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Autore: Sariel    14/06/2009    8 recensioni
“Sei proprio sbadata.” commenta, porgendole il libro. Kagome lo riprende con un gesto veloce, allontanandosi poi di un sedile.
“Te l’ho detto, non sono un maniaco.”
“Mi hanno insegnato a non parlare con gli sconosciuti.”
“Questa scusa potresti usarla se avessi cinque anni.”
(Prima classificata al Multifandom contest!AU version indetto da ro-chan)
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: A strange guy in the metro
Fandom: Inuyasha
Autore: moi.
Genere: generale, commedia.
Avvertimenti: AU, OOC.
Rating: pg.
Introduzione: fiction scritta per il Multifandom contest indetto da ro-chan su EFP e BL. [seguito coming soon]
Note dell’autore: 1. non betata, scusate eventuali errori.
2. prima fiction su Inuyasha e prima AU.
3. commenti - e critiche - graditi come sempre.
 
 
A STRANGE GUY IN THE METRO
"Chiacchieri chiacchieri, non sai fare altro!  pappagallo Laverdure - Zazie dans le métro
 
Kagome sospira, cercando di tenere fermo il libro sulle sue gambe, mentre il movimento della metropolitana rischia di farlo cadere. Tiene ferma una pagina con le dita, ma le scivola via facendole perdere il segno. Sbuffa, spazientita. Qualche testa accanto a lei si gira e alcuni sconosciuti le lanciano un’occhiata furtiva.
La metropolitana frena di colpo, facendole cadere il libro dalle gambe. 
“Oh, cavolo.” mormora Kagome, abbassandosi per riprenderlo.
Mentre si rialza una risata le arriva alle orecchie. Lancia uno sguardo sul sedile di fronte a sé, sul quale è seduto un ragazzo poco più grande di lei. Ha i capelli lunghi, raccolti in un codino dietro la schiena, e gli occhi dorati, di un colore così particolare che la colpiscono subito.
Se la sta ridendo di gusto, e Kagome non capisce per un attimo il motivo. Si guarda intorno, ma è tutto normale. Perciò sta per forza ridendo di lei, anche se non le sembra di aver fatto molta scena.
“Lo trovi divertente?” gli domanda, riducendo gli occhi a due fessure.
Lui smette di ridere, ma un sorriso divertito gli rimane sulle labbra.
“Ad essere sincero sì, sei buffa.”
“Solo perché mi è caduto un libro?”
“No, non solo per quello.” replica, senza smettere di sorridere. “Ti stavo osservando.” dice, a mo’ di spiegazione.
“Cosa sei, una specie di maniaco?”
“No.” si affretta a rispondere. C’è un attimo di pausa. “Comunque è una domanda stupida da fare, chi ti direbbe mai di sì?” aggiunge, alzando un sopracciglio.
“Ottima osservazione.”
L’altro scrolla le spalle. “Lo so.”
Kagome si sistema il libro sulle gambe, riprendendo a leggere. Si concentra e non percepisce l’ombra che le passa davanti e che si siede vicino a lei.
“Che stai leggendo?”
Lei cerca di non sbuffare, non le piace che qualcuno la interrompa nel mezzo di una lettura, soprattutto se quella persona è uno sconosciuto appena incontrato in metropolitana che, per quanto lei sappia, potrebbe essere benissimo un maniaco.
Alza lentamente gli occhi per guardare di fronte a sé, ma non c’è più nessuno. Si gira di scatto e sobbalza, trovandoselo di fianco. Il libro le scivola dalle mani, ma lui è veloce e lo afferra prima che tocchi - di nuovo - terra.
“Sei proprio sbadata.” commenta, porgendole il libro.
Kagome lo riprende con un gesto veloce, allontanandosi poi di un sedile.
“Te l’ho detto, non sono un maniaco.”
“Mi hanno insegnato a non parlare con gli sconosciuti.”
“Questa scusa potresti usarla se avessi cinque anni.”
“Non parlo con gli sconosciuti.” ripete lei, fissando un punto imprecisato di fronte a sé.
“Eppure continui a farlo.”
“...sì, bè…”
Si gira, e per la prima volta lo guarda veramente. Da vicino gli occhi che prima l’hanno colpita sono, se possibile, addirittura più belli. I capelli riflettono la debole luce del vagone della metropolitana, brillando piano. Le labbra, piegate in un sorriso, lasciano intravedere i denti bianchi e perfetti.
Kagome rimane senza parole e senza fiato, incantata per un attimo. Lui le sventola una mano davanti al viso e lei scuote piano la testa, rimettendo a fuoco la figura di fronte a sé.
“Tutto ok?” le domanda, quasi preoccupato.
“Sì.” mormora Kagome, con voce bassa.
Abbassa lo sguardo per l’ennesima volta, concentrandosi sulle pieghe della gonna della divisa scolastica.
“Ti sto stufando?” chiede improvvisamente lui, e con la coda dell’occhio Kagome vede che si è girato verso di lei.
Ridacchia. “No.”
“Bene.”
Un altro momento di silenzio.
“Sicura?”
Kagome si volta verso di lui, senza reprimere un sorriso. Deve ammettere che quel tipo la diverte.
“Sì, sono sicura.” lo assicura. “Ma voglio farti una domanda.”
“Spara.”
“Perché stai parlando con me?”
Lui aggrotta la fronte. “Lo sapevo, ti sto stancando.”
“No!” si affretta a rispondere lei. “Volevo sapere perché fra tutti quelli dentro a questo vagone -” si guarda attorno e il suo sguardo cade su ragazze più grandi e più carine di lei. “- tu abbia iniziato a parlare con me.”
“Te l’ho detto. Sei buffa.” replica, facendo spallucce. “E sei carina.” aggiunge, con un sorriso.
Lei rimane spiazzata. “Certo che sei proprio strano.” si limita a commentare, inclinando la testa di lato.
“Spero strano in modo positivo.”
Non ha il tempo di rispondere perché la metropolitana rallenta, fino a fermarsi. Il ragazzo si alza( dicendo qualcosa del tipo questa è la mia) e le porge un piccolo pezzo di carta, prima di scendere.
“Ci si vede.” lo sente urlare Kagome, e la sua voce sparisce dietro alle porte che si chiudono.
Si rigira tra le dita quel bigliettino, sul quale lo strano ragazzo ha appuntato il suo numero di telefono, e il suo nome, Inuyasha( ‘che strano nome’, pensa lei), scritto con calligrafia troppo precisa ed elegante per un ragazzo. Kagome ridacchia piano, scuotendo la testa.
Sì, proprio uno strano ragazzo.

*
ATTENZIONE
Postato seguito QUI.

Grazie a ro-chan per i banner ~
  
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