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Autore: Kim WinterNight    24/07/2017    4 recensioni
DAL TESTO:
"Jared, all'improvviso, si accorse che avevamo un'osservatrice e colse al volo l'occasione per rivolgerle uno dei suoi soliti sorrisetti da iena intenta nella caccia. Nel frattempo aveva smesso di suonare e si era concentrato completamente sulla nuova arrivata.
Lei parve imbarazzata e si scostò qualche ciocca di capelli ramati dagli occhi. «Scusate, me ne vado subito!» esordì, indietreggiando di un passo."
Un altro esperimento, ma non un sequel né l'inizio di una long, semplicemente... una sbirciata "dall'altra parte", da un altro punto di vista.
Rivistazione di "Soundcheck" con qualche elemento in più, spero vi piaccia :3
♥ TERZA CLASSIFICATA al contest "Dall'altra parte" indetto da milla4 sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ReggaeFamily

Soundcheck II




Finii di montare l'ultimo piatto della batteria e osservai il mio operato con occhio critico, controllando che ogni singolo pezzo fosse al suo posto e alla giusta distanza rispetto agli altri.

Mi guardai intorno e incrociai la figura affaticata di Jared: stava ancora trasportando il suo amplificatore sul portico del chiosco e sembrava che questo pesasse una tonnellata. Josh, dietro di lui, teneva tra le mani la chitarra di entrambi, lamentandosi per la pigrizia del nostro amico.

«Ehi spilungone, perché non ci dai una mano anziché contemplare la tua batteria neanche fosse in oro zecchino?» mi apostrofò Jared, posando a terra l'amplificatore e asciugandosi il sudore dalla fronte con un gesto sbrigativo della mano.

«Stavo lavorando fino a ora, che vuoi?» borbottai, senza muovermi di un millimetro.

«Datevi una mossa e smettetela di litigare come dei bambini» tagliò corto Lilith, camminando a passo spedito; si fermò solo quando si ritrovò nel punto in cui riteneva di potersi sistemare con il suo basso e l'asta del microfono.

Il gestore del locale si affacciò dall'interno del chiosco in legno chiaro e ci lanciò un'occhiata interrogativa. «Qualche problema?» domandò.

«Tutto a posto, amico. Può portarci un paio di birre? Qua fuori fa un caldo pazzesco» replicò Jared, indirizzandogli un sorriso.

L'uomo annuì appena e rientrò, lasciandoci a sistemare i nostri strumenti.

Con un sospiro, frugai nel mio zaino e ne estrassi una bottiglietta d'acqua ormai bollente. Ne buttai giù qualche sorso e il mio viso si distorse in una smorfia. «Sembra brodo di pollo» commentai, lanciando nuovamente l'oggetto al suo posto.

«Ragazzi, ce la facciamo entro oggi?» si spazientì Josh, che nel frattempo era andato a recuperare il suo amplificatore. Si adoperò subito per montarlo, ma presto fu costretto a dare una mano anche a Jared, il quale compiva gesti lenti e tremendamente esasperanti.

Mi sedetti sullo sgabello dietro alla batteria e mi chinai per cercare un paio di bacchette nello zaino. Cominciai a suonare un ritmo semplice, in quattro quarti, giusto per scaldarmi un po' e testare i suoni di piatti e tamburi.

Ben presto cominciai ad annoiarmi, così presi a eseguire dei passaggi e improvvisare, facendo così un gran baccano.

Lilith si voltò a guardarmi e sorrise, per poi accompagnarmi con una complicatissima linea di basso. «Dove lo troviamo un batterista più forte di lui?» esclamò, poi smise di suonare e si concentrò sul microfono. Regolò l'altezza dell'asta e frugò nel suo borsone alla ricerca del cavo per poterlo collegare all'amplificatore.

«Lo abbiamo trovato nelle patatine, cosa vuoi che sia?» mi schernì Jared, decidendosi finalmente a sistemarsi la chitarra a tracolla.

«Tu invece vieni dritto dritto dalla discarica. Pensa te che acquisto interessante per la nostra band» commentai in tono piatto.

«Basta, siete due idioti! Roland, parti con il primo brano, Fingers» mi incitò Lilith, mentre Josh se la rideva.

Sospirai e partii con il ritmo in levare che dava il via al brano in questione, uno dei pochi che eravamo riusciti a comporre da quando suonavamo insieme. Lilith entrò dopo quattro battute con il basso e Josh le andò subito dietro, mentre Jared si inserì poco dopo con la chitarra, solo dopo aver ricomposto il suo codino e aver lanciato un'occhiata verso l'ingresso del locale. Probabilmente aspettava ancora la sua birra, ma il gestore sembrava essersi scordato di noi.

