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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    24/07/2017    4 recensioni
LongFic dedicata alla mia migliore amica Gaia :3
Buon compleanno tesoro, so che è a dir poco in ritardo, ma spero di essermi fatta perdonare con questo :P
Eccoti una NaLu nuova di zecca ;)
*^*
Lui, il Principe del Mondo dei Draghi e Lei, una Principessa appartenente al Mondo degli Umani.
La Magia e l'Amore li uniscono fin dall'infanzia.
Ma l'Odio divide le loro razze.
Riusciranno loro due a superare la guerra imminente e tutto ciò che verrà causato da esso?
La speranza vacilla, i traditori si fanno avanti, la Discendenza tornerà e le Creature Leggendarie ricompariranno dopo secoli di vuoto e solitudine, il male si è risvegliato pronto a spazzare via tutto ciò che è bello e buono per portare morte e disperazione in ogni dove.
Riuscirà il Bene, rappresentato dalla nuova generazione, a riuscire dove i loro antenati hanno fallito?

*^*
[Storia completamente revisionata]
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'Albero delle Fate
~Capitolo VII~
**°**

Silenzio. Così rumoroso, così pieno, così vuoto. Così presente da fargli sembrare che i suoi stessi pensieri stessero urlando costringendolo a doversi muovere nel suo letto pur di interrompere quella cosa divenuta ormai inquietante. Quanto poteva essere fastidioso, il silenzio? Quella volta, Natsu lo scoprì. Scoprì di quanto potesse essere insopportabile e pericoloso poiché solo il silenzio più assoluto lo spingeva a pensare nei momenti di più totale confusione.

Forse non era il silenzio a creargli problemi, ma la testa che dopo quella domanda che gli aveva fatto Lucy lo aveva gettato nel più totale panico. Per la seconda volta Natsu si era ritrovato freddato, congelato, aveva percepito la strana sensazione del gelo insinuarsi fin nelle ossa. E non era quel freddo generato dall'acqua fredda o dalla neve, no, era qualcosa di più viscerale, più intenso e profondo.

<< Chi sono i Figli-di-Drago? >>

Perché gli aveva fatto quella domanda? Perché proprio quella?! Era sicuro che Lucy fosse a conoscenza delle voci che giravano su di loro. Allora perché era venuta a chiedere direttamente a lui? Che volesse... no. Impossibile.

"Ma cosa diavolo pensi?! Natsu! È assurdo! Lo sai anche tu che non ne sarebbe capace, nemmeno di farsi venire in mente un idea simile!"

Non che Lucy fosse ottusa o qualcosa di simile, anzi, tutt'altro, era abbastanza sveglia e intelligente, più di lui ammise, ma credeva impossibile anche solo immaginare lei che...

"Ha sempre voluto diventare una maga." Quel pensiero lo travolse facendolo scattare seduto.

<< No... non fino a questo punto. >>

Quanto gli sembrava strano ritrovarsi a combattere contro i suoi stessi terribili pensieri, soprattutto perché lui non era fatto di riflessioni e roba simile, Natsu era azione, puro istinto. Non stava mica a scervellarsi per i problemi, andava semplicemente dove gli diceva il cuore. Basta. La testa era lì solo per permettergli di vedere, udire e soprattutto mangiare.

Ma non poté fare a meno di riflettere sentendo uno strano turbamento divorargli l'animo: si fidava di Lucy, più di chiunque altro, ma la paura rimaneva comunque annidata lì, nel petto e si sentiva uno schifo anche solo a dubitare di lei. Non lo aveva mai fatto e mai avrebbe pensato di farlo. Lucy era Lucy, la sua principessa un po' manesca ma anche dolce, non poteva tradirlo in quel modo. Ne era certo.

Più di tutto, però, che lo lasciò sconvolto e amareggiato -oltre che quegli assilli- fu il ricordo di un odore particolare e che conosceva bene, il ricordo dell'odore che sentì quella stessa notte subito dopo averla salutata ed essersi allontanato un poco, ma che purtroppo spinto dalla paura, lo ignorò seppur con una sofferenza da fargli mozzare il fiato.

Perché non esisteva cosa più dolorosa di sentire Lucy piangere per colpa sua, vederla in preda alla tristezza, udire i suoi singhiozzi e sentire l'odore delle sue lacrime era veleno per il suo cuore, perciò non poteva sopportarne la vista, se causate da lui.

