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Autore: _ Arya _    25/07/2017    3 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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The taughest call





EMMA POV

Volevo chiederle se stesse scherzando, ma dalla mia bocca sembrava non voler uscire alcun suono. Cosa voleva dire “sei incinta di tre settimane”? Non era possibile... non avevo mai saltato la pillola e avevo iniziato a prenderla diversi giorni prima del primo rapporto con Killian. No. Doveva essere un errore. Dovevo aver sentito male. Forse, in fin dei conti, era davvero cancro... Di quello avrei potuto liberarmi e le conseguenze, al momento, sembravano meno spaventose.
-Cosa vuol dire, dottoressa- intervenne Killian con voce calma, rompendo in silenzio. Lo guardai e nonostante fosse apparentemente tranquillo, stringeva il pugno così forte che le nocche erano diventate bianche. Allora aveva sentito anche lui. Non mi stavo immaginando le cose.
-Faremo un test di gravidanza, per sicurezza. Però è... solo formalità, a questo punto. Sembrerebbe che le precauzioni siano state poco efficaci.- spiegò, per poi voltarsi verso di me -Puoi dirmi quali pillole prendi, tesoro? E spiegarmi quando hai iniziato esattamente?
Annuii, sperando capisse che l'avrei fatto in un secondo momento. Se solo avessi aperto la bocca adesso, avrei sicuramente vomitato.
Incinta. No, doveva essere un incubo.
Però... però se davvero lo ero, il padre era Killian. L'uomo che amavo. Oh, dio...
-Vorrei davvero lasciarvi un po' soli, è giusto, ma prima di parlarne... c'è una cosa che dovete sapere.
-Ancora?!- esclamò Killian nervoso, ormai incapace di trattenersi. In altre circostanze gli avrei stretto la mano per tranquillizzarlo, ma ora tutti i miei muscoli sembravano atrofizzati.
-Mi spiace, davvero. Volete che vi dia un minuto per calmarvi?
-No- riuscii a borbottare, con una voce che neanche sembrò la mia. Non lo volevo un minuto, volevo sapere tutto immediatamente: sarei scoppiata in una crisi isterica altrimenti.
Quella annuì e si sedette alla scrivania, con la sedia rivolta verso di noi. Quell'apparente calma con un misto di apprensione intensificava notevolmente la mia nausea.
-Come ho detto... ciò che è rimasto dell'embrione che non si è sviluppato, potrebbe creare problemi in gravidanza. Ora, rimuoverlo richiede un'operazione semplice che non ti arrecherà alcun danno fisico permanente, Emma. Per essere sicuri di rimuoverlo interamente, bisognerebbe effettuare aspirazione e raschiamento... come nell'aborto. Il fatto è che se decidessi di procedere, anche il feto sano, ne risentirebbe. Sarebbe un aborto in piena regola.
-Non ci sono alternative?
-Una sarebbe monitorare attentamente la gravidanza ed intervenire solo in caso di problemi, vi seguirei io stessa. Altrimenti è possibile operare per tentare di rimuovere soltanto il vecchio embrione, ma bisognerebbe incidere. Sarebbe un intervento chirurgico piuttosto invasivo che potrebbe funzionare oppure no, quindi non mi sento di raccomandarlo.
Non riuscii neanche ad annuire, non sapevo proprio cosa pensare: l'unica cosa che fui in grado di fare fu scoppiare in lacrime. Un pianto frustrato, straziante, liberatorio... che spaventò sia Killian che la dottoressa. Ma non era giusto, maledizione, non era possibile che ogni cosa dovesse sempre andare per il verso sbagliato!
-Ho bisogno di prendere aria!- singhiozzai, scattando in piedi, -si può?!
-Certo... tutto il tempo che vuoi. Non c'è nessuna fretta, Emma...
-Grazie.-. Senza darle il tempo di dire altro saltai in piedi e mi diressi velocemente verso la porta, non guardando in faccia nessuno. Superai i miei genitori e Regina senza dire una parola e corsi velocemente giù per le scale, diretta verso il cortile. Avevo voglia di piangere e urlare all'aria aperta, e magari prendere a calci un muro.
Una volta fuori corsi a zig zag tra diverse persone in sedia a rotelle accompagnate dai medici e mi fermai soltanto una volta arrivata in fondo al giardino, fortunatamente deserto.