Sollevai per un attimo gli occhi dal mio strumento e mi accorsi che qualcuno mi osservava: una ragazza era ferma sul bordo del portico in cui ci trovavamo e teneva i suoi occhi chiari su di me; non riuscivo a scorgerne il colore esatto, anche perché lei li distolse in fretta e si concentrò sul resto dei miei compagni di band.

Continuammo a provare senza sapere neanche cosa stessimo facendo, era come se ci fossimo distratti e ci fossimo improvvisamente ritrovati a suonare a caso, ma sempre senza scomporci troppo o andare fuori tempo.

Lilith si accostò al microfono e disse: «Ragazzi, muoviamo il culo. Stanotte ci aspetta un'esibizione incredibile, dobbiamo spaccare tutto». Aveva utilizzato il suo solito tono caldo e sensuale, quello che ai maschietti che ci seguivano piaceva tanto.

Jared, all'improvviso, si accorse che avevamo un'osservatrice e colse al volo l'occasione per rivolgerle uno dei suoi soliti sorrisetti da iena intenta nella caccia. Nel frattempo aveva smesso di suonare e si era concentrato completamente sulla nuova arrivata.

Lei parve imbarazzata e si scostò qualche ciocca di capelli ramati dagli occhi. «Scusate, me ne vado subito!» esordì, indietreggiando di un passo.

Jared ghignò. «Macché. Ci serve qualcuno che ci dica come si sente l'audio, oggi il nostro tecnico ci ha piantato in asso per spassarsela con la sua nuova ragazza» le disse, facendole segno di avvicinarsi. Sicuramente aveva già in mente di provarci con quella ragazza, nonostante l'avesse appena conosciuta. Era tipico del chitarrista, non sarebbe mai cambiato.

Dal canto mio, mi soffermai a mia volta sulla nostra spettatrice: era di media statura, indossava degli abiti semplici che riportavano varie tonalità di blu, aveva il viso leggermente paffuto e gli occhi verdi risaltavano sulla pelle diafana. I capelli ramati erano mossi e sciolti sulle sue spalle. Tutto sommato era carina, non metteva particolarmente in mostra le sue forme, nonostante fosse evidente che queste fossero generose.

A primo impatto sembrava timida, ma poco dopo la vidi dirigersi con sicurezza verso Jared. Gli si piazzò di fronte e gli tese la mano senza alcuna esitazione. «Sono Leah, piacere. Pensi sia saggio chiedere a una perfetta sconosciuta di ascoltare e giudicare il soundcheck?» gli chiese. Pareva sorpresa dalla proposta del mio amico, e in fondo potevo comprenderla, poiché Jared era in grado di mettere a disagio le persone in più di un'occasione, spiazzandole fin quasi all'esasperazione.

C'era qualcosa che mi incuriosiva in Leah, ma non riuscivo a cogliere esattamente ciò che si stava pian piano agitando al mio interno. Mi persi per un attimo nei miei pensieri, facendo di tutto per non tenere lo sguardo fisso su di lei; così mi persi le presentazioni e piombai nuovamente alla realtà quando Jared pronunciò il mio nome.

Sollevai lo sguardo e notai che Leah si stava dirigendo nella mia direzione, così mi alzai per stringerle la mano, anche se mi sentivo piuttosto a disagio e avvertire il contatto con lei mi fece leggermente sussultare interiormente.

«Roland» dissi in tono piatto, senza esternare il subbuglio di emozioni che mi stava attanagliando. Che mi stava succedendo? Mi sentivo un vero idiota.

«Leah, piacere di conoscerti» rispose lei con un lieve sorriso.

Mi accorsi che era struccata e che le sue labbra carnose erano leggermente screpolate. Dopo le presentazioni, impiegai qualche istante per sistemarmi nuovamente sul seggiolino. Riuscii miracolosamente a trattenere un sospiro e mi concentrai sulle bacchette. Stringere quegli oggetti che per me rappresentavano come un prolungamento delle mie stesse mani era qualcosa che mi aiutava a distrarmi e a entrare meglio nel mio elemento.

Quando riportai lo sguardo sui miei colleghi, notai che Lilith aveva legato i capelli in una coda e mi ritrovai a sorridere tra me; la nostra cantante e bassista aveva la capacità di sistemarsi i capelli alla perfezione e in tempo record, fatto che molte ragazze le invidiavano.

