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Autore: Violetta_    24/07/2017    5 recensioni
Fanfic su una coppia talmente crak che nemmeno un pacchetto di crackers dimenticati in fondo lo zaino.
L'intera raccolta sarà come una scatola di cioccolattini, ogni capitolo avrà un sapore diverso. Non si sa cosa può capitare. (Alcuni capitoli saranno Flashfic. Il raiting potrebbe salire).
Saranno presenti collegamenti con altre mie raccolte (soprattutto "Secret file Zero" e "Jerez")
***
(Dal capitolo 1)
Alzò un sopracciglio.
Lei era una donna veramente terribile.
Scorbutica, analitica, furba. Bellissima.
Era diventata davvero meravigliosa.
-
Lui era una persona piuttosto complessa.
Aveva un passato misterioso che lo aveva portato in una posizione di spicco all'interno di un'organizzazione fantasma.
Era un ottimo attore e apparentemente una brava persona: gentile, generosa, simpatica. E forse lo era davvero.
***
(Dal capitolo 8)
Agasa si girò a fissarla ed inclinò la testa.
Ultimamente Shiho era strana.
Chissà come mai.
-
Shinichi corrugò la fronte con aria stranita.
Ultimamente Rei era strano.
Chissà cosa gli passava per la testa.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Rei Furuya, Tooru Amuro
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Invito







Al liceo Teitan l'orario delle lezioni era appena finito e tutti gli studenti erano stati congedati, comprese tre amiche affiatate.

<< Aaah per oggi è finita! >>
<< In realtà ci hanno assegnato dei compiti Sonoko... >> Disse Ran a mo' di monito.
<< Si ma abbiamo tempo per farli. Che ne dite se andiamo a fare shopping? >>

Masumi e Ran si scambiarono uno sguardo complice con aria insofferente: nessuna delle due amava particolarmente far spese, soprattutto con la ragazza che tendeva a scegliere boutique non proprio abbordabili.

<< Allora ragazze? >> chiese Sonoko con aria impaziente.
<< Aspetta un secondo che mando un messaggio >> disse Masumi prendendo il suo cellulare.
<< Eee... immagino la destinataria sia Shiho vero? >>

La ragazza continuò a digitare sullo schermo.

<< Si certo. Perché? >> chiese senza darle particolare attenzione.
<< No no … niente.. >>

Sera aspettò qualche istante poi sentì il suo cellulare vibrare. Aprì il messaggio e sorrise.

<< Uh si trova qui vicino. Raggiungiamola >>
<< Oook... >> dissero le altre due. Una contenta l'altra un po' più seccata.




*




Quando Shiho vide in lontananza le due ragazze oltre a Masumi non poté fare a meno di corrucciarsi.
La ragazza le aveva detto di essere sola e che avrebbero fatto una semplice passeggiata, ma con le altre due le premesse erano evidentemente di tutt'altro genere.
E quel giorno non poteva assolutamente permettersi di perdere tempo.

<< Eeehi ciao dottoressa >>
<< Ciao Masumi. Salve ragazze >> disse con tono molto pacato.

Le altre due agitarono la mano.

<< Allora quali sono i programmi? >> domandò la Miyano col suo solito atteggiamento “spumeggiante”.

Sera le si avvicinò con un gran sorriso stampato in volto.

<< Certo che potresti essere un po' più allegra. Hai il broncio tipico di... >>

Shiho la ghiacciò con lo sguardo e Sera decise di non continuare la frase.

<< Volevamo andare per negozi >> disse gentilmente Ran avvicinandosi a lei.
<< Mh... ne ho visti di carini da quella parte >> e così dicendo indicò una strada piuttosto trafficata.
<< Ok andiamo >>

Shiho iniziò ad incamminarsi e quando fu lontana dalla portata d'orecchio Sonoko portò le mani sui fianchi.

