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Autore: Purelove    14/06/2009    13 recensioni
Edward, Alice e Emmet sono fratelli e per di più sono i principi della famiglia reale italiana.
Per la loro condotta vengono spediti in America, a Forks, per riscattarsi dalle bravate commesse sul suolo italiano, lontano dai lussi e dalle tentazioni, ma a Forks, i ragazzi continuano a comportarsi come prima vista l'assenza di paparazzi pronti ad immortalarli in ogni istante della loro vita...ma un incontro con una ragazza del posto può far cambiare i modi del principe ereditario?
Tutto inizia da una scommessa fatta tra i cinque ragazzi che li porterà a dividersi e fare di tutto pur di vincere ed è da questo gioco che forse si può trovare il vero amore ma come può nascere quando è stato costruito su pilastri instabili a causa di un gioco?
Perché alla fine si sà che prima o poi tutto viene a galla...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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XXX

Pensavate di liberarvi di me tanto facilmente???? no no...ecco il secondo capitolo! sono stata contentissima di leggere i vostri commenti sul primo e spero di non deludere le vostre aspettative con questo! ma mi rimando al vostro giudizio anche se devo dire ke mi sono divertita tantissimo a scrivere questo capitolo!

Adesso do un bacione enorme a tutti voi e me ne vado a studiare (maledetta Università!! argh!)

-vale-

 

 

EDWARD:

Non arrivavamo più. E’ una vera e propria tortura. Tutte quelle ore di viaggio…mi veniva la nausea solo a pensarci.

I nostri l’avevano escogitata fin troppo bene. Ci stavano facendo pregustare quello che stava per essere il nostro inferno. L’Inferno, quello reale, doveva ancora arrivare.

-Se ci tenete alla vita non guardate fuori dal finestrino…-dice sconsolata Rosalie posando il mento sulla mano. Ovviamente tutti abbiamo guardato fuori dai finestrini della limousine e quello che potevamo vedere era solo verde. Verde, verde, verde, muschio e….pioggia.

-Che merda…-sbotta mio fratello prendendo un altro bicchiere di brandy.

Ha fottutamente ragione. Penso che i nostri genitori vogliano veramente mandarci in un paesino del cazzo.

-Per quanto durerà questa tortura?-chiede Alice già preoccupata mentre si agita sul sedile.

-Non è stato specificato…-mormoro stufo del solito paesaggio. Dopo un ponte iniziamo a vedere più case e notiamo più macchine venirci incontro.

-Oh! La civiltà!-dice Jasper indicando un paio di boscaioli del luogo.

-Che posto del cazzo…-commenta Emmet dando un’altra sorsata.

-Ragazzi…dovete pensare che potremmo fare più cazzate se il paese è così piccolo!-dico cercando di sollevare il nostro morale che è fottutamente sotto i piedi di tutti noi.

La limousine esce nuovamente e la vegetazione torna a fare da padrone.

-Eh no!-diciamo in coro per la delusione, avevamo veramente pensato che fossimo finalmente arrivati.

Improvvisamente la limousine gira a destra verso una strada neanche ben segnalata e dopo essere passati in mezzo ad una specie di bosco arriviamo a quella che pensiamo essere la nostra nuova casa. È una villa in stile vittoriano, un po’ bassa per i nostri standard ma è meglio non lamentarsi in questa situazione.

-Giuro che se non trovo nemmeno una moto mi incazzo da morire. -dice mio fratello scendendo dalla limousine e dirigendosi verso il garage.

Mentre Jasper tira giù le valigie dal bagagliaio mi guardo intorno.

-Siamo veramente in culo ai lupi qui…-mormoro. Mia sorella si avvicina con le braccia incrociate.

-Ci hanno fottuto alla grande!-commenta Alice.

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-

Non ci voltiamo neanche. L’urlo disperato era quello di nostro fratello, probabilmente il papy non ha mandato le moto. Spero solo in qualche macchina decente.