E di nuovo, con il ricordo, il gelo lo attraversò ancora una volta senza pietà.

**°**

Quel giorno si svegliò più presto delle altre volte nonostante non fosse riuscita a dormire non più di un paio d'ore, tutta colpa delle preoccupazioni e dei pensieri nati dopo quell'incontro che l'aveva turbata come poche volte, non solo per i modi freddi, indifferenti con cui l'amico le si rivolse, ma anche perché non riusciva a capacitarsi del motivo che lo aveva spinto ad avere una reazione simile.

Per tale motivo era rimasta a rigirarsi tra le coperte mentre di volta in volta qualche singhiozzo la coglieva di sorpresa assieme agli accenni di pianto quando il pensiero di lui arrabbiato con lei tornava a tormentarla, soprattutto perché questa volta sembrava qualcosa di così maledettamente serio e la paura di aver fatto qualcosa di irreparabile non faceva altro che preoccuparla come non mai.

Si soffocò con il cuscino cercando si scacciare via quei pensieri, ma gli occhi non accennavano a smettere di pizzicare e la gola di tremarle. Era troppo preoccupata e in pena per poter cercare di svuotare la propria mente e fare ciò che avrebbe dovuto fare in quel fatidico giorno senza il suo aiuto.

"Il mio compleanno..."

Si rannicchiò sconfitta, ormai consapevole che la giornata era cominciata, il giorno che sarebbe dovuto essere il migliore dell'anno sarebbe diventato quello più brutto e solo perché suo padre guardava solo gli interessi del regno e mai, neanche una volta, i suoi.

Neppure la mamma riusciva a fargli cambiare idea sull'argomento, troppo testardo e troppo convinto delle sue idee e del suo pensiero. Lucy doveva esser preparata, correttamente istruita per poterle affidare il Regno, un giorno.

Girandosi ancora una volta, lo sguardo le cadde oltre la vetrata permettendole così di vedere il sole nascere piano, intento a ravvivare il cielo ancora cupo e scuro per colpa della sua precedente assenza.

Pensando al sole, le ritornò di nuovo in mente Natsu.

"Alla fine non mi ha dato nemmeno il tempo di avvisarlo. Cosa dirà quando oggi non mi vedrà?" Si chiese sedendosi mentre una smorfia ancor più triste le si dipinse sul volto. "Può darsi però che dopo stanotte possa anche non presentarsi più all'albero..."

A quel punto si alzò e nonostante fosse troppo presto per i preparativi, si andò ad accomodare davanti la toilette. Prese il pettine e cominciò a pettinarsi perdendosi nel guardare lo specchio senza però non riuscire a vedersi con gli occhi gonfi e circondati da delle leggere occhiaie, con il viso sciupato per la nottataccia e le iridi spente, più scure del solito.

Perché quella domanda lo aveva sconvolto così tanto? Continuava a chiedersi, aveva a che fare con ciò che le leggende dicevano su quelle creature? Non se lo seppe spiegare. Troppe domande e nessuna risposta. Quanto odiava non sapere.

Posò la spazzola e focalizzò la sua attenzione sulla sua immagine riflessa.

<< Forse mi devo scusare. >> Le sfuggì dalle labbra sgranando gli occhi, sorpresa da quel pensiero.

Da quando aveva memoria non ricordava molti momenti di lei che chiedeva scusa a quel draghetto strampalato, anche perché sapeva di essere anche lei testarda e molto orgogliosa, perciò era difficile cavarle di bocca quelle parole.

<< Cascasse il mondo, lo farò. >> Disse, stavolta più decisa lasciandosi sfuggire un sorriso pieno d'aspettativa. Natsu era molto più importante del suo stupido orgoglio e anche se non aveva compreso bene ciò che era accaduto, avrebbe fatto di tutto pur di risistemare le cose.

"Mi farò perdonare."

**°**

<< Che ti prende? >> La voce timida di Wendy lo fece ritornare bruscamente alla realtà facendogli ricordare dove si trovasse.

"Cavolo, non posso distrarmi così!" Si urlò mentalmente scacciando per qualche attimo dalla mente l'immagine di Lucy. Si guardò attorno focalizzando per un attimo l'attenzione sulla sua piccola sorellina in piedi davanti a lui con le mani congiunte dietro la schiena mentre lo guardava con aria preoccupata.