<< Si può sapere perché la assecondi sempre? >>




C'era un motivo se Masumi cercava di evitare conflitti con Shiho.
Lei, ottima karaketa, un tipo tosto che non si impressionava facilmente, cresciuta circondata da familiari piuttosto particolari, di quelli che ti temprano il carattere, assecondava una delicata studentessa universitaria.
Insomma era un controsenso.
Eppure la delicata ragazza l'aveva veramente terrorizzata quella volta.

Vermout era stata incastrata dall'fbi. Calmel e Jodie l'avevano caricata in macchina per metterla ufficialmente sotto la custodia dei servizi segreti americani.
Akai era rimasto nel magazzino insieme a lei, Shinichi, Shiho e Rei.

L'agente PSB si era dovuto dileguare per mantenere la sua compertura mentre i tre ragazzi renstanti erano tornati a casa dell'ex piccolo detective.

Dentro la maestosa libreria di casa Kudo, con aria seriosa e leggermente inquientante ad attenderli c'erano Mary e Shiuichi.

Quella era la primissima volte che Shiho ed il maggiore dei fratelli Akai si incontravano con le loro vere forme. La prima volta dopo anni.

La gente normale si sarebbe aspettata un commovente scambio di battute, un chiarimento o comunque un minimo di riconciliazione.
Ed invece tra i due si era istaurata una civilissima conversazione composta da grida, insulti e libri tirati in testa. Da entrambe le parti.

Il risultato fu che Shinichi dovette sostituire la vetrinetta del suo studio, Mary si era volatilizzata prima di essere la prossima sfidante e Sera-chan era rimasta leggermente traumatizzata.




Masumi portò una mano dietro la nuca e rivolse un gran sorriso a Sonoko.

<< Ma no... non è vero. Sarà una tua impressione >>


*


Dopo aver visitato i negozi della via principale il gruppo di ragazze si diresse verso il centro commerciale.

Sonoko alzò i pugni al cielo con fare entusiasta.

<< Andiamo da questa parte >>

Shiho approfittò di un momento di distrazione delle due ragazze per afferrare Sera per un braccio facendola voltare.

<< Mi spiace Masumi ma io devo andare adesso >> disse con un tono molto serio.

La mora la fissò capendo la situazione: in effetti aveva letto qualcosa su internet.
Da qualche tempo un pericoloso terrorista esperto in armi batteriologiche era evaso da una prigione degli stati uniti e si pensava si fosse rifugiato in Giappone.

<< Lavoro? >>

Shiho annuì.

La mora si avvicinò al suo orecchio.

<< Cercate di non litigare fino alla fine delle indagini >>

Lei ridacchiò. E così aveva capito.

<< Farò del mio meglio Sera-chan... però tu inizia a preparare il kit di pronto soccorso a casa >>
<< Non sei divertente >>



*



Shiho scese e parcheggiò la sua harley nel parcheggio li vicino.
Entrò nell'edificio, un'agente domandò le sue credenziali e lei gli porse il suo tesserino.

<< Oh salve Miyano-san. Gli agenti arriveranno tra qualche minuto. Può aspettare lì >>

Shiho guardò la sedia con aria indispettita domandandosi se nel caso fosse stata uomo, o se fosse stata un agente effettivo, sarebbe comunque stata costretta ad aspettare zitta e buona in un anonimo angolo del corridoio.
Si guardò intorno: il dipartimento del quarto distretto era enorme ma preferì correre il rischio di perdersi che stare lì ad aspettare.

Dopo qualche minuto passato a salire e scendere le scale si rese conto che si era effettivamente persa.



Fantastico. Davvero fantastico.



<< Ha bisogno di qualcosa? >>

Nel sentire la sua voce, Shiho si girò e spalancò gli occhi.
Quell'uomo era onnipresente.

Rei era in pantaloncini e guantoni da boxe.