Fui pronta a scagliare un violento pugno contro il muro, quando improvvisamente mi sentii afferrare per il braccio. Mi voltai.
Killian.
-Voglio stare sola.
-Se davvero fosse quel che vuoi non sarei qui- disse tranquillo -Non vuoi stare sola.
-Oh e invece sì, e lo dico anche per il tuo bene! Potrei diventare violenta Killian, vattene!
-Colpisci me invece del muro, se proprio vuoi sfogarti. Almeno non ti rompi la mano.
-Cosa diavolo vuoi che mi importi della mano, Jones?!- tuonai, iniziando seriamente a valutare di prenderlo a botte -Come fai a essere così tranquillo! Me lo vuoi spiegare?!
-Non sei malata. Ti pare poco?
-Sono incinta cazzo! SONO INCINTA DI TUO FIGLIO!
Era tardo?! Non riusciva forse a capire in che diavolo di situazione ci eravamo cacciati?! Nella mia pancia stava crescendo il nostro bambino, quello che avrei dovuto scegliere se uccidere io stessa o aspettare di vedere se sarebbe morto da solo. Belle alternative. Meravigliose davvero.
-Emma, lo so...- sussurrò, addolcendo il tono della voce -Ma tu... a quanto ho capito non hai voglia di avere un altro figlio adesso.
Strabuzzai gli occhi, incredula. Non riusciva davvero a capire. Eppure lui avrebbe dovuto essere ancora più scombussolato di me, dato che un figlio lo aveva già perso in passato.
-Secondo te io volevo un figlio quando è arrivato Henry?- cercai di domandargli tranquilla, sapendo che se mi fossi lasciata ancora sopraffare dalle emozioni lo avrei colpito così forte da rompergli il naso e tutti i denti; -No. Certo che no. Ma non ho mai... mai pensato all'eventualità di abortire. Nonostante i miei genitori e i medici me l'avessero suggerito, ovviamente... e comunque, non è neanche questo il punto. Il punto è che questa volta ho fatto tutto come si deve. Ero pronta. Ero preparata, prendo la pillola. Ero preparata psicologicamente, ero felice di farlo per la prima volta con te. E invece, di nuovo, va tutto storto. Perché? Perché continua a succedermi?!
Finalmente sembrò comprendere e rimase in silenzio a guardarmi. Dal canto mio, invece, non sapevo come sentirmi. Come aveva detto lui, non volevo decisamente avere altri figli in questo momento... e questo era più che certo. Però... dio, sapere di avere nella pancia una piccola creaturina che stava crescendo, frutto del nostro amore... come potevo far finta di niente? Come avrei fatto a lasciare che la raschiassero via, come se fosse spazzatura? Mi faceva male il cuore solo a pensarci.
-Emma, tesoro mio...- ruppe il silenzio dolcemente, afferrandomi per i fianchi -Io lo so che è dura, non voglio far finta che non lo sia. Il fatto è che qualunque cosa succeda, io sono qui. Qualunque cosa tu decida di fare, io sono qui. Non vado da nessuna parte, non ho intenzione di lasciarti affrontare da sola tutto questo... va bene?
-Come fai?
-Cosa?
-Come fai... a non schifarmi. Tu vuoi un bambino, Killian. Tu mi hai detto di volerlo e non ti biasimo. Hai perso la tua bambina e io ora ucciderei... ucciderei tuo figlio. O figlia. O quel che è. È una cosa orribile, non credi?
-No! No, Emma no.
Lo disse con un'intensità tale che strabuzzai gli occhi incredula: sembrava sincero, per quanto fosse incredibile. Io stessa lo trovavo un gesto terribile, pur senza aver mai perso un figlio.
-Anzi, ti dirò di più. Credo tu preferisca abortire e forse è la cosa migliore da fare, in questo caso. Sarebbe ancora più doloroso se decidessimo di tenerlo e poi qualcosa andasse storto... oppure se nascesse con problemi. E se per miracolo dovesse andare tutto bene, non siamo ancora pronti per questo passo, non sono stupido. Certo che voglio un figlio, ma più di tutto io voglio te e non metterlo mai in dubbio,. Forse arriverà il momento, un giorno. Che sia fra 3 anni, tra 5, o 10... non mi importa. Ma adesso non lo è. Faremmo solo del male a noi e a lui.
