto.» dichiarò nuovamente la portavoce, non appena fu certa dell’assenza di risposte; poi si voltò verso Blaise «Vuoi tu prendere come legittima sposa Ginevra Molly Weasley, e amarla, esserle fedele e leale per il resto della vostra vita coniugale?»
Draco si rese conto di non essere l’unico a guardare intensamente Blaise – che dal canto suo aveva occhi solo per Ginny: anche Theo aveva un’espressione divertita in viso mentre aspettava una delle fatidiche risposte di quella giornata.
«Lo voglio.» Si dovettero entrambi trattenere dall’applaudire e fare già festa, consci del fatto che quella Catherine Rawlings li avrebbe probabilmente uccisi se l’avessero fatto.
La donna si rivolse allora a Ginny: «Vuoi tu prendere come legittimo sposo Blaise Zabini, e amarlo, essergli fedele e leale per il resto della vostra vita coniugale?»
Anche Ginny guardò Blaise prima di rispondere, e gli sorrise: «Lo voglio.»
«Bene. Prima che vi uniate in matrimonio è mio dovere ricordarvi che i voti che state per scambiarvi sono di natura solenne e vincolante. Il matrimonio in questo paese è l’unione esclusiva di due persone che scelgono volontariamente di stare insieme, negandosi a tutti gli altri*.  Oggi scambierete i voti che vi renderanno marito e moglie. Ciò che pronuncerete sono parole formali, nonché una pubblica dichiarazione del vostro amore, e una promessa di impegnarsi l’uno nei confronti dell’altro per il resto della vostra vita. L’obiettivo del matrimonio è che possiate sempre amarvi, prendervi cura l’uno dell’altro e supportarvi a vicenda nella buona e nella cattiva sorte, e che il vostro amore possa far crescere sempre la vostra relazione, rendendola ricca di dedizione perenne e continua.»
La Rawlings prese fiato solo dopo aver finito di leggere quel lungo paragrafo, e Angharad la osservò attentamente: ma era l’unica che s’era accorta della voglia eccessiva di quella donna di fare qualsiasi altra cosa in quel momento che non fosse sposare quei due? Rivolse un’occhiata a Daphne e Charlie, ma entrambi guardavano gli sposi con fare quasi sognante: ai matrimoni le coppie rincretinivano, questo lei l’aveva sempre sostenuto.
«Adesso vi chiederò di dichiarare che non siete a conoscenza di alcun motivo legale per il quale non potreste sposarvi.» si voltò leggermente verso Blaise per fargli intendere che sarebbe stato il primo: «Ripet—
Ma Zabini fu più veloce: «Dichiaro solennemente di non essere a conoscenza di alcun impedimento legale per il quale io, Blaise Zabini, non possa essere unito in matrimonio a Ginevra Molly Weasley.»
La ministrante sembrava notevolmente indispettita da quell’educata ribellione alla formula che avrebbe previsto che li accompagnasse, ma scelse di lasciar correre e di fargliele pronunciare da soli.
«Dichiaro solennemente di non essere a conoscenza di alcun impedimento legale per il quale io, Ginevra Molly Weasley, non possa essere unita in matrimonio a Blaise Zabini.» Hermione guardava Ginny e si rendeva sempre più conto di quanto sprigionasse felicità e luce propria da tutti i pori. Era contenta, e lei era altrettanto contenta per lei.
Catherine Rawlings sembrava particolarmente contrariata anche dalla formula successiva, e lo rese noto espirando l’aria appena inspirata con meno compitezza del solito: «Lo scambio degli anelli rappresenta una promessa d’amore eterna, nonché una pubblica dichiarazione che il contratto tra Blaise Zabini e Ginevra Molly Weasley sarà onorato. Volete pronunciare anche questa parte da soli?» chiese poi ai due sposi, che annuirono: la sua reazione fu un verso quasi esasperato, ma sembrò contenerlo al meglio voltando la pagina del suo libro delle formule di matrimonio.
Blaise prese uno degli anelli che Theo gli aveva porto e lo infilò all’anulare sinistro di Ginny: «Ti offro quest’anello come simbolo della nostra vita coniugale, e chiedo a tutti i presenti di testimoniare** che io, Blaise Zabini, prendo te, Ginevra Molly Weasley, come mia legittima sposa per amarti, esserti fedele e leale per il resto della nostra vita coniugale.»