Evidentemente era finita nella palestra del dipartimento.
Shiho si schiarì la gola e cercò di darsi un contegno.
Rei aggrottò la fronte non appena la riconobbe.

<< Shiho >>
<< Ciao >>
<< Che ci fai qui? >>
<< Io... informazioni riservate >> disse distogliendo lo sguardo.

L'uomo annuì poco convinto.

<< Non dirmi che ti sei persa >>

Annuì imbarazzata, in fondo in parte era vero.

<< Non sei la prima a cui capita, tranquilla. Sei qui per il caso Ramirez? >>

Shiho si domandò come facesse quel ragazzo ad essere sempre informato su tutto.

Seriamente sembrava avere occhi ed orecchie ovunque.

<< ... Non te lo poso dire... >> rispose seccata.
<< Ok sei qui per il consulto sulle armi batteriologiche. Dammi cinque minuti e ti accompagno >>
<< Non è necessario, dimmi solo in che direzione devo andare >>
<< Tranquilla faccio presto >>

Shiho lo vide sparire velocemente dietro una porta, una volta sola si sedette su una sedia vicino ad un sacco da boxe e si guardò intorno: c'erano un sacco di attrezzi e un grande specchio che ricopriva per intero il muro di fronte a se.

Sentì l'acqua della doccia scorrere ed incrociò le braccia al petto abbassando il capo.



*



Rei si infilò sotto la doccia senza aspettare che arrivase l'acqua calda, e nemmeno quella tiepida.

Aveva avuto molto a che fare con un caso come detective privato e non la vedeva da qualche giorno, quindi anche se per poche rampe di scale ci teneva a scambiare qualche parola con lei.

Si cambiò in fretta ed uscì dallo spoiatoio.

<< Eccom... >>

Quando tornò nella palestra però non vide nessuno.

Si mise la mani sui fianchi e sospirò seccato.

Ma perché aveva questo brutto vizio di sparire?

<< Ok... torniamo davanti il sacco... >> mormorò tra se e se.




*




Per fortuna in uno dei corridoi aveva incrociato la dottoressa Baba, che conosceva quell'edificio molto bene, e si erano messe a conversare.

<< Dopo 15 anni di matrimonio quello stronzo si è accorto che avevo un lavoro e non avevo il tempo di fargli trovare il pranzetto pronto in tavola e la casa perfetta >>

Shiho annuì invitando la dottoressa a proseguire. La vita privata di quella donna sembrava essere stata scritta da un regista di soap opera.
Lei stessa era un tipo davvero particolare: schietta, pratica, per nulla vittima di quelle moine e di quelle cerimonie che si fanno in ambito lavorativo.

<< ... un bel giorno lui, il cretino, mi ha detto di andare in cucina perchè ero sua moglie ed era quello il mio dovere e io l'ho guardato negli occhi e gli ho detto: "Facciamo un bel gioco: io vado in cucina e tu te ne vai a fanculo" >>

La ragazza si mise una mano davanti la bocca ridendo. Quella donna era veramente un portento.

<< ...evidentemene non gli è piaciuto quel gioco >> continuò la dottoressa con fare sarcastico.

Shiho annuì continuando a ridacchiare, poi guardò dritta davanti a se inclinò il capo e assottigliò gli occhi incuriosita.

Accanto alla porta della stanza dove si sarebbero svolte le indagini, Jodie Starling fissava il suo collega mentre questo le parlava.
Gli occhi della donna sembravano persi e sognanti, probabbilmente non stava udendo una sola parola di quello che stava dicendo Akai.
Camel era in disparte poggiato con la schiena cotro il muro e digitava i tasti del suo cellulare.

<< Ecco la concorrenza >> mormorò la Baba indispettita.
<< Già... >>



Dovete sapere che c'è una specie di legge non scritta per cui se fai parte del PSB, o semplicemente collabori con esso, devi detestare l'FBI o come minimo Akai Shuichi.
O per dirla alla Bourbon: Akai... SHUUICHI!