Così scoppiai per l'ennesima volta a piangere, ma stavolta tra le sue braccia. Non avrei dovuto più sorprendermi, ormai, ma come diavolo poteva essere tanto meraviglioso? Come poteva un uomo come lui aver scelto proprio me, una stupida ragazzina con tutti i problemi del mondo? Una ragazzina dal carattere orribile, complicato... l'avevo ferito in tutti i modi possibili ed immaginabili, eppure lui era ancora qui, a stringermi tra le sue braccia forti e calde. Così confortevoli, che mi facevano sentire a casa.
-Ti amo, Emma. Lo sai, vero?
E il mio cuore perse un battito. O forse centinaia.
-Killian...
-Lo so che può sembrare prematuro, ma...
-No...- lo interruppi, per poi soffocare un singhiozzo e sollevare il viso per guardarlo negli occhi lucidi ma sempre bellissimi -Ti amo anch'io, Killian.
Questa volta fu lui quello sorpreso. Spalancò gli occhi, e quell'espressione incredula con la bocca leggermente socchiusa fu la cosa più dolce del mondo.
-E' perché ti amo, che desideravo fare ciò che... che pensavo fosse meglio per te. Ma...
-Swan, il meglio per me è averti accanto. I problemi nella vita ci sono sempre, ma affrontarli in due è più facile! Non è bello pensare che qualunque cosa succeda, ci saremo sempre l'uno per l'altra? Anche in situazioni dolorose come questa...
-E' bello, sì...- sorrisi tra le lacrime, prendendogli le mani -Grazie Killian. Grazie per avermi sopportata e supportata così tanto, io stessa non ci sarei riuscita! Sono tremenda!
-No, sei adorabile! È anche per questo che ti amo... sei così... complicata!
E per qualche strano e assurdo motivo ci ritrovammo a ridere insieme, le mani strette e gli sguardi riflessi l'uno nell'altro. Non ero sola. Non ero più spaventata di ciò che avrei dovuto affrontare, perché Killian aveva ragione: condividere le esperienze era molto più semplice che affrontare la vita da soli. Io avevo la fortuna di poterla condividere con lui.
-E ora... che cosa ne diresti di tornare dentro?
-Ok. Quindi... abbiamo deciso cosa fare?
-Sì, Emma. Ma il corpo è tuo, quindi l'ultima parola spetta a te.
-Non mi odieresti se abortissi?
-No, assolutamente no. Non ti potrei mai odiare.
-Ok, allora... allora faremo così.
-Va bene. La parte più complicata sarà dire ai tuoi la verità. Non so tuo padre come la prenderebbe... a parte il fatto che vorrà uccidermi, ovvio.
-Adesso che sa che non sono più una suora sarà un po' più semplice, suppongo. Cioè, non è che devono sapere per forza, ma... sarà dannatamente dura. Vorrei poter fare affidamento anche su di loro... se sei d'accordo.
-Ma certo! Non ti preoccupare, porterò un'armatura per un paio di settimane...- ironizzò, per poi cingermi le spalle nel momento in cui scoppiammo a ridere di nuovo.
A cuore molto più leggero rientrammo nell'edificio, dirigendoci senza pensare verso l'ascensore aperto. E una volta entrati, quando le porte si chiusero, mi tuffai sulle sue labbra senza esitazione.
Il destino sapeva essere davvero buffo... in quello stesso ascensore avevamo condiviso il nostro primo, vero bacio... ed ora quel bacio stava sigillando una nuova promessa. L'inizio di una nuova avventura che non vedevo l'ora di vivere. Era incredibile come l'amore che ci legava avesse appena trasformato uno dei momenti più difficili delle nostre vite in un attimo così magico.
-Sempre la stessa storia, eh?
Solo in quel momento ci accorgemmo di essere arrivati a destinazione e che la porta si fosse aperta. Mia madre era davanti, sorrideva, mentre mio padre era proprio dietro di lei, con un cipiglio contrariato. Regina era accanto a loro, insieme alla dottoressa, e ci guardava compiaciuta.
-Lascia stare tuo padre... piccola, ci siamo così preoccupati! Poi Ashley ci ha detto che non sei malata ma... possiamo sapere cosa succede?
-Va bene- annuii, scambiando una veloce occhiata con Killian -Però magari sediamoci di là. Ok?


KILLIAN POV

-Ok. Però... come puoi essere incinta? Ok, lo so, però... non usate...?
-Papà basta, ti prego! E certo che le usiamo, ma si vede che non hanno funzionato. Discorso chiuso.