Sospirando Alice va verso il garage e io la seguo con le mani nelle tasche dei pantaloni. Appena entriamo vediamo tre macchine: una jeep bianca, una Mercedes rossa e una volvo grigia metallizzata.

Volvo! Mia!

-Su dai…non fare così!-dice Rosalie cercando di tirare su di morale Emmet.

-Domani te ne compro una nuova dai…-gli dico mentre accarezzo il design della mia nuova macchina. Bella, mi piace troppo.

-Ci puoi giurare!-commenta mio fratello. Se non piange è solo questione di tempo.

Entriamo in casa dal garage. Stile moderno, essenziale. Evidentemente Esme ha paura che li distruggiamo la casa.

I nostri occhi vengono attirati da una busta bianca.

-Nooo…anche qui ordini supremi dal capo!-dice mio fratello rigirando la lettera tra le sue manoni.

“Cari miei disgraziati figlioli…”

Esme…

“Iniziamo con le comunicazioni di servizio:

1-Sì Emmet…non ci sono moto in garage. Tuo padre ti vuole tenere lontano dalle corse clandestine e l’abbiamo fatto per te. Per non indurti in tentazione.”

-Oooh…tentazione…tanto ci ricadrò molto volentieri appena ritrovo la vera civiltà!-commenta Emmet fermandosi.

“2- Se distruggete la casa vi ammazzo con le mie stesse mani. Mi sta a cuore quella casa e se le fate anche solo un minimo graffio non sarete al sicuro in nessun posto al mondo. Non scapperete alla mia ira. Non potrete chiedere asilo in nessun paese perché manderei i servizi segreti a recuperarvi. Non sarete al sicuro in nessuno posto, nemmeno sulla Luna. La mia ira cadrà su tutti voi.”

-Ok. Non sta scherzando…-commenta Jasper rabbrividendo. Lui ha già avuto un assaggio della furia di mia mamma quando ha fatto cadere, perché era sbronzo, un vaso cinese a cui era particolarmente affezionata.

“3-Siete stati iscritti ad una scuola pubblica. Basta insegnanti privati, dovete scontrarvi con la realtà.”

-Addio pacchia!-dice Rosalie sedendosi sullo sgabello della cucina.

-Ma va! Le pagelle arrivano per posta a casa. Chi vuoi che le veda?-commenta Jasper alzando le braccia divertito.

“4- Tutte le vostre pagelle saranno spedite a corte quindi non la potrete passare liscia…”

-Cazzo! Hanno pensato proprio a tutto!-dico scioccato.

-Stavolta non scherzano. Siamo proprio nella merda.-commenta mia sorella.

-E non è finita qui…ci ricorda che se facciamo qualsiasi cazzata i conti verranno bloccati. -continua Emmet dando una breve occhiata al resto della lettera.

Istintivamente tutti e cinque rabbrividiamo, se ci fosse stato l’autista l’avrebbe fatto sicuramente anche lui.

Il silenzio cala.

-Allora usciamo a vederci sta cazzo di città?-dice allegro mio fratello buttando nel fuoco la lettera di nostra madre.

-Ovvio! Ma prima devo andare a prendere la mia Gucci!-

-Alice…Muoviti…-la richiama Jasper prendendola per un braccio e trascinandola di nuovo verso il garage.

Le chiavi sono appese al muro, io mi precipito a prendere il mazzo della volvo. Sorrido della mia conquista.

Emmet si catapulta sulla Jeep insieme a Jasper mentre Rosalie e Alice prendono la decappottabile rossa.

-Tanto per non inquinare vero?-le rimbecco. Solo soletto mi metto alla guida.

Il motore è una cosa stupenda.

Abbasso il finestrino per parlare con mio fratello.

-Dove ci porti?-gli chiedo mentre vedo sul suo viso formarsi un largo sorriso.