Shiho si mise a fissare gli occhi verdi dell'agente.
Scoccò la lingua contro il palato. Provava un senso di irritazione ogni volta che lo vedeva con quel suo atteggiamento alla "ce l'ho d'oro e ricoperto di cioccolato".

Takana Baba e Shiho si quardarono complici per due secondi poi la prima abbassò il capo scocciata.

<< Andiamo... >>


*



<< Jodie sto parlando con te >>

La donna arrossì e si mine una mano davanti le labbra.

<< Eh!? >>
<< Dove hai la testa? >>

La donna diventò prima paonazza poi abbassò il capo iniziando a balbettare.

La Baba si avvicinò a passo svelto verso gli agenti ed aprì la porta dell'ufficio seguita da una divertita Shiho.

<< Salve agenti. Camel-san si può accomodare >> si fermò fissando i due con la coda dell'occhio << Quando voi due avete finito di fare i piccioncini sarei ben contenta se iniziassimo a lavorare >> disse con un'aria severa ma anche vagamente maliziosa.

Akai alzò un sopracciglio mentre Jodie si ritrovò ad avvampare.



*



Era notte fonda e negli uffici del sesto piano della sede del PSB non c'era nessuno.
Rei intravide la luce dello studio della Baba accesa.

Strano. La dottoressa non c'era mai dopo l'orario di lavoro dato che aveva due figli terrificanti che tendevano a cacciarsi spesso nei guai.

La stanza era semiilluminata dallo schermo acceso di un computer e regnava il silenzio. Incuriosito si avvicinò ad un vetrino.

<< Non toccarlo >>

Ritirò immediatamente la mano.

<< Non dovresti toccare mai nulla senza guanti quando sei qui o in laboratorio. Potresti infettarti >>

Shiho era seduta su una poltroncina e gli dava le spalle.

<< Che ci fai qui? >>
<< Non sono autorizzata a dirtelo >>

Rei alzò gli occhi al cielo seccato dall'eccessiva pignoleria della ragazza, anche se in fondo condivideva pienamente il suo essere così professionale.
Era uno degli aspetti che più ammirava in lei: ligia al dovere, attenta e sempre ben preparata.
La guardava mentre digitava le dita sulla tastiera con quell'espressione seria e concentrata sullo schermo del computer.

<< Com'è andata coi colleghi americani? >>
<< Non sono autorizzata a dirtelo >> disse con una punta severa.
<< Potrei almeno chiederti se ne hai per molto o hai intenzione di mordere? >>
<< Sssh >>


Ah adesso lo zittiva pure.


Alzò le mani in segno di resa.

<< Ok ho capito >>

Sospirò e si diresse verso la porta.

<< Comunque se dovessi essere troppo stanca per guidare fino a Beika... >>

Aprì la porta.

<< ... sappi che sei sempre benvenuta a casa mia >> disse uscendo dalla stanza.

Shiho continuò a digitare imperterrita sulla tastiera, ma un velo di rossore si tinse sul suo viso.















Angolo dell'autrice.


Sera ragazzi. Come andiamo?
Ho notato che le venature comiche non dispiacciono quindi, dove possibile e dove rendono, ho deciso di inserirle.
Povera Masumi mi domando se non sia il caso di mandarla con gli assistenti sociali vista la famiglia che si ritrova...
Come avrete capito mi piace accanirmi sul "piccolo" Akai. Però non posso dire che non mi piaccia... provo una sorta di "simpatica antipatia" per lui.
Rei ha invitato Shiho a casa... l'ha buttata giù così con nochalance (ed è il pezzo che titola il capitolo)
Che ve ne è sembrato? Piaciuto?
Come sempre grazie a tutti i lettori. Mi fa davvero piacere sapere che questi capitoli siano apprazzati. Grazie ragazzi.
Un bacione. A presto.

Violetta_
   
 
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