Proprio come avevo immaginato, subito dopo aver distolto uno sguardo incredulo e confuso da sua figlia, David si rivolse a me. Era indecifrabile. Voleva picchiarmi? Non l'avrei biasimato. Forse avrei anche lasciato che mi desse un pugno... anche se la mia ragazza l'avrebbe fermato prima, probabilmente, perché si spostò ancora di qualche centimetro più vicino a me.
-Quindi, voi due...
-Non parlerò di questo con te, papà. Te lo puoi scordare. Sentite, volevate sapere cosa non va, no? Ecco, ora lo sapete. Non sono malata, non è nulla di terribile. È solo un aborto.
In quel momento si rese conto anche lei di aver appena comunicato ai suoi, come se nulla fosse, la decisione che avevamo preso. I due si guardarono confusi, disorientati... e anch'io e Regina ci guardammo, chiedendoci se non fosse il caso di lasciarli un po' soli.
-Quindi hai... hai deciso di...- sussurrò Mary Margaret; lei, semplicemente, annuì. Per farle forza le cinsi le spalle, lasciando che si poggiasse esausta contro il mio petto.
-Se è davvero ciò che vuoi...
-Lo è, ne abbiamo parlato- disse senza esitazione. -Sto bene- aggiunse, allo sguardo incerto di sua madre.
-Va bene, tesoro...
-Sono seria, sto bene. Henry è ancora piccolo, e io sono troppo giovane per un secondo figlio. In più, io e Killian non siamo di certo pronti a fare i genitori. Ed ora che è tutto chiarito, vorrei andare parlare con la dottoressa per capire quando posso fare l'intervento.
-Vengo con te?
-Sì, va bene.
Decisi di non dire ad Emma del breve ma intenso moto di euforia che avevo provato quando la dottoressa le aveva detto che aspettava un bambino: la amavo troppo e risparmiarle altro dolore era la cosa più giusta da fare. Anche se una parte del mio cuore non riusciva a capacitarsi che avrebbe di nuovo perso un figlio, l'altra, quella più grande, lo stava già accettando. Sarebbe stato diverso, stavolta... insieme avevamo preso la decisione più giusta per noi e per il piccolino, proprio perché lo amavamo già. Ci saremmo sostenuti a vicenda e tutto sarebbe stato più semplice, proprio come avevo detto a lei. 
 

***


Cleo viveva e lavorava in un appartamento di un palazzo residenziale di cinque piani a Chalk Farm, nei pressi di Camden Town; era una vietta interna, isolata dal caos che caratterizzava il quartiere. Finalmente Emma aveva deciso di portarmi con sé, anche se con poco preavviso, ed io ero davvero felice che finalmente mi stesse includendo anche in quella parte della sua vita.
Dopo aver parlato un po' con la dottoressa aveva deciso di fissare il suo intervento già per l'indomani, dato c'era un ora libera in tarda mattinata. Sembrava abbastanza tranquilla a riguardo, e forse lo era davvero, ma le sarei rimato ugualmente vicino.
Poi eravamo andati a fare una merenda tutti insieme in una sala da tè li vicino e, una volta finito, Emma aveva avanzato quella proposta. Voleva aggiornare Cleo e finalmente chiederle di organizzarle un incontro con suo marito. Sembrava desiderasse riprendere le redini della sua vita il prima possibile e io non potevo che essere orgogliosissimo della mia piccola Wonder Woman.
-Dio Swan, ma un ascensore?- domandai, quando ci fermammo al primo piano. Di solito non mi pesava fare le scale, ma negli ultimi giorni mi ero affaticato parecchio.
-E' quasi sempre rotto. E di che ti lamenti, tu odi gli ascensori.
-Non è vero. Non più.- le ricordai, con un cipiglio malizioso. Non ci avevo pensato molto, neanche ci avevo fatto molto caso in realtà... ma ero piuttosto certo che la mia semi-claustrofobia fosse spaventosamente migliorata, se non addirittura sparita. Ed il merito era suo.
-Dai, andiamo avanti- mi liquidò senza commentare -abbiamo solo altri due piani!
Sbuffai senza più ribattere, nonostante avessi le mie buone ragioni non avevo voglia di passare per un rammollito davanti alla mia ragazza. La quale, nonostante tutto ciò che aveva dovuto sopportare, non sembrava aver perso la forma.