Ginny prese l’anello rimanente e lo infilò all’anulare sinistro di Blaise: «Ti offro quest’anello come simbolo della nostra vita coniugale, e chiedo a tutti i presenti di testimoniare che io, Ginevra Molly Weasley, prendo te, Blaise Zabini, come mio legittimo sposo per amarti, esserti fedele e leale per il resto della nostra vita coniugale.»
La ministrante si esibì in quello che doveva essere il primo sorriso sincero – e a trentadue denti – dall’inizio della cerimonia, e riprese a parlare: «Blaise Zabini e Ginevra Molly Weasley, avete fatto le proclamazioni previste dalla legge e stretto un contratto solenne e vincolante l’uno con l’altra in presenza dei vostri testimoni, delle vostre famiglie e amici, e a nome mio e del borgo di Westminster sono lieta di dichiararvi marito e moglie. Congratulazioni!» la Rawlings ora sembrava in palese visibilio, e non per il bacio scambiato dagli sposi e neanche per il boato di applausi e congratulazioni che aveva seguito la fine della cerimonia «Signore e signori, così si conclude la cerimonia di matrimonio. Per favore, rimanete seduti mentre gli sposi firmano il registro.» dichiarò la donna, per poi aggiungere a bassa voce «E finalmente me ne vado!»
Aveva già fatto tre passi in direzione dell’uscita, quando l’archivista si schiarì la voce, richiamandola all’ordine: al che la donna gli rivolse un’occhiataccia, ma lo raggiunse nonostante tutto per gli ultimi dolorosi – almeno per lei, che voleva tornare a casa a preparare il cenone della vigilia di Natale – momenti di quella cerimonia.
E mentre quei quattro erano alle prese con i registri, gli altri ignorarono platealmente le intimazioni della stanca e seccata ministrante e si accalcarono, in piedi, alle spalle degli sposi, pronti ad assalirli con le loro congratulazioni e abbracci non appena terminata la faccenda delle firme.
Quando Catherine Rawlings*** concluse l’ultima cerimonia di quell’anno – almeno di quelle che avrebbe pronunciato lei – e riuscì a districarsi tra i baci e gli abbracci di quell’affettuosa e fastidiosa – come lo erano tutte in questi casi –  combriccola, poté tirare un sospiro di sollievo: e, finalmente, dopo decine di secondi, riuscì a raggiungere l’entrata e uscire da quella sala per poter tornare finalmente a casa.

Dopo aver approfittato delle poche decine di minuti di sole che avrebbero ancora avuto quel giorno per fare diverse foto – babbane – a Regent’s Park – tutta opera di Angharad, che aveva platealmente reso noto che l’esser la loro personale fotografa per quella giornata sarebbe stato il suo regalo di matrimonio alla coppia – l’intero gruppo finì al World’s End a bere e festeggiare per buona parte del pomeriggio, prima di trasferirsi finalmente a casa di Draco per l’ora di cena. E quando ci arrivarono, George non li aveva ancora lasciati.
Aveva guardato un paio di volte l’orologio che portava al polso sinistro, ma l’alcol li aveva resi più brilli e gioviali del solito – eccetto per i futuri sposi: l’una doveva evitare l’alcol per il bene della prole, e l’altro per il suo: Ginny non l’avrebbe lasciato intero, probabilmente, se fosse stata l’unica a non bere; e poi Blaise voleva darle manforte, sopportarla e supportarla, e non solo perché si erano appena sposati: in quei tre mesi era già stata non poco male e il peggio sarebbe ancora dovuto venire, quindi voleva fare qualsiasi cosa in suo potere per non farla sentire sola e scoraggiata, soprattutto perché il duro lavoro fisico sarebbe spettato a lei – e stavano meditando su cosa ordinare per cena, se pizza, sushi o tex-mex – che non sapeva con precisione cosa fosse, ma l’avrebbe chiesto a Charlie, Ginny o alla peggio a Daphne – quindi non se la sentiva di rompere l’ordine normale delle cose, o almeno quello che sembrava essere quella discussione sul cibo, per dichiarare che sarebbe dovuto tornare a casa. E la birra era davvero buona.