-Sono esattamente le nove di sera. Direi che un pub farebbe al caso nostro…-mi risponde e incomincia ad uscire dal garage. La macchina con mia sorella e Rosalie stanno dietro di lui mentre io chiudo la fila. Passiamo per il paese e gli occhi mi cadono sul cartello: BENVENUTI A FORKS!

Benvenuti un corno!

Merda di paese! Giriamo praticamente in tondo. Niente di niente. Niente che faccia al caso nostro. Il cellulare nella mia tasca vibra. Emmet.

-Sono stati veramente bravi…lo devo ammettere!-commenta Emmet abbastanza incazzato riferendosi ai nostri genitori.

-Proviamo ad andare più avanti. Magari troviamo qualcosa.-

Detto questo chiudiamo la chiamata e ci mettiamo alla ricerca di una città più grande nei paraggi. Le macchine scorrono veloci e per una benedetta volta non ci sono paparazzi al nostro seguito.

Dopo un’ora su una fottutissimo strada stiamo per perdere la speranza ma come una visione di un oasi nel deserto iniziamo a vedere le luci di una città.

-Qui si che si inizia a ragionare. -mormoro ingranando la quarta.

Emmet ci porta più in dentro ed effettivamente finalmente troviamo un locale che sembra fare proprio al caso nostro.

Parcheggiamo e insieme entriamo nel locale. Le luci sono soffuse. È una mezza discoteca.

-Stasera offri tu Eddy!!-dice Emmet dandomi una pacca sulla schiena.

Ci mettiamo al bancone e ordiniamo da bere. Sento molti occhi puntati su di noi come capita spesso. Mi volto lentamente e dalla parte opposta a dove siamo noi vedo un gruppo di ragazzi.

Al centro c’è un ragazzo. Capelli biondi, fisico atletico, sarà il classico giocatore di football. Intorno a lui dei ragazzi abbastanza anonimi e poi la vedo. Una ragazza che mescola il suo drink con nonchalance per poi passarsi il dito sulle labbra. Terribilmente eccitante. Alza lo sguardo e mi perdo in due pozze cioccolatose. È veramente una bella ragazza.

-Non ti cagherà mai…-commenta Rosalie notando il mio interesse.

-Caro Eddy qui nessuno sa chi sei…-dice Emmet avvicinandosi con una birra in mano.

-Vuoi dire che tutte le ragazze ci stavano solo perché sapevano che ero un principe?-

immediatamente mi sento quattro paia di occhi puntati addosso.

-Non era ovvio?-dice Jasper.

-Quindi io non avrei nessuna speranza con quella solo perché non sa che sono un principe?-chiedo di rimando intuendo già la mia prossima mossa.

Loro annuiscono con gli occhioni fuori dalle orbite.

-Scommetto che quella ragazza cadrà ai miei piedi senza che sappia niente!-dico tendendo la mano a mia sorella. Con lei è uno spasso scommettere.

-Ci sto. Qui non si parlerà di giochi puliti…qui ognuno userà le proprie armi. -dice stringendo la mia mano con sguardo maligno.

-Uno di noi dovrà fare l’arbitro…-commento guardando il resto della truppa.

-Io me ne tiro fuori. Tu sei il prossimo re d’Italia e lei la mia futura moglie…-dice Jasper alzando le braccia.

-Perfetto! Tu sarai il giudice della gara!-dico mentre sulle labbra di Alice si forma un sorriso.

-Io prendo Emmet.-esclamo prima che lei possa sceglierlo. Rosalie si stanca presto di queste cose e non collabora.

-Io Rosalie…-dice mia sorella…sconsolata? Bene…

-Scadenza?-domando.

-Per tutto il tempo che staremo qui. Non abbiamo limiti di tempo. -risponde mia sorella dando delle brevi occhiate alla ragazza.

Riprendo a bere la mia birra fissando la ragazza che arrossisce.

-Non sarà così difficile come pensavo…-commenta Emmet dandomi una pacca sulla spalla.

-Lo spero…-dico dando un altro sorso alla birra.

 

 

   
 
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