Forse ero un inguaribile romantico, ma non riuscivo a far altro che pensare quanto fossi felice di essere di nuovo al suo fianco. Mi sentivo come rinato e tutto sembrava più bello... nonostante i problemi ero più positivo che mai, perché stavolta non li avrei affrontati da solo.
Quando finalmente arrivammo si limitò a bussare alla porta e quasi subito udimmo dei passi veloci avvicinarsi. Un attimo dopo ci si presentò davanti una donna di bell'aspetto, forse sulla quarantina, un po' più alta di Emma. Aveva dei bei occhi verdi, capelli rossicci e leggermente mossi che scivolavano fin poco sotto le spalle. Vestiva con un paio di pantaloni neri, maglietta grigia, giacca di pelle bordeaux e stivali al ginocchio. Era chiaro da dove Emma avesse preso ispirazione.
-Ciao ragazzi, entrate! Sono contenta di conoscere il famoso Killian Jones, finalmente. Piacere, Cleo.- si presentò con un sorriso, porgendomi la mano che immediatamente afferrai. Aveva una stretta davvero forte. Lei sembrava forte. Non mi stupiva il fatto che per Emma fosse diventata una vera e propria guida, un esempio.
Si fece poi da parte per lasciarci entrare e mentre richiudeva la porta, la mia ragazza mi tirò per mano per farmi accomodare sul divano insieme a lei.
-Sono davvero lieta che abbiate risolto i vostri problemi, Emma. E che finalmente me l'abbia portato a conoscerlo!
-Scusami per il poco preavviso, più che altro...
-Non c'è problema, serata libera oggi. Va tutto bene, vero?
-Sisi!- esclamò subito la ragazza, allo sguardo interrogativo della donna. Effettivamente con Emma non si poteva mai sapere... e forse Cleo la conosceva meglio di me, per certi versi. Ad esempio non avevo mai avuto modo di vederla in azione, cosa di cui ero piuttosto curioso.
Non sembrò molto convinta della risposta, infatti.
-Avevi un'altra visita oggi. Ancora nulla?
-Sì in realtà sì. Te l'avrei detto... dopo. Comunque sto bene, non sono malata. Più che altro è una cosa... diciamo un po' spiacevole. O forse la definizione più adatta è assurda.
Per i successivi dieci minuti raccontò a Cleo del problema e proprio come immaginai, quando nominò la gravidanza e l'aborto, l'altra rimase di stucco. A me fece sorridere la naturalezza con cui la ragazza lo disse, invece, come se stesse parlando dell'influenza.
-Emma... lo sai che non sei brava a dare le notizie?- disse infine, visibilmente spiazzata. Non la conoscevo, ma mi dava l'impressione di essere una persona difficilmente impressionabile.
-Ma sto bene. Non è un... problema, per me. È la cosa migliore... no?
Io e Cleo ci guardammo, lei invece sembrò abbastanza confusa e si rivolse a me, come per chiedere “ho detto qualcosa di così strano?”. Era così teneramente ingenua...
-Jones, ci hai parlato con la tua ragazza?
-Ma sì, certo. È...
-Non va bene reprimere i sentimenti. Alle lunghe fa stare peggio, te l'ho sempre detto Emma.
-Ma non sto reprimendo nulla! È un piccolo intervento di routine... andiamo, praticamente mi faranno tornare a casa domani pomeriggio stesso. Poi dovrò riposare un paio di giorni, ma...
-Emma- la fermò quella -Intendo dal punto di vista psicologico. So che in questo caso è un po' diverso, ma è pur sempre un aborto...
Quasi mi sentii a disagio a trovarmi lì in mezzo, mentre le due si guardavano confuse e incerte. Probabilmente avrei dovuto spostarmi in un'altra stanza e lasciar loro qualche minuto da sole... ma proprio non ci riuscivo. Non riuscivo a capire perché Cleo le stesse parlando con durezza e per questo preferivo rimanere a darle man forte, se ne avesse avuto bisogno.
-Ma proprio tu mi dici così? Dai, lo sai che per il momento è...
-Ho avuto un aborto. Quasi una ventina di anni fa, abortii per scelta. Io e mio marito ci eravamo sposati da poco, eravamo giovanissimi ed entrambi avevamo una carriera promettente appena avviata. Quindi mi sembrò la cosa più ovvia da fare. Non ero spaventata, neanche dubbiosa... non volevo assolutamente il peso di un figlio in quel momento. Mio marito mi ha supportata, non avevamo problemi di nessun genere. Fino a che non è successo. Mi sono sentita vuota e...