Era piccola, però capiva subito quando c'era qualcosa che non andava, ma Wendy non era l'unica: entrambe le sue sorelle erano difficili da gestire, cioè, non proprio gestire: era proprio difficile nascondere loro qualcosa.

<< Niente. >> Borbottò grattandosi il capo, dannazione, si stava distraendo e non poteva. Quella mattina aveva il compito di insegnare alla sorella minore l'uso della magia e invece di portare al termine l'incarico, con la testa stava volando altrove e la sua sorellina se n'era accorta, naturalmente.

<< Natsu non hai una bella cera. >>Ecco, quando si trattava di salute, lei era la prima a notarlo: aveva già capito fin troppo bene che non aveva dormito quella notte. Sicuramente aveva delle occhiaie così visibili da sembrare uno spaventa passeri.

<< Non è niente. >> Cercò di negare ancora una volta l'evidenza, si chinò a terra per prendere una sacca d'acqua fresca e berla nel tentativo di non farsi sfuggire una qualche espressione che avrebbe potuto incuriosire ancora di più Wendy.

<< Sicuro? >> Gli chiese una volta che lo vide finire di bere, prendere un gran respiro e schiaffeggiarsi il viso con entrambe le mani per potersi svegliare.

<< Certo! >> Le rispose regalandole subito un sorriso energico come a voler avvalorare la cosa. << Pronta? >> Chiese poi, facendola sorridere.

<< Sì! >>

Eppure, nonostante lo sforzo di cercare di essere un buon istruttore, inevitabilmente il suo pensiero, la sua mente, il suo cuore erano rivolti da tutt'altra parte che lì, per sua sorella.

**°**

Sapeva fin troppo bene che quel giorno non sarebbe riuscita a ritagliarsi un minimo di tempo libero per cercare di contattare Natsu.

I preparativi a palazzo erano cominciati da settimane, perciò bene o male tutto ormai era quasi stato completamente ultimato. Eppure nessuno era tranquillo: gli inservienti correvano da una parte all'altra, le cucine erano in subbuglio, guardie che continuavano a disporsi, alcuni in crisi altri meno, i maestri di palazzo che quasi urlavano per le sale nel tentativo di dirigere il meglio possibile tutto l'occorrente necessario per l'allestimento.

E infine c'era lei, rinchiusa in una delle sue camere per ultimare le istruzioni sul ballo che sarebbe avvenuto quella sera: come avrebbe dovuto comportarsi, cosa avrebbe dovuto fare nelle varie fasi della serata, come avrebbe dovuto muoversi tra i vari invitati e cercare di non fare alcuna figuraccia di fronte agli ospiti più importanti.

Per quella sera sarebbe stata la protagonista assoluta, l'immagine del Regno di suo padre, la figlia e principessa perfetta che qualunque sovrano e popolo avrebbero desiderato, tanto da volerla chiedere in sposa per sé o per il proprio erede.

Sì, purtroppo quel giorno rappresentava il giorno in cui avrebbe debuttato nell'alta società, con lo scopo di incuriosire e attrarre Re e Principi rinomati in tutto il mondo conosciuto.

Ma Lucy, questo, ancora non lo poteva sapere.

Il pomeriggio volò nonostante noia e stanchezza la perseguitarono per tutto il tempo in cui fu trattenuta dai suoi istruttori, e soprattutto da suo padre, il quale a pranzo aveva trovato il tempo di ribadirle quanto quel giorno fosse importante per lei, ma soprattutto per lui e il Regno.

Fu solo concluse le preparazioni, che le venne consentito di farsi ritagliare un po' di tempo per sé stessa.

Ne approfittò perciò per riposare qualche minuto: si abbandonò sul suo letto, già tutta pronta, con l'abito indosso, il trucco sul viso e l'acconciatura ora leggermente sfatta per via del tuffo che aveva fatto sul materasso.

Il non aver chiuso occhio per quasi tutta notte e tutti gli impegni avuti quel giorno, l'avevano praticamente distrutta. E pensare che non era ancora finita, ma che ancora tutto doveva iniziare, le fece venire un forte capogiro.

Perciò chiuse gli occhi e si lasciò andare.

Subito il pensiero fisso di Natsu tornò seguito da quel terribile magone sul petto.

Il bussare alla porta di qualcuno, però, la ridestò dal suo dormiveglia.

<< Sono io. >>

La voce di sua madre le arrivò ovattata alle orecchie, ma le bastò questo per potersi alzare di scatto rinvigorita e sorridere come non faceva da molto.