«Io direi di metterla ai voti: ognuno ha avuto l’opportunità di elencare i pro e i contro di queste cucine, ora si è fatta una certa ora e vorrei evitare di far arrivare il cibo alle dieci di sera. Votiamo per alzata di mano?» il padrone di casa aveva preso parola e George doveva dire che era molto compito – ma quello lo era sempre stato, o almeno, immaginava lo fosse, con i suoi simili – e anche... rilassato. Era molto diverso dal Draco Malfoy che ricordava, e questo lo stupiva ogni volta che sua sorella o Charlie gli parlavano di lui.
«Io ho diritto a due voti! Anche perché non sono del tutto certa che le voglie di cibo siano dettate solo dalla mia volontà, ecco.»
«Penso sia ancora scientificamente impossibile che il bebé ti faccia capire qualcosa, ma lo lasciamo correre per la tua nausea perenne.» commentò Angharad, sfregando un indice contro il suo mento.
«Ecco, sì!» esclamò Ginny, vittoriosa.
«E due voti per Ginevra siano.» dichiarò Malfoy, che sembrava si stesse divertendo a fare il mediatore. Aveva anche appena fatto una pausa scenica eccessivamente lunga prima di riprendere a parlare «Per alzata di mano, chi vuole il sushi?»
Luna, Daphne e Angharad alzarono la mano, nettamente in minoranza. Le ultime due rivolsero un’occhiataccia a Charlie subito dopo il voto, che fece spallucce.
«Per il tex-mex?» chiese Draco, divertito: alzarono la mano solo Theo e Charlie, con il supporto morale di Blaise che avrebbe votato per la scelta di Ginny, nonostante avesse voglia di messicano.
«E per la pizza?» domandò infine Draco, sfregandosi le mani tra loro: le mani di Ginny – entrambe – Blaise e Hermione saltarono in alto, dichiarando automaticamente il vincitore «Pur essendo inutile, al momento, sono per la pizza anche io. Franco Manca****, siamo pronti!»
Solo dopo qualche istante si rese conto dell’astensione di George: «Tu rimani neutrale?»
George quasi sobbalzò, sentendosi chiamato in causa: «Non conosco bene gli ultimi due, quindi sceglierei loro. Ma non ho votato perché non posso rimanere, sono stato già troppo tempo lontano dal negozio e da casa...»
«Ah, già, ti ho costretto a non dire nulla a Ron.» dichiarò Ginny, che si era momentaneamente dimenticata della posizione del fratello più restio a tutto quello.
«Crede che sia dai fornitori. Ma sarebbe assurdo passarci... ormai cinque ore. Quindi devo salutarvi.» George si alzò in piedi e Draco e Angharad lo seguirono: i tre si guardarono perplessi.
«Vado io, Dra’. Tu vedi di chiamare e prenotare le pizze.» il tono era perentorio. Angharad affamata diventava particolarmente dittatoriale.
«Okay...» rispose Draco, titubante: Angharad e la fame erano un connubio che ancora lo rendeva inquieto. Era stato testimone di certe scenate che erano terminate soltanto nel momento in cui l’amica aveva messo qualcosa nello stomaco.
«Signori e signore, ci vedremo tutti domani! Buona vigilia di Natale!» salutò George, seguendo Angharad verso le scale dopo aver ricevuto i saluti di tutti, sovrapposti cacofonicamente l’uno sull’altro.
Arrivati alla porta d’ingresso, Angharad la spalancò: «Ti giuro che non sto cercando di cacciarti, ma ho davvero fame.»
«L’avevo capito dallo sguardo terrorizzato di Draco.» annuì George Weasley, che si rese conto solo dopo dieci secondi buoni di aver chiamato Malfoy con il suo nome. Cose davvero strane erano accadute quel dì.
«Sì, fa bene ad avere paura.» il tono di Angharad sembrava quasi minaccioso «Beh, a domani George! Buon ritorno a casa e buon Natale!»
«Buon Natale, bestia affamata!» rispose George, scherzoso, beccandosi un’occhiata perplessa da parte della ragazza gallese che chiudeva la porta.
Quando Angharad scese al piano di sotto, trovò tutti i pacchi regalo in mezzo alla stanza: «Ehi, non mi avete aspettato!»
«Non li abbiamo mica aperti!» ribatté Draco, sulla difensiva «E non preoccuparti, ho già chiamato: dovrebbero arrivare tra quaranta minuti.»