-Cleo, mi dispiace, io non pensavo...
-Non importa, non è un problema. È acqua passata. Te lo sto dicendo per aiutarti a evitare di fare il mio stesso errore. È una tua scelta, questo è ovvio, però... non prenderla troppo sottogamba, d'accordo?- finalmente si addolcì, accarezzando i capelli alla più giovane, -Magari starai bene... ma se hai bisogno di supporto non nasconderlo. Mi sembra che tu abbia una bella famiglia, un ragazzo che ti ama... e anch'io ci sono per te, questo lo sai.
Fu sorprendente scoprire come sotto quella scorza dura, Cleo fosse una donna dolce e premurosa, attenta nei confronti di Emma quasi come se fosse sua madre. Se non fosse per il fatto che la ragazza fosse tale e quale ai suoi genitori, mi sarebbe davvero potuto sorgere il dubbio: erano così simili! Caratterialmente mi sembrava di stare guardando la mia ragazza discutere con una versione più adulta di sé.
-Va bene. Io... grazie. Io non ci avevo...
-Lo so che non ci avevi pensato troppo, va bene così. È più che normale, piccola. E tu- fece poi rivolta a me, -Vedi di comportarti bene con lei. Sono affezionata a questa ragazza, quindi...
-Wow. Non bastavano le minacce di suo padre...
E a quel punto scoppiammo tutti e tre a ridere, più rilassati. Avevo capito da tempo che Cleo fosse speciale per Emma e che fosse una donna meravigliosa, visto come ne parlava... solo non mi ero aspettato di trovare una persona così simpatica e alla mano. Dovevo dire che mi piaceva a pelle e ispirava molta fiducia.
-Comunque! Sei venuta anche per altro, oltre che per aggiornarmi e farmi conoscere il tuo ragazzo – che tra l'altro approvo a pieni voti. Non è così?
-Esatto. Volevo chiederti se puoi organizzarmi quell'incontro. Voglio entrare a Scotland Yard.
-Emma...
-Sono sicura, davvero, non cambierò idea.
-Emma, ascoltami. Posso farlo. Ma qualche giorno fa mi sono sentita con James perché aveva bisogno di una conferma. Tu avevi detto di voler lasciar perdere, anche se ovviamente non gliel'ho riferito... gli ho solo detto che avevi bisogno di ancora un po' di tempo. Purtroppo, però, sta già prendendo in considerazione un'altra ragazza. Mi dispiace...







 

Angolo dell'autrice;
Ciao! So che alcuni di voi mi odieranno... sono contenta che non sappiate dove abito ^^" Ad ogni modo, Emma è ovviamente rimasta sconvolta della notizia... Vista la situazione strana e delicata, però, non aveva scelte sicure... ci ha pensato Killian a rassicurarla. Lui è stato felice della notizia ma la ama abbastanza da metterla davanti a qualsiasi altra cosa, tanto che ha preferito nasconderle la gioia. D'altra parte, però, è convinto come lei che quella sia la scelta giusta... affezionarsi e perdere il bambino sarebbe stato peggio, oppure vederlo nascere con problemi gravi che non potrebbero mai garantirgli una vita normale. E d'altra parte, si amano ma non sono pronti ad essere genitori... Però hanno l'un l'altra e si sosterranno a vicenda fino alla fine e supereranno il dolore insieme. Hanno finalmente confessato a cuore aperto di amarsi ed ora si sentono meglio, più forti.
Sono giovani e hanno ancora tutta la vita davanti... anche se Cleo ha ragione, di sicuro sarà ancora più difficile di quanto credono. Lei vuole molto bene ad Emma e vorrebbe evitare che soffra, ma d'altra parte si fida delle sue scelte... e ovviamente approva anche Killian, ha capito quanto tiene a lei. E la giovane intanto ha deciso di buttarsi e tentare quella carriera che sogna da tanto... c'è solo un piccolo intoppo ora. Manca molto poco alla fine di questa storia, ma nei prossimi capitoli arriveranno risposte a tutto e una conclusione - spero - soddisfacente. Mi mancherà, è più di un anno che scrivo... ma prima o poi deve finire come tutto!
Un abbraccio e grazie sempre a tutti! A presto :*
   
 
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