<< Entra pure! >>

La porta si aprì e subito il volto sorridente della regina comparì da oltre la soglia.

<< Tesoro, sei già distrutta prima di cominciare? >> Le disse ridendo chiudendosi la porta alle spalle.

<< Mamma! >> Lucy l'abbracciò quando le si sedette di fianco.

<< Allora: la mia principessa è pronta? >> La regina Layla guardò sua figlia alzare lo sguardo per indirizzarlo verso il suo senza però mai staccarsi da lei.

<< Più o meno. >> Sospirò Lucy lasciandosi sfuggire un fiacco sorriso.

<< Cosa c'è che ti turba? >>

Lucy a quella domanda si staccò da sua madre per tornare a sdraiarsi sul letto, Layla la seguì stendendosi al suo fianco.

<< Non ho avuto un attimo di tregua, oggi. >>

<< Ma c'è dell'altro. >>

<< No... semplicemente non ho dormito bene, e ora sono più stanca del solito. >>

Layla rimase un attimo a fissare il soffitto, in silenzio. Perché la sua Lucy non voleva dirle la causa del suo scompiglio interiore.

<< Vuol dire che farò in modo che tu possa riposarti fino all'inizio del gala di stasera. >>

Lucy si voltò di scatto verso sua madre, con gli occhi sgranati e il viso colto dalla sorpresa.

<< E come? >>

<< Dopotutto sono la regina, e lo sai che dietro a un uomo si nasconde sempre la volontà della sua donna. >> Le rispose facendole un occhiolino dopo essersi rimessa seduta.

<< Grazie mamma. >>

Quella sarebbe stata l'occasione che l'avrebbe aiutata a cercare di contattare Natsu, anche se sapeva, purtroppo, che il tempo regalatole da sua madre fosse troppo poco per poterglielo permettere.

"Anche così, cercherò di fare del mio meglio."

Si abbracciarono di nuovo, e la regina le baciò la fronte.

<< Di niente, piccola mia. >>

**°**

Correva, correva senza fermarsi nonostante il suo pesante abito coperto dal mantello scuro la stesse costringendo a doversi riposare un attimo. Non aveva mai corso con un abito da gala in mezzo alla foresta, ma lo aveva immaginato che sarebbe stato difficoltoso il momento stesso che la servitù glielo aveva fatto indossare.

Si appoggiò a un albero per poter prendere un po' di fiato. Era sudata e stanca come mai prima, e avrebbe così tanto voluto fermarsi e mettersi a dormire sulle sponde del lago. Il fatto quella notte non fosse riuscita a dormire, rendeva la tentazione di farlo così grande che quasi ci sarebbe cascata. Ma il ricordo della serata e soprattutto di Natsu la costrinse a rimboccarsi le maniche e riprendere subito dopo aver scorso l'albero delle fate dritto davanti a sé.

Avvicinandosi poté notare che l'albero si stesse per risvegliare e le venne una grande tristezza al pensiero che quella sera non avrebbe potuto vederlo mentre veniva venerato dalle fate che lo popolavano.

Tremante per la stanchezza, alla fine compì il rito e oltrepassò il portale.

Subito l'aria intrisa di magia la sovrastò ridonandole la carica che aveva disperso nell'estenuante corsa che l'aveva portata lì e per un attimo una sensazione di felicità la riempì facendola sorridere.

Anche se era trascorso un giorno da quando era andata via di lì, le era mancato troppo il luogo in cui ormai stava trascorrendo tutte le giornate.

Una leggera folata d'aria la risvegliò dal torpore di quelle sensazioni e si voltò verso l'albero.

Guardò attentamente tra i rami per scorgere quello migliore dove appendere la lettera indirizzata a Natsu.

A quel punto si tolse il nastro rosso dai capelli, legò la busta e infine con l'altra estremità legò il laccio a un ramo.

Dopo di che prima che il portale si potesse chiudere, infilò un ramo lungo abbastanza nell'albero in modo tale da riuscire a lasciarlo aperto per Natsu, nel caso avesse voluto passarlo senza il suo aiuto.

Si guardò ancora una volta attorno, nella speranza di poterlo scorgere arrivare prima che andasse via, ma più si guardava e più capiva che Natsu non era lì e che probabilmente non era nemmeno intenzionato a tornare da lei.