«Spero per la tua dispensa che il tuo regalo a me sia davvero interessante.» commentò allora l’amica, rivolgendogli un’occhiata per nulla entusiasta.
«Come sempre, Jernigan, come sempre! E se prendi il tuo posto troverai lì davanti i tuoi!»
Angharad si risedette tra Luna e Daphne, sul tappeto: effettivamente c’era una piccola montagnetta di regali sul tavolino.
«Allora, per qualcuno di voi è la prima volta: dovete necessariamente aprire per primo il pacco rettangolare e morbido. Poi gli altri, nell’ordine che preferite.» spiegò Draco, con un sorrisetto compiaciuto: Hermione sorrideva nella sua direzione e scuoteva la testa, ma aveva già sulle gambe il pacco regalo in questione. Ma per lei sarebbe stato più divertente osservare le reazioni degli altri, sapeva già qual era il suo maglione.
Anche Blaise sembrava pensarla come lei: non aveva iniziato ad aprirlo e stava guardando attentamente alla sua destra, dove Ginny lo apriva con cautela e interesse.
«Oh! Grazie, Draco, è stupendo!» esclamò Luna, alzandosi in piedi e abbracciando il suo maglione verde con il disegno sul davanti che la faceva sembrare un elfo di Babbo Natale. Poi abbracciò anche Draco, che era contento, ma si sentì anche lievemente stranito. Era solo un maglione dopotutto.
«Malfoy, mi stai dando della balena?» irruppe Ginny, posandosi sul davanti il maglione rosso con i vestiti di Babbo Natale disegnati sopra.
«Non oserei mai, Weasley. Ma Babbo Natale è il protagonista del Natale, l’ho scelto ovviamente per quello!»
«Mh, ti sei salvato in calcio d’angolo.» commentò la rossa, seguendo l’amica e indossando anche lei il suo nuovo maglione dopo aver abbracciato il padrone di casa.
Hermione a quel punto l’aveva già scartato e indossato, e gli stava rivolgendo un sorriso consapevole: «Non me l’aspettavo proprio, guarda.»
«Sì, lo so...» Draco roteò gli occhi, ma aveva già deciso che per il Natale successivo l’avrebbe scelto da solo il maglione per lei: sarebbe stata una sorpresa, come doveva essere. Hermione gli baciò una guancia subito dopo «Grazie, comunque.»
«Prego.» rispose a bassa voce, e Hermione avrebbe giurato che quel rossore sulle sue guance non fosse dovuto al caldo o all’alcol.
«Grazie, Draco! La renna qui sopra è stupenda!» la reazione di Charlie era terribilmente simile a quella di Luna: sapeva che ci avrebbe azzeccato con il maglione con la renna.
«Sono contento che ti sia piaciuto.» c’era una nota d’imbarazzo nella voce, ma Draco non era abituato ad abbracciare tutte quelle persone, e soprattutto, tante persone nuove: erano solo lui e i suoi quattro amici, di solito.
«Wooow, non appena sputo fuori la bestiolina userò tutto sicuramente!» Ginny aveva già aperto un paio di regali e ringraziato i rispettivi mittenti, ma ora stava esaminando la sua nuova attrezzatura da tennis «Grazie, Malfoy!» aveva alzato una mano nella sua direzione, e Draco batté il cinque poco dopo.
Anche gli altri stavano scartando i regali, e Draco tirò un sospiro di sollievo: quella serata stava andando meglio del previsto.





*La frase in lingua originale era abbastanza problematica, quindi ho scelto di renderla così
**Originariamente è “to witness”, quindi “esser testimoni”, ma non sapevo come girare la frase e renderla comunque solenne quindi MEH
***Non so se avete visto l'ultimo Bridget Jones in cui lei è incinta. Bene, la sua dottoressa la fa Emma Thompson e quel personaggio per me è lei. Catherine Rawlings è lei. E il cognome Rawlings è ovviamente un omaggio alla Rowling.
****Franco Manca è una pizzeria italiana che è davvero a Londra, ce ne sono tante di sedi ma io sono andata a quella di South Kensington e ho mangiato una delle migliori pizze napoletane della mia vita. Se passate da Londra, andateci!
  
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