«Stasera dovete suonare?» si informò Leah, lanciando una veloce occhiata tutt'intorno a sé.

«Sì, dolcezza, proprio qui, in questo chiosco. Sei invitata ovviamente» rispose prontamente Jared, il quale non aveva alcun timore di guardarla sfacciatamente e di tenere gli occhi fissi su di lei.

Lilith sbuffò. «Quando la smetterai di fare il cascamorto?» lo rimproverò, scuotendo appena il capo.

«Amo solo te, creatura infernale, non temere!» strepitò il chitarrista, portandosi una mano sul petto come per enfatizzare le sue stupide parole.

«Andiamo avanti?» sbottò infine Josh in preda all'esasperazione, mentre cominciava a sfiorare le corde con le dita e il plettro.

Ero d'accordo con lui, così annuii, stanco di sentire le stronzate di Jared e di vederlo importunare quella povera ragazza.

«Riprendiamo con Fingers, forza» concluse Lilith, riaccostandosi al microfono.

Riprendemmo a suonare, mentre Leah si sistemava di fronte a noi, ritrovandosi quasi sulla soglia del locale per cercare di mantenere la giusta distanza per sentire meglio i suoni.

Ero sorpreso, sembrava sapere il fatto suo e mi chiesi se per caso facesse quel mestiere o se ne fosse appassionata.

«Jared, la tua chitarra è troppo alta. Abbassa un po', no, non smettere di suonare! Altrimenti non capisco» si infervorò Leah, con le mani sui fianchi e le orecchie tese. «Bene, adesso va meglio. Lilith, un po' più di basso! Secondo me per voi è importante che il basso abbia un suono corposo, vibrante, ben distinto!» proseguì.

Ero sconcertato ma piacevolmente sorpreso, mi faceva piacere poter avere a che fare con qualcuno che sembrava davvero competente e sicuro di ciò che affermava. Ero certo che quella sera le cose sarebbero andate per il verso giusto, meglio di quanto non fosse successo nei live precedenti.

Dopo qualche pezzo, Leah parve soddisfatta; smise di darci consigli sull'audio e si godette la musica fino all'ultima nota, per poi esplodere in un applauso colmo di sincero entusiasmo. «Grandiosi, farete faville!» ci disse con un sorriso.

Jared mollò la chitarra e le si avvicinò. «Grazie mille!» esclamò tutto contento.

«Grazie a voi» rispose la ragazza.

Il chitarrista allora le rivolse un'occhiata accattivante e io faticai per non agitarmi sul seggiolino. «Allora stasera ci sarai?» le chiese in tono quasi implorante.

Leah esitò per un istante e io trattenni involontariamente il fiato. In cuor mio speravo che accettasse, anche se non riuscivo a spiegarmi perché nutrissi un simile desiderio.

«Vedremo» disse infine. Il suo tono era leggermente cambiato, come se avesse perso l'entusiasmo e la serenità di poco prima, e ora si trovasse a combattere contro qualcosa che si agitava dentro di sé.

«Be', non mancare» le suggerì ancora il chitarrista, facendole l'occhiolino.

Lei sorrise appena, poi annunciò: «Devo andare. È stato un piacere conoscervi».

Il mio cuore perse un battito, così sollevai lo sguardo e lo posai su di lei mentre si avviava fuori dal portico del chiosco. Lo distolsi solo quando lei si voltò e immerse per un attimo i suoi occhi nei miei; mi sentivo andare a fuoco e non avrei voluto che si accorgesse delle mie occhiate. Ero molto diverso da Jared, non mi sarei mai comportato come lui per cercare di abbordare una ragazza.

«Mi ascolti?»

La voce di Josh mi riportò alla realtà e lo fissai con aria interrogativa. Un bizzarro gioco di luci e ombre disegnava strani ghirigori sulla sua nuca completamente rasata. Mi venne da ridere e non mi trattenni.

«Che cazzo ridi? Ti ho chiesto se vieni a cena con noi da Beth.»

Beth era la sua ragazza, gestiva un piccolo ristorante indiano situato in un vicolo del centro storico e sicuramente ci avrebbe offerto qualche leccornia per pochi dollari.

«E me lo chiedi?» borbottai.

«Ragazzi, sentite un attimo questa: Lilith ha detto che vorrebbe assumere quella ragazza come fonico!» strillò Jared all'improvviso.

Josh si voltò verso la cantante, la quale stava per strozzare il chitarrista a mani nude. Si esibì in un fischio d'approvazione. «E da quando la tua adorata creatura infernale accetta di avere della concorrenza in formazione?» lo punzecchiò.