Con un sospiro tremante si voltò verso il portale, non senza però farsi sfuggire una lacrima di tristezza, per poi andare via e tornare a palazzo prima che il gala potesse iniziare.

**°**

<< Mamma. >> La chiamò prima che potesse lasciare la stanza.

Erano rimaste a parlare per molto tempo dopo che sua madre le aveva assicurato che in qualche modo le avrebbe dato altro tempo prima dell'inizio del gala.

<< Se c'è ancora un po' di tempo, vorrei che mi dicessi di più sui Figli-di-Drago. >> Glielo aveva chiesto così, come se fosse la cosa più naturale al mondo.

Eppure sapeva che non era una cosa da poco. Natsu glielo aveva fatto capire.

E voleva cogliere l'occasione dato che era lì e che probabilmente non avrebbero più avuto per quella sera del tempo da ritagliarsi per parlare tra di loro.

Inoltre era quasi sicura che sua madre sapesse di più di tutto quello che le aveva raccontato quando era più piccola, per questo motivo avrebbe tentato di ricavare più informazioni possibili da sua madre, poiché anche se la biblioteca di suo padre fosse una delle più ricche del Regno, non aveva trovato altro che la favola che sua madre le aveva raccontato, e non delle informazioni che potessero esserle d'aiuto.

Perciò l'ultima speranza che aveva era quella che la regina potesse saperne di più non essendo originaria del Regno di suo padre.

Layla, a quella domanda, si fermò.

<< Come mai questa improvvisa curiosità? >> Sembrava stranamente seria.

<< Qualche notte fa mi è tornata alla memoria la favola che mi avevi raccontato quando ero più piccola. >>

A quel ricordo, la regina sorrise.

<< Quella storia ti aveva emozionata tanto. >> Rivelò a sua figlia prima di sedersi accanto a lei.

<< Questo perché l'avevi raccontata meglio delle solite volte! >> Le confidò Lucy sorridendo anche lei.

<< Forse hai ragione. >> A quella risposta, Lucy rimase colpita da come proruppe fuori una profonda nota di malinconia.

<< Quindi mi racconterai di più su di loro? >>

La regina Layla si voltò verso la principessa prima di annuire.

<< Ma dovrai promettermi che quello che ti dirò non dovrà essere rivelato a nessun altro. >>

<< Perché? >>

<< Perché ciò che ti dirò è un segreto che ho appreso molto, molto tempo fa da mio padre. >>

A quella rivelazione, Lucy si eccitò ancor di più, ma non volle lasciarsi sfuggire alcuna emozione, perché percepiva dentro di lei qualcosa svegliarsi e urlarle che quel che sua madre le stava dicendo fosse qualcosa di così maledettamente serio che non poteva prenderla con leggerezza. Soprattutto perché sentiva che in un qualche modo fosse legato al motivo per cui Natsu aveva reagito in quel modo.

<< Te lo prometto, non ne farò parola con nessuno. >>

<< So che che non lo farai. >> Le sorrise Layla accarezzandole il viso.

E Lucy si sentì all'improvviso così bene che desiderò che quel momento potesse non finire mai.

La donna la guardò dritta negli occhi con tenerezza prima di indurire il suo sguardo con una serietà che raramente la principessa era riuscita a scorgere in lei in quei pochi anni di vita che aveva alle spalle.

<< Lucy. >> La chiamò cercando di confermare anche in sua figlia l'importanza di ciò che stava per dirle.

E lei capì.

<< Starà a te decidere dopo che avrò finito se questa è una favola o qualcosa di vero. >>

**°**

*Angolo dell'autrice

Salve lettori, mi ritrovo di nuovo qui dopo così tanto tempo e mi scuso se ho tardato in questo modo l'aggiornamento di questa storia. Ma come dire, ho dovuto affrontare tante cose in quel periodo e purtroppo ciò aveva fatto risentire questa storia alla comparsa del blocco che ne era seguito.

Spero di essermi fatta perdonare un po' con questo capitolo, dove per la prima volta ho mosso nuovi personaggi in maniera più consapevole.

Ah! Non so se si é capito, ma l'ultima scena (quella in corsivo) non é altro che il seguito della prima scena di Lucy e Layla nella camera della principessa:)

Con questo spero di avervi dato delle risposte alla vostre domande, e nuovi dubbi su che cosa stia succedendo a quei due:)

Alla prossima

   
 
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