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Autore: Machi16    24/07/2017    2 recensioni
"Il concetto dell' eroe era così incredibilmente banale in quel mondo governato da sognatori seriali dove il bene vinceva sempre sul male e il cattivo era solo l' antitesi del buono, se qualcuno si fosse domandato il perchè questa storia non sarebbe mai esistita."
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L' istinto del mostro


Esiste un limite invisibile che divide coraggio e paura, esso è composto da un oceano di sensazioni in continuo contrasto tra di loro poiché appartenenti a mondi talmente differenti che è quasi impossibile unificare totalmente.

C’è chi è coraggioso, c’è chi è timoroso e infine c’è chi scova nel profondo della paura una sorta di forza intrinseca in grado di rompere un immobilità persistente e dettata da leggi ignote alla natura umana ma che sono l’ essenza della vita stessa.

Machi si trovava, però, fuori dal radar di ogni definizione possibile anche se, in cuor suo, era consapevole di essere un eterna fuggitiva: scappava da suo padre e allo stesso tempo scappava da se stessa con il continuo ed incessante terrore di essere scovata durante una di quelle notti un po’ meno buie del solito.

Il suo ritorno alla civiltà era stato dettato da leggi che non le era mai stato concesso di conoscere ed ogni persona che incrociava nel suo vagare era un eterno punto interrogativo, quasi come lei che era nata e cresciuta nel nulla, lei che esisteva anche se nessuno ne era a conoscenza. Chi si è quando non si è nessuno?

L’ unica cosa di cui era consapevole era la scia di corpi che si era lasciata alle spalle involontariamente dopo i due poliziotti, tutto ciò tracciava un sentiero di sangue che portava direttamente alle sue mani ma che prima passava per i suoi sensi di colpa, se nessuno gli aveva insegnato ad odiare allora perché si odiava? Pur non conoscendo la differenza netta tra il bene e il male, la consapevolezza che le sue gesta fossero orribili era albergata in lei senza possibilità di ritorno e, per tale motivo, aveva imparato a viaggiare da sola e in strade isolate dove era meno probabile che incontrasse gente e che quella stessa gente le facesse domande scomode in grado di trasformarla nel mostro che stava diventando.

Se tutti i mostri sono umani, lei era il più umano tra i mostri.

“Finalmente ti ho trovata!”

Una voce netta e sicura distrusse il silenzi che circondava Machi catapultandola in una realtà che stentava a voler vivere, si guardò alle spalle in maniera rapida e scorse, qualche passo dietro di lei, un’ uomo che non ricordava di aver mai visto in vita sua: indossava uno strano cappotto tortora lungo fino ai piedi e degli stivali marroni che contrastavano il tutto, i suoi lineamenti erano squadrati, precisi ma addolciti da degli occhiali rotondi e piccoli.

Come l’ aveva trovata in mezzo all’ aperta campagna?

Non fece in tempo a finire la domanda che subito si mise a correre lungo il sentiero che separava due campi di grano, chiunque fosse non aveva assolutamente intenzione di ascoltarlo.

“Aspetta!”

L’ uomo iniziò a seguire la sua folle fuga senza conoscerne la meta ma con la consapevolezza che non avrebbe mai mollato, era da giorni che si era messo sulle sue tracce e adesso il vento gelido che gli remava contro sembrava essere un ostacolo assai effimero.

“Aspetta!”

Continuava ad urlare con sicurezza senza rallentare mentre la ragazza si voltava spesso per vedere quanto terreno stesse perdendo, ma i lunghi capelli marroni le finivano in faccia impedendole di vedere perfettamente il suo inseguitore. Il suo unico pensiero era andare più veloce, volare sopra quei ciottoli per non sporcarsi le scarpe, sfuggire alla gravità per andare più veloce.

“Aspetta!”

Questa volta la parola le fu sussurrata all’ orecchio ed un brivido gelido attraversò la schiena di Machi quando l’ uomo misterioso le afferrò il polso, iniziò a sentirsi di nuovo in trappola e quel contatto fisico indesiderato le ricordò un infanzia passata sotto le mani di sconosciuti.

Provò paura ma anche coraggio.

“Non mi toccare”

D’ istinto si liberò dalla presa e con rabbia aprì il palmo della mano destra verso l’ uomo dai capelli marroni, per la prima volta stava provando un voluto desiderio di usare i poteri che le avevano “donato” per fare del male a qualcuno, una sete di sangue le seccava la gola rendendo le sue parole chiare e precise.

“ Ho bisogno del tuo aiuto, non sono qui per farti del male “

“Aiuto?”

“Si”

“Nemmeno ci conosciamo”

“Ma io conosco te:”

L’ uomo iniziò a cercare in maniera confusionaria qualcosa nella tasca della giacca per poi tirarne fuori una piccola pietra azzurra legata ad una catenina malconcia e usurata.

“L’ hai presa la prima volta che sei uscita in giardino, era la più strana tra le pietre dell’ aiuola e poi l’ hai legata alla catenella che, credo tu abbia trovato in bagno, vero?”

“Esatto…”

Machi era visibilmente spaventata ma teneva ancora alzata la sua mano con aria spavalda, aveva il potere di uccidere e questo le stava dando alla testa più di quanto io abbia desiderato.

“Bene, ora abbassa quella mano e vieni con me!”

Il punto era uno ed era semplice, nessuno conosceva la storia di quella pietra, nessuno poteva conoscerla ma quell’ uomo sapeva, fu così che la ragazza si decise ad abbassare la mano e di conseguenza la guardia concedendo la sua attenzione a quel buffo essere che aveva di fronte.

Fu forse il suo primo errore al di fuori della linea che separa paura e coraggio perché quando un pugno la colpì in faccia con violenza lei non seppe reagire.

Cadere a terra è facile, forse troppo.

  
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