«Non è la mia creatura infernale, non starei con lei neanche se fosse l'ultima donna rimasta sulla faccia della terra!» replicò Jared contrariato, divincolandosi dalla stretta di Lilith.

Notai che quest'ultima fu per un istante turbata da quelle parole; avrei voluto spaccare la faccia a Jared, perché sapevo cosa lei provava nei suoi confronti e non volevo che la facesse soffrire. Era talmente stupido che non si accorgeva dei segnali che lei gli lanciava, per quando questi non fossero chiari ed espliciti.

«Stai tranquillo, per me vale lo stesso. Preferirei scopare con un cactus piuttosto di avere a che fare con un maiale come te!» lo rimbeccò lei in tono irritato.

Jared non comprese che Lilith non stava affatto scherzando, solo io e Josh ne fummo consapevoli e ci scambiammo un'occhiata preoccupata. Quella situazione andava avanti da mesi e non sapevamo proprio come comportarci.

«Il fatto è che non sappiamo se quella ragazza stasera tornerà ad ascoltarci» osservò Josh per cercare di stemperare l'atmosfera.

«Già» concordai, sentendomi un po' malinconico.

Avrei voluto rivederla e avrei anche desiderato trovare il coraggio di prendere una qualche iniziativa.


Eravamo nel bel mezzo dell'esibizione quando la vidi: Leah era in un angolo buio del portico, forse sperava che noi non ci accorgessimo di lei, ma un effetto dei faretti che illuminavano il portico aveva catturato per un attimo la sua figura.

Il cuore mi rimbalzò nel petto e decisi che dovevo dare il meglio di me per cercare di impressionarla più di quanto non fosse successo quel pomeriggio.

Avvertivo un leggero mal di stomaco, dovevo aver mangiato qualcosa che non andava durante la cena da Beth, ma riuscii comunque a mettere tutto da parte e mi concentrai sulla musica e sullo spettacolo che io e i miei colleghi stavamo portando avanti da una buona mezzora.

Nel corso dell'esibizione il dolore aumentò e arrivai alla conclusione che non vedevo l'ora di finire per potermi rilassare un attimo e capire se era il caso di tornare subito a casa o se potevo gestire ancora un po' la situazione.

Dopo la nostra solita ora di spettacolo, durante la quale avevamo eseguito qualche inedito e alcune cover, lasciai frettolosamente il posto dietro la batteria e barcollai verso l'ingresso del locale; forse mi conveniva cercare il bagno, non sapevo se avrei vomitato, ma un senso di nausea mi attanagliò la bocca dello stomaco.

Dovevo essere piuttosto pallido, ma sperai che i miei amici non si accorgessero di nulla, non volevo allarmarli.

Quando stavo per oltrepassare la soglia, qualcuno mi posò una mano sul braccio. Ero scosso da profondi brividi causati dal dolore intenso e mi reggevo a malapena in piedi.

Sollevai lo sguardo e riconobbi Leah attraverso gli occhi leggermente appannati. «Sei venuta» mormorai.

«Stai male.» La sua non fu una domanda, bensì un'affermazione. Si era accorta delle mie pessime condizioni.

«Un po'...» farfugliai, sentendo un'improvvisa fitta pugnalarmi lo stomaco.

«Andiamo» decise lei.

Annuii appena e lasciai che mi aiutasse a raggiungere il bagno.

Le cose tra noi erano decisamente cominciate con il piede sbagliato, ne ero perfettamente consapevole.

Ma ero davvero felice che lei fosse passata a sentirci.

Lo ero nonostante il dolore, i brividi, il sudore freddo e la certezza che lei stesse per assistere a uno dei momenti peggiori della mia vita.



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Ciao a tutti!

Devo immediatamente ringraziare milla4 per aver indetto il suo contest: è solo grazie a lei e alla sua bellissima idea che sono riuscita a riprendere in mano questa storia!

Be', che dire... la prima versione di Soundcheck era nata come un esperimento, una prova per capire se avrei potuto buttar giù una qualche long con questi personaggi.

Ora che ho scritto Soundcheck II ho sempre più voglia di dedicarmi a Leah, Roland e gli altri ragazzi della band ^^

Ma qui entrate in gioco voi: come dovrei procedere? Vi chiedo di darmi un consiglio e lo chiedo anche alla cara milla, che è sempre tanto sincera e gentile con me :3

Grazie a chiunque sia passato di qui e a chi recensirà, alla prossima ♥

  
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